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Autore: the fly    08/11/2008    0 recensioni
Le persone possono davvero cambiare?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Decima parte…

 


Lucius avrebbe voluto tenere stretto a sé suo figlio fino al calar della notte, si beava del calore di quell'abbraccio che gli scivolava addosso, ma il suo corpo ancora debole continuava a mandargli dei chiari segnali di resa alla fatica. La vista gli si annebbiava di tanto in tanto e doveva strizzare forte gli occhi per recuperare un minimo di nitidezza nello sguardo, le braccia gli dolevano in prossimità dei lividi ancora evidenti e il petto gli bruciava lungo la ferita infertagli dall’incantesimo, come se un ferro rovente vi si fosse appena posato sopra, per non parlare dell’intenso formicolio che gli indeboliva le gambe, quasi non le sentiva più. Draco lo sentì vacillare fra le sue braccia e subito gli afferrò le spalle spostando la presa sotto le ascelle per sostenerlo meglio aiutandolo a restare in piedi.
Aveva il volto così pallido, non aveva mai visto suo padre così debilitato e soprattutto indifeso. Così gli sembrò più di ogni altra cosa, completamente indifeso, ogni traccia di altezzosità e orgogliosa fierezza erano scomparse dai suoi occhi stanchi e sensibilmente arrossati. Lo aiutò a raggiungere il letto, sebbene all’inizio l’uomo si fosse silenziosamente impuntato di voler fare da solo, e si sedette di fronte a lui senza privarlo del suo tocco ancora presente in una leggera stretta sul braccio sinistro in prossimità del marchio oscuro sbiadito, ma tuttora inciso visibilmente sulla pelle chiara. Quasi senza rendersene conto Draco scostò la mano, Lucius lo notò e il suo sguardo si fece triste e cupo. Tutto era iniziato con quel marchio, la rovina della sua famiglia e la completa perdita di fiducia che Draco ancora riponeva in lui in quanto padre.
Il petto fasciato dell’ex- mangiamorte si sollevava piano e lento ad ogni respiro, quasi fosse oppresso da un macigno. Forse se si fosse sdraiato avrebbe respirato meglio o, per lo meno, avrebbe disteso le membra, il giovane biondo tentò di spingerlo sul letto, ma l'uomo gli lanciò un'occhiataccia che stava per - non – sono – un – dannatissimo – poppante – riesco – ancora – a – stare – seduto. Draco sorrise impercettibilmente e ricambiò lo sguardo con le labbra ancora ricurve.
I lunghi, lisci e biondi capelli, quasi bianchi, scendevano liberi sulle spalle dell'uomo sfiorandogli le costole. Avevano riconquistato la loro lucentezza e morbidezza al tatto. Draco poteva sentirne il naturale profumo stuzzicargli il naso, lo aveva annusato con sollievo mentre lo abbracciava. Era una di quelle cose che ricordava meglio di suo padre, nei meandri più reconditi della sua mente era convinto di averci giocato da piccolo, lasciandovi scivolare le piccole dita.
“Come stai?” chiese con voce gentile il ragazzo biondo scrutando attentamente la sua espressione.
“Molto meglio adesso, grazie” rispose Lucius cercando con le mani quelle del figlio per racchiuderle in un abbraccio.
Quei gesti così semplici, così spontanei che un padre e un figlio condividevano erano per lui qualcosa di nuovo ed estremamente appagante, che non avrebbe più avuto timore o vergogna di compiere, non ora che Draco era di nuovo con lui.
Mille e mille cose ancora avrebbe voluto dirgli, ma sentiva la lingua come incollata al palato non appena cercava di esprimersi a parole. Eppure sapeva bene di non poter delegare tutto all’intensità o alla profondità di uno sguardo per quanto sincero potesse essere. Sapeva di dover dire qualcosa per gettarsi finalmente il passato alla spalle, o almeno provarci, ma cosa? Doveva chiedergli perdono per tutto il male che gli aveva inflitto incurante dei suoi desideri e della sua volontà di non seguire le sue orme verso l’oscuro cammino che lui stesso aveva intrapreso?
Doveva raccontargli la sua versione della storia su come aveva trovato Harry e del perché avesse deciso di salvarlo invece di ucciderlo come aveva desiderato per tanto, troppo tempo? Più guardava quegli occhi grigio acceso e più si sentiva privato di qualsiasi iniziativa.
“Non voglio che tu dica nulla, almeno, non adesso” disse Draco frugando e trovando nell’espressione perplessa e combattuta del padre l’enorme incertezza su come e da dove iniziare ad esorcizzare il passato e il dolore racchiuso in esso.
Lucius lo guardò stupito, forse questo voleva dire che suo figlio non era intenzionato a perdonarlo, forse quel barlume d’affetto che gli aveva mostrato era dovuto solamente alla paura di perderlo per sempre. Una volta scampato il pericolo Draco gli avrebbe chiesto di andarsene, di uscire dalla sua vita? Non era un’eventualità tanto remota, considerò dentro di sé.
Non ricordava quel che gli era accaduto la notte prima nel dettaglio, ma nella sua testa aleggiavano le parole dure e brusche che il ragazzo gli aveva scagliato contro quando lo aveva visto in casa sua, come uno spettro proveniente dal passato tornato a dargli il tormento.
“Però vorrei che tu leggessi questa...per me” parlò il giovane mago porgendo al padre un foglio di pergamena accuratamente piegato su se stesso.
L’uomo la riconobbe prendendola fra le mani, era la lettera che aveva affidato a Harry quando si erano separati. Pensava che Draco l’avrebbe bruciata nel camino una volta appreso che era lui il mittente invece, a quanto pareva, l’aveva tenuta con sé e l’aveva letta forse più volte a giudicare dalle fitte pieghe che il foglio presentava su ambo i lati.
Annuì e, spiegando per intero il foglio, cominciò a leggere le parole che aveva tracciato lasciandosi guidare dall’istinto e da un sentimento che credeva di aver perduto se non mai conosciuto veramente, l’amore di un padre per suo figlio. Draco non staccò gli occhi da lui per tutto il tempo, cogliendo anche la più piccola inflessione nella voce dell’uomo.
Quando ebbe terminato Lucius indugiò silenziosamente su alcune frasi, quelle che più delle altre sentiva più sincere e sgorgategli direttamente dal cuore:

“Non pretendo il tuo perdono Draco,
vorrei solo poterti guardare negli occhi
senza sentirmi un mostro.
Se non riesci a pensare a me come tuo padre,
vorrei che almeno provassi a vedermi come un uomo, che ha commesso tanti sbagli, ma
che sta cercando di rimettere insieme i frammenti della sua vita
recuperando tutto quello che ancora può dargli un senso, tu.”


Era ciò che desiderava più di ogni altra cosa e per la quale avrebbe lottato sino all’ultimo respiro. Voleva che Draco gli desse la possibilità di conoscerlo, per troppo tempo si era convinto di conoscere bene la natura di suo figlio, mentre invece si era solamente illuso che non fosse niente di diverso dalla sua, così come avrebbe dovuto essere, così come gli era stato insegnato, così come voleva che fosse.
Aveva trascorso gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza nel persistente tentativo di plasmare quel ragazzo facendone un clone di se stesso affinché portasse avanti le sue idee nella crociata che aveva deciso di intraprendere con Voldemort per purificare il mondo magico da coloro che erano indegni di farne parte.
Quanto si era sbagliato, adesso lo capiva perfettamente senza più alcun dubbio.
Voleva la possibilità di riscoprire suo figlio, con occhi nuovi e finalmente privi di un oscuro paraocchi.
Malfoy Senior sollevò il capo chino sulla pergamena fitta di segni neri e affidò le sue speranze a poche, semplici parole: “Mi permetterai di tentare Draco?” chiese incontrando il suo giovane sguardo color ghiaccio.
Il serpeverde ricambiò con spontaneità quello sguardo speranzoso e rispose: “Non dovrai solo tentare, mi aspetto e spero che tu ci riesca”.
Un sommesso bussare alla porta distolse i due dall’ennesimo scambio di occhiate profonde.
Blaise fece capolino con un’espressione leggermente imbarazzata e colpevole dopo essere stato invitato ad entrare dalla voce squillante di Draco.
“Scusate, ma dovevo cambiare la fasciatura già un’ora fa” disse il moro aspettando una risposta senza però varcare la soglia.
Lucius si voltò verso Zabini donandogli uno sguardo riconoscente per tutto quel che aveva fatto per lui nelle ultime ore, poi guardò Draco, i suoi occhi sembravano chiedere – Sarai ancora qui al mio ritorno, non svanirai come un sogno? -.
Il biondo annuì rassicurandolo silenziosamente: “Blaise ha ragione, è importante seguire alla lettera le indicazioni del medimago anche se il peggio sembra essere passato” affermò trovando negli occhi color indaco dell’altro serpeverde un pieno accordo.
L’ex – mangiamorte fece per alzarsi, ma prima rilasciò la pergamena fra le mani del figlio sfiorandole ancora una volta.
Blaise si avvicinò al letto e porgendo un braccio all'uomo lo aiutò ad alzarsi, poi lo accompagnò  nell’altra stanza lasciando Draco da solo.
Il biondo si rigirò la crepitante carta della lettera fra le dita, poi la ripiegò e la ripose dov’era stata fino a poco prima, nella tasca dei pantaloni. Mentre scendeva da basso in cucina si accorse di sorridere ripensando ai momenti che aveva condiviso con suo padre. Già, suo padre, pronunciare di nuovo quella parola gli aveva scaldato il cuore invece che suscitargli odio e rancore.
Harry aveva ragione, non avrebbe avuto senso negargli la possibilità di riscattarsi, avrebbe solo procurato altro dolore ad entrambi.
Avrebbe atteso con impazienza che suo padre si impegnasse a conquistarlo, chissà che fra loro potesse instaurarsi un rapporto nuovo, fondato sulla sincerità e non sulla menzogna, sulla spontaneità invece che su una rigida etichetta di comportamento, doverosa per chi apparteneva ad un nobile rango come il loro e, soprattutto sull’affetto reciproco che avrebbero pian piano riscoperto e nutrito. Draco lo sperava con tutte le sue forze. Cosa avrebbe fatto se Harry non fosse tornato da lui, se non gli avesse chiesto di abbassare la bacchetta che aveva puntato contro suo padre sebbene fosse in fin di vita, se non avesse fermato la sua rabbia con poche, semplici parole, o perfino col silenzio del suo intenso sguardo verde?
- Merlino lo amo così tanto – pensò dentro di sé godendosi quel piacevole formicolio che stuzzicava il suo stomaco quando ripeteva nella sua mente quelle due parole. Harry sapeva trovare quel che di buono c'era in lui con una facilità impressionante, amava perfino quel che lui stesso non sopportava di sé, nessuno mai in altre cento vite avrebbe potuto renderlo così felice, appagato e protetto.
Si fermò sugli ultimi gradini e diresse lo sguardo al di là del salotto verso la penisola della cucina. Vide Harry sgranocchiare assorto un toast imburrato e cosparso di una patina dorata mentre sfogliava distrattamente il giornale. Aveva un’espressione fintamente concentrata per ogni pagina che analizzava velocemente, avrebbe scartato tutti gli articoli di cronaca liquidandoli con un’occhiata sbrigativa per soffermarsi più a lungo solo sulle pagine dedicate al quidditch. Lo aveva osservato da lontano abbastanza a lungo per ricordarselo perfettamente ed era divertito dal fatto che quell'abitudine non era svanita nel tempo.
Il sorriso sulle sue labbra fiorì del tutto allargandosi anche alle iridi argentee puntate ancora sulla chioma corvina del compagno e sul suo profilo bagnato dai luminosi raggi solari.
Si avvicinò lentamente a lui e, aggirando gli sgabelli vuoti, lo raggiunse alle spalle cingendolo con le braccia.
“Buon giorno amore” gli sussurrò sulla guancia prima di schioccargli un bacio a stampo sulla pelle fresca.
Harry lasciò perdere il quotidiano e il toast consumato per metà per accarezzargli le braccia incrociate sul suo petto.
“Buon giorno a te” rispose inclinando il viso contro quello del compagno per catturargli le labbra a portata di bacio, succhiò con velata bramosia le labbra del compagno prima di lasciarlo andare e sorrise del sommesso mormorio che l'altro si lasciò sfuggire.
“Mmh, miele agli agrumi delizioso” disse Draco leccandosi il labbro inferiore con fare pensieroso.
“Blaise ne è molto geloso, se dovesse scoprire che ne hai sgraffignato un vasetto per colazione andrebbe su tutte le furie” commentò il biondo con fare saputo. Sapeva bene quanto fosse parsimonioso l’amico con quel che considerava un concentrato di nettare degli dei e come ne centellinasse le dosi. A lui sembrava un tantino esagerato ma, dopotutto ciascuno ha quelli che si possono definire chiodi fissi, lui stesso non poteva negare di averne qualcuno.
“Allora resterà un piccolo segreto fra me e te” disse il grifone allungando una mano sulla nuca dell’altro per reclamare ancora un bacio che stavolta si spinse più a fondo dopo un breve sfiorarsi di labbra. Draco affondò lentamente la lingua strusciandola contro quella del moro poi, con una leggera suzione sul labbro inferiore interruppe il bacio. Quello sì che era un bacio del buongiorno, pensò il biondo sfiorando con i polpastrelli il collo del moro tuttora curvato all'indietro come lo era stato durante il bacio. Il biondo scostò piano i capelli nerissimi dalla fronte del compagno e posò le labbra sulla piccola saetta che ancora decorava la sua pelle ambrata. Per un attimo tutto il resto sembrò svanire nel nulla, Draco si sentiva come su una specie di nuvola sospesa a mezz'aria, solo lui e Harry, gli accadeva spesso di sentirsi così quando si lasciava annegare nel verde liquido dei suoi occhi. Poi il moro parve riscuotersi e abbassò appena lo sguardo.
Si leccò distrattamente le labbra richiamando a sé il dolce sapore del compagno: “Comunque col burro è davvero ottimo e in effetti dovresti mangiare qualcosa, c’è ancora del caffè se ne vuoi” riprese di seguito afferrando il barattolo di vetro vacante per metà giusto accanto al giornale spiegato sul ripiano.
Il compagno gli rivolse una faccia schifata che fece ridere sommessamente l'altro.
“Merlino Harry volevi metterci anche lo zucchero per superare la soglia limite del dolciastro?” disse il biondo, lasciando intuire all'altro che, decisamente il burro associato al miele per lui era davvero troppo, fosse stato anche solo una impercettibile patina biancastra.
“Mmh, non mi pare che tu non abbia gradito mentre assaggiavi quel sapore estremamente dolciastro direttamente dalla mia lingua” ribatté il grifone fissandolo con aria spudorata, calcando il tono sulla parola dolciastro con una venatura di disappunto, lo stesso che aveva esternato il compagno poco prima.
Draco si ritrovò con le guance, solitamente pallide come porcellana, tramutate in due tizzoni rossastri, poi si riscosse e, chinandosi sul volto del compagno bisbigliò: “Allora deve essere il tuo sapore a rendere tutto più appetitoso”. Harry fece per sollecitare un bacio, ma il serpeverde si sollevò allontanando le sue labbra.
Il moro aprì  comunque il vasetto di miele e, mentre stava per prendere una fetta di pane da porgere al biondo, si bloccò come in un ferma immagine quando sentì una mano del compagno sulla propria. Senza dire nulla Draco racchiuse delicatamente l’indice e il medio del moro fra le sue dita e li intinse nella sostanza ambrata contenuta nel barattolo lasciando poi che colasse liberamente dalla punta delle dita imbrattate direttamente sulla sua lingua che fece sporgere dalle labbra semiaperte.
Harry si ammutolì, osservando ogni gesto del biondo, spostatosi nel frattempo accanto a lui affinché potesse chiaramente vederlo mentre portava le sue dita imbrattate di miele alle sue labbra socchiuse per poi catturarle interamente fino alla prima falange.
Gli occhi spalancati del moro osservarono compiaciuti il compagno mentre succhiava più volte le dita fino a ripulirle completamente dal dolce nettare. Draco avvolse la lingua ancora una volta con una sorta di miagolio soddisfatto attorno alle dita lasciandole poi uscire leggermente lucide di saliva.
“Decisamente mi piace molto da solo e, in effetti sono piuttosto affamato, me ne spalmi un po’?” chiese con un ghigno sornione stampato sul viso indicando con lo sguardo il toast intonso che Harry aveva ancora in mano.
Se lui era affamato, lo sguardo di Harry lo era molto di più mentre lo fissava, prometteva scintille altroché e Draco gongolò dentro di sé, avrebbe fatto le fusa se fosse stato un gatto. Liberò la mano del moro dalla sua e si allontanò verso le antine retrostanti. Il grifone lasciò la mano a mezz'aria fissando le dita ancora lievemente umide di saliva, sentiva una soffice e fresca sensazione sulla pelle là dove il compagno le aveva succhiate.
Draco si voltò per recuperare una tazza dalla credenza alla sua destra e, quando l’ebbe riempita per metà, sentì ancora gli occhi verdi del moro fissi su di lui in uno sguardo così intenso da fargli quasi sentire il suo tocco sulla pelle.
Fortunatamente aveva posato la tazza sul ripiano della cucina poco prima che Harry si fiondasse su di lui con uno scatto fulmineo volto a coglierlo di sorpresa, altrimenti avrebbe rovesciato tutto il caffè inondando le pagine del giornale e tutto quel che stava attorno.
Sentì le mani del compagno stringergli possessivamente la vita e le sue labbra reclamare con forza le proprie per violarle subito dopo con la foga della sua lingua che non gli diede un attimo di tregua, carezzando, inseguendo, abbracciando la propria sino a rubargli il fiato.
Harry sciolse i primi due bottoni e svelto intrufolò le mani al di là del tessuto ruvido dei jeans sfiorandogli la pelle tesa del ventre, stuzzicando distrattamente l’ombelico con l’indice per poi salire a tormentargli un capezzolo sfregandolo fra l’indice e il pollice finché non si indurì.
“Harry…fe…fermati” ansimò Malfoy mentre il moro lo addossava contro il bordo del ripiano insinuando una gamba fra le sue, incastrando perfettamente i loro corpi l’uno contro l’altro.
“Sei stato tu a provocarmi perverso degustatore di miele” ribatté Harry scivolando con le labbra lungo tutta la curva esposta del collo mordicchiando qua e là.
Draco si lasciò sfuggire un gemito estasiato quando accolse istintivamente la prima spinta del compagno contro di lui, sentì il suo sesso indurirsi completamente tendendo la stoffa dei jeans nell'esatto momento in cui il membro del compagno vi si spinse contro.
Fin troppo presto sarebbero diventati insopportabilmente stretti, quindi doveva persuadere il moro grifone a fermarsi per tempo.
“A…amore, mio padre si è appena ripreso da una pessima nottata e un infarto temo gli sarebbe fatale” disse fra il serio e il divertito il biondo assecondando, suo malgrado, un altro affondo deciso del compagno.
Suo padre che li sorprendeva mentre facevano sesso in cucina sarebbe stato davvero memorabile, una sorta di iniziazione della normalità che avrebbero condiviso vivendo sotto lo stesso tetto e, vista da fuori, avrebbe scatenato delle risa furibonde su questo non c’era alcun dubbio.
“Stai cercando di far leva sul mio buon cuore rosso – oro?” chiese il salvatore del mondo magico ricoprendo le labbra della serpe con un altro bacio appassionato leccandogli le labbra con la punta della lingua lungo tutto il profilo.
“Beh, sei un grifondoro, anzi, il grifondoro è nel tuo Dna, non puoi farne a meno” affermò Draco cingendogli il collo con le braccia e posando la fronte contro la sua.
“Mmh, eppure il Cappello Parlante voleva spedirmi a serpeverde” bisbigliò l’altro ghignando malizioso strusciandosi deliberatamente addosso al biondo che sospirò rumorosamente.
“Ah, cosa avremmo potuto fare io e te insieme” disse Malfoy con gli occhi luccicanti di un gioioso rammarico.
“Ci saremmo azzuffati comunque non illuderti, un re delle serpi era più che sufficiente nei sotterranei” ribatté il moro cercando coi denti la morbida pelle dell’incavo del collo leggermente più sensibile.
“Oh sì Potter, ce l’hai fra le braccia, l’unico e autentico” fece Draco con un sorriso fiero a curvargli le labbra sottili.
“Non immagini nemmeno cosa vorrei farti in questo preciso istante” bisbigliò Potter lambendo l’orecchio del biondo col suo respiro racchiudendo infine il lobo fra i denti per un lieve morso che strappò un sussulto al compagno.
“Credi di riuscire a tenerlo a mente fino a stanotte? Sento del movimento su di sopra, Blaise starà per scendere, forse insieme a mio padre” ricambiò Malfoy guardando quelle profonde pozze verdi e sentendosene completamente inghiottito.
“Farò del mio meglio, tu tieniti pronto” disse il moro allentando l’abbraccio suo malgrado.
“Cosa pensi che direbbe Lucius Malfoy se dovessi rivelargli che Harry Potter ha chiesto la mia mano?” domandò poi Draco spiazzando completamente il compagno che strabuzzò gli occhi fissandolo stupito.
“Pensi che dovremmo parlargliele, di già, non è un po’ presto?” disse il grifone lisciando con le dita i sottili capelli biondi dell’altro solleticandogli la nuca coi polpastrelli.
“Che c’è Harry, hai paura del tuo futuro suocero?” chiese scherzosamente il serpeverde ammiccando.
“Ehi sono un grifondoro cosa credi, impavido e coraggioso” replicò il moro gonfiando il petto con fare tronfio che fece sorridere il compagno fra le sue braccia.
“Credo che una cosa come quella potrebbe dare la spinta giusta al nostro rapporto” confessò Draco tornando serio. I suoi genitori avrebbero potuto riavvicinarsi condividendo una gioia comune, chissà. E poi lui voleva sposare Harry al più presto, aveva aspettato abbastanza!
“Forse hai ragione solo, possiamo parlargliene insieme?” chiese Harry mimando un buffo broncio che fece ridere di nuovo il compagno.
“Certo, lo faremo insieme” confermò Draco prendendo la mano del moro ornata della sottile fascia argentea uguale alla sua e baciandola.
In quel momento Lucius Malfoy e Blaise Zabini entrarono nella stanza. Il giovane serpeverde sorreggeva l’uomo con un braccio saldamente ancorato attorno alla vita accompagnandolo verso il ripiano della cucina.
Harry slegò il biondo dalle sue braccia e trasfigurò uno degli sgabelli in una comoda poltrona che potesse ospitare suo padre.
“Vuoi mangiare qualcosa?” chiese Draco guardandolo apertamente negli occhi.
Lucius si sedette aiutato da Blaise e fissò il volto pallido e raggiante di suo figlio.
“Harry stava deliziandosi con del miele agli agrumi davvero niente male” aggiunse il biondo scatenando un’occhiataccia di Zabini che sfrecciò veloce  verso il grifone che, a sua volta, fulminò con lo sguardo il suo compagno traditore, quello sguardo verde sembrava volergli dire – stasera faremo i conti e per andare sul sicuro insonorizzerò la nostra camera, non avrai scampo! -.
Draco sogghignò soddisfatto, che fosse proprio quello il suo scopo? Harry iniziava a pensare che fosse possibile.
“Potter come hai osato spalmare quel miele su una volgarissima fetta di pane tostato!” esclamò Blaise con gli occhi che brillavano di sdegno.
“Beh avevo fame e…” cercò di giustificarsi il grifone senza però avere la possibilità di terminare la frase dato che il serpeverde tornò all’attacco.
“Aveva fame lui, sono certo che hai frugato nella dispensa e hai preso il primo barattolo che ti è capitato fra le mani, beh potevi ingozzarti con del bacon e delle uova, senza prosciugare il mio vasetto di miele!” berciò il moro dalle iridi color del mare strappandogli il vasetto da sotto il naso per riporlo al sicuro nella credenza.
Lucius fissò i due ragazzi dai capelli corvini, l'uno di fronte all'altro e un sorriso fece capolino fra le sue labbra. Sentiva uno strano calore pervadere la stanza e non era quello degli estivi raggi solari che bagnavano le mura, era il calore che si respira in una famiglia.
In quel momento avrebbe voluto disperatamente che Narcissa gli fosse accanto, chissà cosa avrebbe detto quando lo avesse rivisto, chissà se anche lei aveva letto la sua lettera.
“Padre...” la voce di Draco gli arrivò lontana e impiegò qualche attimo prima di rivolgergli attenzione.
“Devi mangiare qualcosa, più tardi se sei d'accordo volevo chiamare la mamma via camino, per dirgli che sei qui, che stai bene” disse il biondo esitando sul finire della frase. Non sapeva se suo padre fosse già pronto per incontrare sua madre, ma forse era più preoccupato di quel che avrebbe potuto provare la donna rivedendolo dopo così tanto tempo.
Lucius addolcì lo sguardo e annuendo acconsentì.
“Tu resterai con me Draco?” solo questo gli chiese, Draco si era aspettato un rifiuto, un' esitante indecisione, invece suo padre voleva solo che lui gli restasse accanto.
“Sì resterò con te” affermò ed era la verità, non avrebbe voluto rinunciare all'incontro fra i suoi genitori.
Conosceva abbastanza bene sua madre per pensare che, dopo un breve momento di smarrimento, o perfino di residuo rancore, avrebbe desiderato rivedere suo marito.
Draco vide suo padre e Harry scambiarsi un'occhiata che nascondeva mille parole, non avevano ancora avuto modo di parlare loro due, ma era sicuro che in quel momento non ne sentissero l'immediato bisogno, dopotutto avevano trascorso insieme parecchio tempo, racchiusi in una spietata solitudine ricolma di incertezze per il futuro di entrambi. Eppure una parte di sé era curiosa di vederli l'uno di fronte all'altro, di sentire le loro voci alternarsi non più venate d'odio o di sfida. Non c'era fretta, avevano tutto il tempo adesso, suo padre era al sicuro, Harry avrebbe fatto tutto quel che era in suo potere per scoprire chi desiderava la sua morte e lui lo avrebbe aiutato. Draco si stupì di quanto desiderasse ricostruire la sua famiglia e di quanto disperatamente volesse che Harry ne facesse parte.
“A che pensi?” chiese bisbigliando il suo compagno intrecciando le dita con le sue premendogli il petto contro la schiena.
Draco si voltò lentamente fra le sue braccia, sollevò le loro dita intrecciate per sfiorargli una guancia col dorso della mano e rispose: “Che finalmente staremo bene, insieme, avrai una famiglia Harry”.
“Non potrei desiderare di più” rispose il grifondoro baciando la mano del biondo ancora posata sul suo viso.


Il resto della giornata trascorse tranquilla, Blaise uscì di casa nel pomeriggio per sbrigare delle commissioni e Lucius fu persuaso da Harry e Draco a concedersi un po' di riposo, così i due si ritrovarono a godere del silenzio che regnava indisturbato in casa.
La stanza di Draco a quell'ora del giorno era interamente inondata dal sole e faceva decisamente troppo caldo per pensare di rimanerci, così decisero di accoccolarsi sul divano in salotto.
O meglio, fu Harry a rannicchiarsi contro il biondo che aveva preso possesso del divano occupandolo per intero distendendo le lunghe e snelle gambe.
“Posso rubarti un po' di spazio?” chiese il moro restando in piedi accanto al divano abbassando lo sguardo sul suo biondo compagno che alzò il viso per incontrare i suoi occhi.
“Esattamente, di quanto spazio hai bisogno?” domandò questi incrociando le gambe e abbandonando le braccia sopra la testa.
Harry colse pienamente il tono malizioso del serpeverde, appoggiò le ginocchia sul cuscino accanto ai piedi del biondo e, insinuando cautamente le mani ai lati del suo corpo disteso, si abbassò su di lui senza però toccarlo col suo corpo.
Draco lo fissò, poi allungò le mani per incorniciargli il volto, accarezzò ogni lineamento, ogni sporgenza di quel viso, poi lo tirò verso il basso per avvicinarlo al proprio.
“Prenditi tutto lo spazio che vuoi” sussurrò prima di lasciar scivolare le mani dietro la nuca del moro intrecciando le dita fra i suoi capelli neri come la notte.
Harry lo guardò attentamente, guardò le sue labbra così vicine, così perfette nelle loro delicate curve, le voleva, le desiderava sulle proprie. Attese che Draco facesse la prima mossa, ma il compagno si limitava a fissarlo negli occhi mentre le sue dita seguitavano ad accarezzargli la nuca affondando di tanto in tanto nella folta chioma arruffandola.
Non poté resistere a lungo, si chinò su di lui, lasciando cadere morbidamente il suo corpo su quello del compagno e racchiuse quelle labbra fra le proprie, assaporandole, gustando lentamente il loro sapore mentre vi premeva contro le proprie finché le violò con la lingua immergendosi nel calore vellutato della sua bocca.
Draco gli avviluppò le braccia attorno alla schiena stringendoselo addosso, gli piaceva sentire il peso del suo corpo e dischiuse le gambe per permettere al moro di insinuarvi le sue nel mezzo. Potter si allungò completamente su di lui lasciando che i loro corpi annullassero anche la più piccola distanza.
Rimasero lì, distesi ad assaporarsi con calma per qualche minuto, poi Harry manifestò il suo desiderio di approfondire la loro ritrovata intimità.
“Quanto credi che sia pesante il sonno di tuo padre?” chiese solleticando la pelle morbida sotto l'orecchio del biondo che ridacchiò, un po' per il solletico che gli provocava quel trattamento e un po' per quel che il compagno aveva appena detto.
“Perché ho come l'impressione che essere sorpreso da mio padre mentre facciamo sesso sia una tua fantasia perversa?” ribatté Draco sentendo chiaramente la nascente durezza del membro del grifone contro l'interno coscia.
Harry attenuò le sue attenzioni sul collo del compagno, si sollevò sugli avambracci e lo guardò negli occhi grigi.
“Dovrò starti lontano altrimenti non resisterò fino a stanotte” disse cercando di alzarsi dal divano seppur malvolentieri.
Malfoy lo bloccò agganciandogli le gambe attorno ai fianchi e il moro ricadde leggermente in avanti ritrovandosi le labbra del compagno ad un soffio dalle sue.
“Posso sempre concederti un piccolo anticipo” ronzò sornione Malfoy, come un felino che sente di avere già la sua preda fra le zampe.
“Paciock mi ha assicurato che la pozione Concilia Sonno che gli ha prescritto garantisce almeno un'ora piena di sonno profondo alleviando qualsiasi dolore o fastidio provocato dalle ferite” affermò di seguito suscitando nel moro un ghigno colmo d'aspettativa.
“Detto così sembra che tu abbia pianificato ogni dettaglio da brava e subdola serpe” replicò Harry.
“Ma io ti piaccio anche per questo” disse Draco increspando le labbra.
D'un tratto, mentre annuiva, Harry vide il suo volto candido incupirsi e i suoi occhi argentei inquietarsi e si chiese se avesse detto qualcosa di sbagliato senza rendersene conto.
“Voglio che stia bene Harry” disse come temendo che il compagno potesse dubitare delle sue intenzioni.
Il moro lo fissò, poi racchiuse teneramente il suo volto con una mano.
“Draco so benissimo che, se solo avessi qualche dubbio sul suo benessere, in questo momento saresti accanto a lui vegliando il suo riposo come hai fatto la notte scorsa, non ho pensato nemmeno per un attimo che tu non possa avere a cuore la sua salute e la sua incolumità”.
“Grazie, scusa è che non voglio sembrarti...” sospirò il biondo ma l'altro lo interruppe posandogli l'indice sulle labbra.
“Non devi sentirti in colpa, Draco tu non sei affatto una persona insensibile dal cuore di pietra quindi non pensarci nemmeno un minuto, e poi sono io che ho stuzzicato la tua latente lussuria” affermò il grifondoro.
“Mi hai appena concesso il via libera per qualsiasi azione spudoratamente lasciva che vagabondi nella mia mente?” bisbigliò Malfoy con la voce leggermente arrochita.
“Assolutamente sì” ribatté Potter baciandolo dolcemente.
Draco sospirò, rassicurato dalle parole del compagno ed insinuò le mani sotto la stoffa leggera dei suoi pantaloni scuri cercando con le dita la curva tesa della sua nascente erezione. Harry nascose il volto nell'incavo del suo collo per soffocare un sospiro rumoroso quando percepì la sua mano su di lui.
Con l'altra mano posata sul suo fianco Draco esortò il moro a scivolare un po' più in basso col bacino così da poter muovere agilmente il polso su di lui.
Mentre accarezzava la scivolosa pelle calda del suo sesso il biondo serpeverde cercò le sue labbra soffocando in lunghi ed accurati baci i gemiti che il grifone si lasciava sfuggire quando intensificava la pressione del palmo su di lui.
Dopo un po' sentì i fianchi di Harry spingere contro gli affondi della sua mano e finalmente il liquido caldo del suo piacere gli inondarono il palmo ancora avviluppato attorno al suo membro.
“Oh dio Draco” ansimò Potter strofinando la punta del naso contro la sua gola.
Il biondo estrasse la mano imbrattata dall'indumento intimo del moro e la fissò, Harry inclinò il capo e, senza aspettare nemmeno un attimo, racchiuse fra le labbra due dita del biondo ripulendole dal suo stesso sapore, Draco lo guardò rapito, poi ripulì le dita rimanenti chiudendo gli occhi e mugolando compiaciuto. Un colpo di bacchetta smacchiò infine la stoffa dei jeans del biondo dai minuscoli schizzi sfuggiti al suo palmo.
Rivestitosi Harry si sollevò sulle ginocchia restando fra le gambe divaricate del compagno e allungò una mano sul suo inguine rigonfio del tutto insoddisfatto.
Il biondo inarcò il corpo verso il suo tocco per chiedergli tacitamente di più e Potter si accovacciò indietreggiando leggermente verso l'altro capo del divano accosciandosi sui polpacci ripiegati sotto il sedere.
Afferrò con entrambe le mani i jeans dopo aver aperto ogni bottone e, aiutato dal compagno che sollevò i fianchi, li abbassò a sufficienza per scoprire il suo membro teso.
“Harry, sbrigati, ti prego” sussurrò Draco, non solo spinto dall'urgenza di essere soddisfatto, ma anche preoccupato che suo padre o Blaise potesse realmente sorprenderli sul più bello.
Finalmente il biondo sentì il compagno liberare il suo membro dalla costrizione della stoffa nera dei boxer e attese che la sua mano gli si avvolgesse attorno, ma Harry aveva altro in mente, Draco vide la sua chioma corvina scendere lenta fra le sue gambe e poco dopo sentì il calore ben più intenso della sua bocca racchiuderlo e stringerlo.
Il gemito di piacere che avrebbe buttato fuori sarebbe stato tutt'altro che contenuto così il biondo morse con forza la stoffa chiara del cuscino abbandonato accanto alla sua testa.
Nessuno dei due si accorse dell'imminente arrivo dell'altro occupante della casa pochi minuti dopo se non quando i suoi passi raggiunsero il pianerottolo accompagnato dal lieve tintinnio delle chiavi.
Blaise, come Draco, aveva ormai fatto sua l'abitudine di rincasare alla babbana, le comunicazioni via camino le usavano per le emergenze e così la materializzazione, d'altronde avevano deciso loro di vivere nella Londra babbana quindi alcune semplici precauzioni erano d'obbligo se non volevano far insospettire i vicini.
Draco, seppur perso nel delirante oblio della dolce tortura perpetrata dalle labbra del compagno, sentì distintamente la presenza di Blaise dietro l'uscio di casa. Accidenti a lui, perché era di ritorno così presto!
“Harry...oddio...smetti” ansimò stringendo fra le dita qualche bruna ciocca, ma Harry non sembrava affatto di quell'avviso, seguitò a succhiarlo accelerando il ritmo e, mentre con una mano accarezzava la lunghezza del suo membro, con l'altra scese a stimolare i testicoli gonfi sfregandoli nel palmo. Le sue labbra si soffermarono solamente sulla punta ipersensibile.
Draco si arrese, al diavolo, che Blaise li trovasse pure, non poteva fuggire volontariamente da quell'angolo di paradiso che gli stava spalancando le porte.
Per fortuna sembrava che Zabini fosse stato trattenuto dalle chiacchiere zelanti della signora Smith, il sommesso parlottare dietro la porta lo lasciava chiaramente intuire, il biondo pregò che quella vecchia pettegola lo impegnasse ancora qualche momento.
Incitò Harry spingendosi nella sua bocca accentuando le sue ultime, decise suzioni ed infine si abbandonò alla violenta sferzata di piacere che lo attraversò da capo a piedi.
Esausto Draco si buttò un braccio sul viso mantenendo gli occhi chiusi e respirando a bocca aperta per riprendere fiato. A mala pena si accorse che Harry lo rivestì dei suoi indumenti e che stava cercando di accomodarsi sul divano in modo da sembrare semplicemente sprofondato nell'ozio agli occhi di Blaise.
“Santo Salazar quella donna farebbe concorrenza alla Skeeter” sbuffò Zabini entrando in casa, i due occupanti del divano lo sentirono buttare il mazzo di chiavi sul ripiano dell'ingresso per poi avanzare nella cucina.
Harry aveva un'espressione estremamente soddisfatta sulla faccia che non aveva assolutamente nulla di grifondoro, Draco gli diede una giocosa gomitata fra le costole arricciando le labbra, esortandolo ad allontanarsi  definitivamente dalle sue parti basse e cercò a sua volta di darsi un contegno.
Blaise si avvicinò al divano e li fissò, restò in silenzio scrutandoli attentamente, il suo sguardo blu rimbalzò dall'uno all'altro poi sbottò cogliendo entrambi di sorpresa.
“Non posso crederci” esclamò con fare indignato incrociando le braccia sul petto.
Sia Draco che Harry tentarono di mostrarsi stupiti e soprattutto non colpevoli, ma fallirono miseramente.
“Avete appena fatto sesso sul divano!” proseguì Blaise parlando come se quell'atto in sé fosse un capo d'accusa pendente su entrambi.
Potter si arruffò mestamente i capelli in un implicito segno di colpevolezza invece Draco non riuscì ad impedire che le sue gote avvampassero selvaggiamente.
“Per il grande Merlino! Draco tuo padre è al piano di sopra!” parlò nuovamente Zabini spalancando gli occhi blu oceano.
“Lo so Blaise, ma...” iniziò il biondo.
“Abbiamo fatto più in fretta che potevamo e non siamo stati troppo rumor...” tentò di concludere il grifondoro ma Blaise lo interruppe con un imperioso gesto della mano.
“Potter, per Morgana e le sue sottane, non voglio sapere che avete fatto anche se posso tranquillamente immaginarlo da quel piccolo sbuffo biancastro che ti è rimasto all'angolo delle labbra!” affermò schifato il moro serpeverde. Il grifone si sfregò in fretta il dorso della mano destra sulla bocca mentre Zabini lo contemplava con uno sguardo tristemente rassegnato.
Draco non poté trattenere una risata che premeva vogliosa sulle sue labbra per risuonare chiara cristallina e Harry non riuscì a non esserne contagiato scuotendo la testa bruna.
“Blaise ti offendi se ti dico che in questo momento sembri tanto un'imitazione di Molly Weasley?” disse Malfoy causando nell'amico un improvviso attacco di tosse nervosa.
Nessuno degli occupanti della stanza si accorse che un paio di occhi grigi assonnati ma allo stesso tempo estremamente vigili li stavano fissando facendo capolino dalla cima degli ultimi gradini con uno sprazzo gioioso che li illuminava come due cristalli di ghiaccio sferzati dalla luce del sole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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