Arthur Weasley stava per combattere la seconda guerra della sua vita. O meglio aveva già combattuto numerose battaglie -chiedere a Molly di sposarlo non era certo stata una passeggiata-, ma di quelle in cui si rischiava seriamente di morire era solo la seconda. Fino a sette anni prima era convinto che rischiare la vita una volta fosse più che sufficiente, ma poi suo figlio minore era diventato il migliore amico del famoso Harry Potter con la conseguenza di incappare in terribili pericoli un giorno sì e l’altro pure. Alla fine Arthur ci aveva fatto l’abitudine, anche se non poteva non provare una certa apprensione ogni volta che scopriva che almeno uno dei suoi figli era finito in infermeria. Negli anni che Ron aveva passato ad Hogwarts veniva chiamato almeno una volta all’anno perché suo figlio si era messo in qualche guaio.

Era pronto per smaterializzarsi alla Testa di Porco, dove l’Ordine della Fenice si era riunito per poi introdursi nel castello. Era la battaglia decisiva, poi le sorti della guerra si sarebbero finalmente decise e sarebbero tornati a casa vincitori o non avrebbero fatto più ritorno. Con lui c’erano anche sua moglie e i suoi figli, con cui aveva litigato fino a qualche minuto prima perché voleva evitare che partecipassero anche loro. Non c’era stato verso, in quanto maggiorenni erano convinti di avere il diritto di combattere ed Arthur era riuscito a far promettere solo a Ginny di non prendere parte a quella guerra, puntando sulla suo minore età.

Entrarono ad Hogwarts di soppiatto, tramite un passaggio segreto sconosciuto perfino a Fred e George –e doveva essere veramente molto segreto per non essere stato scoperto da quei due-  si intrufolarono in una sala piena di ragazzi ignari di quello a cui stavano andando in contro. Arthur avrebbe voluto impedire a tutti quei ragazzi di partecipare –troppo giovani per la guerra come lo era stato lui-, ma sapeva bene che non gli avrebbero dato ascolto, così rimase in silenzio, aspettando il momento in cui sarebbero andati incontro al caos.

Ripensò al passato, al modo in cui era stata proprio una guerra a legarlo indissolubilmente a sua moglie, donando ad entrambi la spinta necessaria per fare un passo avanti e il coraggio di compiere scelte che avrebbero cambiato loro la vita. Probabilmente se non ci fosse stato il rischio di morire il giorno successivo si sarebbero sposati dopo anni –sempre se si fossero sposati, non era detto che avrebbero trovato il coraggio necessario per dichiararsi-

Aprirono la porta e tutti quanti cominciarono a riversarsi fuori dalla stanza, con la bacchetta in pugno e un enorme quantità di coraggio nel cuore. Arthur abbracciò con lo sguardo tutti i suoi figli e sua moglie,  la ragazza che si era dichiarata durante la guerra, la giovane donna a cui aveva chiesto di sposarlo tanti anni prima e la donna che lo aveva sopportato fino a quel momento, donandogli miliardi di momenti felici. Augurò a tutti loro di tornare sani e salvi da quella battaglia, sperando che nessuno morisse durante quell’impresa.

Poi anche lui si lanciò nella mischia, pronto a difendere i suoi cari e la causa per cui stava lottando.

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