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Autore: _Anto    24/12/2014    3 recensioni
Pensavate di esservi liberati di me, vero?
Raccolta dei missing moment della storia No Physical Contact! I CrissColfer come non li avete mai visti prima c:
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quel Natale non era cominciato particolarmente bene per Chris e Darren.
Tutto era cominciato quando dopo il loro matrimonio in gran segreto a Southport e dopo essersi goduti qualche settimane da sposati, avevano di comune accordo deciso di adottare un bambino.
In realtà la storia non era cominciata esattamente in questo modo.
Chris e Darren erano stati a visitare un istituto per orfani: si trattava solo di beneficenza, ma quando poi erano entrati in una camera in cui c’erano diversi bambini, una più di tutte aveva attirato la loro attenzione.
Era piccola, non avrà avuto più di due anni ed era imbronciata, aveva le braccia strette al petto e appena qualche altro bambino provava a toccarla, sgridava qualche vocale a caso per farli allontanare.
Chris si era avvicinato istintivamente e la bambina aveva gridato solo un po’, poi si era lasciata confortare dalla carezza rassicurante che Chris le aveva riservato un attimo dopo. Darren guardò la scena incuriosito, poi si avvicinò al marito e coccolò insieme a lui quella bambina sotto lo sguardo attento dei dottori.
Joey – era questo il suo nome – non parlava molto, aveva poco più di due anni e mezzo ed era stata abbandonata da sua madre quando era solo una neonata. Chris pianse ascoltando la sua storia e quasi pregò quelli dell’istituto di risparmiargli i dettagli su come la madre l’avesse abbandonata in uno scatolo di scarpe dentro ad un cassonetto della spazzatura. Chris sapeva cosa significava essere lasciato a marcire in un cassonetto, anni e anni di bullismo a scuola lo avevano segnato per sempre.
Anche Darren era rimasto particolarmente attratto da quella bambina, e bastò uno sguardo tra loro per capire ciò che stava passando per la testa ad entrambi: Joey doveva diventare la loro bambina, costi quel che costi.
Avevano avviato le pratiche dell’adozione, avevano fatto il possibile, ma erano passati mesi e quel telefono non era ancora suonato.
Si era prospettato un Natale disastroso per i due sposi.
Darren aveva più o meno realizzato che dovevano andare avanti comunque, così parlò a lungo con Chris, fece il possibile per risollevargli il morale e alla fine gli propose di invitare i loro familiari a Los Angeles per passare il Natale insieme, così si sarebbero anche distratti e magari si sarebbero fatti perdonare da i loro genitori per essersi sposati e averglielo detto soltanto qualche giorno dopo.
Il pomeriggio della vigilia, i genitori di Darren, quelli di Chris, Hannah e i due ragazzi uscirono per andare a fare un giro in centro.
Chris e Darren camminarono mano nella mano per tutto il tempo e se ne fregavano del fatto che i paparazzi fossero praticamente ovunque, la loro storia era uscita allo scoperto da mesi e non avevano più niente da nascondere.
Los Angeles era piena di luci colorate e tutto di quelle strade gridava Natale, ma Chris e Darren non riuscivano proprio a farsi coinvolgere dall’atmosfera natalizia come tutti i passanti.
Tornarono a casa qualche ora prima di cena per cominciare a preparare tutto, e quando arrivarono Cerina e Karyn chiusero letteralmente le porte della cucina ai due padroni di casa per preparare da sole il cenone di lana.
“Ci hanno cacciati dalla nostra cucina”, sottolineò Chris, sbalordito. “Ricordami perché li abbiamo invitati?”, domandò poi alzando gli occhi al cielo.
Darren rise e afferrò la mano di suo marito, tirandolo dolcemente verso di sé. “Se ti ricordo che li abbiamo invitati tutti qui per farci perdonare dopo il nostro matrimonio, che è stata un’idea mia, dopo te la prendi con me, quindi… sorvoliamo?”
Chris scosse la testa accennando un sorriso, poi si voltò e attraversò il soggiorno  mentre si trascinava dietro Darren, tenendolo per mano.
“Cosa state facendo?”, domandò Chris fermandosi e adocchiando Hannah, Tim e Charles che stavano armeggiando con il televisore.
“Cerchiamo il canale per la partita, vi unite?”, domandò Tim entusiasta, e Chris spalancò gli occhi.
“Certo che no, papà. Io e Darren andiamo a cambiarci per la cena.”
Continuò a tirare Darren fin quando non arrivarono nella loro camera e non si chiusero la porta dietro. “Woah, silenzio”, disse Chris fingendosi stupito, e Darren sorrise mentre si sedeva sul loro letto e lo guardava. “No sul serio, li cacciamo tutti? Io e te da soli staremo benissimo.”
“Hai finito?”, domandò Darren dopo qualche istante, e Chris sbuffò. “Dai, vieni qui.”
Il marito non se lo fece ripetere due volte e andò a sedersi sulle gambe del più grande, avvolgendogli il collo con un braccio mentre questo lo teneva per i fianchi.
“Come stai?”, domandò Darren dolcemente.
“Potrei stare meglio. Tu?”
“Uguale…”, mormorò, abbassando un attimo lo sguardo. “Sai, però è in momenti come questo che mi accorgo di quanto tu mi faccia bene, Chris. Onestamente non saprei come fare senza di te, adesso.”
Chris si morse un labbro agitato. “Dare, è lo stesso anche per me, lo sai. Solo che non riesco a fare a meno di pensare a Joey, a come si sentirà sola oggi, è Natale e- Dare, abbiamo un regalo per lei sotto il nostro albero. Un regalo che non forse non riusciremo mai a darle e mi sembra così ingiusto, perché lei è nostra figlia, okay? Io… la sento nostra.”
“Lo so, lo capisco Chris. Però aspettiamo, okay? Non si sa mai, magari l’assistente sociale potrebbe chiamarci…”
“Quella puttana? Dio, la odio”, sibilò Chris, alzando gli occhi al cielo. “Perché essere un’assistente sociale se non hai una vita sociale? Scommetto che sta lavorando anche oggi.”
“Be’ è una cosa positiva, no?”
“Che lavori così tanto senza risultati? No, Dare.”
Darren sorrise e si sporse verso suo marito e si fermò ad un soffio dalle sue labbra. “L’importante è che stiamo insieme, Chris. Noi due uniti possiamo superare qualsiasi cosa.”
Chris annuì e annullò quella ridicola distanza tra loro, baciandolo dolcemente. Gli accarezzò i capelli alla base della nuca e Darren sospirò nel bacio, poi il marito poggiò entrambe le sue mani sul suo petto e si ritrovò presto steso sul loro letto, con Chris sopra di lui che lo baciava con estrema lentezza. “Adesso cacciamo tutti per davvero”, mormorò Darren tra un bacio e l’altro, e Chris sorrise staccandosi dalle sue labbra e alzando il viso per poterlo guardare meglio.
“L’idea è stata tua, ricordi?”
“Be’…”, cominciò Darren, giocherellando con il bordo del suo maglione. Chris rabbrividì quando sentì le dita fredde dell’altro uomo alzarglielo, per poi sfilarglielo completamente dalla testa. “Dobbiamo ancora cambiarci, no?”
“Darren”, lo ammonì Chris, quando questo alzò il viso per potergli baciare e mordere una porzione delicata del suo collo. “Dobbiamo vestirci…”
“Prima però dobbiamo spogliarci”, ribatté Darren, cominciando ad armeggiare con la cerniera dei suoi jeans. Chris a quel punto decise di smetterla di opporsi e si presero cura l’uno dell’altro, almeno per un po’.
 
 
 
“Oh, finalmente! Dov’eravate?”, domandò Karyn, mentre queste due erano intente a mettere la tovaglia sul tavolo.
“Ci stavamo- ci stavamo cambiando”, mormorò imbarazzato Chris, e Darren sorrise divertito.
Prima che il marito si avvicinasse per pestargli un piede, sfoggiò un sorriso dolcissimo verso le due donne. “Ci pensiamo noi due ad apparecchiare, voi tornate in cucina.”
Riuscirono a distrarsi ancora un po’, mentre apparecchiavano la tavola e Chris litigava con Darren perché non sapeva piegare bene i tovaglioli. Questo roteò gli occhi mentre gli cingeva teneramente i fianchi e gli posava un bacio su uno zigomo.
“Tanto mi ami lo stesso, anche se non ti piace il mio modo di sistemare i tovaglioli.”
“Melenso”, lo rimbeccò subito Chris, fingendosi irritato. Darren sorrise spensierato e tornò ad apparecchiare, mentre il marito lo guardava con uno sguardo misto tra divertimento e rabbia.
Era sempre così tra loro, lo era stato fin da subito. Stavano insieme da anni ormai, erano anche sposati, eppure avevano ancora quei momenti, in cui Darren diventava un distributore di affetto e Chris fingeva di respingerlo, solo per un po’, perché poi alla fine cedeva e si innamorava di lui sempre un po’ di più.
La cena cominciò una decina di minuti più tardi, e proseguì in tranquillità. Karyn e Cerina non la smettevano un attimo di mandare frecciatine ai due giovani sposi per spronarli a fare un’altra cerimonia più grande, con invitati, damigelle e bomboniere, ma questi evitavano accuratamente i loro consigli.
Avevano entrambi sognato un matrimonio in grande per loro, eppure sposarsi da soli, lontani da tutti con una coppia di sconosciuti per testimoni, era stato lo stesso bellissimo. Bastavano loro.
E poi non erano proprio dell’umore per mettere su una festa, non in quel periodo.
“Oggi ho visto un negozio qui a Los Angeles che aveva delle bomboniere davvero carine!” esclamò Karyn, ad un tratto. “Avreste dovuto vederle. Chris, tu le avresti amate sicuramente.”
Proprio in quel momento qualcuno bussò al campanello e Chris fece un sorriso tirato. “Oh, hanno suonato. Vado ad aprire.”
In realtà Chris non aveva la minima idea di chi potesse venirgli a fare visita la sera del 24 dicembre, ma quando aprì la porta dovette aggrapparsi ad essa per non svenire lì, seduta stante.
Sentì le lacrime inondargli gli occhi e si poggiò le mani sulle labbra, incredulo. Provò a dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non aveva il fiato neanche per parlare.
“Chris? Chi è?”, domandò Darren dal soggiorno. Quando questo non ebbe una risposta, poggiò il tovagliolo sul tavolo e raggiunse Chris, che era in piedi davanti alla porta e sembrava aver visto un fantasma.
“Chris, ma che-”, cominciò Darren, ma si bloccò anche lui quando vide quelle due persone in piedi sullo zerbino di casa sua.
“Jo-Joey?”, la chiamò debolmente Darren, mentre gli occhi gli diventavano istantaneamente lucidi. “Oh mio Dio, è la nostra bambina. Chris, è lei.”
La donna – l’assistente sociale (asociale) di cui avevano parlato prima – stava sorridendo, con in braccio la bambina che stava guardando i due uomini vagamente interessata. Era più bella di quanto si ricordassero – i boccoli castani che ricadevano sotto il cappellino di lana che indossava, le guance arrossate, gli occhi chiari e le labbra pallide.
“Sono stata avvisata soltanto due ore fa, e sapevo quanto entrambi ci teneste, così ho pensato di portarvela. È vostra, ragazzi.”
Darren si avvicinò alla donna e prese la bambina dalle sue braccia – le mani gli tremavano, ma non gli importava niente. Stava piangendo, e quando si voltò con questa in braccio, si accorse che anche Chris aveva il viso rigato dalle lacrime.
“Buon Natale ragazzi, ci sentiamo dopo le feste per sistemare ogni cosa”, disse questa, un attimo prima di voltarsi e incamminarsi verso la sua auto parcheggiata a qualche metro di distanza.
Stava nevicando, faceva freddo ma Darren aveva in braccio sua figlia e non gli importava più niente del resto. Si avvicinò di più al marito che sembrava essersi paralizzato e questo finalmente si risvegliò dal suo stato di trance, sorridendo stupidamente e accarezzando la schiena della piccola Joey.
“E’ da-davvero nostra?”, domandò con voce tremante Chris, e quando Darren glie la sistemò tra le braccia non ebbe più alcun dubbio. Guardò la piccola Joey che stava sorridendo curiosa guardando i due uomini piangere – guardando i suoi papà piangere, e poi questa cinse con le braccia piccole il collo pallido di Chris. Questo singhiozzò, piangendo e ridendo allo stesso tempo, e guardò Darren.
“Ragazzi, cosa sta succedendo?”, domandò Tim piombando nell’atrio all’improvviso, seguito dal resto della famiglia. Quando tutti si accorsero della bambina fecero un passo indietro, quasi come se tutti si fossero accorti di essersi intromessi in un momento privato.
Darren si avvicinò e abbracciò suo marito e sua figlia, e affondò il viso nella spalla di Chris mentre lo faceva. “Siamo davvero una famiglia adesso, amore”, disse con un sorriso felice Darren, alzando il viso per incontrare gli occhi meravigliosi di Chris.
Dio, Dare, ti amo”, mormorò questo in risposta, perché in momenti del genere, quando Darren Criss ti dice una cosa del genere non puoi non sentire l’esigenza di dirgli che lo ami.
“Ti amo anche io”, si guardarono per un medesimo di secondo, poi la bambina sorrise rumorosamente e Chris e Darren scoppiarono a ridere.
“Ehi piccola, noi siamo ufficialmente i tuoi papà adesso”, disse Darren, accarezzandole dolcemente la guancia arrossata per il freddo. “Per distinguerci basta ricordare che io sono il papà simpatico, lui quello sempre imbronciato. Non lo dimenticare, okay?”
“Ehi!”, squittì Chris, stringendo più forte a sé la bambina. “Sta’ zitto, me la stai spaventando!”
“P-papà?”, balbettò la bambina, poi sorrise più forte mentre familiarizzava con quella parola. “Papà!”
I due uomini sorrisero e si strinsero un po’ di più, con i cuori che battevano così forte da far male e gli occhi ancora lucidi per l’emozione.
Non avrebbero dimenticato quel Natale neanche in un milione di anni. 



Buon Natale a tutti voi! c: 
   
 
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