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Autore: NeverMe    04/01/2015    2 recensioni
Ambientata dopo il finale della seconda stagione, visto che la terza non è sicura devo trovare un modo di colmare il vuoto...
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Passeggiare per le vie di Roma con accanto sua madre era insolito, ma piacevole.
Forse era la prima volta che passavano un po' di tempo insieme senza tirarsi frecciatine.
"Gabriel ti tratta con i guanti di seta..."
Sorrise. Gabriel doveva piacerle molto, trovava sempre una nuova scusa per elogiarlo.
"Sì, è molto dolce..." Aveva sempre avuto una delicatezza particolare nei suoi confronti, nel modo di parlarle, di toccarla, anche di ascoltarla. Non l'aveva mai giudicata e nonostante le tante discussioni non aveva mai alzato la voce, ma questo non era da lui, anzi quando era arrabbiato tendeva a sibilare. Il pensiero la fece sorridere.
"Ti rispetta." continuò Isabella "E ti ama."
Claudia scosse la testa. "E' stata dura aspettare, ma ne è valsa la pena."
Il profumo delle castagne riempiva l'aria di Castel Sant'Angelo. Le persone camminavano serene. Una mamma e un papà tenevano il loro bambino per mano e lo facevano saltare. Tra qualche anno sarebbe toccato anche a lei e Gabriel.
"Dimmi una cosa..." boffocchiò sua madre con voce furba. "E' così dolce anche a letto?"
Arrossì bruscamente "Mamma!"
Sua madre la guardò sbattacchiando le palpebre "Beh, era prete fino a non molto tempo fa, non mi aspetto che sia perfetto anche tra le lenzuola..."
"Mamma! No, non..."
"Eh dai!" le diede una gomitata di intesa. "Solo un commento piccolo piccolo!"
"Invece è perfetto ed è molto dolce." Strizzò le palpebre, pentita di averlo detto.
"Ma non mi dire!" rispose sua madre con tono soddisfatto.
"Sì, però è mio!" Si affretto a scherzare per abbandonare l'argomento.
Isabella rise. "Hai comprato un nuovo studio?" Probabilmente aveva capito l'antifona.
"Sì, è qui a due passi. Lo vuoi vedere?"
***
Gabriel entrò nel direttorio. Odiava quella stanza. L'aria era densa e pesante.
"Buonasera." disse rivolto ai membri. Erano tutti seduti intorno a quel tavolo di legno, avvolti nelle loro tonache rosse. Composti come statue. Tutti tranne Alonso, che era comodamente adagiato contro lo schienale.
"Buonasera Antinori. Ci dispiace averla disturbata nel suo giorno libero, ma abbiamo una questione da sottoporle."
"Prego." lo invitò a proseguire.
"Bonifacio Serventi, come lei ben sa, è latitante. Ci è giunta però una segnalazione. Dicono di averlo visto in Svizzera."
Perchè mai avrebbe dovuto essere in Svizzera? Non aveva senso. Era lontano dal Vaticano, forse troppo per organizzare qualcosa che lo riguardasse, ma non abbastanza per essere un nascondiglio efficace. "Mandate qualcuno a controllare." Rispose con tono piatto.
"Noi stavamo pensando che dovrebbe essere lei ad andarci."
Gabriel sgranò gli occhi "Perchè io?"
Il monsignore alzò un sopracciglio "Beh, perchè lei è a capo del direttorio ed è il diretto interessato in questa faccenda."
Gabriel si passò una mano sulla fronte "Veramente io... quanto tempo dovrei stare via?"
"Beh, fino a che non avrà effettuato tutte le indagini del caso. Per un sopralluogo accurato potrebbe volerci una settimana."
***
Isabella fece un giro su se stessa. "E' enorme! Cosa te ne fai di tutto questo spazio? Mandi Gabriel a dormirci quando litigate?". Fece una sonora risata.
Claudia scosse la testa sorridente "Non ci avevo mai pensato, potrebbe essere un'idea."
Qualcuno bussò alla porta, facendola trasalire.
"Aspettavi qualcuno?" chiese sua madre.
Scosse la testa. Bussarono di nuovo.
"Sì?"
"Claudia, sono io. Papà..."
Si voltò a guardare sua madre. Era bianca come un lenzuolo. Non ci voleva, non ci voleva proprio.
"Sei in contatto con tuo padre?" guardava il vuoto.
"Volevo dirtelo. E' uno dei motivi per cui ti ho voluto incontrare..."
Sua madre non disse niente. Rimase lì. Immobile. Forse persa nei ricordi.
"Claudia..." disse suo padre dall'altra parte della porta.
Non sapeva cosa fare. Forse aprirgli era la cosa giusta. Non poteva lasciarlo lì in eterno.
"Ciao. Scusami se mi sono presentato qui. Non sapevo nemmeno se oggi fossi in studio o no, ma..."
"Vattene!" sua madre era accanto a lei e lo guardava con occhi di brace.
"Isabella..." la sua voce era un sussurro.
"Devi lasciarla stare!"
  
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