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Autore: Beyond Life    05/01/2015    0 recensioni
"Ho pensato di raccontare quello che avvenne già centinaia di volte, ma devo ammettere di aver trovato il coraggio solo ora.
So che molti di voi non mi crederanno e che, probabilmente, accantonerete questo libro dopo aver letto questa mia breve prefazione. Tuttavia, ho fiducia in quella parte di voi che deciderà di seguirmi in questo mio ricordo.
L'unica cosa che vi chiedo è di fidarvi di me.
...."
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Vivi come se dovessi morire domani,

pensa come se non dovessi morire mai.”

(Julius Evola)


 


 


 


 

Il mio primo ricordo, il mio primo pensiero, la mia prima speranza avevano solo il suo nome. Ricordo ancora, come se fosse ieri, l’aria che mi trasportava lontano, come se già sapesse quale fosse il mio compito, il mio destino. Fidatevi di me: questa storia, per quanto sia incredibile, è la realtà.

Potrei iniziare raccontandovi di quando la piccola scelse me in mezzo ad altre decine di miei simili, ma credo che vi annoierei. Tuttavia, voglio condividere con voi per un istante, la gioia che provai quando le sue delicate e pallide mani mi afferrarono, per poi portarmi all'altezza del suo cuore.

-Voglio questo!- aveva detto alla madre sorridendo, senza un attimo di esitazione. Senza fare troppo domande sul perché avesse scelto subito senza neanche guardare gli altri, uno come me che, dallo sguardo che mi volse la donna, non doveva essere proprio il massimo per una bambina (in effetti, erano anni che mi trovavo su quello scaffale impolverato e maleodorante), mi ritrovai coinvolto nella giovane vita di Hanna. E così è stato, ma non come speravo.

Aveva smesso di piovere da qualche ora, quel giorno.

Gli infermieri dovevano essere piuttosto agitati perché, senza volerlo, mi fecero cadere sul freddo pavimento della stanza e non badarono a me. Certo, sebbene nessuno pensasse che fossi in quella stanza, io esistevo, ma non si può dire che fossi ciò che ora sono. Poi, chi mai penserebbe a raccogliere una cosa così inutile in quel contesto? Erano giorni che i dottori andavano e venivano dalla stanza della piccola Hanna, assicurandosi che stesse bene, per darle medicine, o per parlare con i suoi genitori, che sedevano vicino a lei per tutto il giorno, ormai, da quasi due mesi.

Hanna aveva sette anni, avevo sentito dire da sua madre mentre in lacrime teneva la mano alla sua piccola addormentata. Sentivo molto, dal mio piccolo posticino sul comodino vicino al letto, ed imparai molto cose su ciò che stava succedendo. Scoprii che la mia bambina non era ancora andata a scuola, ma che era molto più intelligente e sveglia di quanto si pensasse; che era vivace, attenta ed aveva molti amici, ma soprattutto, so che non si meritava ciò che stava passando.

Purtroppo, non ricordo cosa stesso dicendo il padre di Hanna alla moglie, ma vennero interrotti quando la porta della stanza si aprì e la voce rauca del dottore chiuse ai genitori di uscire per parlare in privato.

In quel momento, ricordo le piccole mani della bambina che si allungarono e mi afferrarono per poi adagiarmi delicatamente sul mio ripiano. Per Hanna, la sua vita si era fermata da tempo, all’interno di quell’ospedale. Per me, la vita era lei. Avrei fatto di tutto per sentirla di nuovo correre e giocare, ma ero inutile allora.

Ah...posso solo immaginare il dolore che provò la madre, quando l’uomo la informò sulle condizioni della figlia. Io stesso, lo venni a sapere quando i due tornarono in stanza e sussurrarono quelle parole che ancora oggi ricordo e che mi accompagnarono durante il mio viaggio.

Hanna era molto più grave di quanto si pensasse.

Sentivo sempre più spesso le lacrime e i singhiozzi dei suoi genitori, che si nascondevano dietro a dei rassicuranti sorrisi davanti alla figlia. Erano davvero coraggiosi.

Quella sera, le raccontarono la sua favola preferita. La piccola ascoltava, facendo spesso anche degli interventi e io non potevo fare a meno, di sperare che quel momento, durasse per sempre.

Ma non fu così.

Credo fosse passata solo qualche settimana da quel giorno, tuttavia la salute della piccola si era aggravata ulteriormente. Non potevo vedere, ma sentivo il suo respiro sempre più pesante, affannato...stanco.

A volte però rideva anche. Papà le aveva insegnato che, piegando la carta in certi punti e manovrandola in altri, sarebbe riuscita a far nascere degli animali, degli oggetti, qualsiasi cosa lei volesse.

Ripensandoci, dovrei ringraziare anche l’uomo per la mia vera e propria nascita.

Hanna era molto brava nell’arte dello piegare la carta.

-Amore, sono bellissimi!- le diceva la madre quanto vedeva le sue creazioni e lei sorrideva. Un attacco di tosse interruppe uno di quei momenti e sentì la donna accarezzarle la schiena. All'inizio, credo che sia io e che lei pensassimo fosse un semplice malessere, ma quando la piccola non si accingeva a smettere, la madre corse a chiamare un dottore, che arrivò quasi subito.

Sentì che stava preparando del materiale e qualche minuto dopo, Hanna si era stabilizzata.

Ricordo che ero talmente concentrato sul respiro della piccola, da non accorgermi che eravamo rimasti soli in stanza. Mi preso in mano e, dal modo in cui mi parlava, capì che stava sorridendo. Poi qualcosa di umido mi cadde addosso.

-Ti prego.- disse singhiozzando, prendendo una parte di me e scrivendoci sopra le sue prime ed ultime parole, per poi piegarmi e ripiegarmi come le aveva insegnato il padre. La mia nuova forma era il primo gioco di carta che Hanna aveva imparato: un aereo.

Lentamente, si alzò dal letto ed aprì la finestra, lanciandomi verso il cielo.

L'ultima cosa che ricordo di quel giorno, sono i suoi occhi, dello stesso colore degli alberi che stavo sorvolando, e i suoi capelli, simili al grano maturo.

La bambina si accasciò al suolo, mentre io me ne andavo con il suo ultimo desiderio.

Ho sempre creduto che una giovane vita era finita, per far iniziare la mia.

Non me lo sono mai perdonato.









Nota d'autore

Salve a tutti! Spero che questa storia vi stia iniziando un po a piacere...anche se devo ammettere, essendo all'inizio, forse non riesco a dar l'idea giusta di ciò che mi frulla per la testa.
Spero di aver suscitato un briciolo di curiosità in voi e che continuerete a leggere i prossimi capitoli =)

A presto!!

 

 

   
 
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