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Autore: fedetojen    06/01/2015    2 recensioni
[Healer]
Killian, una ragazza dalle mille passioni: ama la corea, la lingua, le usanze e da quando è entrata nel mondo dei k-drama, quelli sono diventati quasi la sua droga. Ma quando un incontro inaspettato viene a presentarsi, cosa cambierà nella vita della giovane Killian?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo Scrittrice: ciaoooo spero che anche questo capitolo come quello precedente vi sia piaciuto :D aspetto vostre recensioni! Buona Lettura!

II: Serata in compagnia


Quella mattina Chang-Wook mi accompagnò al mio appartamento, si stupì quando notò che avevo preso in affitto un appartamento molto carino e non alla portata di una ragazza che è li da soli 3 anni.

“Allora ci vediamo stasera alle 20” mi dice sulla soglia della porta. Mi sorride e continua a guardarmi negli occhi.

“Va bene” dico mentre chiudo piano la porta e lo vedo che si volta e se ne va.

Appena chiudo la porta, sento il cuore che finalmente ritorna a battere con il suo normale battito.
Chiudo gli occhi un momento e cerco di mandare via tutti queste emozioni contrastanti.
Paura, felicità, tristezza, stupore…sono un misto di emozioni e non tutte sembrano essere così reali.

Quando ha detto quella frase, mi è sembrato di diventare io il protagonista del drama Healer, ma poi mi sono detta che stava solo recitando, così sono uscita da quella bolla e sono ritornata alla realtà.
Mi dirigo nel salone e buttandomi sul divano, prendo il telecomando sul tavolino e lo accendo: stanno proprio facendo la pubblicità del drama, è come se lui e il drama mi seguissero dappertutto.
Mi appisolo sul divanetto svegliandomi poi per la televisione che quasi mi urla contro, mi stropiccio gli occhi e appena guardo l’orario sul televisore scatto in piedi.

“Le sette??” ero in ritardo colossale!

Scappo subito nel bagno a sciacquarmi la faccia e a lavarmi i denti.
Dopo aver fatto una pulizia generale, scelgo di farmi un tuppo alto, e di indossare un tubino nero, e un copri-spalle in seta nero.
Prendo le scarpe in pelle con un piccolo tacco e guardo l’orario: sono le otto meno dieci, sono ancora in tempo.
Mi infilo le scarpe, prendo la borsa, il telefono, mi infilo il giubbotto e scendo.

Appena esco dal portone, lo vedo appoggiato al suo suv: pantalone e giacca neri, camicia bianca con cravatta con alcune righe bianche, e capelli alzati ovviamente gelatinati. Appena mi avvicino alza il capo e mi sorride mentre si stacca dalla macchina.

“Sono in ritardo?” chiedo preoccupata una volta vicino a lui.

“No, sono io in anticipo” mi dice aprendomi la portella e facendomi entrare.

Appena entra in macchina, accende la radio, colmando così, sia l’imbarazzo che il silenzio.
Tutto d’un tratto inizia la canzone you are so beautiful di Xiah Junsu.
Istintivamente inizio a cantarla senza rendermi conto che non sono sola.

“Hai una voce bellissima” mi fermo a cantare e imbarazzata mi volto verso di lui: sguardo verso la strada e mani ben salde sul volante.

“Ma che dici” mi ero completamente dimenticata di lui, miseriaccia ladra!

“Siamo arrivati” mi dice fermando la macchina e sorridendo. Vado per aprire la portella ma mi ferma il polso della mano libera.

“Faccio io, aspetta” mi dice uscendo dalla macchina e raggiungendo la mia portiera.

Appena la apre scendo e mi offre il suo braccio per appoggiarmi.
Titubante mi appoggio con la mano e mi sorride felice, mentre ci dirigiamo dentro l’immenso ristorante.
È pieno di tante coppie, e l’arredamento è bellissimo, molto raffinato, non troppo ma il giusto.
Una ragazza giovane con un abito elegante ci fa segno di seguirla.
Ci sediamo ad un piccolo tavolo di fronte ad un’immensa vetrata che dava sulla Seoul tutta illuminata, davvero fantastico.

“Ti piace il panorama?” mi chiede attirando la mia attenzione. Sposto il mio sguardo verso di lui mentre vedo che da un’occhiata al menù.

“Si davvero bello” dico aprendo anch’io il menù. Lo guardo e i costi sono molto alti.

“Non offenderti ma a me bastava anche un piccolo ristorante, non qualcosa di così….costoso” dico imbarazzata guardandolo. Appoggia il menù sul tavolo e unendo le mani mi osserva.

“Stasera offro io, essendo il tuo Sunbae è d’obbligo” mi dice sorridente.

“Sunbae” dico sottovoce abbassando lo sguardo.
“Credo che questi, appellativi, non servano a granché, anzi credo che servano solo a ricordare alle persone che sono quasi inutili, e invece non è così. Tutti siamo utili, in un modo o nell’altro. Ma tu sei un attore professionista, sicuramente queste cose non ti interessano” dico guardandolo, ma mi sta osservando con uno sguardo diverso, ha le braccia incrociate e un leggero sorriso in volto.

“Invece no, mi piace ascoltare nuove opinioni, specialmente di gente che non conosco. E fattelo dire sei una delle poche con cui si riesca a fare un ragionamento sensato. Le fan coreane sono molto timide e difficilmente si espongono come stai facendo tu. Questa cosa, è molto interessante” dice prendendo il bicchiere con il vino e lo sorseggia.

“E dimmi Killian, come mai sei qui da tre anni?” mi chiede curioso, mentre vediamo che il cameriere si avvicina a noi per chiedere i piatti.

“Cosa desideri?” mi chiede Chang-Wook.

“Non saprei, tu cosa prendi?” chiedo curiosa, mi sorride e si volta verso il cameriere.

“Il solito, per entrambi grazie” dice verso il cameriere che si dilegua dopo aver preso l’ordine.

“Dopo essermi diplomata, ho scelto di prendere una laurea triennale in lingue, ma non mi è bastato. Ho deciso così di venire qui, e di seguire dei corsi di formazione della lingua, così eccomi qui che vivo a Seoul, e in parte ormai sono diventata un pò coreana anche io” dico sorridendo.

“Ti mancano solo gli occhi a mandorla, solo che stonerebbero con il tuo bel viso ovale e i tuoi lunghi capelli ondulati e castani” dice sorseggiando altro vino. Sento le guance avvampare e sposto il mio sguardo verso il paesaggio alla mia destra.

“Quindi dovresti avere, vediamo... 25 anni?” mi chiede, lo guardo e mi perdo nei suoi lineamenti.

“Sì è giusto. Invece tu hai 28 anni giusto?” chiedo assaggiando anche io il vino.

“Sì” mi dice sorridendomi. Il cameriere arriva con i piatti ancora fumanti e l’aspetto è davvero buono.

“Wow, è davvero buono!” dico assaggiando la prima forchettata.

“E’ Bulgogi” lo guardo non capendo cosa sia.

“Manzo marinato in salsa di soia” dice sorridente.

“Aaah, potevi dirlo prima” dico mentre al sentire di queste parole, lui ride. La sua risata: i suoi denti bianchi mi fanno imbambolare, e i suoi occhi mi fanno andare quasi in tilt.

“Ti va di ballare questo lento?” mi chiede mentre si pulisce appena ha mangiato l’ultimo boccone del suo manzo.

“Va bene” dico pulendomi e alzandomi. Mi porge la mano e appoggio la mia sulla sua.

Mentre ci dirigiamo al centro della sala, insieme ad altre coppie che stanno ballando il lento, ci mettiamo in posizione: la mia mano nella sua, l’altra mia mano sulla sua spalla e la sua mano dietro la mia spalla.
Appena la appoggia, la cerniera della lampo, tocca la mia pelle e quasi sussulto per quel contatto con la lampo fredda.
Mentre iniziamo a ballare cerco di non guardarlo troppo, ma lui si avvicina al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa.

“Questo vestito è troppo facile da levare” mi dice mentre sento che la sua mano si sposta sotto il mio copri-spalle e tocca la zip della lampo.

Non so perché invece di reagire, mi pietrifico restando immobile.
Così lui si stacca da me e si dirige verso il nostro tavolo.
Mi lascia in mezzo alla pista, così mi giro e chiedo subito informazioni per sapere dov’era il bagno.
Appena sono nel bagno, chiudo la porta a chiave e mi guardo allo specchio: ho le guance rosse, sono imbarazzata e scossa.

Metto i polsi sotto l’acqua fredda e mi sento molto rinfrescata, così prendo coraggio e raggiungo il nostro tavolo.
Appena mi siedo ho gli occhi di Chang-Wook puntati addosso.

“Voglio solo dirti una cosa. La-”

“Sei sorpresa della frase che ti ho detto, immagino” dice abbassando il capo e chiudendo per un attimo gli occhi e riaprendoli.

“Sì. Non so con che tipo di ragazze tu abbia a che fare, ma non sono una di quelle ragazze ‘facili’ ma-”

“Non era quello che volevo intendere. Non posso non dire, che tu sia una bellissima ragazza, mi piace molto il modo in cui pensi e ce ne sono poche come te. Ma devi anche capire che sono un uomo dello spettacolo, un po’ di svago mi è concesso” dice con un sorriso splendente.

“Ed io sarei lo svago?” chiedo irritata. Ma non mi risponde, e quindi lo prendo come un sì.

“Ti ringrazio per la cena, ma ora devo proprio andare” dico alzandomi e prendendo il mio cappotto da sopra la sedia.

Non fa niente, continua a guardarmi mentre mi rivesto e me ne vado.
Esco dal locale e prendo al volo un taxi, mentre mi dirigo verso il mio appartamento.
Appena sono arrivata davanti al portone, pago il taxi e scendo.
Appena il mio sguardo è dritto verso il portone, lo vedo appoggiato alla piccola porta.
Mi sta guardando. Appena mi avvicino non lo guardo e fisso la porta.

“Spostati” dico sperando che ubbidisca e mi faccia entrare, si gela porca miseria!

“No” mi dice con tono fermo.

Cosa faccio?
È davanti a me e non si sposta. Ah giusto! La porta di servizio!
Mi giro e nemmeno qualche passo, vengo fermata dalla presa della sua mano sul mio polso.
Non mi volto a guardarlo ma è lui che si mette davanti a me, senza lasciare la presa.

“Forse mi sono espresso male prima” dice con sguardo fisso nei miei occhi, ma io non lo sto guardando, sto fissando qualcosa dietro di lui.

“Non volevo dire che tu sei una ragazza ‘facile’ anzi sembri tutto il contrario. A volte capita che io non pensi a quello che dico e combino casini come questo, malintesi e quant’altro” mi dice cercando il mio sguardo.
Lo accontento e poso il mio sguardo sul suo viso.
Nonostante il freddo, la sua mano è calda a contatto con il mio polso freddo.

“Cosa vuoi allora?” chiedo cercando di non tremare per il troppo freddo.

“Io ti ho portato in un bel ristorante, almeno un piccolo bacio posso averlo come saluto e ringraziamento, no?” mi chiede sorridente.

“E va bene” dico mentre gli do un bacio sulla guancia. Ma lui ride sotto i baffi e scuote la testa.

“Io non intendevo un bacio sulla guancia” mi dice, prima di avvicinarsi e rimanere per qualche secondo, con i nostri nasi che quasi si toccano e i respiri che si incontrano e si scontrano sui nostri volti.

Ma dopo qualche secondo tocca le mie labbra con le sue. Le mie fredde e le sue calde.
Spalanco gli occhi per la sorpresa, anche se un po’ me lo aspettavo.
Lascia la presa del mio polso per mettere la sua mano sul mio collo.

Naso contro naso, labbra contro labbra.
Con il pollice mi accarezza la guancia mentre continua il bacio lento e intenso.
Mi allontano per fermare quel bacio che lui aveva chiesto e restiamo per un po’ a guardarci, mentre i nostri respiri formano piccole nuvole di fumo per il freddo.

“Devo andare” dico allontanando il mio volto.

Stacca gentilmente la sua mano dal mio collo e infila le mani nelle tasche del pantalone elegante.
Mi giro e in fretta infilo la chiave e salgo con l’ascensore verso il mio appartamento.
Appena sono in casa, faccio un respiro, cercando di rilassare i muscoli che poco prima erano tesi come le corde di un violino.
Mi metto una mano sul petto cercando di non far uscire il mio cuore dal petto.
Speriamo domani la giornata sia meno movimentata.


Ecco come era vestito Chang-Wook


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