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Autore: fedetojen    11/01/2015    2 recensioni
[Healer]
Killian, una ragazza dalle mille passioni: ama la corea, la lingua, le usanze e da quando è entrata nel mondo dei k-drama, quelli sono diventati quasi la sua droga. Ma quando un incontro inaspettato viene a presentarsi, cosa cambierà nella vita della giovane Killian?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo Scrittrice: Buongiorno a tutte/i, spero che anche questo capitolo vi piaccia e che recensite per farmi sapere le vostre opinioni. Ultima cosa, quando c'è l'* e la scrittura in corsivo si tratta di un sogno :) Buona Lettura!


III: Il passato bussa alla porta
 

La mattina seguente mi alzai per un fastidioso rumore proveniente dalla finestra.
Appena mi alzo, sbircio fuori: qualcuno stava traslocando proprio di fronte al mio palazzo.

“Ma che ore sono?” avvicino il telefono e guardo il display.

“Sono solo le 9?” mi chiedo, guardandomi intorno e osservo di nuovo fuori mentre mi accorgo che sta iniziando a nevicare.
Sbadiglio più volte mentre mi dirigo nella cucina per fare colazione.
Mentre stavo per fare colazione, qualcuno suona al campanello della porta di casa.

“Chi sarà mai?” mi chiedo mentre mi avvicino alla porta per aprire.

“Buongiorno”

“Wook-ssi?” dico sorpresa.

Entra sorridente in casa, chiudo la porta e mi guardo: sono in pigiama e forse è meglio se mi vado a cambiare.
Di corsa mi dirigo in camera chiudendomi a chiave, prendo un pantalone e una maglia a caso e mi cambio.
Appena ritorno in cucina lo vedo appoggiato alla cucina che mi osserva.

“Potevi rimanere anche in pigiama, stavi bene lo stesso” mi dice serio incrociando le braccia.

“Non aspettavo una tua visita” dico mentre imbarazzata, guardo ovunque tranne lui.
Si avvicina a me e con due dita mi alza il mento, facendo incontrare i nostri sguardi.

“Perché eviti i miei occhi?” mi chiede continuando a fissarmi.
Non gli rispondo, non perché non voglio, ma perché non ci riesco.
La sua vicinanza, e la sua presenza davanti a me, non so ancora non riesco ad abituarmi.
Stacca il contatto con il mio mento e si allontana sospirando.

“Va bene” dice mentre si toglie il cappello con la visiera al contrario e lo appoggia sul tavolino bianco della cucina.

“Avevi qualche programma oggi?” mi chiede e rispondo scuotendo la testa.

“Ti va di venire con me? Devo andare a filmare delle scene di Healer” appena sento così alzo lo sguardo e felice lo guardo.

“Sì mi piacerebbe” gli dico.

“Ok! Allora ti aspetto giù” dice aprendo la porta e chiudendola alle sue spalle.
Di fretta e di furia mi vesto e scendo.
La macchina è accesa, quindi presumo che lui sia dentro, così appena apro la portella e lo vedo guardarmi, confermo il mio pensiero.

“Scusa se sono venuto senza avvisare” mi dice mentre parte.

“E’ stato un po’ inaspettato” dico guardandolo.

“Mi hai chiamato Wook-ssi?” chiede guardandomi per qualche secondo e spostando poi lo sguardo sulla strada.

“Se non vuoi pos-”

“Puoi chiamarmi come vuoi, non ci sono problemi” mi dice sorridendomi.

“Va bene” dico mentre guardo fuori dal finestrino, la neve che si scontra sul finestrino.

Appena arrivammo sul set, quasi tutti mi guardarono stupiti, come se non avessero mai visto una ragazza straniera.
Wook-ssi si diresse dal regista, da tutte le carte che aveva e tutte le informazioni che gli chiedevano, poteva essere l’unico a fare quel lavoro. Wook-ssi chiese al regista qualcosa sul drama e lui gli rispose forse in una lingua diversa.

"Che ti ha detto?" chiedo stranita per non aver capito. Rispose con una risata.

"A volte nemmeno noi lo capiamo, parla un coreano diciamo arrugginito" dice mentre si cambia.

"Oggi fa freddissimo" dico stringendomi nel mio cappotto, mentre lui si cambiava, fui tirata da qualcuno.

"Salve" dico al regista, con un piccolo saluto con la testa, fa lo stesso e inizia a parlare.
Lo guardo senza capire una parola e appena finisce, mi volto verso Wook che sta ridendo.
Lo guardo dubbiosa su cosa il regista mi abbia detto.

"Ha detto che devi stare vicino a lui se vuoi seguire"

"Ah" dico ridendo.

Allora mi avvicino alla postazione del regista e rimango in piedi mentre inizio a vedere che tutti si preparano con camere e faretti.
Stanno per girare una scena di lotta da quanto ho capito, visto che non riesco a decifrare il coreano del regista.
I ragazzi dello staff non riuscivano a fare a meno di guardarmi.
Appena finita la scena, Wook-ssi si avvicina a me e si appoggia gli occhiali trasparenti sopra il cappello nero, alla Healer.

“Non ho potuto non fare a meno, di notare come i ragazzi ti stavano fissando” mi dice con un sorrisetto.

“Be, gli occhi sono fatti per guardare” dico portandomi indietro il ciuffo davanti al volto.

“Anche questo è giusto” mi dice annuendo con la testa.

“Dobbiamo continuare le riprese” dice una ragazza dietro di me.

“Va bene, arrivo. Ci vediamo dopo” dice facendomi segno.

Nel frattempo delle riprese, trovai una panchina non lontana dal set, e mi sedetti per stare più comoda.
Passarono così circa due ore, passate all’aperto e al gelo.
Appena mi alzo mi rendo contro di avere le gambe completamente congelate e non riuscivo nemmeno a piegarle per il freddo.
Vedo arrivare di corsa verso di me Wook-ssi che appena si avvicina chiude gli occhi e inizia a strofinare le mani.

“Scusa! Ti ho fatto aspettare al freddo e al gelo! Scusa!” continua a dire.

“Non ti preoccupare” dico sventolando le mani davanti a me.

“Bene allora” dice guardandomi ed esaminandomi.

“Tutto bene?” mi chiede incuriosito.

“Si, ho solo le gambe congelate” dico in un grande sorriso.
Di colpo mi prende in braccio dalle gambe e mi ritrovo con la faccia dietro alle sue spalle e le sue braccia intorno alle mie gambe.

“Ei! Fammi scendere!” dico colpendolo dietro alla spalla, ma lui inizia a camminare senza starmi a sentire.

“Giuro che appena mi metti giù ne avrai tante, ma tante!! Fermati!” continuo a gridare ma ad ogni passo sbatto la faccia contro il suo fondoschiena. Appena sento che si ferma, cerco di liberarmi e agito anche le gambe.

“Si, si ho capito!” mi dice mettendomi a terra, mi allontano da lui e lo vedo che sta ridendo sotto i baffi con le mani ai fianchi.
Lo guardo con aria di sfida, mentre mi aggiusto la maglia e mi alzo il pantalone.

“Oh cos’è quello sguardo?” mi dice indicandomi.

“Quello del tuo assassino” dico mentre mi avvicino e gli do uno schiaffo sul braccio.

“Tutto qui?” mi chiede incredulo.

“Cosa volevi un calcio rotante rovescio?” chiedo sarcastica.

“Non credo tu ci riesca” mi dice ridendo.

“Non ti montare, signor simpatia, che solo perché sai fare due mosse di lotta, non potresti mai sfiorare una donna con un dito” dico alzandomi i capelli in una coda.

“Nemmeno con un fiore” mi dice sottovoce avvicinandosi a me.
Mi scanso appena mi accorgo della vicinanza e tossisco per non sembrare imbarazzata.
Ma appena mi volto, vedo un grande fiume, dove noto alcuni bambini che giocano fra di loro con l’acqua.

“Qui è più calmo non credi?” mi chiede.

“Se vuoi farmi il quarto grado, era più calda e comoda anche casa mia” dico sedendomi sulla panchina, di fronte a quel paesaggio.

“Quanto siamo fredde oggi, ti ho fatto aspettare troppo, mi sa” mi dice dandomi un colpetto con il gomito al braccio. Lo guardo di sottecchi e continuo a parlare.

“Dai, sputa il rospo. Cosa vuoi sapere?” gli chiedo incrociando le gambe e voltandomi verso di lui, per guardarlo meglio.

“Una ragazza straniera di 25 anni in Corea, tutta sola soletta” dice fermandosi.

“Quindi? Cosa c’è di male?” gli chiedo sulla difensiva.

“Non ti sembra pericoloso andare in giro, in una città enorme con persone che non conosci minimamente?” mi chiede curioso voltandosi verso di me.

“Sono qui da 3 anni, questo non vuol dire che non riconosca una persona per bene da un maniaco, so difendermi se è questo che vuoi sapere. E poi sono sola perché preferisco il silenzio al continuo parlare. Contento?”

“Mmh, ma qualcosa non quadra” mi dice grattandosi il mento.

“E cosa Sherlock Holmes?” chiedo divertita.

“Non puoi essere senza un ragazzo, voglio dire, chiunque ci proverebbe con te”

“Cos’è una confessione?” chiedo irritata.

“No, è solo un mio pensiero. Impossibile che tu sia rimasta da sola tutto questo tempo…” mi dice guardandomi con più insistenza. Sposto lo sguardo e sospiro.

“Anche se fosse, non sono affari tuoi” dico alzandomi.

“Dove vai?” mi chiede fermandomi.

“Domani ho un esame, devo studiare. Ciao” dico mentre lo guardo per pochi secondi per poi andarmene via.

Appena arrivai a casa, mi levai le scarpe e le buttai nel bagno, andai in camera e presi il libro di letteratura coreana.
Avevo studiato giorni fa, e una lettura non fa’ mai male no?
Però più leggevo e più mi sembrava come se le parole, cambiassero posto, così distolsi lo sguardo dal libro e poco dopo lo riposai su di esso, e tutto tornò normale. Dopo qualche ora di ripetizione, chiusi il libro e andai a letto, stanca com’ero dopo aver passato l’intera mattinata al freddo.
Così appena mi misi sotto le coperte, senza nemmeno vedere l’orario, misi la sveglia e mi coprii con il grande e pesante piumone di piume d’oca.

*
“Hyun….Hyun-Shik” gridavo nel buio. Brancolavo nel buoi vedendo lontano una luce e una sagoma davanti ad essa.

“Hyun-Shik!” gridai più forte aumentando il passo e arrivando vicino alla sagoma.
Appena si gira lo vedo, nella sua completa perfezione: Hyun-Shik mi sorride, con le sue fossette che spuntano come fiori nell’erba, così spontanei e così belli.

“Devo andare mi dispiace” mi dice prima di sparire. Agito la mano davanti a me inutilmente, lui era già andato via.

*

Di colpo mi sveglio e mi tocco la fronte: sono sudata, era solo un sogno…solo un sogno.


Ecco come era vestito Wook-ssi appena è arrivato a casa di Killian

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Ed ecco come si era alzato gli occhiali
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