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Autore: Svazzi    16/01/2015    3 recensioni
Raccolta di Shot ispirata a "30 Days"
Dalla seconda shot
Harry era davanti a me, i capelli appiccicati al viso, le guance arrossate per lo sforzo e le labbra semichiuse mentre cercava di riprendere fiato e mi guardava, mi guardava con quegli occhi magnetici e trasparenti, mi guardava facendomi sentire nuda e indifesa, mi guardava impedendomi di respirare regolarmente e impedendo al mio cuore di tornare al suo battito ideale e, in un attimo, le sue mani furono sulle mie guance e le sue labbra sulle mie. Tutto si fermò in quel momento, c’erano solo le sue labbra, delle quali sentivo il sapore per la prima volta, e le sue mani che infiammavano le mie guance.
Non c’era niente, c’era solo Harry, con il suo tocco delicato e il suo bacio al sapore di menta.
Interruppe il bacio facendomi sentire improvvisamente vuota, come se all'improvviso mi mancasse un organo o un arto, ma appoggiò la fronte sulla mia e i nostri occhi si fusero insieme creando un bellissimo miscuglio di azzurro e verde, rimase a guardarmi come se avesse davanti l’oggetto più prezioso che avesse mai visto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Claire'
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Presi le chiavi in borsa e le infilai nella toppa, aprii la porta ed entrai in casa chiudendo piano la porta.
L’ambiente era silenzioso, fino a che non sentii tossire Harry dalla sua stanza. Sorrisi, mi tolsi la giacca, che appoggiai sull’appendiabiti, e andai nella sua camera da letto.
Era sdraiato, coperto completamente dal piumone con la camera quasi buia, mi sedetti vicino a lui e gli scostai i capelli dalla fronte «Come stai, amore?» gli chiesi toccandogli la fronte.
Mi sorrise e mi prese la mano, baciandomi il polso «Adesso sto molto meglio» disse con voce nasale facendomi ridacchiare.
Mi alzai dal letto sotto il suo sguardo contrariato «Dove stai andando?» mi chiese mettendosi seduto e tirando su con il naso «A prepararti un tè caldo» risposi sorridendogli.
Incrociò le braccia al petto e fece il broncio «Ma io voglio che stai qui con me, non voglio che mi prepari un tè» alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai a lui, lasciandogli un bacio sulla fronte «Torno subito».
Andai in cucina e cercai di essere il più veloce possibile, volevo passare con Harry tutto il tempo che avevo a disposizione. Tornai in camera con una tazza fumante, lui si sedette appoggiando la schiena alla testiera e prese il tè che gli stavo porgendo.
«Che hai fatto oggi?» mi chiese guardandomi, gli occhi erano leggermente rossi e lucidi a causa della febbre e non riuscii a trattenere un sorriso «Niente di che, ho aiutato mamma con delle faccende e ho studiato» fece una strana smorfia «Sicuramente più divertente di quello che ho fatto io» ridacchiai e gli lasciai un bacio sulla fronte calda.

Eravamo sdraiati, lui con la testa sul mio seno ed io che gli accarezzavo delicatamente i capelli. Potevo stare anche ore senza fare nulla di produttivo con lui, ma comunque non mi sarei mai annoiata.
«Hey, ho un’idea!» disse all’improvviso spezzando il silenzio «Sono tutta orecchi»
«Hai mai costruito una fortezza con cuscini e piumoni?» lo guardai confusa, probabilmente la febbre lo faceva delirare «Scusa?» si alzò di scatto mettendosi seduto «Ma si, da bambina! Non ci credo che non l’hai mai fatto».
Dopo dieci minuti avevamo costruito una casa fatta di piumoni e cuscini. Ce ne stavamo seduti lì in mezzo a gambe incrociate e a guardarci negli occhi «Certo che sei proprio un bambino» dissi accarezzandogli la guancia, il suo sorriso andava da un orecchio all’altro «Siamo al riparo da tutto qui, lo facevo sempre da piccolino, mi mettevo nella mia fortezza e lasciavo perdere tutto il resto»
«Beh, io di certo non sono al riparo dai tuoi germi» fece un finto broncio incrociando le braccia al petto «Non è colpa mia! Se non vuoi stare con me puoi andare» ridacchiai baciandogli il broncio che subito fu sostituito da un bellissimo sorriso «Se mi ammalo, però, devi prenderti cura di me» annuì contento «Mi prenderò sempre cura di te! Te lo prometto».
«Bene, ora che siamo qui sotto, cosa facciamo?» mi guardai intorno e mi chiesi come era possibile che avessi assecondato Harry in questa stupidata, lui alzò le spalle «Non lo so, mi basta che sei qui con me» sorrisi e gli strinsi la mano.
Stare con Harry mi faceva sentire tremendamente bene, ero al mio posto, la terra girava nella sua orbita e tutto era normale, quando mi chiesi di nuovo cosa ci facessi sotto una casa costruita da coperte e cuscini mi risposi che vedere Harry con quel sorriso era così bello che avrei persino preso il tè con degli animaletti di peluche, se me lo avesse chiesto.
«Perché ti rifugiavi sotto il piumone, da bambino?» chiesi poi spinta dalla curiosità, sapevo che Harry si apriva con difficoltà, mi aveva raccontato poche cose della sua infanzia, ma ero così ansiosa di saperne di più. Volevo conoscere tutto di Harry, dal dettaglio più grande a quello più piccolo, volevo aiutarlo a superare tutti gli scheletri e tutte le delusioni che aveva subito nel corso della sua vita.
Harry aveva questa facciata che lo proteggeva dagli agenti esterni, come se dovesse in qualche modo fuggire dal resto del mondo, ma sapevo che con me quella facciata si stava piano piano sgretolando. Non avevo intenzione di forzare nulla, se non avesse voluto dirmi il motivo per il quale si rifugiava sotto delle coperte allora non avrei insistito.
Mi stupii quando lo sentii prendere un respiro prima di parlare «Perché speravo che prima o poi una fortezza fatta di cuscini e coperte mi avrebbe inghiottito, speravo di poter rimanere lì per sempre. Mamma e papà non facevano altro che litigare, Gemma si faceva i fatti suoi ed io ero da solo.
«Sai, Claire, avevo semplicemente bisogno di qualcuno che mi accarezzasse e mi dicesse che andava tutto bene; ero solo un bambino e mia madre non lo capiva, non capiva che io avevo bisogno del suo affetto. Poi mio padre se n’è andato e tutto è peggiorato, quel rifugio era diventato la mia casa. Era doloroso vedere  che gli altri bambini erano felici mentre io mi aggrappavo alla speranza che un giorno mio padre sarebbe tornato e che mia madre mi avrebbe voluto bene come desideravo» mi si strinse il cuore a sentire quelle parole. Harry era molto più ferito di quanto avessi immaginato, ma io sarei sempre rimasta al suo fianco per ricucire e quelle ferite che, forse, ora come ora erano ancora troppo profonde per essere rimarginate.
«Mi dispiace, Harry. Sapevo che con i tuoi non avevi un gran rapporto, ma non avrei mai immaginato tutto ciò» dissi sincera accarezzandogli una gamba. Lui sorrise, un sorriso troppo lieve per far si che le fossette comparissero sulle sue guance «Va tutto bene adesso, tu sei qui e sei con me sotto al mio rifugio. Ce n’è voluto di tempo prima che ti trovassi, ma adesso sei con me».
Mi prese il volto fra le mani e mi baciò, un bacio che sapeva di amore e gratitudine, anche se in realtà dovevo essere io grata ad Harry perché mi stava aprendo il suo cuore, un cuore ferito.
«Adesso mi ammalerò, non ci sono più dubbi» dissi quando mi staccai da lui, rise e mi baciò di nuovo «Beh, visto che ormai sei condannata, direi che posso baciarti e fare l’amore con te, giusto?» disse riprendendo a baciarmi.
Si allungò sempre di più su di me fino a farmi finire con la schiena a terra sul tappeto «Vuoi proprio che mi venga un bel febbrone non è vero?» ridacchiai sentendo le mani calde di Harry solleticarmi la pancia «Mi prenderò cura di te, te l’ho detto» prese a baciarmi il collo mentre le mani andavano ad insinuarsi sempre più su sul mio corpo, fino ad arrivare al seno coperto dal reggiseno «Non credi che la tua temperatura sia già abbastanza alta? Poi qui sotto fa caldo» si fermò e mi guardò negli  occhi «Cosa c’è, non vuoi fare l’amore con me?» chiese con quegli occhi da cucciolo bastonato che avrebbero fatto sciogliere anche il più temibile dei titani. Scossi la testa e gli accarezzai i capelli «Ma che dici? Ho solo paura che tu possa sentirti male» sorrise e mi lasciò un bacio sul naso «Sto benissimo, tranquilla».
Prese ad accarezzarmi di nuovo i fianchi mentre la sua bocca attaccava il mio collo, sentii il suo cuore accelerato battere sotto la mia mano quando la appoggiai al suo petto.
«Sei così bella» sussurrò al mio orecchio dopo avermi sfilato la maglietta. Iniziò a lasciare una lunga scia di baci che partivano dalla mia mascella e continuavano sul collo, sul seno, sulla pancia. «Dio Claire, ti prego non lasciarmi mai» soffiò sulla mia pelle facendomi venire i brividi.
Strinsi un pugno sui suoi capelli quando con la bocca si avvicinò sempre di più al punto più intimo del mio corpo e iniziava a slacciare i pantaloni «Ti assicuro che non ho intenzione di farlo».
Presto la fortezza di piumoni e cuscini crollò a causa dei nostri movimenti urgenti e repentini, ci trovammo sul tappeto della stanza nudi e coperti da quell’ammasso di coperte che ci tenevano comunque al caldo e al riparo dal resto del mondo, come se esistessimo solo noi e i nostri sospiri.
Ed in quel momento, così come ogni volta che stavo con Harry, per me era così; c’eravamo solo noi e le nostre carezze, c’era Harry con i suoi occhi verdi e lucidi che mi stringeva la mano e mi baciava ovunque la sua bocca riuscisse ad arrivare.
C’era Harry con il suo corpo caldo e febbricitante che mi teneva sotto di lui e mi faceva provare emozioni e sensazioni che mai avevo provato in vita mia, se non con lui.

«Ti amo» sussurrò lasciandomi un bacio sulla guancia, eravamo ancora sdraiati per terra. Harry era bollente e probabilmente la febbre gli era salita di qualche grado, ma era sempre bellissimo e non smetteva di sorridere un secondo «Ti amo anche io, anche se tornerò a casa malata» scherzai spostandogli qualche riccio dalla fronte.
Dopo qualche minuto decidemmo di alzarci e di rivestirci, Harry si rimise a letto e mi pregò di rimanere ancora un po’, ma era già tardi e mio padre mi avrebbe uccisa.

Quando tornai a casa, ovviamente, mi beccai una strigliata da mio padre il che mi fece completamente passare l’appetito e andai direttamente a letto.
Mi svegliai il giorno dopo con un mal di testa atroce e la gola che faceva così male che sembrava che mi avessero tagliato la testa. Maledissi la mia poca forza di volontà per non aver resistito ai baci e alle carezze di Harry, sapevo che mi sarei ammalata.
Presi il cellulare e gli mandai un messaggio

Grazie tante per avermi passato l’influenza, come farò adesso? Tu sei a casa malato, chi si prenderà cura di me?

Tempo cinque minuti e il telefono vibrò

Sto bene, vengo a casa tua. Prepara cuscini e piumone, amore.

Sorrisi e mi alzai dal letto per preparare tutto l’occorrente, forse non era poi così male essere ammalati.

 

Ecco l’altra shot che avevo scritto, che tra l’altro non era ancora conclusa quindi l’ho conclusa adesso. Che dire, come al solito questi due ci fanno vivere nel regno del fluff e probabilmente mi verrà il diabete se continuo a scrivere di loro! Non ho ancora deciso cosa ne farò di questa raccolta, se chiuderla qui o continuare, in ogni caso se continuerò vi avviso già che gli aggiornamenti saranno sporadici dato che ora sono presissima dalla sessione d’esami!
Spero che la shot vi sia piaciuta e, come sempre, vi ricordo che una bella recensione è ben gradita!

Vi lascio tutti i miei contatti :)
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Non esitate a contattarmi per qualsiasi cosa!
Un bacio
Sil

   
 
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