Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: heliodor    20/01/2015    1 recensioni
Dopo essere tornati ad Arendelle, Elsa, Anna e i loro amici si godono il meritato riposo. Ma dal profondo nord arriva una nuova minaccia.
Maia, la Regina dell'Inverno, è venuta a reclamare indietro il suo cuore. Al suo fianco un esercito di creature ghiacciate che invadono il fiordo.
Rimasta sola e senza alleati, Elsa dovrà intraprendere una lunga e pericolosa odissea per salvare i suoi cari e il regno.
Fino al confronto finale con Maia per decidere chi, tra le due, sarà l'unica Regina dell'Inverno...
Cursed è il terzo (e ultimo) episodio della serie The Winter Queen.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Winter Queen'
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― Che ne diresti di rallentare un poco? ― grida Olaf agitandosi. ― Almeno un pochino, dai.
Erik emette un grugnito e prosegue dritto abbattendo un albero. Raggiunge una macchia di arbusti che cresce a ridosso di una collina e si ferma. Quindi si china in avanti e depone il pupazzo sul terreno.
― Golem cattivi ― brontola Erik con voce cavernosa.
Olaf avanza tra gli arbusti. Oltre di essi si intravede una radura e, in mezzo a questa, sei soldati seduti in cerchio con un lupo di ghiaccio accucciato poco lontano. Al margine dello spiazzo, Kristoff è in piedi vicino al tronco di un albero, lo sguardo perso nel vuoto.
― È Kristoff ― esclama il pupazzo. ― Ma che sta facendo? Si direbbe una festa.
A una decina di metri di distanza, un golem rivolge lo sguardo dalla parte opposta della radura. Sembra immobile e quando un uccellino si posa sulla sua schiena, non reagisce.
― Golem cattivo ― dice Erik con voce cavernosa. Fa per avanzare, ma Olaf gli fa cenno di fermarsi.
― No, no, aspetta ― dice il pupazzo. ― Vediamo che succede.
Il golem si arresta, lo sguardo perplesso.
Olaf indica la radura. ― Sta arrivando qualcuno.
Il terreno è scosso da un tremito, come se decine di creature gigantesche in marcia tutte insieme. Dall'altro capo della radura emergono Maia e una coppia di golem di ghiaccio. Dietro di loro avanzano troll e lupi che brillano sotto il sole. Tutto intorno a loro si forma e si espande una lastra di ghiaccio. Quando raggiunge il golem e il lupo, questi si rianimano e si uniscono ai loro simili.
Kristoff e i soldati si avvicinano a Maia, che sorride benevola. ― Voi potete andare ― dice rivolgendosi a loro.
― Si maestà ― rispondono all'unisono Kristoff e i soldati.
― No, tu no ― dice Maia rivolta al montanaro. ― Hai una faccia simpatica. Ti terrò con me.
Kristoff segue la donna.
― Vanno via ― dice Olaf guardandoli sparire tra la vegetazione. ― Dobbiamo seguirli e vedere dove vanno. Non appena si fermeranno, prenderemo Kristoff e ce ne andremo.
― Sì ― esclama Erik felice. Solleva Olaf e lo appoggia sulla spalla.
― Piano stavolta ― esclama il pupazzo. Erik si getta di corsa lungo il sentiero. ― Pianoooo.
***
Kastelgaard aiuta Anna a salire sul carro.
― Se è il mio cuore che vuole ― dice Elsa tornando alla sua cavalcatura. ― Glielo riporterò io stessa.
Dietro di lei, Granpapà e Brick la seguono con espressione preoccupata. ― Potrebbe non essere così semplice ― dice il secondo.
― Cosa c'è ancora?
― Elsa ― dice Granpapà. ― Devi stare molto attenta. I poteri di Maia sono superiori ai tuoi. E lei li userà per colpirti.
― Correrò il rischio ― risponde la regina decisa.
Brick si rivolge a Granpapà. ― Possibile che sia così testarda?
L'altro troll si stringe nelle spalle e allarga le braccia.
― Ascolta, ragazzina ― dice Brick rivolgendosi a Elsa. ― Non hai una sola possibilità di raggiungere il Cuore dell'Inverno.
― Ci sono già stata una volta.
― Allora Maia non era sulle tue tracce. Quando ti vedrà arrivare ti attaccherà.
― Lei vuole che io vada lì. È stata lei a invitarmi.
― Era per sfidarti ― dice Brick. ― Non si aspetta certo che tu le riporti il suo cuore.
― Un motivo in più per andarci.
― Ma senza seguire la strada più ovvia ― dice Brick.
― Esiste un'altra via?
Il troll annuisce grave. ― È sconosciuta ai più, ma esiste. Non so se sarò capace di guidarvi fin laggiù, ma farò quello che posso.
Granpapà gli rivolge un'occhiata stupita. ― Vuoi andare con loro?
― Conosci qualcun altro in grado di portarli nel Cuore dell'Inverno?
Granpapà distoglie lo sguardo. ― Cerca solo di fare attenzione.
Brick fa spallucce. ― Voi due lì sopra, c'è rimasto un po' di spazio per un troll? ― domanda rivolto agli occupanti del carro.
― Due, troll. ― Bulda rotola fino al carro e si issa con un gesto agile.
― Dove credi andare tu? ― le domanda Brick con tono brusco.
― A prendere il mio figlioccio ― risponde la troll a muso duro.
Elsa si volta, lo sguardo determinato.
Saliti sul carro, i due troll si sistemano vicino ad Anna.
Kastelgaard si china in avanti. ― Andiamo a cercare Kristoff. Sei contento?
Prima che la renna risponda, Kastelgaard aggiunge in falsetto: ― Ci puoi scommettere, amico.
Sven gli rivolge un'occhiata d'intesa e inizia a tirare il carro.
***
Il muro di ghiaccio sorge addossato alla montagna e si innalza verso il cielo, proiettando un'ombra così ampia da coprire l'intera pianura e l'esercito di mostri di ghiaccio che l'attraversa.
Maia avanza alla testa del suo esercito di mostri.
Olaf si sporge da dietro una delle rocce disseminate nella spianata. Vicino a lui, ripiegato su sé stesso come una pietra, Erik emette un mugugno.
― Zitto tu ― dice Olaf. ― O ci farai scoprire.
Erik risponde con un'espressione dispiaciuta.
Maia si ferma alla base della parete di ghiaccio. ― Casa ― dice con espressione soddisfatta.
Golem e lupi si affollano dietro la regina dell'inverno in paziente attesa.
Kristoff, più indietro, si guarda attorno con espressione vuota.
Maia allarga le braccia. La parete vibra sotto l'azione di una forza sconosciuta. Il ghiaccio si spezza con un rumore sinistro, rivelando una crepa che attraversa l'immenso muro da una parte all'altra.
La sezione scivola verso l'interno e poi si solleva come il cancello di un castello medievale, rivelando un passaggio alto il triplo dei golem. Maia avanza sicura nella voragine scura che sembra ingoiarla.
Olaf ed Erik trattengono il fiato.
Dietro la donna le creature si rimettono in cammino e in fila ordinata si gettano nell'oscurità una alla volta. Kristoff chiude la fila.
Olaf si rimette in piedi e fa cenno a Erik di seguirlo. ― Vieni.
Il golem resta immobile.
Il portone si abbassa con un rombo sommesso.
― Avanti. ― Olaf spinge il golem, che punta i piedi.
― Posto brutto ― mugugna il gigante.
― Dai ― lo incalza Olaf. ― Se si chiude addio Kristoff.
Il golem scatta in piedi e afferra il pupazzo, quindi inizia a correre verso la base della montagna. Quando ci arriva, la crepa si è quasi richiusa. Erik ci passa sotto un attimo prima che il portone si sigilli.
― Sì ― esclama Olaf trionfante.
Erik lo deposita al suolo con delicatezza.
Il buio è rischiarato da una fila di pietre luminose che attraversa la parete del corridoio. ― Bene ― dice Olaf. ― E adesso dove andiamo?
***
Il sentiero si avvita in una tortuosa spirale lungo il fianco di una collina. Kastelgaard e Sven portano il carro lungo il pendio che digrada verso la pianura.
― Brick ― dice Elsa. ― È questa la strada di cui parlavi?
Il troll si solleva e studia il sentiero. ― Credo di sì.
― Credi?
― Senti ragazzina, è passato molto tempo dall'ultima volta che sono stato qui. Non puoi pretendere che mi ricordi di ogni sasso e di ogni pianta. La strada mi verrà in mente mano a mano che avanziamo.
― Dovevamo prendere l'altra direzione ― dice Elsa stringendo le redini.
― Ti ho già detto che...
I fiocchi di neve appaiono all'improvviso. Il vento si alza mescolandoli in un turbinio che avvolge il carro ed Elsa.
La regina, i capelli scompigliati dal vento, si volta verso Brick. ― È opera di Maia, vero?
Il troll si stringe nelle spalle. ― Sa che stiamo andando da lei. Questo è il suo regno.
― Arendelle... ― inizia a dire Elsa.
― Arendelle è solo un nome ― dice Brick alzando la voce per coprire l'ululato del vento. ― Per Maia non significa niente. Lei considera sue queste terre.
― Cerchiamo un riparo ― grida Kastelgaard.
Bulda getta una coperta su Anna. ― Devi coprirti, cara.
La tempesta aumenta d'intensità a ogni passo. Il vento piega in due gli alberi. Elsa, gli occhi socchiusi, scruta i suoi compagni di viaggio che arrancano nella neve che gli addenta le caviglie.
Un albero si spezza e si abbatte davanti a Elsa. La sua cavalcatura si impenna, lei stringe le briglie e grida. Il cavallo si imbizzarrisce e ruota su se stesso. La regina perde la presa e precipita nella neve.
Kastelgaard salta giù dal carro e la raggiunge. ― Elsa ― grida.
Elsa si rialza. ― Non è niente. Sono atterrata sul morbido.
― Non puoi fare qualcosa?
― I miei poteri sono inutili contro quelli di Maia ― grida la regina.
Brick rotola verso di loro. ― C'è una grotta nei dintorni. Se la neve non l'ha ancora ricoperta del tutto, possiamo trovare rifugio lì.
― Andiamoci subito ― grida Kastelgaard.
Elsa sale sul carro e si stringe ad Anna, che osserva la tormenta con espressione impassibile.
― Da quella parte. ― Brick indica una collina sulla loro destra.
Kastelgaard afferra le briglie di Sven. ― Scommetto che Kristoff saprebbe come uscirne, vero? ― domanda alla renna.
Sven gli rivolge un'occhiata seccata. Con espressione fiera punta le zampe nella neve e avanza deciso verso il punto indicato da Brick.
― Sei un tipetto orgoglioso ― dice Kastelgaard con un ghigno.
***
Sven giace accucciato vicino al fuoco. La luce delle fiamme rischiara l'arco di pietra sotto il quale si sono riparati Elsa e gli altri.
La regina siede in un angolo, le gambe raccolte contro il petto e la testa china. Accanto a lei Anna giace con al schiena appoggiata alla roccia, gli occhi fissi nel vuoto. Il vento agita la coperta che le copre le spalle.
Bulda rotola ai loro piedi. ― Devi dormire ― dice a Elsa. ― Ti preparo un giaciglio.
― Non ho sonno.
― Devi riposare.
― Lo farò quando tutto sarà finito.
― Ma...
Elsa si alza di scatto. ― In ogni caso non riuscirei a dormire.
Brick si avvicina. ― Che succede? C'è qualcosa che dobbiamo sapere?
Elsa distoglie lo sguardo.
― Elsa? ― chiede il troll con insistenza.
La regina sospira rassegnata. ― È da quando siamo tornati da Valarden che non chiudo occhio. Ogni tanto faccio dei pisolini, ma non è la stessa cosa. Ho degli incubi tremendi quando dormo.
Brick si acciglia. ― Che genere di incubi?
Elsa scuote la testa. ― È sempre lo stesso. Ho freddo e qualcuno o qualcosa mi insegue. Ho paura, ma non posso fare nient'altro che nascondermi.
― Da quanto tempo hai questi incubi?
― Da molto.
― Devi liberare la mente, Elsa ― dice il troll. ― Posso aiutarti con la magia troll, se lo desideri.
― In questo momento ho bisogno di essere lucida ― dice la regina. ― La tua memoria è migliorata?
Brick annuisce. ― Ricordo la strada. Cosa farai quando sarai al cospetto di Maia?
― Le restituirò il cuore e lei libererà Anna e tutti gli altri.
― E chi ti dice che manterrà la promessa?
― Tu sembri conoscerla meglio di tutti. Credi che lo farà?
― Maia è un essere solitario. Odia tutto ciò che non è sotto il suo controllo. E temo che non abbia molto a cuore nemmeno quello.
― Com'è diventata ciò che è ora? ― domanda Kastelgaard.
Brick sospira. ― Granpapà ti ha parlato di un maleficio, ricordi?
Elsa annuisce.
Il troll solleva il palmo della mano. Sospesa a mezz'aria si forma una nuvoletta nella quale appare il viso sorridente di una bambina. I capelli sono neri, gli occhi chiari e innocenti. ― In tempi assai remoti, quando il popolo troll era diviso in molte comunità in contatto tra loro e non viveva rintanato in piccole valli solitarie, circolavano numerose leggende. Una di queste narrava di un magnifico palazzo di cristallo che sorgeva in mezzo alle nevi, sorvegliato da giganti di brina alti come montagne.
― Il cuore dell'Inverno ― sussurra Elsa.
Brick annuisce grave. ― Nessuno sa chi l'abbia costruito, né il motivo, né chi o cosa custodisca nelle sue viscere ghiacciate. Sappiamo solo che è da quel giorno che è nata la leggenda della Regina dell'Inverno.
― Regina... dell'Inverno ― dice Kastelgaard.
Brick socchiude gli occhi, le mani che si muovono come in una danza. L'immagine nella nuvoletta cambia e diventa quella di una giovane donna dai capelli neri e fluenti. Veste di un abito bianco accecante e al collo risplende un pendaglio di cristallo a forma di goccia dalle mille sfaccettature. Dietro di lei seguono altre donne, tutte giovani, con piccole differenze come la lunghezza o l'acconciatura dei capelli.
― Chi sono? ― domanda Elsa.
― La domanda giusta è chi erano ― risponde Brick. ― I loro nomi sono stati dimenticati. Sappiamo solo che osarono sfidare Maia e che i loro regni vennero distrutti.
― Perché?
Brick si acciglia. ― Questo dovrai chiederlo a Maia quando la incontrerai.
Elsa scuote la testa. ― Non mi importa chi è o cosa vuole.
― Invece dovrebbe. In tante ere, sei la prima che può sfidare il suo potere apertamente. Potresti essere tu la prossima Regina dell'Inverno.
― Non voglio la corona di Maia ― replica la regina.
― Ma lei pensa che sei qui per sfidarla.
Elsa si alza di scatto e si allontana.
Brick richiude la mano. La nuvoletta scompare e con essa il sorriso aguzzo di Maia.
Kastelgaard si alza e raggiunge Elsa, in piedi ai margini della radura dove si sono accampati. ― Elsa. Cos'è che ti turba così tanto?
Elsa scuote la testa. ― John, mi spiace averti trascinato in questo pasticcio.
― Non è colpa tua.
― Invece sì. Guarda che ho combinato. Ho cercato di usare i poteri nel modo giusto e ho fallito. Ho cercato di fuggire e di rifiutare la mia maledizione, e ho fallito ugualmente. Ora non so più che fare.
― Quando sarà il momento, lo saprai.
― Lo spero tanto, ma ho paura di fallire ancora. E Maia è forte. Molto più di me.
― Ce la faremo.
Elsa lo guarda perplessa.
― Intendo noi ― aggiunge Kastelgaard. ― Andremo da Maia tutti insieme.
― John, non posso...
― Invece sì. Puoi.
Elsa abbassa gli occhi e annuisce.
― Ora andiamo a dormire. Domani sarà una giornata molto dura.
***
Maia attraversa la navata scortata da due golem di ghiaccio che la seguono a pochi passi di distanza. Percorre con passo deciso due file di colonne intervallate da guerrieri di ghiaccio che scattano sull'attenti al suo passaggio.
Il percorso termina ai piedi di una scalinata di ghiaccio, sulla cui sommità sorge una pedana sormontata da uno scranno luccicante.
Maia lo raggiunge e vi si accomoda. ― È bello essere di nuovo a casa, non è vero amici miei? ― domanda soddisfatta ai golem allineati lungo la navata.
In fondo a questa, mescolato a gnomi luccicanti e lupi dai denti cristallini, Kristoff fissa il vuoto privo di espressione.
Nascosto dietro una colonna, lontano una decina di passi dall'esercito in riga, Olaf si sporge dal nascondiglio e poi si ritrae subito. ― Kristoff è nell'ultima fila ― sussurra rivolto a Erik.
Uno dei golem avanza fino alla base della scalinata e si piega su di un ginocchio.
― Parla ― dice Maia con tono solenne.
― Gli intrusi sono arrivati ― dice il golem con voce cavernosa.
Il viso di Maia si contrae. ― Molto bene. Non li aspettavo così presto. Manda i lupi a prendersi cura di loro. ― Sul volto ceruleo appare un ghigno. ― Vediamo come se la cava la nostra regina di Arendelle.
Il golem si rialza e si volta.
Kristoff marcia verso il fondo della navata. Dietro di lui, un golem e due guerrieri di ghiaccio avanzano con passo pesante.
Il quartetto supera i due troll e si infila in un corridoio circolare.
― Eccolo, eccolo ― dice Olaf agitando le braccia.
Erik lo solleva e lo appoggia sulla spalla. Con passo pesante il golem si accoda al gruppo di cui fa parte Kristoff.
― Così ci farai scoprire ― sussurra il pupazzo col viso schiacciato sulla spalla del golem.
Erik brontola qualcosa.
Il golem che chiude la fila lo nota e si avvicina. ― Non conosco la tua faccia ― dice con espressione accigliata.
Erik scrolla le spalle. ― Nemmeno io la tua.
Il golem lo fissa minaccioso, poi esplode in una risata che sembra un ruggito. ― Giusto. Vieni, andiamo nella sala delle gemme.
― Sala delle gemme? ― domanda Olaf.
  
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