Sono ancora quì per vostra sfortuna ma per stavolta sarò rapida. Ringrazio chi ha recensito la volta scorsa: Vegeta4ever, ka93, Pepesale e Rory_Kaulitz. Oltre a loro ringrazio anche Angelo Azzurro e kamy che hanno recensito il mio ultimo lavoro passato inosservato ("La matematica è un'opinione", regalo che non è stato nemmeno scartato). Ora sono ri fretta, devo andare al lavoro prima perché ha nevicato forte e non posso fare altrimenti.
Alla prossima e magari lasciate qualche commento anche alla fc del micio della Bea perché sennò diventa triste, fatelo per lei ç.ç
Vi saluto. Baci
scImMIA
CAPITOLO 83
- VERSO L'INFINITO E OLTRE (HO SEMPRE SOGNATO DIRLO! ^^)-
Il namecciano incrociò le braccia al petto con aria decisa mentre i
suoi occhi scuri, lievemente socchiusi a causa della sua determinazione, luccicavano
grazie a quella luce dai riflessi d'oro che Vegeta, per colpa della sfrontatezza
di Piccolo, stava emanando grazie alla trazformazione in super sayan che stava
entrando in atto. Il lampo abbagliante colse tutti impreparati e per colpa di
esso i presenti dovettero socchiudere gli occhi per non essere abbagliati prima
di riaprirli e notare il principe dei sayan sul piede di guerra mentre Piccolo,
sempre calmo, rimaneva nel suo atteggiamento senza timore alcuno.
« Ti pentirai di avermi preso per i fondelli, muso verde! » esclamò
Vegeta additando l'interessato con una mano mentre il resto del corpo, indirizzato
verso di noi, sembrava colmo di quella fierezza che da sempre distingueva cotale
personaggio dagli altri. Piccolo sorrise mostrando i bianchi denti acuminati,
sciolse l'intreccio delle braccia e dopo averle lasciate un poco pendule verso
terra, le scosse un poco per scioglierle per poi, all'improvviso, farle allungare
in direzione di Vegeta e iniziare ciò che si era prefissato di compiere:
con le lunghe dita affusolate afferrò con forza il collo muscoloso del
sayan, non lo mollò per nemmeno un instante e quando ebbe riaccorciato
le distanze fece cioccare le due fronti l'una con l'altra senza indugi. Il biondo
arraffò con le mani guantate le braccia dalla muscolatura tipica dei
namecciani, allontanò la testa indietro e rapidamente fece anch'egli
cozzare la sua testaccia dura con quella dell'altro che però, per colpa
dell'attacco impetuoso nonostante la semplicità, fu costretto a mollare
la presa per arretrare di pochi passi. Piccolo scosse un poco la nuca, riosservò
il sorriso beffardo di Vegeta e tornò all'attacco iniziando a graffiare
non volutamente il cielo poiché l'altro evitava tutti gli attacchi. Il
sayan quando poteva attaccava e quando la furia del namecciano non gli dava
abbastanza spazio si limitava a schivare i colpi rispondendo sonoramente.
A bordo campo le facce allibite di tutti i presenti evidenziavano il loro disappunto
riguardo a quell'avvenimento inspiegabile. Kaioshin poi, che era già
stressato di suo, si mise le mani nei capelli, strepitò e dopo aver perso
la poca pazienza che aveva, si ritrovò in ginocchio schiacciato da quella
che appariva come l'ennesima presa in giro del destino: non solo erano nei pasticci
perché la storia di MajinBu si sarebbe potuta ripetere una seconda volta,
non solo Babidi era circondato da guerrieri come Darbula, ma ci voleva anche
che Piccolo e Vegeta iniziassero a battibeccare tra loro per peggiorare la situazione.
Il superiore dell'aldilà, affiancato da Kibith che possedeva un'espressione
estremamente simile, cercò di tornare in piedi e dopo aver recuperato
un po' di amor proprio iniziò a sgridare i due ottenendo ben pochi risultati
« SMETTETELA IMMEDIATAMENTE, NON E' IL MOMENTO!! ... » ... Piccolo
e Vegeta sembrarono non sentire ragioni ed anzi, il namecciano scagliò
quasi volutamente un'onda in direzione dell'ometto dalla pelle violacea. Kibith
si parò davanti al suo signore e riuscì a deviare il colpo che
soltanto in apparenza era forte e quindi Kaioshin, ritrovatosi di nuovo al sicuro,
tornò nuovamente a parlare attiranto l'attenzione di tutti: « ...
MA PICCOLO, TU CHE SEI IL PRECEDENTE DIO DELLA TERRA, PERCHE' TI COMPORTI COSI'?
PERCHE' NON MI VUOI ASCOLTARE? ». Il namecciano scattò verso Vegeta,
cercò di colpirlo con un destro, un sinistro ma avendolo mancato entrambe
le volte iniziò a scalciare rapido con le lunghe gambe non riuscendo
però a variare il risultato: il sayan era rapido e la differenza tra
i due livelli d'energia era piuttosto evidente. Il namecciano strinse i pugni
e ringhiò prima di voltarsi in direzione del superiore venuto dall'aldilà,
assottigliò gli occhi e fu cattivo in quello che disse: « Perché
mi sono stancato di aspettare, di dover vedere quelli che mi hanno superato
comportarsi da rammolliti ... » Piccolo guardò con la coda dell'occhio
quello che era il suo allievo e vedendo quello sguardo ancora da bambino provò
la tentazione di mordersi la lingua ma poi, ripensando a quale fosse la cosa
giusta da fare, proseguì « ... Volevo provare di persona ma vista
l'intrusione di questo individuo mi ritrovo costretto a tenere alte le mie idee
». Vegeta sogghignò divertito e disse la propria anche se non era
interpellato « Visto che Kaharoth aveva sottolineato con tanto fervore
che nessuno sarebbe dovuto intervenite, non ho trovato giusto che il muso verde
facesse di testa sua al posto mio ». I due si guardarono nuovamente e
bastò una lieve scintilla per far scatenare nuovamente la lite tra i
due anche perché in fondo, per entrambi, le proprie opinioni dovevano
avere la meglio a qualsiasi costo. Goku mosse un poco la testa da una parte
all'altra con un sorriso divertito sul viso « Non cambieranno mai ...
» mormorò attirando l'attenzione del piccolo Goten che aveva accanto
« ... Dovessero passare mille anni quei due rimarranno delle teste calde
». Il ragazzo del futuro (cioé io) sentì l'affermazione
e sentì l'impulso di controbattere « Per Vegeta posso capire ma
non ho mai visto Piccolo comportarsi così, soprattutto nei confronti
di Gohan ... » lo sguardo dei tre si indirizzò verso il secondogenito
del sayan che a fatica si rialzava in piedi, con un'espressione sconfitta sul
volto. Goku alzò le braccia al cielo, intrecciò le dita tra loro
e le fece scrocchiare sonoramente dopo aver stirato le braccia robuste «
Non fa mai le cose a caso e scommetto che anche adesso qualcosa bolle in pentola.
E poi una volta era il grande mago Piccolo ... stiamo a vedere ». Il piccolo
Son balzò giù dalla roccia e poggiò entrambi i piccoli
piedi a terra iniziando poi a correre in direzione del campo di battaglia, scostò
un poco Crillin che era sulla sua traiettoria e proseguì finché
non raggiunse un piccolo mucchio di sassi ammucchiati. Saltò su di un
paio di essi e si aggrappò alla gamba del fratello che a fatica si reggeva
in piedi e in più si teneva il braccio sinistro con la mano libera. Il
bambino lo richiamò « Gohan ... ». Il fratello negò
un poco con la testa e mantenne gli occhi socchiusi mentre osservava perplesso
il suo vecchio maestro « Proprio non capisco ... » mormorò
confuso non capendo cosa stesse accadendo.
Su di una montagnola vicina qualcun'altro invece sembrava perfettamente conscio
di cosa stava accadendo e non vedeva l'ora di mettere a punto ciò che
gli era balenato nella mente: Darbula strinse i pugni con forza e iniziò
a ridere come un forsennato e poi, dopo aver riempito d'aria i polmoni, iniziò
a gridare al cielo « GRANDE MAGO! FATEMI RIENTRARE, DEVO DIRLE COSE IMPORTANTI!!
». In lontananza il magò udì perfettamente e sembrò
cogliere di buon grando la richiesta del suo suddito anche perché, subito
dopo la richiesta, la stanza tornò quella di sempre e il demone oltrepassò
la piccola porta bianca che poi si richiuse dopo il suo passaggio. Kaioshin
si mise le mani nei capelli ancora più disperato « E adesso cosa
succederà ... ? ». Trunks, visto che poco prima era seduto assieme
a Goku su di una roccia, cadde assieme a quest'ultimo a terra facendo sbattere
forte il sedere oltre che far risuonare un ciocco che fece sorridere Crillin
e il piccolo bimbo.
« Perfetto, siamo ancora nella nave, che trovata! » esclamò
Vegeta sù di giri osservando severo il namecciano che gli sorrideva e
che con una lentezza disarmante apriva le braccia in segno di finta accondiscendenza
« Mi spiace che non sia di tuo gradimento Vegeta, ma sinceramente non
vedo dove stia il problema ... » mormorò mellifluo facendo accensere
sul volto dell'altro un sorriso sornione tutt'altro che dispiaciuto. «
Allora possiamo proseguire » disse infine il principe dei sayan stringendo
i pugni e scattando in direzione di Piccolo che sembrava agguerrito e soddisfatto
come non mai.
« PICCOLO, NON LO FARE! » gridò Gohan in preda ad un senso
di apprensione nei confronti del suo maestro ma poi, vedendo di non essere ascoltato
affatto, si lasciò abbracciare dal fratellino e si incamminò lentamente
verso il padre che ancora si stava massaggiando il sedere.
Vegeta attaccò cattivo, spinto da una sete che non sentiva da tempo,
e colpì duro non risparmiando al suo nemico anche se sapeva bene che
non era alla sua altezza perché, se fosse stato il contrario, non avrebbe
mai accettato che il namecciano giocasse con lui ritenendolo non adeguato all'attimo
e quindi, spinto anche senza volere da un profondo senso di rispetto per quell'alieno
dalla pelle verde, non si tratteneva e si lasciò andare. Piccolo controbatteva
rapido anche se non riusciva a mantenere lo stesso livello degli attacchi del
principe dei sayan, non desisteva anche se i lividi violacei spuntavano fuori
come funghi e continuava imperterrito per il bene suo, dei suoi amici che non
avrebbe mai riconosciuto e soprattutto per Gohan, il suo primo, unico e vero
amico. Il namecciano incrociò le sue dita con quelle di Vegeta e lo obbligò
a salire verso il soffitto della stanza andando a sfiorarlo con le teste. Mentre
le gambe di entrambi colpivano fortemente il corpo nemico, Piccolo avvicinò
il vuo viso all'orecchio sinistro di Vegeta e iniziò a sussurrargli serio
ciò che tramava da tempo « Ascolta Vegeta, devi ascoltarmi attentamente
se vuoi che tutto proceda secondo il mio piano ... ». Il sayan trabuzzò
gli occhi sentendosi nuovamente preso per i fondelli « CHE COSA!? ...
» sbraitò furioso ma poi, serrando maggiormente i suoi attacchi
per vendetta, iniziò anch'egli a bisbigliare al muso verde « ...
Volevi prenderti gioco di me? Dimmi cosa trami! ». Piccolo ricevette una
sonora testata in pieno viso ma non si arrese affatto: liberò la mano
destra e colpì il super sayan con un destro dritto sulla guancia per
poi proseguire mentre gli altri osservavano senza parole ciò che facevano
« In effetti ti stò usando Vegeta, ma sei indispensabile. Solo
noi possiamo mettere fine a questa storia di MajinBu, Babidi e tutto il resto
». Il sayan sembrò arrabbarsi ulteriormente e pertanto sciolse
anche l'altra mano occupata e con entrambe iniziò a colpire ripetutamente
il namecciano nello stomaco facendolo piegare come un origamo « Allora
mi hai teso una trappola brutto verme, adesso me la paghi! ». Quando Vegeta
stava per allontanarsi Piccolo lo riagguantò per poter completare il
suo discorso accompagnato comunque da numerosi colpi « Chiamala così
se vuoi ... » sussurrò mostrando i denti un poco sporchi di sangue
violaceo « ... In ogni caso ascoltami perché se vogliamo mettere
a posto questa storia dobbiamo collaborare ».
******
Darbula si portò una mano sullo stomaco e piegò la schiena in
avanti facendo un caloroso inchino in direzione del piccolo mago che osservava
il suo secondo con aria assorta « Allora Darbula, perché hai voluto
che ti facessi rientrare? Al momento ti avevo visto talmente preso che non ho
fatto domande ma adesso vorrei qualche spiegazione ». Il demone risollevò
la schiena e sorrise smagliante al suo signore « Le ho chiesto quello
perché ho fatto una grandiosa scoperta: quei due, Vegeta e Piccolo ...
Forse sono adatti al nostro piano ». Babidi si prese il mento con una
mano e divenne pensieroso mentre osservava severo i due guastafeste che si stavano
ancora malmenando, si arricciò un baffo, per errore si mise anche un
dito nel naso ma cercò di rimanere serio « E come ci sarebbero
utili scusa? ».
Darbula non si perse d'animo « Signore, quei due sono impuri al contrario
degli altri e quindi, se impossessati dalla vostra magia, potrebbero fare al
caso nostro. Potrebbero velocizzare la rinascita della sua creatura ».
« Già ... » iniziò il piccoletto un po' dubbioso «
... oppure potrebbero crearci maggiori grane. Se si comportano così che
sono normali non credo che il loro caratteraccio potrà modificarsi più
di tanto sotto la mia magia ... Potrebbero continuare a litigare tra loro »
farfugliò mentre osservava Vegeta scannare letteralmente il namecciano.
Darbula fece spallucce « E' un rischio che può correre se ciò
significa avere due come loro dalla sua parte. E poi se si azzuffano troppo
ci penserò io a metterli al loro posto ». Babidi sogghignò
divertito « D'accordo, si può fare Darbula ... » alzò
le sottili mani in direzione della grande sfera di cristallo, spalancò
gli occhi « Prontiiiii ... TATTARATAAAA!!! ».
******
L’aria divenne improvvisamente pesante, quell’atmosfera indescrivibilmente
opprimente sembrò infittirsi ancora quando Piccolo e Vegeta iniziarono
ad agitarsi in preda a evidenti spasmi: le loro mani stringevano con furia la
nuca che sembrava scoppiare a causa di quei pensieri che sbattevano follemente
da una parte all’altra mentre la stridula voce del mago Babidi si intrufolava
tra di essi rubando spazio. Quando il loro dolore divenne quasi insopportabile
le loro voci diedero libertà agli sfoghi mentre le pelli degli altri
presenti si accapponavano senza che potessero fare diversamente. Il super sayan,
colui che gridava con maggiore forza, colui che stava facendo espandere la propria
energia tutt’attorno deformando le pareti già curve, si staccò
da terra di alcuni centimetri. Strinse i pugni, digrignò i denti, arcuò
la schiena all’indietro e gridò in direzione del cielo che non
si poteva vedere lasciando per sé le imprecazioni in direzione del namecciano
che l’aveva fatto cadere in quella strabiliante pensata. Piccolo non stava
di certo meglio: con occhi insanguinati fulminava chiunque cercava di farlo
ragionare, dopo aver poggiato i palmi delle mani sulla larga parete non faceva
altro che tirare indietro la nuca, attendere qualche istante e poi far picchiare
la fronte sul rigido supporto. Il sangue dal colore violaceo non lo aiutava
a far tacere quella vocetta petulante e insopportabile ed anzi, i continui colpi
sembravano far aumentare i rimbombi e peggiorare quindi la situazione. Piccolo
però non demordeva, stringeva i denti e continuò finché
ne ebbe le forze, finché non si dovette accasciare a terra sfinito e
con i nervi a pezzi.
« Piccolo, che cosa ti succede?! » domandò Gohan preoccupatissimo
quando, dopo un po’ di tempo trascorso in silenziosa meditazione riguardo
a cosa stesse accadendo, si avvicinò al namecciano e gli si inginocchiò
accanto. Nonostante il figlio di Goku avesse le braccia malridotte e olezze
del suo sangue, abbracciò il suo maestro con il preciso compito di aiutarlo
ad alzarsi. Ci provò un paio di volte finché l’atteggiamento
di Piccolo variò in maniera impressionante: il namecciano si disfò
del ragazzo con un colpo di braccio e poi, quando Gohan si fu allontanato di
un poco, lo guardò con uno sguardo indecifrabile e in quell’attimo
egli sembrò davvero irriconoscibile. L’aria omicida realizzatasi
da quella strana ombreggiatura attorno agli occhi e quella imponente “M”
in mezzo alla fronte rendevano il personaggio di Piccolo come uno dei nemici
più minacciosi. Nemmeno Goku riuscì ad immaginare che in quell’istante
quel nuovo essere e il caro amico/nemico di un tempo fossero in realtà
lo stesso soggetto … non riusciva a credere che l’ex Dio della Terra
non avrebbe più sogghignato durante un’incontro o almeno, non assieme
a loro.
« Piccolo, ma cosa … » mugolò Gohan in preda un lieve
spaesamento prima che i suoi occhi andassero a posarsi sulla figura di Vegeta
che, con una lentezza che non rientrava nei suoi normali canoni, discendeva
fino a far toccare i bianchi stivaletti al terreno. Il momento di distrazione
gli costò parecchio: a sorpresa Piccolo scattò verso il ragazzo
con entrambe le braccia rivolte in avanti e con le dita delle mani vicine l’una
alle altre per formare una punta, quando la distanza fu sufficiente si fermò
e colpì con entrambe le mani le spalle del giovane facendo affondare
le unghie nella carne. Il moro non riuscì a trattenersi e latrò
verso l’alto mentre le nuove ferite bruciavano terribilmente anche perché
Piccolo, a istanti alternanti, interrompeva momentaneamente il contatto per
poi far sprofondare maggiormente in profondità le sue tacche.
Goten non ci vide più … « NOOO!!! » urlò a squarciagola
scattando in direzione del namecciano scappando alle grinfie benevole del padre
che, ancora una volta, lo voleva aiutare tenendolo a distanza. Fece poche falcate
e poi, quando lo stacco fu abbastanza, saltò in direzione del namecciano
con il gomito diretto proprio in direzione della sua guancia. Ci mancava davvero
poco ma qualcuno fece in modo di modificare l’impatto a proprio favore:
Vegeta infatti, che era rimasto in disparte fino ad allora, appena vide il ragazzino
darsi una mossa comparve a fianco del namecciano e gli bastò un sonoro
schiaffone per far volare il poverino contro la parete facendogli sbattere la
nuca.
« VEGETA!!! » sbraitai colto da un moto di rabbia (finalmente mi
sono inserito nella narrazione ^-^) e non gli staccai gli occhi di dosso nemmeno
quando mi fissò con quegli occhi terrificanti … il suo sorriso
poi, tirato e derisorio molto più del solito, creava sul suo viso un’espressione
da pazzoide che mi fece rabbrividire …
Papà socchiuse un attimo gli occhi e sollevò le spalle fregandosene
altamente del mio richiamo e poi, quando mi mossi assieme al signor Goku verso
il piccolo, mi lasciò fare fulminandomi con la coda dell’occhio.
« Figliolo, tutto bene? » domandò il Son al suo bambino mentre
quest’ultimo si massaggiava la testola ammaccata. « Siii »
mugolò Goten mentre continuava a far navigare le manuccie in quella chioma
scarmigliata.
L’attenzione tornò nuovamente su Gohan che dopo l’ennesimo
colpo urlò ancora. Il viso di Piccolo si avvicinò all’orecchio
del ragazzo e poi, dopo aver mormorato in esso qualcosa di impercettibile agli
altri, affondò ancora le unghie un’ultima volta prima di toglierle
rapidamente e con un colpo secco. Il primogenito di Goku, orai esangue per il
combattimento precedente e quell’ultimo attacco al quale non aveva trovato
dentro di sé la forza spirituale per reagire, cadde ginocchia a terra
e Crillin, anch’egli coinvolto emotivamente in quel brutto affare, agì
per tempo evitando che Gohan stramazzasse al suolo peggiorando le sue condizioni.
Kaioshin era letteralmente senza parole e il pallore del suo viso parlava al
posto suo. Le mani tramavano e ogni istante sembravano fare piccoli scatti mentre
i denti sbattevano un poco gli uni con gli altri. Gli occhi sgranati e vuoti
osservavano lontani quello scenario che rappresentava il crollo delle loro speranze
mentre Kibith, allo stesso modo paralizzato, sudava freddo temendo l’ennesimo
colpo che avrebbe rotto le loro difese. Babidi l’aveva combinata grossa.
Piccolo e Vegeta si incamminarono verso la porta bianca della stanza e si fermarono
dinanzi ad essa. Il namecciano parlò autoritario in direzione del soffitto
prendendo come interlocutore il mago che li stava osservando nascosto in una
stanza lontana: « Babidi! Facci entrare! ».
Un leggero stupore si fece largo nel cuore di tutti, sia tra i buoni che tra
i cattivi anche se io, personalmente, ero più preoccupato riguardo a
mio padre piuttosto che a quello che Piccolo aveva in mentre.
La voce del mago si rese udibile da tutti e al di sotto di essa si poteva sentire
i farfugliamenti di Darbula « Eh? E perché dovrei lasciarvi entrare?
» chiese Babidi con fare scocciato perché questo aspetto molto
probabilmente non rientrava nei piani. Piccolo alzò un poco le mani portandole
vicino al viso lasciando che il sangue purpureo del sayan attaccato da poco
fluisse fino a raggiungere i gomiti e poi cadere a terra, sul viso si delineò
un sorriso, quello suo solito, quello derisorio e sogghignò prima di
parlare « Vorrei darmi una sistemata se non ti dispiace. Sai, questa umidità
non è di mio gradimento » disse sprezzante facendo scivolare il
pollice della mano destra sull’indice e il medio della medesima mano.
Dall’altra parte della sfera il mago arricciò il naso infastidito
e fortemente accigliato di voltò in direzione del suo secondo dopo aver
interrotto momentaneamente le comunicazioni con l’altro luogo dove attendevano
risposte « Che ne pensi Darbula? ». Il demone assottigliò
gli occhi un poco pensieroso e marcò senza volere la sua espressione
già di per sé severa « Grande mago, spetta a lei decidere.
Se non ne è convinto non lo faccia » disse schietto e senza peli
sulla lingua. L’esseruncolo portò dietro la schiena le mani e continuò
a meditare un poco prima di porgere un’ulteriore domanda che sottolineava
ancora una volta il suo cieco affidamento verso il suo adepto « Tu cosa
faresti? ». Darbula sorrise e si rallegrò del fatto che il mago
contasse così tanto sul suo parere « Io li farei entrare anche
se per poco … » iniziò voltando poi il viso in direzione
della sfera che racchiudeva i volti dei due interessati « … Il muso
verde sicuramente adesso starà sentendo i colpi della battaglia contro
Vegeta piuttosto che il sangue del ragazzo. Io li farei passare, direi loro
cosa devono e non devono fare qui dentro e dopo li rispedirei in quella stanza
a fare fuori gli altri ». La pulce gigante annuì con la testa «
Hai ragione, potrebbero far saltare la nave e non voglio proprio che ciò
accada » e dopo aver detto ciò fece aprire il portello tornando
nuovamente a farsi udire « Potete passare, venite pure da me … ».
Vegeta sogghignò ma smise immediatamente quando il mago aggiunse altro
« Tu però torna normale. Non mi piace che tu vada a zonzo nella
mia astronave come una lampadina! ». Il principe sbuffò ma dopo
aver annullato la trasformazione in super sayan riprese a sorridere. Varcò
la soglia e dopo ciò attese che il muso verde facesse lo stesso prima
che la pesante porta si chiudesse alle loro spalle.
« Tzk, è stato troppo facile » mormorò il sayan prima
in incamminarsi lungo quel corridoio.
« Gohan, stai bene? » disse Crillin apprensivo mentre con i suoi
gesti cercava di non toccare nessuna delle sue ferite che sembravano piuttosto
gravi. Il ragazzo iniziò a respirare profondamente e poggiò la
nuca alla parete che stava proprio alle sue spalle, chiuse gli occhi e rimase
ad approfittare di quel silenzio che si era venuto a creare e che, puntualmente,
Goku rovinava a modo suo: « FIGLIOLO! … » disse a voce talmente
alta da risane in quel momento un po’ molto fastidiosa (cosa per cui Gohan
si ritrovò costretto a riaprire gli occhi) « … Come stai?
». Crillin osservò storto il vecchio amico perché pure lui
gli aveva fatto da poco la stessa domanda ma poi si rimise tranquillo quando
sentì il giovane farfugliare qualcosa « Sto bene, non vi preoccupate
… ». Kaioshin si avvicinò al ragazzo con aria severa e la
sua espressione accigliata lasciava presagire cattive notizie « Non penso
che tu stia bene come dici, inoltre la situazione è peggiorata. Di male
in peggio … » mormorò quasi lapidario, come se le parole
dette con tale tono lo aiutassero a farsi sentire meglio perché lui fin
dall’inizio li aveva avvertiti del pericolo che correvano. Goten, che
evidentemente aveva la stoppa nelle orecchie, si disinteressò delle parole
dello strano tizio e, pestando anche senza volere i piedi del medesimo personaggio,
corse al capezzale del fratello poggiandogli le manine sullo stomaco senza però
fare pressione alcuna. « Non ti preoccupare fratellone, si penso io »
disse deciso il ragazzino alzandosi nuovamente in piedi sotto lo sguardo silenzioso
di tutti, con le mani si afferrò la parte superiore della tuta da combattimento
e con un leggero strattone fece in modo che il tessuto arancione uscisse dalla
stretta della cintura blu legata in vita. Con l’allontanamento delle due
maglie accadde ciò che non mi sarei mai aspettato: due piccoli fagioli
caddero a terra rimbalzando poi un paio di volte.
« Hai dei senzu con te? » gli chiesi spiccio approfittando del fatto
che gli altri erano ancora allibiti per proferire parola. Goten annuì
con un cenno della testa « Li ho presi dal sacchetto senza farmi vedere
dalla mamma perché avevo visto che funzionavano bene … »
raccolse i due piccoli legumi stringendoli appena con una mano mentre l’altra
grattava la parte orientale della nuca « … All’inizio erano
tre ma durante il volo mi è venuta curiosità e ne ho mangiato
uno … Era davvero buono e dopo mi sono sentito pienissimo ». Il
padre iniziò a ridere affiancato dal suo amico di sempre « Certo,
i senzu sono davvero gustosi ». Gohan sorrideva tranquillo, contento di
quell’attimo di spensieratezza. Il bimbo tornò dal fratello e gli
porse un fagiolino ma prima che questi potesse afferrarlo Kibith lo bloccò
facendo da parte con la forza il piccolo sayan che però, sentitosi improvvisamente
e letteralmente messo da parte, si impuntò e per punizione diede un calcio
allo stinco dell’omone facendolo diventare livido in volto … e sicuramente
anche nella gamba dopo XD
Kaioshin intervenne spiegando il perché di quell’atteggiamento
un po’ brusco del duo amico « Calmati, ci penserà Kibith
a Gohan, non ti devi preoccupare ». Il faccino rabbuiato non era ancora
scomparso dopo l’affermazione ma questo si annullò soltanto quando
il fratellone disse esplicitamente di lasciare fare all’alieno. Goten
si allontanò un poco, senza pudore si abbassò le braghe e nel
bel mezzo della stanza iniziò a vestirsi piegando ben bene la maglietta
che doveva andare dentro ai pantaloni … se avessi saputo gli avrei almeno
fatto da paravento umano. Kibith lavorò in silenzio: poggiò la
mano destra sul torace ferito di Gohan e concentrò tutte le sue energie
in essa. Dopo pochi istanti l’intero corpo del mio amico si illuminò
di una luce flebile e il colorito pallido che lo caratterizzava scomparve dopo
pochi attimi assieme agli evidenti traumi. Ci vollero pochi minuti prima che
Gohan si stabilizzasse completamente tornando come nuovo e pertanto, quando
lo stesso si alzò in piedi stupito di cosa fosse accaduto al suo corpo,
Crillin non poté fare a meno di sollevare nuovamente una delle sue osservazioni
visto che ogni qualvolta sembravano adatte alla situazione « Perché
non avete fatto così anche con Trunks? Avremmo risparmiato un sacco di
tempo, no? » domandò con aria secca ai due superiori che, ancora
una volta, si guardarono le punte delle scarpette per l’imbarazzo. Dal
canto mio non dissi nulla perché mi sembrava che non ci fosse nulla da
aggiungere.
« Allora, come stai? » chiese Crillin al Son che stava iniziando
a fare un po’ di riscaldamento per vedere se tutto era veramente a posto.
« Sì, stò a meraviglia … » disse Gohan sorridente
poiché era davvero al massimo delle energie prima di ripiombare in un
umore nero « … Chissà che aveva prima Piccolo … Era
così strano … ».
« E’ tutta colpa di Babidi … » sentenziò Kaioshin
con una leggera irritazione udibile dalla voce « … Con la sua magia
si è impossessato delle menti di Vegeta e Piccolo schierando i due dalla
sua parte. Se prima dovevamo vedercela soltanto con Darbula adesso quel mago
da strapazzo ci manderà loro all’attacco, ne sono sicuro »la
mascella si irrigidì quando la frase terminò e il silenzio aleggiò
per un po’ di tempo in quella stanza.
Goku sorrise mentre incrociava le braccia al petto « Non si preoccupi.
Piccolo avrà di sicuro qualcosa per la testa, ne sono certo. Dovremo
soltanto aspettare per scoprirlo » disse poi mentre con disinvoltura poggiava
la schiena alla parete, poco lontano dal primogenito e dal secondo che tornava
trotterellando dal suo attimo di vestizione. Pure io pensavo che qualcosa bollisse
in pentola « Anch’io credo che ci sia sotto qualcosa. Mio padre
e Piccolo non si lascerebbero impossessare da quel mago così ».
Kaioshin digrignò i denti mentre a fianco Kibith si massaggiava ancora
lo stinco … « Non dovete assolutamente sottovalutare Babidi: è
un mago potentissimo e gli basta poco per fare sua una mente nemica. In questo
caso Vegeta e Piccolo sono stati catturati perché avevano un animo malvagio
e quindi potete capire anche voi di quanto poco Babidi abbia bisogno per fare
ciò che vuole! ».
Crillin controbatté a modo suo « Beh, Piccolo è stato cattivello
in passato ma Vegeta penso che sia ancora crudele fino al midollo e certe volte
lo mostra apertamente. Non per dire ma Babidi di materiale a disposizione ne
aveva parecchio secondo me ». Il superiore dell’aldilà non
poté far altro che coprirsi la facci con una mano mentre una goccia di
sudore gli scendeva dalla fronte … pensava che noi stessimo sottovalutando
la situazione.
« In ogni caso non possiamo fare altro che attendere Kaioshin, quindi
si metta il cuore in pace » Goku parlò rilassato come se in quel
momento non fosse nella base di un nemico ma sulle sponde di un ruscello con
in piedi a mollo nell’acqua. Gohan posò una mano sulla spalla paterna
e sorrise anch’egli « Già anche perché Piccolo mi
ha detto di stare pronto perché si farà sentire ».
« Sentire? » domandai piegando un poco la testa da una parte. Il
sono fece spallucce piegando anch’egli la nuca.
******
I passi riecheggiavano in quei lunghi e tetri corridoi fatti di metallo e Vegeta
si stancò ben presto di camminare in essi poiché quella brutta
somiglianza con i luoghi nei quali aveva vissuto anni addietro gli arrecavano
non poco fastidio « Hei muso verde! Hai intenzione di dirmi perché
mi hai coinvolto in questo scherzo oppure no? » domandò fortemente
irritato mentre seguiva un namecciano che sembrava non degnarlo minimamente.
Il principe dei sayan, con il sangue ancora più caldo per colpa della
maledizione del mago, afferrò per la spalla Piccolo e lo obbligò
a voltarsi in sua direzione « E allora? Parla, ne ho abbastanza di questa
storia! ».
« D’accordo … » disse il namecciano dopo aver allontanato
il sayan dalla sua figura ed essere tornato a guardarsi attorno « …
Innanzitutto ti dico che stavo cercando una mappa dell’astronave ».
Lo sguardo di Vegeta, anche se era per la maggior parte sadico e omicida, assunse
una piega interrogativa « E cosa te ne fai di una mappa della nave? ».
Piccolo ricominciò ad incamminarsi aprendo tutte le porte che trovava
lungo il tragitto osservando poi l’interno alla ricerca di ciò
che cercava « Voglio trovare la sala comandi » sentenziò
poi dopo aver trovato quella che doveva essere stata la stanza del mostro Yacon
poiché a terra vi erano i chiari segni di uno spuntino veloce tracciato
con il sangue. Il principe socchiuse gli occhi arricciando le labbra «
Bene, io che centro? ». Il namecciano si fermò un istante, non
si voltò ma sollevò le spalle aprendo un poco le braccia «
Mi dai una mano no? In fondo sei quello più esperto di navi spaziali
e quindi magari sapresti anche dove andare a cercare il documento ». La
passeggiata riprese e mentre Piccolo proseguiva con l’esplorazione il
sayan rimaneva muto. Il silenzio cadde nuovamente e perdurò finché
Vegeta non parlò spinto da chissà quale motivo « In genere
si possono trovare nelle zone addette ai pasti e nei larghi dormitori anche
perché fungono come una mappa per i piani d’evacuazione nel caso
di avaria della nave ». Il namecciano provò la tentazione di voltarsi
e di fulminarlo ma si trattenne quando, aprendo l’ennesima porta, non
si trovò dentro ad una stanza piena di quelli che si potevano definire
tavoli futuristici accompagnati da sedie sicuramente scomode. « Questa
dev’essere la mensa o qualcosa di simile, è la stanza più
grande che ho visto al momento oltre a quella da cui siamo venuti » si
osservò attorno e poi, dopo aver aguzzato l’occhio e aver visto
ciò che cercava, si avvicinò ad esso lasciando l’oggetto
appeso alla parete. Vegeta rimase distante e si sedette su uno dei tavoli accavallando
le gambe ed incrociando le braccia al petto « Bene, adesso? Ti progetti
la tua nuova abitazione? » chiese in tono sarcastico non riuscendo però
a far infastidire l’altro. Piccolo studiò attentamente la mappa
e constatò che effettivamente la struttura della nave era proprio a parete,
come l’aveva decritta il sayan tempo prima: le stanze erano separate l’une
dalle altre e le interfacciavano dei corridoi minuscoli che creavano un reticolo.
Naturalmente le stanze più piccole avevano talmente poca importanza che
erano delineate soltanto da dei piccoli punti di colore differente. I namecciano
si voltò indietro e si ritrovò addosso lo sguardo critico di Vegeta
« Dove si trova la sala comandi? Non conosco questa scrittura »
mormorò severo aspettando un cenno dall’altro che arrivò
dopo un po’: il sayan saltò giù dal tavolo sul quale stava
seduto e si avvicinò all’alieno mantenendo le braccia incrociate.
Lo adocchiò truce, « Spostati! » gli ordinò e poi,
dopo aver ricevuto soltanto uno sguardo identico al suo come risposta, fissò
la carta con disinteresse. « Ce ne sono due … » bofonchiò
irritato accendendo però l’attenzione di Piccolo che tornò
a fissare la cartina sbiadita « … Una è qui, nella stanza
più alta a sinistra mentre la seconda è stanza più bassa
nella zona centrale. In navi come questa non è anormale trovarle doppie
».
« Due stanze. Me ne chiedo il motivo » mormorò l’ex
Dio della Terra fissando attentamente la seconda stanza che però aveva
qualcosa che non tornava …
« Navi spaziali così ampie posso avere due sale per evitare maggiormente
collisioni o altro, è solo un’optional e volendo una delle due
può essere adibita ad altro come in questo caso … » Vegeta
additò la stanza che secondo la mappa era la più bassa della nave
e socchiuse un poco gli occhi « … Qui c’è Babidi con
la sfera di MajinBu. Ricordo che Darbula ci aveva detto che avremmo raggiunto
quella stanza soltanto battendo i nemici di ogni livello e quindi è logico
che sia l’ultima. Se devi fare i giochino ti consiglio di utilizzare l’altra
sala » aggiunse poi secco poiché secondo il suo parere aveva sprecato
fin troppe parole con quell’alieno a suo avviso incompetente. Piccolo
sorrise « Bene, il primo passo è stato fatto e il secondo lo faremo
adesso … » mormorò prima di chiudere gli occhi e cadere in
profonda concentrazione lasciando il principe dei sayan in balia di quel silenzio
e nella nevrosi del mago che di lì a poco si sarebbe fatta udire.
******
« Gohan, mi senti? »
Il Son ordinò a tutti di fare silenzio assoluto dopodiché chiuse
ermeticamente gli occhi lasciandoci ad ascoltare le sue parole che sembravano
non avere un senso mentre invece lui coglieva tutto perfettamente nella sua
mente. Ora vi dirò cosa successe con quello che Gohan ci raccontò
successivamente …
Il mio amico alzò il viso verso l’alto, parlò e senza accorgersene
sorrise: « Dimmi Piccolo, ti sento ».
« Bene. Devi sapere che tutto ciò che è accaduto e successo
perché io l’ho voluto: sono intervenuto di proposito nel tuo scontro
contro Darbula per attirare le ire di Vegeta e fare in modo che Babidi si impossessasse
delle nostre menti … »
I pugni del sayan si strinsero udendo quelle parole: « Ma perché
… Non dovevate farlo, era pericoloso! ».
« Lo so, ma sapevo che ce l’avremmo fatta perché sia io che
Vegeta non abbiamo la benché minima voglia di farci comandare da qualcuno.
Vegeta era contrario ma alla fine si è ritrovato costretto perché
ormai era troppo tardi per tornare indietro, in ogni caso sappi e fai sapere
che siamo pienamente coscienti delle nostre azioni, Babidi non è stato
in grado di impossessarsi completamente di noi ».
Il sorriso tornò e per noi crebbe la voglia di sapere di più «
Bene! Sono davvero contento »
« Adesso ascoltami bene e riferisci all’interessato ciò che
ti dirò, non perderne nemmeno una parte, ne andrebbe del piano …
».
Vedemmo Gohan annuire numerose volte prima di dare il messaggio finale: «
D’accordo Piccolo, ho capito. Fate attenzione ». Il sayan riaprì
gli occhi e ci osservò sorridente capendo che le nostre espressioni non
significassero altro se non “dicci-dicci”. Gohan incrociò
le braccia al petto e iniziò a parlare a voce estremamente bassa «
Babidi potrebbe ascoltarci quindi devo parlare piano: Piccolo si è fatto
impossessare dal mago di proposito e ha fatto in modo che pure Vegeta subisse
lo stesso trattamento sapendo che anch’egli avrebbe mantenuto distaccata
la sua personalità da quella impiantata da Babidi, quindi vi informo
che ciò che è accaduto prima è stata una pura messa in
scena per ingannare qui due … » il Son si fermò un attimo
e pensò bene di nascondere il fatto che in realtà, il colpo che
papà aveva dato a Goten, non era una recitazione ma un mero sfogo per
quell’assurda parte che il principe dei sayan era costretto a fare «
… La seconda parte del piano di Piccolo non riguarda noi nel generico
ma soltanto Trunks ».
Spalancai gli occhi per la sorpresa « Io? » nel frattanto Goten
diceva che ero fortunato … mah.
« Già … » iniziò Gohan avvicinandosi maggiormente
al gruppo che si fece più compatto per udire meglio « … Devi
andare nella sala comandi che si trova nel primo piano a sinistra e far allontanare
la navicella di Babidi dalla Terra utilizzando la tastiera che troverai ».
Kaioshin si portò una mano al mento e socchiuse gli occhi pensando che
quella fosse una buona idea. Crillin non poté ribattere.
« Ma io non ho mai pilotato una navicella spaziale. La macchina del tempo
non è propriamente la stessa cosa » dissi un po’ amareggiato
a Gohan sottolineando poi che in tutti quegli anni di pace avevo studiato la
vecchia navicella di mio padre ma che la nave in questione, essendo molto più
grande di quella analizzata, poteva essere completamente diversa.
« Piccolo ha detto che tu sei l’unico che può farlo perché
tra noi sei quello che ha maggiore esperienza, visto che Vegeta non lo può
fare perché sarà occupato con Babidi e Darbula. Papà sa
giusto azionarla se si tratta di spingere un bottone ma non credo proprio che
sarebbe in grado di pilotarla … » Gohan guardò per un attimo
Goku che se la rideva mentre si grattava la zazzera con una mano « …
Io e Crillin ci abbiamo viaggiato ma al tempo la guidava Bulma quindi non ne
sappiamo nulla. Per il signor Kaioshin e Kibith, Piccolo ha pensato che avessero
usato un mezzo differente per spostarsi quindi non ha pensato a loro. Manchi
solo tu, sei l’unico ». Goten iniziò a tamponare il fratellone
« Ovviamente Goten tu non sei stato contemplato » aggiunse Gohan
mettendolo a tacere e facendo ridere in molti.
Annuii lasciando che i capelli mi andassero davanti agli occhi « D’accordo,
farò il possibile ». Mi alzai in volo raggiungendo il portello
che stava sul soffitto che però era ancora perforato dal passaggio che
avevamo fatto io e Goten per entare nella nave. Oltrepassai tale varco e risalii
tutto il tragitto ritrovandomi nella prima stanza della nave, nella quale in
principio mio padre aveva combattuto contro Pui Pui sconfiggendolo pesantemente,
e voltai da una parte all’altra per scovare il passaggio laterale che
mi avrebbe portato nella sala comandi del sistema. Intravidi la porta chiara
e la raggiunsi con pochi passi che, senza volere, feci senza emettere alcun
suono, come se fossi stato un gatto. Poggiai la mia mano sulla fredda parete
e generai su di essa una piccola onda che si deformò divenendo sottile
ma ampia e andando così a coprire una parte di quell’area che avrei
dovuto poi oltrepassare. Lasciai che la mia energia s’espandesse e successivamente
attesi che la nuvola di fumo e polvere che si era creata scomparisse da per
sé prima di proseguire. Varcai la soglia e appena ciò accade mi
dovetti spostare sul fianco perché all’interno della stanza vi
era uno degli scagnozzi di Babidi (forse l’ultimo rimasto) che appena
mi vide nella coltre cercò di colpirmi con furia. Il tentativo fu vano
e con esso pure i successivi che seguirono ma poi, quando lo vidi correre in
direzione di quello che appariva come il piano dei comandi, pensai che stesse
per azionare un allarme generale che sicuramente avrebbe fatto tornare all’attacco
Darbula sotto l’ordine del mago e pertanto scattai in sua direzione, gli
tagliai la strada dopodiché, con un colpo secco all’altezza del
collo, lo tramortii facendolo accasciare al suolo privo di sensi. Lo scrutai
non sorpreso di quelle mosse perché moto probabilmente avrei agito allo
stesso modo se fossi stato nei suoi panni. Mi avvicinai alla grande tastiera
e per un attimo mi venne male vedere quella moltitudine di tasti multicolore
uno affiancato all’altro e disposti secondo quella che sembrava una logica
senza senso. Mi portai una mano al mento e lo presi con il pollice e l’indice,
iniziai a riflettere ma poi però, quando i miei neuroni mi diedero “pagina
bianca” come risposta spostai la stessa mano dietro alla nuca e mi grattai
lievemente.
« Allora, questo forse è l’allarme generale perché
il tizio prima lo stava per premere … » sussurrai indicando il bottone
rosso dalla forma circolare che era posizionato vicino al margine del pannello
orizzontale « … Ma gli altri? » mi chiesi poi perplesso senza
nemmeno capire quale fosse il timone di quella navicella.
Ero nel pieno delle mie riflessioni quando …
« CI SONO ANCH’IO TRUNKS!! ». Mi voltai di scatto verso la
voce che mi aveva fatto quasi spaventare e mi misi una mano sul cuore vedendo
che colui che aveva emesso tale esclamazione non era nessuno di pericoloso «
Goten … Mi spieghi cosa ci fai qui? ».
Il bimbo alzò le braccia portandole all’altezza delle spalle e
con una posa da aeroplano mi si avvicinò con un sorriso stampato sulla
faccia « Ti do una mano » disse poi con una sincerità che
aveva dell’incredibile. L’osservai alzarsi lievemente in volo e
iniziare a galleggiare poco sopra al largo pennello prima di arricciare il naso
confuso « Ma come si fa? Quali sono i comandi? ».
Sorrisi e puntai le mani ai fianchi « E’ questo il problema, non
lo capisco nemmeno io … » ridacchiai un poco e poi, prendendo una
mano nell’altra, feci crocchiare le nocche « … Proviamo, non
abbiamo alternative. Speriamo nella fortuna ».
******
Erano trascorsi parecchi minuti da quando il sayan e i namecciano avevano abbandonato
la stanza e Babidi, giustamente, stava iniziando a chiedersi dove si fossero
cacciati quei due impiastri. Ringhiò il mago continuando a camminare
in tondo lasciando come centro fisso Darbula che osserva il proprio padrone
in silenzio senza proferire parola « Ma dove diavolo si sono cacciati
quei due?! Non sopporto chi mi fa aspettare! » sbraitò poi il piccoletto
stringendo i pugni scheletrici.
« Forse sarebbe meglio chiederglielo tramite la sfera … »
suggerì il demone dopo una veloce riflessione e il mago, tenendo come
buona tale idea, tornò alla sua palla di cristallo e fece comparire i
due nuovi sudditi in essa.
« Hei! Voi due, mi dite dove accidenti siete?! » urlò a squarciagola
Babidi attirando l’attenzione di Vegeta e Piccolo che, appena udirono
la voce, alzarono istintivamente gli occhi verso l’alto non sapendo che
senza volere stavano guardando in direzione del mago.
« Tzk, ma cosa ti importa? Fatti gli affari tuoi » disse seccato
Vegeta procedendo con il cammino e sparendo così dalla visuale del mago
che, a quella risposta incresciosa, si arrabbiò ancora di più:
« Io sono il vostro padrone, sono stato chiaro?! Voi dovete ubbidirmi
e portarmi rispetto!! ». La pulce divenne talmente paonazza che in confronto
Darbula sembrava pallido …
Piccolo sorrise mellifluo ed incrociò le braccia al petto « Grande
mago, saremmo già lì se avesse progettato meglio questo posto.
Non ci si capisce nulla » inventò il namecciano come scusa per
il ritardo pensando che Babidi se la bevesse senza replicare troppo, cosa che
fu: « SIETE SOLTANTO DEGLI IMPERTINENTI! VENTE SUBITO QUI!! » sbraitò
furente il piccoletto con i nervi a fior di pelle.
« Agli ordini … » disse solo Piccolo con aria scocciata sparendo
anch’egli dalla visuale. Babidi spense la comunicazione e osservandosi
attorno fu felice avere accanto uno come Darbula che non gli dava così
tante grane « Quei due sono degli impertinenti! » esclamò
poi come per darsi forza e ragione mentre nel frattempo i due maledetti erano
pronti per menare le mani: il principe dei sayan e il grande mago Piccolo contro
il piccolo mago Babidi … perdonate il mio gioco di parole ^-^”
Il mago proseguì a camminare in circolo per parecchio tempo prima di
bloccarsi impallidito per ciò che stava accadendo: il pavimento vibrava
e le pareti tremavano creando un frastuono insopportabile. « DARBULA!
CHE COSA STA’ SUCCEDENDO?! » gridò in preda ad un’altra
crisi e il demone, più calmo ma comunque preoccupato osservò da
un degli oblò e quando comprese cosa stesse accadendo riferì tutto
quanto « Ci stiamo allontanando dalla Terra, la nave è fuori quasi
del tutto dalla crosta terrestre ».
« CHE COSA?! » il mago corse alla sua sfera e osservò la
propria nave dall’esterno: rapidamente usciva dal terreno e su di essa
il sole splendeva forte e abbagliante. Babidi cadde in ginocchio in preda all’ansia
per i suoi piani stavano andando letteralmente a rotoli mentre da un’altra
parte io e il piccolo Goten ridevamo come matti.
... Continua ...