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Autore: Milla Choc    31/01/2015    0 recensioni
A volte gli imprevisti si possono rivelare piacevoli, altre volte rischiano di scombinarti i piani di una vita.
Una ragazza, sempre sola contro il mondo, perde il fiato quando incontra Alfie Deyes.
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alfie Deyes, Caspar Lee, Joe Sugg, Zoe Sugg
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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15 aprile-mattina

 

La mattina era luminosa e allegra fuori dalla finestra della camera da letto. Decisi di non aspettare un minuto di più per alzarmi. Infilate le pantofole rosse mi diressi verso la cucina ancora un po' addormentata, e quindi andai a sbattere un paio di volte: una addosso lo stipite di una porta e l'altra contro il tavolino dell'ingresso. Non ci feci caso più di tanto, era routine anche quello per me.

Arrivata alla meta accesi la macchina del caffè e, messa la cialdina, selezionai 'Cappuccino', come al solito.

Il profumo del caffè si spargeva veloce e presto invase la cucina intera. Inspirai profondamente. Tutto ciò rendeva la giornata promettente. Nell'attesa presi due fette biscottate integrali e ci spalmai sopra uno strato bello spesso di marmellata di fragole. Ne addentai una e intanto ritirai il mio cappuccino bello fumante.

Finita la colazione pensai che anche se era domenica avrei dovuto fare qualcosa di produttivo, o avrei sentito un senso di colpa la sera stessa per aver perso una giornata. D'altronde non sono mai stata il tipo che si riposa. Per impiegare la mattinata in modo utile decisi che avrei fatto la spesa. Mi infilai un paio di jeans, una semplice maglietta grigia, il chiodo di ecopelle nera e un paio di sneakers bianche.

Il sole e il cielo azzurro e privo di nuvole mi riempirono di energia e quindi optai per andare in bicicletta.

-Dunque, mi servono le penne, le melanzane e le zucchine, le carote... mmh no quelle le ho. Ah già la passata di pomodoro!- mi ripetevo mentalmente mentre vagavo tra gli scaffali tentando di governare il carrello che sembrava volersene andare per conto suo.

Arrivata nella corsia della pasta cercai di individuare le pennette.

-Eccole!-

Allungai la mano per prenderle, e solo quando ormai avevo toccato la scatola blu mi accorsi che un'altra mano si era avvicinata per prenderla.

Ritrassi subito la mia mano, e notai che anche l'altra fece la stessa cosa.

Era una mano bellissima. Maschile, grande, dita lunghe e affusolate, unghie ben curate e niente calli. Sono sempre stata molto colpita dalle mani delle persone.

-La prenda pure!- dissi imbarazzata, e girai la testa per vedere a chi appartenesse la mano misteriosa.

Era di un ragazzo più o meno della mia età, forse di un paio di anni più giovane, diciamo sui 23 anni. Indossava una canottiera nera e dei jeans. Sulla testa aveva un berretto, da cui spuntava un ciuffo di capelli corvini. Aveva la carnagione chiara ma le guance velate di rosso, nascoste da un filo di barbetta incolta.

-Figurati, prendila te! In effetti io cercavo le orecchiette. Sembrano introvabili.- mi disse con un accento un po' britannico e una voce dalla sfumatura graffiante, l'espressione pensante.

-Grazie mille allora!- dissi, e misi la scatola nel carrello.

Feci per andarmene ma qualcosa mi trattenne, non saprei spiegare cosa.

-Le orecchiette sono per di qua!- e il ragazzo mi seguì. Pochi metri più avanti mi fermai. Gli indicai la pasta che cercava e mi ringraziò con un sorriso caldo e sincero.

Mentre mi allontanavo per continuare a fare la spesa sentii delle voci (due maschili e una femminile) che parlavano inglese con il ragazzo di prima. Mi girai e vidi un ragazzo bassino con una telecamera che filmava un altro ragazzo biondo mentre faceva delle espressioni divertenti. Mi scappò un rumore che doveva essere una risata, ma subito la soffocai con le mani. Fortunatamente non se ne erano accorti. La ragazza, bellissima e con dei capelli lisci molto voluminosi, diede un bacio sulla guancia al ragazzo dalle belle mani.

Mi misi a camminare di colpo molto velocemente, come se avessi fatto qualcosa che non avevo il diritto di fare.

Arrivata alla cassa iniziai a scaricare i prodotti dal carrello. Mentre mi giravo per vedere se era rimasto altro da far passare alla cassiera incrociai lo sguardo del ragazzo di prima. Prima non avevo notato che i suoi occhi, apparentemente marroni, nascondevano delle pagliuzze verdi. Aveva degli occhi molto belli.

-Ehi! La ragazza-pennetta!- esclamò con un tono di voce allegro.

Alle sue parole mi sentii al contempo felice perché mi aveva riconosciuta ma anche un po' contrariata dall'aggettivo che mi ero guadagnata. Decisi di comportarmi allo stesso modo.

-Il ragazzo-orecchietta!-. Usai un tono pungente.

-Ok, forse sarebbe meglio usare i nomi veri. Io sono Alfie, tu?-

-Mi chiamo Alice-

La nostra breve e imbarazzante conversazione fu interrotta dalla cassiera -Sono 34 euro e settantaquattro centesimi.-.

Mentre mettevo la borsa della spesa nel cestino del carrello, Alfie e la sua compagnia stavano uscendo dal supermercato.

Mentre gli altri tre si allontanarono per filmare qualcosa di apparentemente buffo all'angolo, Alfie mi si avvicinò con lo sguardo basso.

-Ehi Alice-

-Ehi Alfie- feci io-

Notai che mentre cercava le parole giocherellava col pollice e il palmo della mano, come se fosse nervoso.

-Senti ehm... Io e i miei amici non siamo di qui. Staremo qui per un paio di settimane per lavoro. Non è che conosci un posto carino dove poter andare stasera? E' due giorni che siamo chiusi in albergo.-.

Rimasi un po' delusa che si trattasse solo di questo, ma felice che avesse usato la parola 'amici' e non avesse parlato di una sua ragazza.

-Certo ma è una città grande e non è facile muoversi se non la si conosce!- ribadetti.

-Se non hai degli impegni potresti venire con noi stasera e portare un paio di amici. So che non ci conosci, ma non abbiamo brutte intenzioni.-

Se questa situazione mi fosse capitata in un qualsiasi altro momento avrei rifiutato, non era proprio da me andare in giro con degli sconosciuti. Ma istintivamente sentivo che sarei dovuta andare, quindi risposi -Va bene. Ci vediamo all'angolo del supermercato alle otto.-.

   
 
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