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Autore: istinto della luna    01/02/2015    2 recensioni
- Fremione -
Questa storia non seguirà gli avvenimenti cronologici, bensì saranno i protagonisti che ricorderanno eventi nei quali hanno compiuto alcuni gesti senza rendersene conto.
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[Cap.3]
Quando fu abbastanza lontano, si girò verso di me. Compiaciuto per il fatto che non avevo ancora distolto lo sguardo alla sua schiena, si mise ad urlare: " Vedrai Hermione, la prossima volta sarai tu a ronzarmi intorno! "
[Cap.4]
Purtroppo avevamo più di una gatta da pelare. Una di queste era una sorta di gatto impagliato con la faccia da rospo. Si chiamava Dolores Umbridge ed era il nostro nuovo insegnante di Difesa. [...]
E la seconda? Beh, la seconda era...
" FRED WEASLEY! "
[...] Assomigliava un po' ad una ragazzina saccente con i capelli arruffati e uno sguardo fiero.
[Cap.5]
Prima di spingermi verso Ron che stava avanzando verso di me, mi sussurrò la miglior promessa che avessi potuto sentirmi dire. " Prima o poi andremo ancora insieme sulla scopa, vedrai. "
[Cap.7]
" Hermione? " Mi girai e spalancai la bocca. Era stato lui a chiamarmi.
" Si? "
" Non fare la guastafeste. "
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Come resistere alle cravatte compromettenti

(Pov's Fred - quinto libro)
<< Forza Fred, alzati, è tardi. >>
Quella mattina fui svegliato dalla nobile voce di mia madre, mentre correva da una parte e l'altra della casa inseguita.  Alzai il capo dal cuscino e provai a focalizzare la testa fiammeggiante del mio Gemello preferito sul letto di fronte al mio.
<< George? >> sussurrai con le mani sugli occhi. Mia madre aveva appena spalancato le finestre e la luce solare aveva inondato il mio campo visivo.
<< Che c'è ancora mamma? >> chiese lui con voce strascicata.  
Sbuffai sconsolato e mi issai. Barcollando raggiunsi George che, seppur riluttante, tese una mano verso di me e si lasciò tirare.
<< FORZA RAGAZZI! >> urlò nuovamente mia madre. Guardai George e mi apprestai a scendere le scale seguito da un Ron assonnato e una Ginny non del tutto consapevole.
Arrivammo in cucina con i capelli scompigliati e i pigiami stropicciati. Non riuscivo a tenere gli occhi del tutto aperti.
Guardai le ore e spalancai gli occhi all'istante. 5:00 del mattino. Che diavolo dovevamo fare di così importante? E poi perché la notte precedente George e io eravamo andati a letto così tardi? Ah già, per le nostre fantastiche Merendine.
<< Che cosa è successo mamma? >> chiese Ginny mentre reprimeva uno sbadiglio.
<< Dobbiamo trasferirci. >> Mi voltai di scatto. Quella voce, così dolce e comprensiva, non assomigliava per niente a quella di mia madre.
Spalancai la bocca alla vista che ebbi. Hermione Granger sorridente e vestita di tutto punto era in piedi sulla soglia della cucina.
Lanciai uno sguardo a George che ricambiò all'istante e ci sedemmo sulle sedie.  Ron, che entrò in quel momento, balzò all'indietro, urtando uno degli aggeggi di papà.
<< Hermione! Che ci fai qui? >>
Lei sorrise e replicò: << In meno di un'ora dovete lasciare la Tana. >>
<< Che cosa? >> chiedemmo in coro.
<< È così ragazzi >> rispose per lei mia madre che aveva appena varcato la porta della stanza.
<< Perché? >> chiesi. Lasciai che il mio sguardo si andasse a posare su Hermione, la quale mi guardò imbarazzata per poi sedersi da parte a me. Esultai mentalmente cercando di elaborare un piano che avrebbe imposto a quelle guance di imporporarsi molto più spesso.
<< Dobbiamo trovare un nuovo posto dove indire le nuove riunioni dell'Ordine della Fenice. >>
<< L'Ordine della Fenice? >> chiese George entusiasta quanto me.
<< Si, ma non vi interessa >> concluse mia madre guardandoci male. Sbuffai scatenando non poche risate da parte della ragazza seduta da parte a me.
Sorrisi a mia volta e cominciai a fare colazione. Dopo di che mi diressi in camera per preparare le cose. Mi sorpresi quando, dopo aver bussato, sbucò nella mia stanza Hermione.
<< Hai bisogno? >> chiesi fingendomi gentile.
<< Veramente si - disse con le guance rosee - devo ridarti questa. >>
Rimasi spiazzato quando mi ritrovai davanti al naso la mia cravatta. Ricordavo bene quella cravatta, la stessa che, compromettente, aveva cinto il mio cranio facendola imbestialire. Quanto ci avevo goduto quella volta...
<< Che succede qui? Hermione?!? >> domandò sorpreso George con una salvietta tra le mani e gli occhi stretti a fessure.
<< Niente, dovevo solo consegnare questa a Fred >> disse tranquilla Hermione.
Vidi George sogghignare leggermente. Non potei non lasciarmi scappare un sorrisetto seppur preoccupato per la mia stessa incolumità.
<< E sentiamo - disse infatti George dandomi una gomitata - perché devi ridargli la cravatta? >>
Vidi Hermione arrossire improvvisamente e stringere tra le mani la mia cravatta.
<< Me l'ha d-data lui e-e io... non... sapevo che fare >> pronunciò impacciata. Come avrei voluto fare una foto! La prima volta in cui Hermione non era spavalda come al solito.
<< Ora tu mi spieghi meglio gemello mio! >> esclamò George con un cipiglio alzato.
Io alzai le spalle. Che avrei dovuto dirgli? << Mmm... biglietto da visita >> dissi infine facendolo sbellicare dalle risate.
Hermione mi diede una sorta di pugno sul braccio e buttò la cravatta per terra. << Che significa? >> chiese poi.
<< Niente che vada d'accordo con la tua età veneranda, Granger >> la sbeffò George intento ad asciugarsi finte lacrime.
Lei si voltò di scatto verso di me. Ancora una volta incontrai i suoi occhi e, come quella sera al Ballo del Ceppo, vi annegai.  Non riuscivo a capire il perché ma quegli occhi mi rapivano, letteralmente. Decisi, allora, di dire tutta la verità e di accantonare per un momento le battutine.
<< Quella sera portavo la cravatta sulla testa >> cominciai, continuando a guardarla negli occhi.  George urlò ammirato per poi esortarmi ad andare avanti. Io sorrisi furbescamente e proseguii: << Quella sera Angelina ed io avevamo fatto un patto, chiamato equivoco nell'equivoco. >>
<< Equivoco...? >>
Annuii: << Si, avevamo ballato tutta la sera ed ad un certo punto mi sembrava che la cravatta mi stringesse il collo più del dovuto così l'ho tolta. >>
<< E come ha fatto a finire sulla tua testa Freddie? >> chiese nuovamente il mio più fidato Gemello.
<< Equivoco nell'equivoco >> risposi semplicemente.
Entrambi strabuzzarono gli occhi per poi assumere due espressioni diverse: la prima una strana gioia e il secondo un'indignazione pari alla mia soddisfazione in quel momento. Provai a rassicurare Hermione con lo sguardo che però non mi rifletté. Sbuffai per quella mancanza di battute.
<< Fred, George, Hermione! Mancate solo voi. >>
Ancora scossi scendemmo dalle scale. Io chiudevo la fila e seguivo Hermione. Ad un certo punto l'affiancai e le soffia all'orecchio: << La nostra scommessa è ancora aperta. >>
Lei si girò di scatto sorpresa e irritata allo stesso tempo. Aveva capito esattamente a cosa mi stavo riferendo.  Sorrise poi, continuando a guardarmi, disse: << Mi sembra che stai perdendo ancora tu questa scommessa. >> abbassando lo sguardo verso il mio petto a pochi centimetri dal suo volto. Risi sinceramente e mi allontanai. Era tornata la vecchia Hermione Granger.

*

La vita a Grimmauld Place, il nuovo luogo d'incontro per i componenti dell'Ordine della Fenice, stava passando velocemente, ma non sempre in letizia.  Harry era stato processato per aver fatto incantesimi nel mondo babbano e di forte a un babbano. Sapevamo tutti perché lo aveva fatto, ma il Ministero voleva infangare la sua tesi.
Io e George perfezionammo varie Merendine che avremmo rilanciato a scuola una volta che questa sarebbe cominciata.
<< Come ti sembra questa? >>
<< Beh, alla fine si è fermato il sangue. >>
George aggrottò la fronte e cancellò un paio di frasi su un taccuino. Rimasi a fissarlo mentre mi rigiravo tra le mani uno dei dolciumi che avevamo inventato di sana pianta. Avevo lasciato la cravatta a casa. Si trovava ancora per terra nel punto in cui Hermione l'aveva lasciata cadere.  Fu così che mi ritrovai a pensare alla cravatta e a quel lontano Ballo del Ceppo e al suo sorriso.
<< Fred, sei di nuovo tra noi? >>
<< Le Caccabombe devono essere più puzzolenti George, hai proprio ragione >> dissi senza pensare minimamente alle parole che erano uscite dalla mia bocca. Stava parlando della Caccabomba che Ginny aveva lanciato sulla porta della cucina? Sperai di si, anche se dallo sguardo con cui mi osservava, capii che avevo sbagliato totalmente argomento.
<< In realtà ti ho chiesto se la mamma riuscirà a darsi una calmata. >>
<< Una calmata... ? >> chiesi più confuso di prima.
<< Si, Fred, per le Merendine... quando le ha trovate sotto al letto... ricordi? >>
Mi riscossi all'istante. << Certo che si! Comunque credo di no George. Dobbiamo trovare nascondigli migliori o lasciare perdere per un piccolo periodo in modo tale da farle scordare la faccenda. >>
<< Cosa alquanto complicata >> convenimmo entrambi all'unisono.
<< Devo andare Fratello >> disse ad un certo punto George.
<< Perché? >> domandai. Lui scrollò le spalle e, senza rispondermi, si alzò dal letto
<< Fred? >> disse sulla soglia della camera.
<< Che c'è? >> chiesi a mia volta.
<< Non rimpiangere troppo di non aver portato con te quella cravatta. >>

*

Avevamo messo piede a Hogwarts da circa tre mesi e i nostri Scherzi andavano già a gonfie vele. Tutti quei ragazzini ci pregavano in ginocchio di vendere le nostri Merendine.
E noi cosa avremmo dovuto fare? Erano così piccoli, indifesi, non avrei mai potuto perdonarmi se non avessi dato loro la possibilità di farci fare successo!
Purtroppo avevamo più di una gatta da pelare - non mi riferisco di certo a mrs Purr - (anche perché era già spelacchiato di suo). Una di queste era una sorta di gatto impagliato con la faccia da rospo. Si chiamava Dolores Umbridge ed era il nostro nuovo insegnante di Difesa. Faceva parte del Ministero, che l'aveva mandata apposta a scuola per tenere d'occhio Silente.
E la seconda? Beh, la seconda era...
<< FRED WEASLEY! >>
Mi girai di scatto con un sorriso largo quasi quanto il mio stesso viso. Ecco la mia seconda gatta da pelare. Assomigliava un po' ad una ragazzina saccente con i capelli arruffati e uno sguardo fiero.
<< Si? >> chiesi innocentemente.
Lei s'imbizzarrì all'istante e corse verso di me. Scacciai i primini con cui stavo parlando e imprecai mentalmente per aver consigliato a George di dividerci. Ero convinto infatti che, così facendo, avremmo coinvolto un numero maggiore di persone nella metà del tempo.
<< Che stavi facendo? >>
La guardai negli occhi e non potei non sorridere. Scoprii con una certa riluttanza che quel sorriso non assomigliava ai miei soliti ghigni. Sembrava quasi addolcito. Mi vennero i brividi all'istante.
<< Parlavo con dei ragazzini, è forse proibito? >> domandai alzando un sopracciglio.
Lei mi squadrò dalla testa a piedi con le braccia incrociate al petto. Adorabile, davvero. 
<< No, ma vendere le tue merendine si! >>
Assunsi un'espressione sorpresa e dissi con nonchalance: << Non stavo vendendo nulla, Hermione. >>
Lei sorrise e, con gli occhi assottigliati a due fessure orizzontali, proclamò autoritaria: << Allora che cosa sono quelle cose che nascondi dietro alla schiena? >>
Mi mossi impercettibilmente stringendo la mascella. Mi aveva scoperto quella piccola so-tutto-io. Alzai le spalle e ghignai: non mi avrebbe piegato così facilmente.
<< Ah non lo so Hermione, vuoi controllare tu? >> chiesi con finta innocenza meritandomi un'occhiata indignata e, allo stesso tempo, imbarazzata da parte della ragazza.
<< FRED! Non sto scherzando! >> disse poi, abbassando leggermente lo sguardo. Lo abbassò quel tanto che bastava per non perdermi più nei suoi occhi. Sbuffai senza capire effettivamente perché lo feci.
<< Nemmeno io prefetto. >>
A quel punto Hermione, indispettita, tese una mano verso la mia schiena. Sorrisi e mi allontanai leggermente. Non avrebbe vinto così facilmente.
<< Eh no Granger, così è troppo facile >> sussurrai nella semioscurità del corridoio. Evidentemente stavamo per assistere al coprifuoco, poiché era letteralmente deserto.
La vidi sbuffare e avvicinarsi maggiormente a me. Continuava a tendere le mani cercando di arrivare dietro alla mia schiena, ma io non glielo permettevo, girandomi ogni qualvolta riusciva a toccare il tessuto del mio maglione.  Non seppi trattenermi e scoppiai a ridere. Non potevo resistere di fronte all'espressione esasperata e autoritaria che aveva assunto nel giro di pochi minuti.
<< Fred, non è divertente. >>
<< Oh si che lo è >> risposi divertito.
<< Sento dei rumori. Vieni Mrs Purr. STUDENTI FUORI DAL LETTO! >>
Ci bloccammo all'istante e ci guardammo negli occhi. Avevo promesso a George che non mi sarei messo nei guai - almeno per quel mese - in vista dello scherzo megagalattico che avremmo riservato alla Umbridge successivamente. Se Gazza mi avesse scoperto, George mi avrebbe ammazzato.  Le sussurrai di seguirmi e ci nascondemmo in un angusto sgabuzzino per le scope. L'aria, all'interno era irrespirabile e la polvere aveva già impregnato i nostri vestiti. Sentivo il corpo di Hermione a contatto con il mio e cominciai a provare uno strano calore. Strinsi più forte la Merendina dietro la mia schiena come se, così facendo, mi avrebbe aiutato a non perdere il controllo.
<< Purr, amorino mio, hai sentito anche tu? Non devono essere lontani. >>
<< Oh no, Fred! Che facciamo? >> chiese Hermione dimenandosi come un'anguilla. Le intimai di fare silenzio, nell'esatto momento in cui mi pestò un piede. Chiusi gli occhi cercando di non urlare per il dolore. Possibile che quella piccola Prefetto perfetto avesse dei piedi così pesanti? Aveva forse dei salmoni come parenti?
<< Granger, se continui a dimenarti, Gazza ci scoprirà >> sussurrai sui suoi capelli che, a contatto con il mio viso, mi impedivano di vedere lo spazio di fronte a me.  Lei annuì e si calmò. Esultai di gioia dentro la mia testa - come sempre - e infilai la Merendina in una tasca.
Rimanemmo in quello sgabuzzino per un'ora buona con il fiato sospeso.
<< Dici che potremmo uscire? >> chiese ad un certo punto Hermione.
<< Penso di si. A quest'ora Gazza starà facendo smancerie con il suo gattaccio. >>
Lei si girò verso di me stranita per poi annuire anche se confusa. Non sapeva che Gazza amava il suo gatto quanto la Umbridge amava le sue punizioni?
Aprì la porta e sgattaiolammo nella nostra Sala Comune. Prima che si diresse nel suo Dormitorio l'afferrai per un braccio.
<< Alla fine non hai scoperto che cosa nascondessi dietro alla schiena Granger. >>
Lei sorrise sfidandomi: << Io non direi. >>
Sorrisi a mia volta. Sapevo che mi aveva rubato la Merendina ancor prima che avesse risposto alla mia domanda.
<< Mi raccomando, non fare come la cravatta >> ribattei di rimando.

*

I giorni passarono e George e io riprendemmo la nostra attività coinvolgendo apertamente in Sala Comune chiunque fosse interessato a comprare le nostre Merendine. Vedevo che Hermione, nonostante fosse intenta a studiare, ci lanciava occhiate indignate. Sorrisi e mi avvicinai ad altri primini.
<< Freddie, hai visto quanti ragazzi? >> mi chiese George con gli occhi luccicanti e la bocca semiaperta.
<< Certo George! Dopotutto noi sappiamo fare affari! >>
<< Oh - oh, guai in vista Fratello >> disse ad un certo punto il mio Gemello dandomi una gomitata nelle costole. Perché ogni volta che voleva farmi notare qualcosa di " interessante " doveva sgomitare?
<< Si tratta della Granger vero? >> dissi guardandolo in faccia.
<< Precisamente! >>
Sbuffai e mi misi a contare sulle dita della mano: << Uno... Due... Tre... >>
<< WEASLEY! >> tuonò una voce nota. Che voce nota!
Entrambi ci girammo verso di lei angelicamente. Ogni volta era così. Lei si infuriava, noi facevamo i finti tonti e poi se ne andava. Non aveva alcun potere di farci espellere o di punirci, proprio per il fatto che non era un'attività contro le regole e i decreti finora emanati dalla Umbridge.
<< Non potete farlo! Quante volte devo dirvelo? >>
<< Tante, Hermione >> dissi melodrammatico, scatenando un risolino da parte di George. Io lo guardai stranito. Come diamine aveva riso?
Hermione non sembrò farci caso.  Si mise d fronte a me e disse: << Fred, non sfidarmi, posso ricattarti lo sai. >> Stava alludendo alla Merendina.  Mi girai a sinistra constatando che George si era appena dileguato. Che ingrato! Me l'avrebbe pagata.
<< Oh non credo sai >> dissi abbassandomi alla sua altezza. Lei non si scompose e si avvicinò maggiormente a me.
<< Che vorresti dire? >>
<< Che ho vinto io la scommessa, Hermione! >> conclusi, per poi allontanarmi senza riuscire a reprimere le risate che cercavano di evadere dalla mia gola.
Sapevo per certo che si trovava ancora immobile con le guance rosse. Quel pensiero mi portò a desiderare che quelle guance diventassero rosse solo per me.








Angolo Autrice:
Salve a tutti, ho appena aggiornato!
Tengo davvero molto a questa ff, quindi spero che questo capitolo non risulti troppo lungo e di conseguenza pesante da leggere. Premetto che questa è una storia che richiama il numero dei film (purtroppo, ma non ho potuto fare diversamente), di conseguenza l'ultimo capitolo corrisponde alla parte 8. Tuttavia reputo che la lunghezza di questi capitoli sia giusta in quanto io stessa voglio valorizzare ogni " libro " e parlare di tre spezzoni massimo, inseriti nel suddetto. 
Questo capitolo e quello precedente sono dei capitoli "inusuali" e differenti da tutti gli altri (anche da quelli successivi). In questo caso, infatti, ho voluto soffermarmi sugli scherzi e sulla spensieratezza di Fred e non sugli avvenimenti importanti accaduti in questi due libri (come il torneo Tremaghi o l'Esercito di Silente) per un motivo molto semplice che capirete continuando a seguire la mia ff. XD
Spero che Fred si comporti come Fred e che non sembri un'insulsa imitazione, perché non me lo perdonerei mai. Mi sento davvero legata ai gemelli Weasley e trovo obbrobriosa la possibilità di non averli mantenuti come nel libro. (tra l'altro sono nata nel loro stesso giorno!!)
Per concludere voglio specificare che le parole Gemello, Fratello e Merendine non sono state scritte con la lettera maiuscola per puro caso. Sono sicura che Fred, oltre a reputare le sue invenzioni, magnifiche - e quindi indicate con la maiuscola - ritiene che il suo rapporto con George sia grande, più grande di quello che ha con qualunque altro fratello, proprio per questo pensa a lui come Gemello e non gemello.
Bene, dopo tutto ciò, posso dileguarmi.
Ringrazio chiunque abbia inserito la mia storia tra le preferite, le ricordate e le seguite e abbia recensito (ovvero Aleswim, GRAZIE).
Un ringraziamento anche a chiunque legga!
Mi farebbe piacere ricevere un bel commentino! Ditemi pure se qualcosa non quadra o non vi convince.
Al prossimo capitolo!
Martina

 
   
 
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