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Autore: Tota22    07/02/2015    2 recensioni
Una villetta nella zona residenziale di un'anonima cittadina americana diventa teatro dello scontro tra due ragazze. Prima sfidante: Cherry una sedicenne punk, egocentrica e affetta da ribellione adolescenziale cronica. Seconda sfidante: Lynn, un'altra sedicenne, snob e con una sindrome ossessiva compulsiva per ordine, pulizia e organizzazione. I pazzi eventi di un weekend di fine agosto saranno inspiegabilmente innescati da delle merendine, dei dolcetti allegri e un dessert.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La saga delle merendine

Capitolo 2

Muffins allegri e vicini impiccioni

Lynette Douglas  tentava in tutti i modi di recuperare la propria mascella dal pavimento.

Quando aveva varcato la soglia di casa al mattino non si aspettava affatto quello che trovò, al suo ritorno, nel tardo pomeriggio.

Quel venerdì  mattina infatti ,decisa a restare fuori dall'operazione "festino apocalittico" indetta da sua maestà Cherry, aveva lasciato la villetta dei Bell poco dopo la partenza degli zii e cuginetti alla volta di Disneyland.
Dopo essersi sorbita le ennesime raccomandazioni dagli zii vale a dire pagare il fattorino che avrebbe portato il dessert il sabato sera,  non toccare le riserve di cibo rifornite per l'occasione  eccetera eccetera... aveva salutato con la mano l'auto di zio George e tutti i soggetti al suo interno .  

Appena il pick up blu aveva girato l'angolo, senza guardarsi indietro  Lynn aveva inforcato la sua bici e si era diretta in città. Era stata una giornata quasi piacevole.
Per prima cosa aveva fatto tappa nel bistrot in stile francese sulla strada principale, giusto il tempo di consumare un pain au chocolat e una spremuta d'arancia.
Di buona lena si era diretta al centro commerciale per acquistare delle tinture da parete e degli adesivi per decorare la sua stanza ( lo stretto indispensabile per il resto si sarebbe arrangiata con i colori dei gemelli). Per terminare il giro mattutino fece salto in biblioteca  finendo per guardare e non prendere in prestito nulla.


Dopo uno spuntino con una mela e un toast, portati da casa, aveva sbirciato qualche vetrina, consapevole di non potersi permettere nulla che fosse esposto, almeno non più.  

Il suo fondo personale, con annessa carta di credito gold, e tutti i suoi possedimenti erano stati bloccati quando suo padre era stato arrestato per truffa nell'aprile precedente, lasciandola letteralmente con il suo sedere snob e viziato per terra.

Alexander Louis Douglas , da tutti considerato brillante uomo d'affari, l'aveva fatta, come si suol dire, fuori dal vaso. Non si truffano i propri soci per cifre del calibro di milioni di dollari, pilotando la grana in paradisi fiscali nei Caraibi, e semplicemente nessuno ti becca. Oh no.

Lynn ancora non era riuscita ad entrare nei particolari della questione, ma la stupidità del suo genitore si era ripercossa in modo brutale sulla sua vita da perfetta figlia di papà.

 Niente più lezioni di pianoforte, né di cucina, né di arti marziali, né sedute dallo psicologo, niente più macchina, niente più shopping nel finesettimana, niente vacanze in California, niente più amici,  niente, niente.  Per chiudere in bellezza niente più casa e niente più scuola privata, niente più stage estivo presso un college prestigioso. Niente, niente, niente.

Poco dopo l'arresto, l'assistente sociale assegnatole  (Un ragazzo sbarbatello al suo primo caso, super ansioso e sconclusionato), in accordo con il tribunale, l'aveva parcheggiata a casa degli zii dato che sua madre non era reperibile. Gwen e George sarebbero rimasti suoi tutori in attesa dell'esito del processo a carico di suo padre.

Nel giro di qualche mese la vita perfetta di Lynette  era stata ridotta in pezzi, come una torre di Jenga demolita dalla mano maldestra di suo cugino Miles.
Il programma di una vita intera già scritto e organizzato nel suo ossessivo immaginario (il college, un lavoro importante, un matrimonio con un membro d'élite della società , persino il trasferimento alle Hawaii dopo la pensione)  si era volatilizzato quando quattro agenti di polizia avevano suonato il campanello  della loro villa, una sera di aprile.


 Il tutto si era concluso con gli agenti che rincorrevano pateticamente suo padre per il giardino, come nei peggiori film comici, fino a metterlo faccia in giù sul bordo della piscina idromassaggio infilandogli le manette.
Lynn seduta sulla sdraio in giardino non sapeva se piangere o ridere istericamente.  A quel punto era svenuta presa da un crollo nervoso.


 Ora invece,  quattro mesi e quattro tipi di psicofarmaci anti panico dopo, tentava di ricostruirsi una nuova vita, restando ancorata al rimpianto di  quella vecchia.

Dopo quella sera di aprile nessuna delle sue amiche l'aveva chiamata, mai,  neanche per chiederle come stava.


Quando, alle cinque del pomeriggio di quel dannato venerdì, varcò al contrario la soglia di casa immersa in oscuri pensieri di rimpianto e rassegnazione, per poco non restò fulminata dalla visione che le si parò davanti.

Il salotto non esisteva più.  I mobili, divani le poltrone e qualsiasi oggetto che potesse essere usato come sedia era stato spinto lungo le pareti dell'ampia stanza,  lasciando spazio a una poderosa consolle con piatti e amplificatori.
L'intera batteria era stata trasferita dalla taverna al salotto e campeggiava sul tappeto persiano di zia Gwen, come se fosse nei migliori studi di registrazione. Quello strumento infernale era accerchiato da una chitarra elettrica, un basso e una tastiera.

Era chiaro che Cherry avesse in mente un concerto in piena regola,  altro che festa di venti persone.

Ma ancora non era stata la rivoluzione del salotto di casa Bell a sconvolgerla (per quanto la distribuzione dei mobili fosse disorganizzata e terribilmente disordinata per i suoi gusti), bensì un odore sospetto che proveniva dalla cucina.
Sembrava di ... muffin al cioccolato. Tuttavia era sovrapposto a un olezzo dolciastro e pungente che non sapeva proprio decifrare. Lynn si riteneva una pasticcera discreta in grado di riconoscere dal profumo dei dolci tutti gli ingredienti, ma questo proprio le sfuggiva. Inoltre sua cugina non era certo conosciuta per essere un asso in cucina, anzi l'ultima volta che si era cimentata  era riuscita a bruciare persino i maccheroni al formaggio da microonde.

Lynn sniffava l'aria come un segugio in cerca di tartufi, quell'odore la stava tormentando.. Forse era estratto di melissa? Miele? Qualche spezia o erba particolare?

Improvvisamente una lampadina si accese nel cervello di Lynn. Una sola parola echeggiava nella sua mente.

Erba.

I suoi sospetti divennero realtà quando entrò in cucina.
Cherry e i suoi tre amici fidati, che fin dall'inizio dell'estate Lynn aveva ribattezzato mentalmente "I tre Moschettieri", erano intenti nello sperimentare l'arte culinaria in maniera tutt'altro che tradizionale.

Il tagliere di zio George  era  usato da Dom, il più grosso e imponente amico di Cherry, come base per sminuzzare strani grumi di erba essiccata dalla natura tutt'altro che equivocabile.
Le sue treccine biondicce e ispide, che partivano dal cranio fino a raggiungere metà delle spalle, ondeggiavano mentre canticchiava un motivetto allegro e muoveva il gomito su e giù facendo lavorare il coltello sul tagliere.
Dom, chitarrista della band  punk fondata da Cherry( i Pink Thunderstorm), era alto due metri e abbastanza grosso da sradicare il piccolo melo nel giardino di casa Bell.
Il suo aspetto era semplicemente feroce, ma bastava guardarlo in viso per farsi coccolare da un sorriso disarmante e sincero che decorava perennemente le sue labbra. Lynn attribuiva questa sua caratteristica alla certezza che fosse sempre strafatto.

Il secondo moschettiere Rachelle , tastierista della band, era intenta a mescolare un grumoso impasto al cioccolato nella ciotola preferita di zia Gwen. Lynn inorridì alla vista di quella massa informe e per nulla invitante che Rachelle rimestava in continuazione, mentre allo stesso tempo messaggiava all'impazzata e chiacchierava con la strega dai capelli rosa.
Rachelle, detta l'Hacker, era bassina e tonda. La sua pelle color caramello e i capelli  a cresta riccissimi, neri come il carbone, ricordavano a Lynn un tipo di cioccolatini che sua madre le regalava quando era piccola: delle sfere al latte con una cresta di cioccolato fondente.

Appassionata di video game e computer, il più grande divertimento di Rachelle era abbattere il firewall del sistema informatico della sua scuola e portare scompiglio nella registrazioni di voti, assenze e archivi. Era raro che sollevasse i suoi occhi a mandorla, di un castano quasi giallo, da una delle sue innumerevoli piattaforme elettroniche e quando ciò avveniva era perché stava progettando qualche scherzo malvagio.

L'ultimo moschettiere, Tobias, bassista e cantante, riempiva svogliatamente le formine dei muffin con i pirottini decorati con disegni di spongebob, perso nei suoi pensieri.  

Tobias, Tobias,  Tobias... altezza media, fisico asciutto e muscoloso, capelli e occhi neri come la pece , sguardo che stende, taciturno e misterioso, il tipico bello e dannato, per di più musicista.  Lynn, dopo una serie di lotte interiori,  aveva dovuto arrendersi ed ammettere a se stessa che trovava Tobias un po' (estremamente) attraente (un figo paura).

 Dal primo incontro nella taverna di casa Bell, quando zia Gwenn l'aveva costretta a scendere e portare la merenda a sua cugina e ai suoi amici durante le prove del gruppo, Lynn aveva captato il pericolo.

 Due parti distinte e separate di lei, cioè i suoi ormoni da adolescente (che si era sempre curata di seppellire nell'angolo più buio del suo essere) e la sua razionalità estremamente sviluppata, avevano ingaggiato una lotta senza precedenti.
 Sfortunatamente per Lynn,  per la prima volta nella sua vita, avevano vinto gli ormoni. La conseguenza: una figuraccia epocale che consisté nel versarsi addosso l'intero contenuto del vassoio che aveva portato con equilibrio perfetto giù per le scale un minuto prima.

Le buone intenzioni di zia Gwen , che aveva visto nella merenda un buon principio per far socializzare Lynn con Cherry e la sua band, si ritorsero contro di lei quando vide la nipote tornare sù per le scale ricoperta di succo d'arancia e nutella. Cherry l'aveva presa in giro per una settimana e ogni volta che ci ripensava Lynn sentiva lo sguardo d'ossidiana di Tobias sulla nuca e vedeva  un ghigno beffardo sulle sue belle labbra.

Lo stesso ghigno che esibiva in quel momento, mentre la squadrava sulla soglia della cucina.

Lynn chiuse la bocca per poi riaprirla nuovamente chiedendo:

- Cosa. Diavolo. State. Facendo. -

- Un'opera di alta pasticceria, principessa - rispose Dom con un sorriso buttando il contenuto del tagliere nella ciotola di Rachelle. Ormai tutti gli amici di Cherry avevano adottato quel fastidioso soprannome.

- Sei già tornata? Speravo tanto che rimanevi sepolta in biblioteca così ti ci chiudevano dentro per sbaglio tutta la notte, peccato. -  Disse Cherry con tono falsamente dispiaciuto.

Lynn sbuffò e mormorò - Che rimanessi.. non rimanevi. - 
Cherry roteò gli occhi ma non fece in tempo a rispondere che si sentì tirata verso il salotto da una presa inaspettatamente ferrea.

 - Charlotte permetti due parole?-

- Certo Lynette - e Cherry sputò più veleno possibile pronunciando il nome della cugina.

Lynn lasciò la presa solo quando furono fuori portata d'orecchio dalla cucina e si rivolse alla ragazza davanti a sé, schiumante di rabbia.

- Non erano questi i patti, avevo detto niente droga! E adesso ti inventi dei muffins allucinogeni? Vuoi distribuirli agli invitati come dessert così ci ritroviamo un'orda di zombie incontrollabili per casa? Ma ti è dato di volta il cervel... -

Cherry tappò la bocca della cugina con una mano.

- Piantala di starnazzare, il patto è come mi pare e piace e ti ho detto di non preoccuparti è tutto sotto controllo.. perché non vai nella tua tana in soffitta e non ci resti? -

- Fai come ti pare, ma non ci metto niente a chiamare zia Gwen se la situazione prende una brutta piega, Charlotte.... per tua sfortuna ho le chiamate gratis anche tra uno stato e l'altro!-

Le rispose Lynn piazzandole sotto il naso il suo cellulare.

- Lynette.. povera piccola ingenua Lynette. Mi stai ricattando? Non pensare di sfidarmi a questo gioco perché sono molto-e le puntò un dito sulla fronte punzecchiandola,

- più brava.. -  le colpì la fronte a metà coperta dalla frangetta che Cherry  riteneva  "noiosa" almeno quanto lei.

- di te... - secondo colpo sulla fronte e Cherry scorse una sfumatura di rosso rabbia negli occhi castani di sua cugina.

- Chiama pure mia madre...a meno che tu non voglia che il tuo diario diventi di dominio pubblico alla festa di stasera... -

Il sorriso di Cherry assomigliava a quello di una pazza quando vide la cugina sbiancare..

- ..Stasera? Cherry la festa non è domani sera? oggi è venerdì... -

- Diciamo, principessa, che la festa sarà ANCHE domani sera, ma inizierà stasera con il concerto dei Pink Thunderstorm..-

Cherry lasciò la cugina accasciata sulle ginocchia dalla notizia,  e se ne tornò in cucina. L'unica prova che suggeriva alla strega dai capelli rosa che Lynn fosse ancora viva, furono i suoi passi sordi e irati sulle scale, un quarto d'ora dopo.
***
 
La giornata di Cherry invece non poteva iniziare nel modo migliore.
Si era svegliata a mezzogiorno senza nessuno che la tirasse giù dal letto a furia di colpi sulla porta.
Tutti sanno i pregi di un buon sonno di bellezza, di certo Cherry ci teneva molto.  Genitori e fratelli erano su un aereo per Disneyland, la pazza si era miracolosamente volatilizzata lasciandole campo libero per attuare il suo piano perfetto per una festa da sballo che non avrebbe avuto pari.

Dopo un pranzo a base di pane, burro di noccioline e marmellata ( più in là non sapeva andare con la cucina), aveva fatto un giro per il quartiere diretta a casa di Rachelle, notando molte meno macchine nei vialetti delle villette dei suoi vicini rispetto al solito.

Dalla mamma di Rachelle, amante dei pettegolezzi e il cui passatempo preferito era spiare i vicini, seppe che i Dawson, i Sanders e gli Amber erano partiti, merito dell'ultimo weekend d'estate. La fortuna era dalla sua parte.

Gli unici vicini rimasti erano la signora Mill, un'ottantenne quasi sorda che soffriva di narcolessia che di sicuro non si sarebbe accorta degli schiamazzi della festa, e gli odiosissimi Burton.

Già i Burton, una coppia sulla cinquantina che abitava proprio a fianco a loro, tipici bigotti intolleranti con il giardino perfetto e la casa perfetta, abiti perfetti e ben pettinati. Cherry ci avrebbe scommesso che  nella loro idea di perfezione non rientrava una festa/concerto punk della durata di due giorni a cinque metri da casa loro.

La strega rosa ci aveva pensato per buona parte della notte a come risolvere la questione dei vicini, ma la soluzione le venne offerta da Dom che nel primo pomeriggio di quel venerdì si era seduto comodamente sul divano di casa sua insieme a Tobias e Rachelle.

Avrebbero cucinato dei muffin all'erba talmente potenti che, con un solo dolcetto, i coniugi Burton sarebbero partiti per un bel trip senza accorgersi di nulla per il resto della serata.

Doveva solo essere sicura che li mangiassero e poi sarebbe filato tutto liscio.

Il resto del pomeriggio era trascorso nel preparare la casa per il concerto e fare la spesa.

L'alcol era un problema, erano minorenni e sprovvisti di documenti falsi... nessun negozio gli avrebbe venduto la quantità industriale di birre che avevano in programma di acquistare.

Alla fine venne in loro soccorso il fratello maggiore di Tobias, dopo un po' di preghiere e moine.

 Cherry si mise proprio d'impegno a convincerlo, stuzzicandolo e sfoggiando le sue movenze da gattina. Robb, che aveva un debole per lei da anni, non poté fare a meno di capitombolare, anche se strappò un invito alla festa, ignorando le occhiate truci di suo fratello.

Alle quattro del pomeriggio il frigorifero in cucina, il freezer in cantina e persino le due vasche da bagno presenti in casa Bell erano zeppe di birra e vodka così tanto da far impallidire sia un'irlandese sia un russo (Il tutto finanziato dal famoso barattolo nella dispensa in cui sua madre aveva lasciato i soldi per pagare il fattorino e un fondo di emergenza per le due ragazze, - Cosa c'è più urgente dell'alcol ad una festa?- pensò Cherry ).

Andava tutto a gonfie vele, a parte l'interruzione di Lynn. Mancava solo da sistemare i Burton e Cherry sapeva benissimo chi mandare a suonare il loro campanello con un vassoio di muffin al cioccolato in mano.
***
 
-Dlin Dlon-
Lynn non avrebbe mai sospettato che un suono così familiare e dolce dovesse decretare la sua morte.
 Maledetta Cherry,  i suoi ricatti e i suoi ragionamenti inoppugnabili, nonostante fossero espressi con evidenti errori grammaticali. Era ovvio che i Burton non si sarebbero fidati della figlia dei vicini piena di piercing e capelli rosa dalla cattiva reputazione, ma di sicuro avrebbero accettato dei manicaretti fatti in casa da quella dolce e brava ragazza che era  la loro nipote.

Lynn stava sudando come un cavallo dopo una corsa e non era colpa del caldo. La sua coscienza, più ferrea di quella di un Amish,  continuava a ripeterle che era un bruttissima persona, che stava infrangendo la legge, che avrebbe raggiunto quell'idiota di suo padre in prigione e ne sarebbe uscita da trentenne senza una consona istruzione, senza un lavoro e con dei tatuaggi slabbrati fatti dalla sua compagna di cella con un pezzo di vetro rotto.

- Cosa non si fa per evitare l'ennesima umiliazione pubblica - pensò sconsolata la ragazza.

Tesa come una corda di violino, con quel maledetto vassoio di muffin in mano, sentiva lo sguardo della signora Burton scrutarla dallo spioncino.

Per quanto i Burton fossero persone estremamente pulite, ordinate e votate  alla cura maniacale della propria casa e della propria persona, erano un tantino eccessivi persino per Lynn. Se ne era accorta quando zia Gwen l'aveva trascinata a prendere il the delle cinque da loro ( in pieno luglio) e la signora Burton l'aveva rimproverata di aver usato il cucchiaino sbagliato per lo zucchero, dicendole che non avrebbe mai trovato marito.

La porta bianca perfettamente laccata si schiuse, riportandola alla realtà, e una signora dai capelli rosso acceso ( pettinati e laccati) , rotonda come un bon bon,  perfettamente agghindata, strizzata in un completo color mandarino che faceva a pugni con l'acconciatura, esibì un falsissimo sorriso:

- Buonasera cara, hai bisogno di qualcosa? -

- Ehm.. no cioè.. sì cioè... - balbettò Lynn, ma poi si  ricompose e schiarì la voce.

- Buonasera signora Burton. Mia zia Gwen  manda a lei e a suo marito dei dolcetti per il the, per ringraziavi di averci prestato il tosaerba il mese scorso.. sa finalmente le azalee non sono più infestate da quelle erbacce...-

- Oh che pensiero carino! - rispose il mandarino parlante dando un'occhiata estasiata ai dolcetti ( era risaputo che entrambi i coniugi fossero dei golosoni). In effetti i dolcetti erano molto graziosi. Tutto merito di Lynn.

Nonostante avesse accettato di offrirli ai vicini, la ragazza si era rifiutata di spacciare per sue  creazioni quelle oscenità bitorzolute uscite dalle mani di Dom e Rachelle, quindi aveva decorato i muffin con del frosting e una spruzzata di palline colorate.

 Lynn stava giusto mollando il carico tra le mani grassocce della vicina quando questa la tirò per un braccio all'interno della sua immacolata abitazione.

- Entra cara, io e il signor Burton stavamo giusto per prendere il the -

Lynn lottò disperatamente per liberarsi dalla presa del mandarino parlante.

- No! non si preoccupi, purtroppo non ho molto tempo  inoltre non vorrei disturbare..-

- Non dire sciocchezze cara, poi è un peccato non assaggiare insieme questi dolcetti, li hai fatti tu?-

-Ehm no.. cioè sì in parte mi hanno aiutata- ora era seriamente spacciata.

Non ci fu verso di convincere la signora Burton a lasciarla andare e Lynn si ritrovò a sorseggiare the bollente, stretta  tra i due coniugi suoi ospiti, sul divano in pelle bianca. Voleva morire.

I signori Burton attaccarono i dolcetti con molto gusto lodandone il sapore particolare e chiedendone gli ingredienti.

- Oh è un cioccolato che proviene dal Venezuela, ha molte proprietà depurative... - disse Lynn mentre trangugiava la bevanda bollente pregando tutti gli dei esistenti che la tortura finisse il prima possibile.

- Ma tu non li mangi figliola? - le chiese il signor Burton leccandosi dai baffi il frosting, con metà del secondo dolcetto che riposava su un piattino in equilibrio precario sulla sua enorme pancia stretta in una camicia troppo piccola. Lynn deglutì sonoramente.

- No grazie non ho molta fame... -

-Suvvia prendine uno, che cosa sarà mai un dolcetto così piccolo!-

La ragazza disperata continuò a ripetere si essere a posto così, finché il signor Burton già un po' su di giri , nel tentativo di essere simpatico, le diede una gomitata nelle costole ridacchiando e sputacchiando briciole ovunque:

- Come mai non li vuoi mangiare? Non ci starai mica avvelenando con questi dolcetti ah ah ah ah -

La risata stridula della signora Burton riecheggiò insieme a quella del marito nel loro salotto immacolato, mentre Lynn presa dal panico ingoiò mezzo muffin tutto in un boccone.
***
 
Cherry cominciava a preoccuparsi, quella rimbambita di suo cugina era nella tana del lupo da quaranta minuti e ancora non ne era riemersa.

- Che diavolo sta combinando? Doveva mollare il vassoio e filarsela! -

Tobias, che era vicino alla finestra intento a leggere uno dei suoi libri di filosofia che ogni tanto tirava fuori dalla tasca dei suoi skinny jeans,  vide Lynn uscire dalla porta dei Burton. La ragazza castana stava abbracciando calorosamente la vicina, dondolandosi avanti e indietro, e infine staccatasi dalla presa si stava sbracciando nel salutare, ricambiata in modo altrettanto caloroso dai due signori sulla soglia della porta.

- Cherry,  tua cugina è strafatta -

 A questa affermazione quattro paia di occhi increduli fissarono la principessa delle frigide barcollare verso l'ingresso di casa Bell, mentre tentava di togliersi la maglietta nel mezzo del giardino.
 
 
 
Note dell'autrice
Ciao a tutti! Complice l'influenza e un'insana ispirazione ho partorito questo nuovo capitolo. Dato che non saprò quando avrò tempo di aggiornare, posto subito la seconda puntata e non se ne parli più.
Spero vi piaccia. A presto!
Tota
 
 
  
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