Film > La Bella e la Bestia
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Autore: VeronicaDauntless    10/02/2015    2 recensioni
Nelle fiabe, a volte, i sogni si avverano. E se sognaste di cadere in un pozzo guardando il vostro riflesso? Fin da bambina la più grande paura di Belle è quella di addormentarsi, quella di sognare. Non immagina che di lì a breve, tentando di salvare suo fratello, si sarebbe ritrovata prigioniera di una bestia.
Dal prologo: "Avrebbe potuto dire di aver perso la sua umanità molti anni addietro, ma la verità era che non l’aveva mai avuta. [..]Questa non è la sua storia. Questa è la storia di come il suo cuore riprese a battere."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam, Belle, Gaston, Lumière, Quasi tutti | Coppie: Adam/Belle
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Aprì gli occhi di colpo. Respirava affannosamente, tremava, il suo corpo era ricoperto di sudore. Aveva fatto
un altro di quei sogni, quegli strani sogni che ormai faceva da anni..
Si passò una mano sul volto e si alzò. Era ancora presto, stavano ancora dormendo tutti. Si fece una doccia
veloce e poi frugò nella dispensa in cerca di qualcosa che potesse tirarle su il morale. Alla fine prese un
cioccolatino e lo masticò lentamente. Le immagini del sogno
continuavano a torturarla. C’era un pozzo. Un vecchio pozzo tra l’erba alta. Si era guardata intorno, ma non
aveva visto altro che erbaccia e l’orizzonte. Allora si era
avvicinata piano al pozzo e vi si era affacciata. Il livello dell’acqua era basso, riusciva appena a scorgere il
proprio riflesso sbiadito. Guardò le mani che stringevano
la pietra fredda e si accorse che quello che credeva fosse umidità, era in realtà sangue. Aveva le mani
macchiate di rosso. Inorridita, cercò di pulirsi, strusciandosele
addosso, ma il sangue non si staccava dalla sua pelle. Un rumore improvviso la fece voltare di scatto. Era un
urlo. E lei si ritrovò a cadere nell’oscurità di quel pozzo,
il suo urlo si unì a quello che ancora poteva sentire.
Scosse il capo e prese un sorso d’acqua dal rubinetto. Fin da bambina sognava queste strane vicende.
Solo quando era diventata più grande si era resa conto che nella maggior parte dei casi, le immagini che
animavano i suoi sogni si avveravano. Non si riteneva una strega
o una medium o qualsiasi altra cosa del genere. Era solo una persona che arrivava a conclusioni 
ragionevoli e le interpretava a modo suo nei sogni. Per questo ciò che
vedeva, poi accadeva davvero. Era solo quello. Solo quello.
Guardò l’orologio: erano quasi le sette. Salì le scale e aprì appena la porta della camera dei suoi
fratelli. Dominic dormiva aggrovigliato tra le coperte. Si voltò verso Christiàn, ma il suo letto era vuoto.
Fece vagare lo sguardo nella stanza e lo trovò accovacciato davanti
allo specchio a figura intera. La mamma lo aveva comprato per la loro camera pochi giorni prima,
in un negozio di antiquariato. Aveva il bordo ovale, in legno scuro.
-Ma che stai facendo?-
-E tu che ci fai qua?-
-Sono le sette, ero venuta a svegliarvi-
-È già così tardi?-
-Mi dici che cavolo ci fai lì a terra?-
-Sono affari miei-
Si inginocchiò accanto a lui.  –Dai, non fare l’antipatico, dimmelo-
Christian era il più grande ed era anche il preferito in casa, ma si cacciava spesso in guai che poi non
riusciva a risolvere.
Le sorrise.  –E va bene, ma tu non devi dirlo a nessuno. L’ho scoperto qualche giorno fa.. lo so che
sembra.. assurdo, ma.. neanch’io lo credevo possibile.. guarda-
Avvicinò una mano allo specchio.. e ne trapassò la superficie. La sua mano era scomparsa.
La guardò sorridente, ma lei non disse nulla. Il suo cuore aveva perso un battito. Lo specchio, il riflesso..
come nel pozzo del suo sogno. L’immagine delle mani colme di sangue le riempì la testa.
Lanciò un grido strozzato.
Gli spinse la mano via dallo specchio.
-Non farlo mai più!-
-Ma che ti prende?-
-Tu non.. solo non farlo mai più, ok? Non avvicinarti più a questo specchio-
Non sapeva dei suoi sogni. Nessuno sapeva dei suoi sogni né avrebbe mai dovuto saperlo. Sfilò
velocemente il lenzuolo dal suo letto e coprì lo specchio. Lo guardò.
-Ti prego, porterà solo guai-
 
 
La mattina seguente, entrando nella stanza dei fratelli, vide che Christian non c’era. Il lenzuolo era
stato tirato via dallo specchio. Sospirò, si rannicchiò sul suo letto e aspettò.
Riaprì gli occhi davanti ad un sorriso entusiastico.
-Dov’eri?-
-Belle, dovresti vedere cosa c’è dall’altra parte! Ero in un castello.. una reggia! E c’era oro
ovunque! E..-
Lo fermò con un gesto rapido della mano.  –Non mi interessa. Tutto ciò non porterà a nulla di buono.
Non è una cosa normale! Per favore, per favore, promettimi che non andrai mai più oltre lo specchio-
Lui la guardò. Non era da lei e lui lo sapeva. In circostanze diverse sarebbe stata entusiasta di una
tale scoperta, ma quel sogno..
E i suoi sogni si avveravano sempre.
Ma lui non promise.
Sospirò ancora, alzandosi e avviandosi fuori dalla camera. Prima di uscire, si voltò verso di lui.
Spero di sbagliarmi, spero che non ti accada nulla.
-Per una volta, ascoltami-
 
Quella notte nuove immagini arrivarono per torturarla. Occhi neri, artigli e sangue. Artigli che fendevano
l’aria, verso di lei, su di lei. Un dolore atroce, al cuore. Urla, le sue, ma non solo. Trafiggevano il suo
udito, più dolorose del varco sul petto. E sangue, troppo sangue.
Ovunque, su di lei, tra le dita. Sotto il suo corpo stramazzante a terra. E ancora quel pozzo. Era di
nuovo affacciata verso il proprio riflesso. Consapevole di cosa stava
per accadere, si guardò le mani. Le strusciò con rabbia sui vestiti, invano. Un urlo. Si voltò di scatto e
il tempo parve fermarsi. Sentiva il proprio respiro, il vento sul
viso, davanti a lei l’erba iniziò a diramarsi. C’era qualcosa all’orizzonte. Veniva verso di lei, correva
verso di lei. Una bestia..
Arretrò, cadde, sentì il vuoto oltre i piedi e nello stomaco. E poi il buio.
Si svegliò di soprassalto. Fece dei respiri profondi, cercando di calmare il fiato affannato. Si mise seduta
sul bordo del letto, prendendosi la testa tra le mani.
Guardò la sveglia sul comodino: le sei meno un quarto. Erano anni che non riusciva a farsi un’intera
nottata di sonno. Come ogni mattina, lasciò che l’acqua della doccia le scivolasse addosso per quasi
un quarto d’ora, si vestì con calma e scese in cucina. Afferrò il solito
cioccolatino al latte e lo masticò lentamente. Accese la televisione, cercando di scacciare le
immagini del suo sogno con quelle sullo schermo.
Alla fine spense la tv e salì in camera dei fratelli. Sentì dalla stanza in fondo al corridoio la
sveglia della madre attivarsi.
Il letto di Christian era vuoto, ancora una volta. Sospirò. Scosse il ragazzo che dormiva
sulla sinistra. Lui fece una smorfia e richiuse gli occhi. Stette così ancora qualche secondo,
ma alla fine si alzò. Indicò il letto del fratello con il mento.
-Dov’è Christian?-
-Io.. non lo so-
-Beh, vorrà dire che il bagno è mio-
Quando fu di nuovo sola, si accostò allo specchio. Dove si era cacciato? Perché non
tornava? Una terribile sensazione le attanagliò le viscere. E tutto il sangue del suo sogno.. Allungò una mano verso la superficie riflettente e la vide scomparire. La ritirò con un
sussulto.
Maledizione, Christian, te l’avevo detto.
Il sangue sulle mani, il pozzo..
Si voltò verso la porta chiusa, tornò a guardare il proprio riflesso. Esitò, chiuse gli occhi. E
l’attraversò. 
  
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