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Autore: ina6882    16/02/2015    1 recensioni
Dopo aver aperto questa storia su DF ho deciso di proporla anche qui.. ancora non è conclusa, ma spero vi piacerà!
Christhine Grey, (Cristy per gli amici), è una ragazza franco americana di 25 anni che vive a New York. Suo padre Christopher è americano e sua madre Sarah è francese. Dopo essersi laureata con successo, scopre di aver ottenuto il lavoro che sognava da sempre, presso la migliore rivista di Parigi. All'inizio non sa se partire perchè non vuole separarsi dal suo ragazzo e dal suo amico Kentin. L'amico la incoraggia a farsi una buona carriera, mentre il " fidanzato" sembra nascondere qualcosa...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10


-Ehi Cristy, come è andato il primo giorno di lavoro?,- mi chiede Rosa quella sera posando un vassoio. Sono venuta a trovarla dopo la mia prima giornata all'Ètoil.

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-Bene direi,-rispondo poggiata al bancone mentre guardo Castiel sistemare le bottiglie nel frigo.
È passata più di una settimana dal mio arrivo a Parigi e, ormai, vengo ogni sera qui dove ho fatto amicizia con tutti quelli del Dolce Amoris, anche con lo schivo Castiel; nonostante il suo carattere, abbiamo instaurato una sorta di amicizie e, ogni tanto, mi rivolge la parola.
La cosa che mi ha colpita di lui e che non ho potuto fare a meno di notare, è quanto sia maniacale, certe volte, il suo comportamento sul lavoro. Non lo avrei mai attribuito ad un ragazzo come lui, che più che altro sembra uno che ama disordinare le cose piuttosto che metterle a posto. Eppure ogni sera, prima della chiusura del locale, inizia a sistemare quelle bottiglie una dietro l'altra, in base al gusto e alla grandezza. La prima volta che l'ho visto compiere questo rituale sono rimasta a guardarlo un po' sconcertata e, ancora adesso, quando mi capita di vederlo, mi fa uno strano effetto. Tutto quell'ordine così strutturato sembra quasi un rituale da film horror. 
-Ehi la? Cristy, ci sei?,- esclama Rosa passandomi la mano d'avanti alla faccia.
In questa settimana siamo diventate veramente delle ottime amiche e insieme ad Alexy abbiamo instaurato un bellissimo rapporto. Ci siamo, così, ritrovati qualche sera, dopo la chiusura,  a chiaccherare, seduti al tavolino, di qualsiasi cosa. Hanno così saputo della mia disavventura con Dake ed è inutile dire che Alexy ha subito fatto una delle sue migliori facce sconcertate e schifate ed è riuscito,  forse per la prima volta, a farmi ridere sull'argomento.
-Si certo, pensavo,- le rispondo.
-Stavo dicendo. Come ti sei trovata alla rivista? 
-Non so, sembra tutto ok, anche se l'ambiente è nuovo per me e tutti sembrano così snob. Ma credo che sia normale e che mi ci dovrò abituare se voglio inserirmi bene nel gruppo. 
Purtroppo,-dico sbuffando,-la direttrice mi spaventa non poco. È una donna bassina e grassoccia sulla sessantina, che si è presentata impettita nel suo tailleur firmato e non aveva neanche un capello fuori posto. Mi ha accolta cordialmente, ma ha subito messo in chiaro che non sono completamente assunta e che mi trovo lì solo per prova. Dovrò riuscire a guadagnarmi il posto e mi ha già affidato due articoli da proporre per la prossima settimana sulla sua scrivania. Il bello è che mi ha lasciato carta bianca. Ha detto che posso parlare di ciò che voglio purché riguardi la moda. E ora non so a cosa pensare perché tutto mi sembra così banale,-dico guardando la mia amica e mettendomi la testa tra le mani. 
-Ma chèri,- dice Alexy che nel frattempo si è avvicinato a noi,- se è solo per questo puoi chiedere aiuto a moi se hai bisogno. Je suis molto informato su questo genere,- risponde col suo accento francese.
-Grazie Al, ma devo riuscire a combinare qualcosa da sola.
-Come vuoi cara, ma ricorda che per qualunque cosa io sono qui,- dice con un sorriso.
È veramente un caro amico. Il suo fisico snello e slanciato, i capelli azzurri e gli occhi rosa e lo sguardo penetrante, quel sorriso rassicurante e il suo accento francese, fanno di lui un bellissimo ragazzo, perfetto per qualunque donna perché, oltre alla bellezza, ha un'altra dote molto importante, quella di saper ascoltare e consigliare. Sicuramente sarebbe un ottimo fidanzamento... se non fosse gay e quindi fuori dal mercato. 
È da un po' di tempo che si sta frequentando con Lucas, l'altro cameriere, ma ancora non riesce a capire se lui è realmente interessato o meno ad avere una relazione seria, cosa che invece per Al è diventata importante.
-Mi sono stancato della avventure chèri, -mi ha detto una volta, mentre eravamo intenti a sorseggiare il mostro drink e Rosa, invece, pensava a correre dietro a Sophy che per poco non mandava la vetrina delle torte in mille pezzi, gettandoci contro una tazzina da caffè e piangendo, poi, per non essere riuscita a portare a termine il suo piano. 
-Un giorno di questi distruggerai il locale piccola teppista,- le aveva detto Rosa, ma la bimba con un sorriso angelico le aveva accarezzato il viso e lei si era sciolta come il ghiaccio al sole per questo gesto della sua bambina e aveva quasi completamente dimenticato la ramanzina che le stava facendo, esclamando:- Ma quanto sei bella amore della mamma, ma come faccio a gridare una principessa così adorabile?
Al l'aveva guardata e con un sorriso aveva risposto:- Questa si che è una madre dal pugno di ferro vero Cry? 
-Smettila Al!- aveva subito detto Rosa facendo finta di mettere il broncio.
Alla fine ci eravamo tutti messi a ridere come dei bambini e Sophy, guardandoci, aveva iniziato a ridere e gridare contemporaneamente. 
-Dai non disperare, - dice in quel momento Rosa,- tu sei bravissima e c'è la farai amica mia.
-Lo spero,- rispondo guardando di nuovo Castiel che adesso si è messo a pulire la macchinetta del caffè. 
-Ehi Cas,-dice, ad un tratto,  Rosa rivolta a lui,-quando finisci con la macchinetta, inizia a pulire qui dietro al bancone mentre io mi occupo della sala,- e presa una scopa si mette al lavoro. 
Certe volte la ammiro, perché, oltre a lavorare e aiutare nel locale, riesce anche ad essere una moglie e una madre straordinaria. 
Spero davvero, un giorno, di poter diventare come lei.
-Ehi Castiel, -chiedo al rosso che continua a lavare il macchinario,-sai per caso a che punto è Ken? Lo stavo aspettando per ritornare insieme a casa.
Senza voltarsi risponde:-Non lo so Cristy,  vai a vedere. Questa sera non sono entrato molto in cucina.
-Non vorrei disturbare, -rispondo. 
-Non disturbi, ma se vuoi puoi chiedere a Lys che si trova in sala ed è stato più tempo con Ken oggi.
-D'accordo,- dico avviandomi in sala,- Lys,- chiedo,-sai per caso a che punto è Ken? Lo stavo aspettando per tornare insieme a casa.
-Ha quasi finito,-risponde lui continuando a sistemare i tavoli, poi continua:-Come va? Tutto apposto?
-Si certo. Oggi ho iniziato a lavorare alla rivista e sto cercando di inserirmi.
-Sono contento,-dice guardandomi con un sorriso,- Ne hai parlato con Ken?
Questa domanda mi lascia perplessa, ma subito rispondo:-Non ancora. Abbiamo lavorato entrambi e non ci siamo visti tutto il giorno. Ero passata appunto per aspettarlo per tornare insieme a casa.
-Certo,-risponde,- ha quasi finito di sistemare con Melany e mio fratello e, tra un po', chiuderanno la cucina. 
-Ok grazie mille,-dico.
Ripenso ancora a quella domanda e non posso fare a meno di chiedermi il perché. Ken avrà sicuramente risolto la questione "fidanzamento" e credo che tutti sappiamo come stanno davvero le cose. 
-Cristy!  -la sua voce mi riporta alla realtà, mentre lo vedo sbucare dalla porta dietro il bancone con la borsa con le sue cose,-Castiel mi ha detto che mi stavi aspettando,- dice abbracciandomi.
-Si, ero passata per vedere se avevi finito e tornare a casa insieme. 
-Eccomi, possiamo andare.
Il ritorno è stato alquanto silenzioso e a parte un breve discorso sul lavoro di entrambi non abbiamo parlato di altro.
Dopo quella sera Ken sembra diverso. A volte è lo stesso di sempre,  mentre in altri momenti diviene taciturno e pensieroso e io non oso chiedergli il perché di questo comportamento.
Non abbiamo più parlato dell'accaduto e nessuno dei due ha più accennato qualcosa riguardo quella sera, nonostante i continui ammiccamenti della zia e le telefonate costanti di mia madre.
Arriviamo a casa in tarda serata e sul tavolo della cucina troviamo un biglietto della zia che ci informa di aver lasciato la cena nel forno. 
Ken non ha fame e va subito a letto.
Mi siedo al tavolo con un bel piatto fumante e mentre mangio, non posso fare a meno di pensare a questi benedetti articoli che dovrò consegnare la prossima settimana.
-Forza Cristy, c'è la puoi fare,-dico a me stessa iniziando a mangiare.
   
 
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