Mie care, eccoci qui. Sono arrivata a questi due famosi finali di cui vi ho parlato all'inizio di questa storia, anzi, di questo sogno.
Ve l'ho detto, potete scegliere: leggetene uno, leggetene un altro, leggeteli tutti e due, fate come volete :).
Qualche piccola dritta: la struttura del capitolo inizia con i due finali. Uno è in caratteri ROSSI e uno è in BLU. Quando vedete che i caratteri colorati finiscono (che voi leggiate uno, l'altro o entrambi), allora scorrete giù con la pagine e vedrete che i caratteri tornano NERI, standard. E' il punto in cui i due finali si ricongiungono. AD ESEMPIO: se leggete il finale rosso, quando finite di leggere i caratteri di quel colore, andate subito a leggervi il resto in caratteri neri. Capito? :)
Bene. E adesso vi lascio alla lettura :).
Un grandissimo GRAZIE e un bacio dalla vostra
Ciry
THE WAY THAT YOU
KISS…
“Però, se nel
tuo mondo… immaginario… sono un Principe, non posso permettermi di sfigurare…”
terminò il ragazzo.
Eileen rise di
nuovo, piano, quasi in un sussurro.
Danny le sistemò
con gentilezza le braccia sulle sue spalle, poi le circondò la vita con le
proprie e chiese, curioso: “Hai baciato molti ragazzi?”
“Solo due!”
rispose lei, scuotendo la testa, quasi imbarazzata “E questo… no, niente,
lascia stare…”
Si era interrotta,
arrossendo di nuovo.
“Dài, dimmelo!
Cosa c’è? Non aver paura…” la esortò lui, sorridendole.
“E’ che non
vorrei risultare presuntuosa se…”
“Tu chiedi!” la
interruppe “E vedrò cosa posso fare!”
Eileen sospirò e
disse a bassa voce: “Questo, per come lo immagino, dovrebbe essere il bacio
perfetto, il più bello. Ma ora che ci penso, io dovrei considerarmi fortunata
solo per il fatto di parlarti, quindi…”
“Quindi sarà un
bel bacio” affermò il chitarrista, con naturalezza, continuando a sorridere “Tu
lasciati andare. Ti prometto che farò del mio meglio! E premetto che mi sono
anche lavato i denti!”
Lei scoppiò a
ridere e ribatté: “Anch’io!”
Tornarono
gradualmente seri. Abbracciati un po’ più stretti. Eileen sembrava meno tesa.
“Pronta?” le
chiese Danny, sfiorandole il naso con il proprio.
Lei sussurrò un
“Sì” timoroso, stringendosi un polso con la mano, dietro al collo di lui.
Accortosi di
quel gesto, la rassicurò…
“Rilassati e
andrà tutto bene…”
Ed annullò i
pochi millimetri che li dividevano.
Chiuse gli occhi
dopo averlo sentito parlare e sentì le sue labbra premere leggermente sulla sua
bocca.
Ricambiò la
pressione, percependo il suo cuore battere colpi regolari, ma più dilatati,
come se nel suo petto ci fosse stata l’eco.
Gli occhi
chiusi, stretta a lui.
Come se stesse
volando ed il suo cuore volesse giocare a far risuonare la propria voce nel
vuoto, in chissà quale valle che non c’era, sotto lo sguardo del cielo.
Il cielo.
La parte del
mondo reale che più preferiva.
Immenso,
avvolgente.
Come tutto ciò
che stava provando, battito dopo battito, eco dopo eco, in una strana
dilatazione degli spazi, chiusa nelle braccia di chi voleva da tempo.
Dopo pochi
piccoli baci a stampo dati con lentezza e che neanche una volta permisero alle
loro bocche di dividersi totalmente, Danny iniziò a stuzzicare le labbra di
Eileen passandovi la lingua sopra, delicatamente, mentre la sentiva stringersi
di più a lui, emozionata.
Anche lui la
abbracciò un po’ più forte, prima di accarezzarle il viso con una mano.
Poi, senza neanche
rendersene conto, la ragazza lasciò andare la testa sulla spalla del
chitarrista; quando sentì il tessuto della camicia a quadri, scaldato dal
calore della sua pelle, rispose più liberamente al bacio, dischiudendo le
labbra.
Mentre era
intento a baciarla, Danny sorrise lievemente e per un attimo socchiuse gli
occhi.
Un visino bianco
con qualche lentiggine, circondato dai capelli biondi e con gli occhi chiusi
sotto il suo naso.
Ad occhi chiusi
sembrava quasi un piccolo fantasma: era pallida, coi capelli chiari, non
c’erano quei grandi occhi blu scuro a fare del contrasto.
Rapita, era
assolutamente rapita.
Aveva pensato la
cosa giusta: Eileen non cercava niente di erotico, non voleva niente di più
rispetto a quanto non stessero già facendo.
Capì perché
aveva baciato solo due ragazzi in vita sua.
I maschi, lui lo
sapeva (e anche sua sorella non mancava di farglielo notare) sono stracolmi di
stupidità e tantissimi non afferrano nemmeno i concetti più elementari.
Quelli della sua
età, pieni di ormoni, ambigui, frivoli…
Diciotto anni li
aveva avuti anche lui, si ricordava com’era e si ricordava i suoi coetanei.
Davvero
pochissimi ragazzi della stessa età di Eileen avrebbero potuto prenderla sul
serio, ancora meno sarebbero riusciti ad apprezzare i suoi modi di fare.
Eileen era
splendidamente coerente con le sue parole, con se stessa, e forse neanche lo
sapeva.
Baciava con
timidezza e semplicità, si preoccupava in primis di dare la propria bocca, e
poi di ricevere, senza pretese, senza malizia.
Baciava con il
più dolce degli affetti e aveva persino paura di manifestarlo del tutto.
Quando, sotto
l’insistenza discreta ma costante della sua lingua, la sentì “cedere” e
socchiudere le labbra, per un attimo ebbe paura di attuare il cosiddetto “bacio
vero”, quello con la lingua… Quello che si scambiano due innamorati o due
vogliosi…
Ma chi lo aveva
detto che doveva essere per forza così?
Dove stava
scritto che avrebbe compromesso tutto?
Continuò ad
accarezzarla sulla guancia, quasi per
cercare di rassicurarla, e approfondì il bacio, avvicinandola ancora di più a
sé.
La bocca le si
aprì, assecondando fiduciosa i movimenti di Danny, e fu allora che Eileen
inspirò, finalmente, intensificando l’abbraccio, come lui aveva appena fatto.
Fece passare le
mani tra i suoi capelli, poi si soffermò con le dita sul viso, sulle guance.
Sorrise dentro
di sé: non si era fatto la barba, i polpastrelli sentirono lievissime punture.
Sfiorò la lingua
di Danny con la sua, con una punta di audacia.
E le scese
un’unica minuscola lacrima lungo il viso.
Pensò che è
buffo piangere quando si è felici.
Che il cielo non
era niente in confronto a quella completezza che aveva raggiunto.
Che non voleva
nient’altro.
Che sentire il
suo respiro sulla guancia la stava alimentando, come la pioggia che cade sulla
terra nuda.
Avvertì i
battiti del suo cuore farsi più vivi, seppur non in maniera preoccupante.
Era come se
avesse piantato delle radici in costante e rapida crescita, quell’organo così
singolare, come se attraverso queste ultime i battiti si espandessero dentro di
lei, dentro tutta la sua persona, per poi sfociare fuori, nei suoi brividi,
nella sua pelle d’oca, nelle sue braccia che si aggrapparono alla schiena di
Danny.
Era dunque
questo ciò che si diceva “sprizzare gioia da tutti i pori”?
Aprirono e
chiusero le labbra insieme, per negarsi e concedersi le lingue, più volte, come
se fossero quasi increduli circa ciò che si stavano scambiando.
Poi,
gradualmente, Danny riprese a baciarla solo sulle labbra, e finì per scivolare
via da lei, tenendole il viso tra le grandi mani.
Eileen aprì gli
occhi, lentamente, e si ritrovò davanti quelli di lui, già aperti e premurosi.
“Ciao” le disse
piano con un sorriso.
Lei sorrise a
sua volta e gli fece eco..: “Ciao…”
“Va tutto bene?”
le domandò, facendo scorrere i pollici sulle sue guance arrossate.
Lei non disse
niente e gli circondò piano piano la vita con le braccia, stringendolo in un
altro abbraccio.
Di gratitudine.
Le accarezzò
una guancia, scrutandola in viso con tenerezza e chiudendo il suo sorriso con
gli angoli in giù.
Gli occhi di
Eileen si riempirono di lacrime dopo aver fissato quelli di lui.
“Non me la
sento… scusami…” le disse a bassa voce, come se si stesse vergognando di quelle
parole.
La vide
stringere gli occhi all’improvviso e si sentì un grandissimo stronzo, una vera
merda.
Non volle
neanche pensare a quello che le stava passando per la testa.
Eileen vide uno
specchio infrangersi in mille pezzi, nei suoi occhi chiusi, strinti forte
forte, come quando si riceve un pugno nello stomaco.
Si chiese
perché faceva così male, dal momento che le delusioni le conosceva e aveva
creduto di saperle affrontare nel miglior modo possibile, fino a quel momento.
“Non si finisce
mai di imparare”
Le tornò in
mente una frase che sua nonna diceva spesso, a casa. E si ritrovò ad essere
perfettamente d’accordo con quelle semplici parole, che mai erano state più vere
come in quel momento.
Riaprì gli
occhi e spiazzò il chitarrista con un largo sorriso.
“Stai
tranquillo! Non importa!” esclamò disinvolta.
E con la voce
terribilmente rotta da un pianto che non poteva salire su, fino alla gola.
“Mi spiace,
dico davvero…” continuò a dirle Danny, seriamente dispiaciuto, ma lei ribadì,
schiarendosi invano la voce: “No, anzi, scusami tu, non avrei dovuto farti
rimanere qui per niente, la mia era una domanda stupida!”
Si sentiva come
se stesse camminando sui frammenti taglienti di quello specchio a piedi nudi,
ma non voleva farglielo capire.
Il suo cuore
batteva regolarmente, senza fare storie, forse offeso, forse addolorato, forse
definitivamente abbattuto… non avrebbe saputo dirlo.
Si alzò quasi
di scatto, pronta a prendere il suo zaino, ma lui la trattenne, prendendola
piano per un polso.
“Aspetta!” le
disse, alzandosi subito dopo di lei “Eileen, ti voglio spiegare!”
“Ma tu non mi
devi spiegazioni, Danny, cosa stai dicendo?” replicò lei, cercando di
sorridergli ancora, ma senza riuscirci.
I muscoli,
tesi, tirati per la tensione, non le permettevano di fare di meglio.
Voleva solo andarsene,
sparire, piangere, addormentarsi e cercare di dimenticare al più presto.
E dal momento
che sapeva benissimo che Danny stava notando la sua delusione, desiderava
ancora più angosciosamente scappare via, e anche in fretta.
Non ci sarebbe
stato nessun Principe Azzurro.
Lui era solo
Danny Jones.
Faceva il
cantante e il chitarrista.
Non l’avrebbe
mai baciata, perché non avrebbe avuto senso.
Un bacio ci
sarebbe stato solo nei suoi sogni, perché i sogni non erano la realtà, i sogni
poteva deciderli lei, la realtà semplicemente le piombava addosso così com’era
e pretendeva di essere accettata, senza eccezioni, esitazioni o proteste.
Lei le sapeva,
queste cose. Lei le aveva vissute.
E allora perché
era ancora lì? Come mai non era già lungo le scale a darsi della stupida,
mentre tornava a casa?
“Eileen,
fermati, perché ti voglio parlare”
La sua voce,
ferma, risoluta, la scosse, la distolse dai propri pensieri.
Le aveva
lasciato il polso, però la teneva ferma con lo sguardo.
E voleva essere
ascoltato, solo ascoltato.
Si voltò per
guardarlo bene in faccia e lo invitò con gli occhi a parlare.
Danny sospirò,
in cerca delle parole giuste.
Le aveva negato
un bacio, la cosa più semplice del mondo.
La più
superficiale come la più intima.
La più tenera
come la più sensuale.
Quella ragazza
malata di cuore aveva aspettato un’ora prima di vederlo, e gli aveva chiesto di
darle un bacio.
E davanti al
suo rifiuto, cercava solo di schivare il dolore.
Non ne voleva
sapere niente di urli, strilli, offese. Non si era arrabbiata.
La sua reazione
era stata dignitosa.
Ma si vedeva
fin troppo bene che aveva voglia di piangere, lontano da lui.
Consapevole del
rischio che stava per intraprendere, le mise un braccio intorno alle spalle e
la attirò a sé, dicendole: “Sfogati”.
Per un istante
temette uno schiaffo, una borsettata, una scenata, una cascata di schiaffi come
solo le donne sanno dare.
E invece la
sentì piangere, singhiozzare, rintanata contro il suo petto.
Chiuse gli
occhi, cercando di ammortizzare i colpi al cuore che riceveva ogni volta che la
sentiva sussultare, e le accarezzò i capelli, scossi a ogni singhiozzo.
Pianse a lungo,
e lui ebbe il tempo di riflettere, mentre la ascoltava cadere sempre più
profondamente nello sconforto, in attesa di sentirla risalire verso la calma.
Perché aveva
detto di no?
Era carina,
molto carina.
Una bambolina.
Aveva sempre
apprezzato quelle ragazze fatte e finite, spocchiose, magari anche snob,
equipaggiate nel fisico e nella mente abbastanza per scioccarlo, stenderlo. Le
altre, anonime, troppo timide, troppo fini, non le aveva mai considerate più di
tanto.
Ma quella
Eileen, lei era davvero piacevole da abbracciare, da ascoltare, da guardare.
Non avrebbe mai
voluto farla piangere, così tanto poi…
Era troppo
dolce, persino il più feroce dei tiranni ne avrebbe avuto compassione.
Finalmente,
sentì il suo corpo placarsi.
Sorrise,
sollevato, senza lasciarla andare, e aspettò che fosse lei a muoversi.
“Tranquilla…
vieni a sederti, dài, che asciughiamo queste lacrime e parliamo…” la rassicurò
lui, conducendola di nuovo verso il divano.
La anticipò sul
tempo, afferrando al volo un fazzoletto da un dispenser fornito dall’hotel che
stava sul tavolo vicino, e prese ad asciugarle il viso, vedendola disorientata
e imbarazzata.
Ma, almeno,
inevitabilmente pronta a puntare la sua completa attenzione su di lui.
“No…” fu la
risposta strozzata.
Faceva ancora
male, la ferita. Comprensibile.
“Però,
effettivamente, se una persona non ti piace… non la baci…” la sentì insinuare
con gli occhi bassi e la voce che era un filo.
Subito lui
ribatté, diretto: “Non è vero, perché sei molto carina. E non lo dico perché mi
fai pena. Lo dico perché per me lo sei. Complimenti”
Si sentì
rassicurato quando notò le sue guance arrossarsi e le fossette.
Sorrideva
timidamente, facendo roteare gli occhi ovunque, tranne che su di lui.
“Grazie” gli
disse a bassa voce.
“Che cosa?”
chiese la ragazza, tirando su con il naso mentre chiudeva un occhio per
lasciare che lui continuasse ad asciugarla.
“Io non sono il
tuo Principe Azzurro, Eileen” rispose l’altro, terminando la sua piccola opera
di asciugatura.
Faceva male
come il rifiuto di prima. Quei pezzi di vetro nella sua testa ancora la
straziavano. Però era saggia come rivelazione.
O forse era
soltanto chiara e trasparente.
Le spuntò
qualche lacrima di triste consapevolezza, ma non ricominciò a piangere.
Il suo cuore
reclamò con battiti ben scanditi una spiegazione.
“Tu mi hai
detto che la tua vita ti piace, nonostante i problemi e… l’ansia che ti porti
dentro…” esordì Danny, serio “E io penso che, se i tuoi sogni sono già
perfetti, visto che lì hai tutto ciò che desideri… allora devi cominciare a
rendere più bella anche la realtà…”
Danny le
sorrise.
Annuì,
aggiungendo rassegnata: “E non potresti essere tu… Ti capisco…”
“Non posso
essere io semplicemente perché la mia strada è un’altra...” replicò lui,
prendendole le mani “Però mi sento davvero un Principe quando ti ascolto mentre
dici che per te lo sono. Ti dico grazie per questo…”
Però… erano un
po’ come i frammenti dello specchio rotto.
Erano un nuovo
punto di vista.
Erano nuove
opportunità, non solo quelle a cui lei aveva pensato.
C’erano tanti
pezzi di vetro, c’erano tante possibilità.
E c’erano quelle
mani che stringevano le sue.
Da amiche.
Fu allora che
la ragazza gli si avvicinò, un po’ timorosa, per abbracciarlo, col cuore in
gola per una nuova emozione.
Le grandi mani
di Danny la aiutarono a raggiungerlo.
ANYWAY…
THE HEART NEVER LIES
“Grazie, Danny…” gli disse,
la voce ovattata per via della sua faccia nascosta nella sua camicia, contro il
petto.
Il chitarrista le baciò i
capelli, commosso, e ricambiò la stretta, finendo con la mano destra sul lato
sinistro della schiena di lei.
“Sì” sussurrò lei,
scostando il viso per guardarlo, serena “Se fosse stato un cuore sano, avrebbe
potuto battere più velocemente, ma a me va bene anche così…”
“Cosa?” domandò lei,
allontanandosi leggermente, preoccupata.
“Dico… cazzo… e scusa
un’altra volta… perché le persone come te non dovrebbero avere questi
problemi…” ribadì il ragazzo, gli occhi lucidi, tirando su con il naso.
Eileen rimase in silenzio,
alzando un poco le spalle mentre sorrideva, rassegnata.
“Come fai?” le chiese lui,
lasciando scendere qualche lacrima mentre la guardava, spiazzato.
“A fare cosa?”
“A essere così… Sei forte,
sembra che tu sia sicura di vivere altri mille anni e poi mi dici che non sai
se arriverai al mese prossimo…” rispose l’altro, lasciandosi sfuggire un
singhiozzo.
Di fronte a quel lamento,
anche Eileen cominciò a piangere dagli occhi.
Ma la sua voce rimase
ferma.
“Posso permettermi di
ricordare il passato… con tutte le sue cose belle, e anche quelle brutte…”
spiegò, fissandolo seria con occhi pieni di lacrime “E poi… posso permettermi
di vivere il presente, di dare il meglio per cercare di viverlo come vorrei…
Tante persone non pensano al futuro. Neanche io lo faccio. Non l’ho mai fatto.
Io non posso guardare avanti, Danny, non con certezza… però posso guardare su…
in alto…”
Il chitarrista Danny Jones
si sciolse in singhiozzi e nascose il viso con una mano, davanti alla sua fan
Eileen.
Lei poteva sognare.
Lei poteva dire: “Oggi
vivo e sogno”.
Non poteva fare progetti a
lungo termine.
L’unico progetto che aveva
fatto era stato quello di venire al concerto dei McFly munita di pass, quel
pass che le era stato regalato solo pochi giorni prima, insieme al biglietto.
Quel biglietto che,
sicuramente, desiderava da mesi, che magari si aspettava… e che era arrivato
puntuale, pronto per essere usato in un giorno così importante.
Quando lo aveva detto,
mentre era insieme a tutti loro, lui neanche l’aveva ascoltata, perché di
storie così ne aveva sentite tante, perché di ragazze che volevano incontrare i
McFly per il loro compleanno ce ne erano state tante, da sempre, e ce ne
sarebbero state anche molte altre.
Le aveva fatto gli auguri,
come tutti, però non aveva dato molta importanza al resto.
Non fino a quel momento.
“Danny, non piangere…” lo
pregò Eileen, la voce spezzata dal pianto, come la sua, mentre gli appoggiava
una piccola mano sulla spalla.
Subito, lui smise di
nascondere il viso e, cercando di sorridere, le disse: “No, hai ragione, scusa…
Io piango perché… perché ti ammiro. Non avevo mai sentito nessuno parlare come
hai fatto tu adesso, te lo giuro. E poi piango perché… perché mi sento
fortunato, felice all’idea che tu… che tu sia venuta da me, insomma…”
“Anch’io mi sento
fortunata” ribatté la ragazza, asciugandosi le lacrime “Non so come
ringraziarti… e scusa se magari ti ho fatto perdere tempo…”
“Credi che non mi sia
piaciuto stare con te?” le chiese Danny a bruciapelo, recuperando a pieno il
suo sorriso.
Eileen rimase spiazzata,
ma si riprese rispondendo: “Se è piaciuto a te come è piaciuto a me, allora
suppongo che…”
“… Che ci siamo aiutati a
vicenda” la sovrastò lui, prima di prendere una mano e stringerla forte.
“Davvero. Grazie”
“Tu mi hai aiutato con il
mio sogno più grande, io che ho fatto?” chiese lei, sorridente e stupita.
“Mi hai permesso di
conoscere una persona molto bella. Dico sul serio” rispose l’altro, alzandosi
senza lasciarle la mano.
Eileen lo imitò, senza
dimenticarsi di prendere lo zaino, e insieme si avviarono verso la porta.
La ragazza strinse la
maniglia e Danny le disse: “Mi farai sapere come stai?”
“Certo!” rispose lei, con
gli occhi di nuovo illuminati dalla contentezza.
“Allora… è il caso che ti
lasci un biglietto… aspetta…” lo sentì dire, prima di vederlo andare verso
l’altra parte della stanza, dove stavano accatastate delle borse.
Tornò con un biglietto da
visita rosso, con sopra il logo della Super Records, e glielo diede.
“Se chiami il numero
scritto qua sopra, risponderà una segreteria” gli spiegò “Puoi lasciare
tranquillamente un messaggio, li ascoltiamo sempre tutti…”
“Davvero posso?” domandò
Eileen, senza fiato.
“Sì! Tutte le volte che
vuoi, ma calmati!” le rispose Danny, sorridendole divertito.
“Grazie…” sospirò l’altra,
stringendo il biglietto tra le mani, per poi infilarlo scrupolosamente in una
tasca interna dello zaino “Ti giuro che non lo darò mai a nessuno questo
numero, neanche tra vent’anni! E non andrò in giro a dire niente di niente!”
“Lo so, mi fido…” la
rassicurò il ragazzo, pizzicandole una guancia “Vieni, andiamo… Jeffrey ti
riaccompagna giù, io devo andare dagli altri, mi staranno dando per disperso!”
Una volta fuori dalla
stanza, videro Jeffrey impassibile sulle scale, in attesa di riportare Eileen
esattamente da dove l’aveva prelevata.
“C’è qualcuno che ti aspetta,
che può riportarti a casa?” le chiese Danny.
La ragazza annuì,
rispondendo con un sorriso: “C’è mamma qua sotto. Mi ha accompagnata per il
concerto ed è rimasta fuori ad aspettarmi…”
“Bene, allora… vieni qui,
dài…”
Allargò le braccia e
l’abbracciò ancora una volta, sistemando la testa sulla sua spalla, a contatto
con i suoi capelli.
“Grazie, grazie, grazie,
grazie…” gli sussurrò lei, facendolo sorridere.
“Grazie a te… Mi
raccomando, stai bene e facci sapere…”
Dopo aver sentito
un’ultima volta con la mano quel cuore discreto e portentoso battere attraverso
la schiena di lei, Danny la baciò in fronte, a lungo, tenendole la testa tra le
mani.
Lei gli sorrise, fiduciosa
come quando le aveva detto che sarebbe tornato dopo aver firmato autografi a
destra e manca.
E scese per le scale, a
braccetto con l’omone della security.
C’era qualcosa in più nel
sorriso di entrambi, ma lui non seppe spiegarsi cos’era.
Con il cuore che batteva
ancora forte per la commozione, raggiunse i suoi amici, intenti a rilassarsi in
un’altra stanza d’albergo.
“Che hai fatto agli occhi,
Dan?” chiese Harry, perplesso.
Danny si stropicciò gli
occhi con una mano e annuì, sospirando.
“Ma… perché?” chiese
Dougie, alzando un sopracciglio.
“E’ Eileen…” rispose Danny
dopo essersi messo a sedere, pensieroso.
“Che ti ha detto?”
Di nuovo Harry.
“E’ che lei è così… cazzo…”
sospirò di nuovo l’altro.
“In effetti, la vedevo un
po’… bè, non dico strana, ma… insomma, particolare!” commentò Tom, prima che Dougie
insistesse per avere spiegazioni.
“Sì, sai che non credevo
lo fosse così tanto? Speriamo l’operazione vada bene, poverina…” confermò Tom,
intenerito.
“Le potremmo spedire
qualcosa, tipo… che ne so, un regalo, un mazzo di fiori, per quando si
ricovera! Lo possiamo fare, anche se siamo in tour…” propose Harry.
“Le ho dato il numero
della SR, ha detto che ci farà sapere presto…” ribatté Danny, sorridendo
lievemente.
***
***
MySpace.com/irisheartleen: hai 2 nuovi
messaggi!
Opzioni: “Leggi messaggi in entrata”
Ciao, Eileen.
Abbiamo preferito
scriverti un messaggio piuttosto che telefonarti, a causa delle intercettazioni
che ci potrebbero esporre a dei rischi. In parole povere: la gente non si fa
mai i fatti suoi! Quindi, eccoci qui. Abbiamo ripescato il tuo profilo grazie
ad un tuo commento recente sul nostro MySpace!
Siamo tutti contenti
che il tuo cuore non ti stia dando problemi e che tu stia alla grande! Per
quanto riguarda i fiori, siamo contenti di aver indovinato i tuoi gusti, non
sapevamo assolutamente che ti piacessero! Camelie e fiordalisi, mh… mi
ricorderò la “combinazione”, nel caso dovessi regalare dei fiori anch’io :-)!
Già, io chi? Tom!
Giusto perché tu lo sappia :-)…
Logicamente, Danny
ci ha raccontato la tua storia, a suo tempo, ha detto cos’è successo quando sei
venuta al concerto, questo lo avrai capito da sola.
Danny, dopo averti
incontrata, ha cominciato a voler re- inserire nella scaletta dei concerti
“Falling in love”… Tutti noi avevamo accettato tranquillamente la cosa, però
non abbiamo saputo che lo faceva per te, non finché non lo ha urlato durante la
data di Leeds ai quattro venti!
Danny è fatto così…
è un uragano di idee e quando le applica… è normale che tutti lo notino!
È buffo come
“Falling in love” coincida con te nonostante sia stata scritta PRIMA che Danny
ti conoscesse.
Sai, credo che si
sia preso una sorta di fissazione con te.
Non ce lo sappiamo
spiegare, perché non era mai stato in rapporti così buoni con una fan vista
soltanto una volta.
Ma stai tranquilla,
non vogliamo fare i sospettosi :-).
Gli sei stata
d’aiuto, dice. E noi ne siamo contenti!
Io non so (e credo
nessuno lo sappia) quanto durerà ancora questo contatto che c’è tra te e lui,
però sappi che anche noialtri, da fuori, vediamo che gli sta facendo bene. E
che, evidentemente, fa stare bene anche te, visto che hai continuato a farti
sentire!
E io… bè, niente,
volevo soltanto fare da mediatore della vostra amicizia per la durata di questa
mail :-), e volevo dirti come la pensavamo, da parte del gruppo. Tutto qui.
Tante belle cose,
Eileen. Danny dice che te le meriti, e lo pensiamo anche noi…
A presto
CLICK…
Loading…
Carissimo Tom,
grazie della tua
e-mail. Sono contenta di rispondere :-) :-).
È passato quasi un
mese ormai, e il pericolo del rigetto è passato: il mio cuore sta benissimo e
io con lui! Gli esami che sto facendo in questi giorni non fanno che
confermarlo!
Sì, i fiori erano
stupendi, l’ho detto e lo ripeto, mi avete fatto felicissima quando li ho
visti, anche se all’inizio non sapevo cosa pensare, non avevo idea che li
aveste spediti voi :-)!
Bè, non me lo
aspettavo.
Credevo che vi avrei
incontrato, stretto la mano, chiesto gli autografi e che me ne sarei tornata a
casa.
E invece, c’è stato
qualcosa. Qualcosa di più complesso, di più profondo.
Se Danny ti ha
raccontato tutto, allora ti avrà detto anche quanto è stato importante per me.
Credevo che, dopo
quei pochi minuti, non avrei più avuto modo di avere a che fare con lui o con
voi, a parte assistere ai concerti.
E invece, lui mi ha
chiesto di farmi sentire, di fargli sapere come sarei stata.
Non avrei mai
pensato che me lo avrebbe chiesto.
E così ho lasciato
messaggi, commenti ai vostri interventi, vi ho pensato sempre!
Lo dovrei chiamare
sogno o realtà?
O, meglio ancora,
realtà da sogno?
Ma il destino ha
voluto rendermi davvero fortunata. E quando si è fortunati, si diventa sempre
un po’ speciali, no?
E per essere una
persona così premurosa, seppur lontana, gli voglio veramente bene, gliene vorrò
sempre.
Anche a voi.
Vi vorrò sempre bene
per la vostra considerazione, ve ne vorrò anche quando tutto questo finirà, lo
giuro!
Di conseguenza,
scusatemi se mi fermo qui.
Appena avrò altro da
dirvi, saprò dove cercarvi e spero che mi ascolterete o che mi leggerete.
Vi auguro tanta
felicità, veramente.
A presto
***
I Credits ci vogliono sempre :)...
Intanto, ringrazio SILVINA, che mi ha ispirato e che si è messa a piangere davanti al primo capitolo! :) Spero che questa storia ti rimanga nel cuore e che ti renda migliore la giornata, la vita, quel che vuoi :).
Poi, ringrazio l'altra SILVIA, la mia Rintronata, che ha trattenuto i lacrimoni davanti al primo capitolo per non fare preoccupare la nonna :). Goditi questo papier di storia, che esiste anche grazie al tuo sostegno :).
Infine, ringrazio CHI HA RECENSITO, CHI HA LETTO, CHI HA APPREZZATO, CHI HA ANCHE SOLO GUARDATO. Chiunque voi siate, che io vi conosca o meno, fate parte della forza che ho messo in questa storia :).
Io non ho mai conosciuto persone malate di cuore, nè tantomeno i McFly. Dunque, spero di non essere risultata offensiva per nessuno. E' tutto frutto della mia immaginazione e di quanto mi è servito per documentarmi. Se ci sono obiezioni, fatevi pure avanti :).
Un salutone e alla prossima!