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Autore: Stray_Ashes    22/02/2015    2 recensioni
«Sei qui, Kaneki, perché sei appeso tra il giusto e tra lo sbagliato, attaccato alla realtà e alle tue determinazioni tramite il dolore dei tuoi sacrifici... e lottando a denti stretti, resti legato alle tue speranze. Sei qui in questo posto morto, perché altrove sei invece ancora vivo.». Takatsuki rise, e le sue risa si persero nel buio che li circondava, un buio assoluto, creato dal nulla, dall'assenza di tutto. «Di te stesso tu sei traditore, tu sei sospeso, tu sei impiccato.
Tu sei l’Appeso»

***
One-Shot un po' lunghetta, divisa quindi in tre capitoli. Un po' introspettiva, descrittiva, inquietante, dove la teoria dei Tarocchi in Tokyo Ghoul, scopre in parte le sue carte.
Genere: Dark, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kamishiro Rize, Kaneki Ken, Takatsuki Sen/Eto
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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E sì, dopo aver corso tutto il giorno da un estremo all'altro degli impegni, mi ricordo che mi mancava di caricare la terza e ultima parte della fic, e lo faccio di notte... yeah. 
Anyway, spero che questa conclusione si onsluda in modo conclusionante.. questa frase non ha senso perché a dinamica di questa FF non ha senso, l'ho scritta pché avevo avuto voglia di farlo.
Buona lettura, io mi ritiro :v
The Hanged Man

- XII -

Kaneki sbarrò gli occhi, irrigidendosi, e quella rise. Conosceva quel viso... Takatsuki... Takatsuki Sen?
Ma questo non aveva assolutamente senso... Semplicemente non ne aveva...
Il corpo della giovane scrittrice era avvolto in bende bianche, solo il viso e i capelli erano lasciati liberi. Ma era lei, era lo stesso giovane volto che aveva visto tanto tempo prima nelle interviste, ed era proprio come quello che aveva visto quando la donna aveva firmato le copie dei libi a lui e ad Hinami... questo invece quanto tempo prima?
«Ciao Kaneki, è bello trovarti qui... Ho sempre pensato che fossi interessante» inclinò la testa, appoggiando le braccia sulle ginocchia, guardandolo con curiosità. La sua figura, illuminata dalle fiamme, sembrava instabile, e qualche volta vibrava, lasciando intravedere il nero assoluto che dilagava dietro.
Sorrise ancora, allungando una sottile mano verso di lui, e accarezzandogli il viso macchiato di sangue scuro, dove solo sotto gli occhi si intravedeva la sua pelle chiara, lì dove le lacrime avevano portato via lo sporco. Afferrò una delle bende  che le pendevano dalla braccia, e con gesti accurati, la usò per pulirlo dalla sudicia sostanza rossa. «Quanto sangue, Kaneki. Non sangue innocente, nessuno è innocente. Ma quanto ne abbiamo già versato...»
«Takatsuki... c-cos’è questo posto...?» provò solo a dire Kaneki, sconvolto dalla confusione. Voleva solo tornare a casa, voleva solo ricordare bene la sua vita, ricordarsi i suoi obiettivi. Lì nulla invece sembrava avere senso.
Lei, con la sua diafana figura, ritrasse la mano e si limitò ad abbassare gli occhi, per poi improvvisamente rialzarli su di lui, con uno sguardo freddo. «Siamo dentro la tua testa, e siamo dentro la mia. Siamo nell’oblio, siamo nel vuoto, siamo nelle illusioni, siamo nel fumo delle fiamme che brillano da qualche parte là fuori, siamo nel sangue di chi che sta morendo, siamo nella pioggia che cade. Siamo ovunque e siamo da nessuna parte, siamo nella verità e nella bugia» mormorò. «Sei qui perché stai soffrendo troppo, sei qui perché stai facendo soffrire, troppo. Sei qui perché dovrai fare delle scelte, e nessuno ti aiuterà a farle, sei qui perché dovrai stringere i denti, sei qui in questo posto morto perché altrove sei ancora vivo
Si passò la lingua sulle labbra, con un altro piccolo sorriso. Stralunato, Kaneki la fissò mentre una situazione strana sentiva accadere a sé e mentre la vedeva accadere a lei: i capelli e le bende della ragazza di “alzarono” verso l’alto, oscillando, come se la gravità pendesse d’un tratto al contrario, e così per lui. Strabuzzò gli occhi, mentre il suo cuore faceva una capriola, in coppia con il suo stomaco, che per poco non lo costrinse e rigettare. Sen, invece, si limitò a ridere strizzando gli occhi, quasi istericamente, per nulla preoccupata dal mondo che inspiegabilmente si rovesciava, né mentre il terreno sotto di loro spariva.
Kaneki si ritrovò a precipitare verso il nulla, abbandonato al volere di quel luogo pazzo, quando qualcosa di appuntito si agganciò a una delle sue caviglie, e la passò da parte a parte, bloccando la sua caduta. Il ragazzo urlò, mente il dolore lancinante si prendeva tutta la gamba, insieme al sangue che dalla caviglia iniziava a colare. Strinse i denti, ma il male era insopportabile, poiché a pendere su quella carne ormai lacerata, c’era il peso di tutto il suo corpo. Oscillò,  senza energie; il sangue prese a fluire alla testa, finché il giovane non se la sentì esplodere, e mentre i suoi polmoni fischiavano e il suo respiro si faceva ancor più affannoso, Kaneki, con gli occhi socchiusi per lo sforzo, intravide Takatsuki. Il suo viso era all’altezza del suo, solo che, a differenza sua, non era all’incontrario, e i suoi piedi erano saldi sul nuovo terreno. Immancabilmente sorrideva, mezza nascosta dall’oscurità. Kaneki non vedeva più le fiamme, ma era ancora presente una luce rossastra, sola a contrastare il buio. Gemette, la voce strozzata.
«Sei qui, Kaneki, perché sei appeso tra il giusto e tra lo sbagliato, attaccato alla realtà e alle tue determinazioni tramite il dolore dei tuoi sacrifici, delle tue prove, dei tuoi sforzi. Sei solo con il tuo male. Ma il tuo viso pare così impassibile agli occhi degli altri, sorridi se c’è da sorridere, stringi i denti se c’è da stringerli...». La voce della donna arrivò alle orecchie di Kaneki come un suono distorto, dalle note di una nenia dolce-amara, e ogni parola portava nel suo cuore un piccolo male, che si mescolava a quello crescente e fisico della sua caviglia.
Takatsuki si avvicinò al ragazzo, camminando sulle punte dei piedi bendati, finché non arrivò a un soffio dal suo viso al contrario, e gli posò un dito sulle labbra spaccate. «Ed è proprio il tuo essere così forte, che ti rende debole, Kaneki.»  sillabò, la bocca piegata in un mezzo sorriso. «Agisci come un bambino, un bambino forte, cresciuto troppo in fretta, ma ancora solo un bambino; e resti appeso alle tue speranze, speranze brancolanti, che bramano la fine del tuo dolore, bramano che ciò che è sbagliato diventi giusto, mentre lotti perché tu e i tuoi amici possiate sorridere. E a quelle speranze dai in cambio le tue forze, finché non finirai anche quelle... Ma non è infantile, tutto questo?» Rise, ma rise triste. Kaneki, senza più respirò, la guardò come se fosse pazza... ma forse, il pazzo era solo lui. Forse era tutto frutto della sua fantasia, forse era matto, o forse era morto. Ma la voce di Takatsuki era lì, concreta.
«Ti sacrifichi per un po’, e rimani aggrappato alle promesse, promesse vane, che facendo tradisci te stesso. Tu sei traditore, tu sei sospeso, tu sei impiccato.
Tu sei l’Appeso».
Takatsuki si sporse a lui, con un dito raccolse il suo sangue, che dalla caviglia era ormai arrivato al suo petto, e infine colle labbra, ridendo, toccò le sue.
Lasciando un ammutolito Kaneki, la giovane ritrasse il suo viso e sempre sotto sotto il suo sguardo spaesato, disegnò, con gesti armoniosi delle piccole dita sottili, sulla sua fronte una X e due linee. Fu sempre ridendo che Takatsuki gli accarezzò ancora una volta una guancia, camminando all' indietro, e sempre ridendo sparì in mezzo al buio, lasciando a brillare di rosso solo i suoi occhi e la sua linea, una sola, di sangue sul viso, tra i mossi capelli chiari.
Fu invece urlando che Kaneki si svegliò, con quel disegno sulla fronte che bruciava, atroce, e che bruciò anche quando aprì gli occhi, di nuovo sveglio tra i muri della realtà. I simboli pulsarono per un attimo ancora, colmi delle sue colpe, colmi delle speranze. Ardettero concreti sulla sua pelle, linee che parlavano amare del suo destino.
XII.

The End


.: Angolo dell'autrice_
E' uscito questo. Non so se è spuntato fuori come l'avrei voluto, 3/4 di tutta l'FF è stato improvvisato durante le battitura, come mio solito. But nevermind.
Non so se ho lasciato Takatsuki abbastanza ic, ma mi serviva che facesse un po' la pazza, roba molto da sogno/visione... mh... inoltre credo di aver fatto un casino nell parte in cui il mondo si "rovescia". Ma si è capito? No cioè, la gravità si ribalta, ma Kaneki, invece che cadere di faccia, viene bloccato da qualcosa che gli trapassa la caviglia e lo fa restare appeso a testa in giù. Cosa l'ha afferrato? Non ne ho idea.Un gancio, l'uncino di Capitan Uncino, un cacciavite sonico, il tuo spazzolino da denti. E' uguale. E anche le mie parole sono, in effetti, piuttosto inutili. Ma ho sonno e scrivo cacate D:
Questo è quanto... enjoy c:
Bye bye, alla prossima.


_MoonStorm:.

 
  
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