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Autore: xfromhatetolove    01/03/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se il tuo peggior nemico diventasse il motivo per il quale controlli il cellulare prima di andare a dormire? La storia narra di Katherine e Klaus, vampiri pluricentenari che hanno trascorso la vita ad odiarsi, ma si sa: tra amore e odio la linea è sottile.
Si tratta di episodi cronologicamente scollegati, ogni capitolo racconta un fatto a sè ma seguendo i passaggi si intuirà chiaramente il filo logico della romance.
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Dal primo capitolo:
« Eri così sicuro che sarei venuta? »
« Se non l'avessi fatto, ti sarei venuto a prendere a casa. »
Come diavolo ci riusciva? Odioso quanto le zanzare ed invitante come una ferita rigorgante di sangue su un collo umano, l'ibrido ultrancentenario la rendeva incredibilmente nervosa.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Katherine Pierce, Klaus
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Bruciamo all'inferno insieme

 

L'appuntamento con Elijah si era rivelato un completo disastro. Pizza e cinema erano ben lontani dall'idea che Katherine aveva in mente per la serata, ma l'originale aveva insistito affinchè entrambi si concedessero per una volta di vivere come una coppia normale, lontani da tutto e da tutti. L'aveva chiesto con la sua solita aria da gentiluomo e con quel sorriso che l'avrebbe persuasa persino a guardare i cartoni animati in televisione. Le ore erano trascorse tra una carezza e l'altra, qualche bacio e come ciliegina sulla torta i progetti per il futuro. Katherine viveva dai Mikaelson da qualche mese ormai, era più conveniente e si sentiva più al sicuro ora che Klaus aveva cessato i suoi desideri di vendetta nei suoi confronti. Dalla volta in cui l'ibrido le aveva concesso il suo sangue per guarire quell'orrendo morso di licantropo sul collo, potevano finalmente considerarsi in pace. Elijah ripeteva spesso quanto desiderasse portare Katherine a New Orleans, alla vecchia villa dei Mikaelson, e mostrarle quella che lui e i suoi fratelli consideravano la loro città. Non che alla giovane vampira dispiacesse l'idea di passare le giornate a fare shopping e oziare a letto, ma il groppo che le si fermava in gola ogni volta che l'originale si pronunciava sulla loro relazione era troppo grande per essere ignorato.

 

Una volta fatto ritorno a quella che ormai poteva considerarsi casa sua, Katherine congendò l'originale e il suo perfetto abito grigio con tanto di fazzoletto e cravatta nera, in partenza per New Orleans per questioni in cui la vampira evitò di immischiarsi. Dopo un rapido bacio sulla porta d'ingresso, i due si separarono.

Il divano sembrava più grande del solito quella sera, troppo grande per chi non aveva compagnia. Priva dell'unica persona che sembrava realmente tenere a lei, la vampira si accontentò di un bicchiere di bourbon rubato dalla collezione di Klaus – sperò solo che non se ne accorgesse. Forse avrebbe dovuto utilizzare quel lasso di tempo in solitudine per valutare la sua relazione, capire quale fosse il problema: cosa poteva mancarle? Elijah sembrava volerle dare tutto, era sempre presente ed era forse l'unico a non condannarla per il suo passato. Si sentiva amata, ma allo stesso tempo tremendamente sola.

Era ancora troppo sobria per riflettere su un argomento simile, perciò il primo bicchiere se ne andò in un solo sorso. Una smorfia di sofferenza prese forma sul volto di Katherine al passaggio dell'alcol in gola, ma andò subito oltre, alzandosi e servendosene un altro. Come poteva sentirsi sola? Egoista come al solito, non si accontentava mai di nulla. Senza ombra di dubbio Elijah l'amava, ne era sicura, ma mancava qualcosa. Pizza e cinema? L'appuntamento perfetto che Katherine aveva in mente era a base di sangue caldo e si svolgeva negli angoli più remoti di Mystic Falls. Al solito, l'unica che poteva soddisfare le sue aspettative era solamente lei.

Presa ormai a versare il terzo bicchiere, quasi non si accorse che Klaus era appena entrato in salotto.

« Io ti permetto di startene in casa mia ventiquattro ore su ventiquattro e tu mi ripaghi rubando dalle mie scorte? » si presentò a lei con la solita aria arrogante.

« Dovresti chiuderle a chiave le tue scorte, Klaus. » controbatté la vampira senza voltarsi verso il padrone di casa. Non era certa che provocarlo fosse stata la scelta migliore, ma era troppo impegnata a gustarsi il bourbon per pensare a come rispondere.

« Prendi. » ordinò l'ibrido lanciandole una sacca di sangue AB positivo sotto il naso.

“AB positivo?”

A Katherine s'illuminarono gli occhi nel reggere tutto quel sangue tra le sue mani, da quanto tempo non si nutriva? Nonostante i tre bicchieri di whisky la vista era ancora abbastanza nitida da permetterle di aprire il tappo di plastica morbida della busta e assaggiarne il contenuto. Bevve un sorso abbondante, separandosi poi da quella droga per leccarsi le labbra in un sospiro di sollievo.

« Dov'è Elijah? » chiese Klaus, che nel frattempo aveva preso posto sul divano, ad un paio di metri da lei. Tra le sue mani reggeva un bicchiere di vetro pieno fino all'orlo dello stesso sangue che aveva consegnato a Katherine.

« A New Orleans, a quanto pare aveva delle commissioni da sbrigare. » spiegò lei, avvicinandosi al divano e sedendosi all'angolo opposto all'ibrido. « E Hayley? Dov'è? »

« Non ne voglio parlare. » tagliò corto lui, notando il bicchiere ormai vuoto. Optò per il bourbon questa volta, di cui si scolò due bicchieri uno dietro l'altro. Il silenzio che piombò in quell'enorme salotto permetteva quasi di sentire il proprio respiro mentre entrambi tacevano col bicchiere tra le mani e lo sguardo assente.

« Dal tuo stato direi che non hai ben apprezzato la novità, Katerina. » intervenne l'ibrido nascondendo un sorriso divertito, impaziente di cambiare argomento.

« Non so di cosa tu stia parlando, Klaus. » disse Katherine in tutta sincerità, aggiungendo un pizzico di noia al suo tono distratto.

« Elijah... New Orleans... vuoi dirmi che non ne sai niente sul serio? » questa volta, evitò persino di trattenere le risate.

Sul viso della vampira si disegnò un gigantesco punto interrogativo. “Non so cosa?”

« Elijah ha comprato una casa una settimana fa, non molto lontano da villa Mikaelson in effetti. Per voi. » annunciò mantenendo quel sorriso idiota sulle labbra, in attesa di una qualsiasi reazione.

Gli occhi e la bocca di Katherine si spalancarono, incapaci di mettere in funzione in cervello e apprendere la notizia. Si stava prendendo gioco di lei? Sì, sicuramente: come poteva Elijah aver comprato una casa senza avvertirla? Le passarono in rassegna per il cervello tutti i discorsi del vampiro originale, i suoi progetti per il futuro, la scocciatura nell'avere Klaus in mezzo ai piedi tutti i giorni e non poter vivere nella loro intimità. Katherine si sentì mancare. Incapace di dire una parola, rimase in silenzio, prendendosi la testa fra le mani.

« Se stai cercando di dire che sei sconvolta, l'ho capito. »

« Non sono sconvolta, sono infuriata. »

Persino infuriata era la parola scorretta, poteva considerarsi confusa, e non era colpa dell'alcol.

« Non ce la posso fare. » mormorò incamminandosi in direzione di una nuova bottiglia di bourbon.

« Già, la convivenza non fa per te. » ghignò Klaus godendosi la scena.

Katherine stappò violentemente il whisky.

« Piantala, sappiamo entrambi che le cose con Hayley non funzionano. » precisò la vampira irritata.

Prima che potesse accorgersene, l'ibrido le piombò davanti, rubandole la bottiglia dalle mani e portandosela alla bocca fino a finirla quasi completamente. A Katherine ci vollero un paio di secondi per capire esattamente cosa stesse succedendo, gli effetti dell'alcol iniziavano a fare effetto e il pavimento ormai aveva perso stabilità.

« Entrambi sappiamo il perchè. » disse con una delle sue espressioni più serie, mantenendo il suo sguardo fisso e intenso in quello di Katherine.

« Il Paradiso non ci si addice. » rispose in tono grave la vampira, respirando irregolarmente nel sentire Klaus avvicinarsi.

« Bruciamo all'inferno insieme. »

Lasciò cadere la bottiglia a terra, incurante del vetro che si frantumò schiantandosi a contatto col suolo. Afferrando Katherine per i fianchi la trascinò contro la parete retrostante, bloccandola con forza e fiondandosi sulle sue labbra. Sorretta ai fianchi dalla presa di Klaus, la vampira avvolse le braccia intorno al suo collo, stringendo i capelli tra le dita e avvicinando il viso al suo. Le labbra leggermente screpolate dell'ibrido a contatto con la pelle morbida del collo di Katherine, creò un'inevitabile scossa di brividi lungo tutto il corpo. Cosa diavolo stava succedendo? Era tra le braccia del nemico e si sentiva tremendamente bene. Le mani di Klaus raggiunsero la pelle nuda della sua schiena, il suo respiro si fece profondo e affannoso. Una volta afferrato l'orlo della t-shirt nera, Katherine strappò il tessuto con forza, liberando completamente l'ibrido della fastidiosa veste che la separava dalla sua pelle. Affondando le dita tra i ricci dei suoi capelli, Klaus la spinse violentemente contro lo stipite della porta, svincolandola dall'impiccio della canottiera blu notte che ancora la avvolgeva, lasciandola con la biancheria nera di pizzo che aveva distrattamente scelto di indossare quella mattina. Nascose la testa nell'incavo del suo collo, baciando e mordendo la pelle profumata di Chanel n.5. Con un gemito soffocato, Katherine inarcò la schiena e contrasse i muscoli, abbandonata alle sensazioni contrastanti di quel momento. Le sue mani raggiunsero la cintura in pelle marrone che reggeva i pantaloni di Klaus, che in una sola manovra si ruppe e cadde a terra. Faceva caldo, più del normale.

Con la stessa velocità con cui si erano ritrovati contro quel muro, ora erano entrambi nella camera da letto dell'ibrido originale. Gli skinny jeans di Katherine giacevano ormai sul pavimento, affiancati da quelli di Klaus, mentre i due raggiungevano il letto king seize, troppo grande per una sola persona. Le loro gambe s'intrecciavano, le loro labbra faticavano a separarsi. Katherine restava distesa sotto il corpo accaldato dell'ibrido, il quale scostandosi a fatica dalla sua bocca scese a baciarle il collo, la spalla, la clavicola. Un sospiro pesante uscì incontrollato dalla sua bocca, abbandonata al piacere provocato da quella sensazione. Klaus raggiunse il suo ombelico e una volta afferrati gli angoli esterni degli slip in pizzo li lasciò cadere a tera insieme al resto. In un secondo, la vampira si ritrovò sopra di lui, ferma a fissarlo negli occhi. L'intenso colore castano si schiarì per un istante di in un giallo intenso. Allungando le mani sulla sua schiena, l'ibrido liberò Katherine dall'ultimo indumento che ancora portava addosso.

Bruciare all'inferno non poteva essere più piacevole. Il tocco della pelle sudata di Klaus sulle dita di Katherine, le labbra rotte dai morsi, l'affanno dei loro respiri. Nessuno dei due meritava il Paradiso, nessuno dei due lo desiderava. Passioni laceranti, azioni incontrollate.

Le unghie di Katherine strisciarono sulla schiena di Klaus con violenza, graffiando la pelle che si ripristinò subito dopo una fuoriuscita di sangue. I loro sospiri si unirono, le loro labbra si cercavano.

Nella tasca dei jeans, il cellulare di Katherine vibrava insistente: “2 chiamate perse: Elijah.”

   
 
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