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Autore: Lione94    01/03/2015    1 recensioni
Cecilia, detta Lia, è una semplice ragazza dalle umili origini, fa la cameriera in una rinomata pasticceria del centro di Roma e sogna il principe azzurro.
Lorenzo è il primogenito di una ricca famiglia, fa l'ambasciatore ed è un ragazzo tanto affascinante quanto timido e romantico.
I loro cuori s'incontreranno ma cosa succederà se un'invadente madre si metterà fra loro? E se una verità fosse rivelata al momento sbagliato?
Una storia d'amore scritta a quattro mani con Cibernella.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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L'amore, quello vero






1. L’incontro




Pov Lia
Quel sabato mi ero svegliata con un gran mal di testa. Con mio sommo dispiacere ero entrata in quel periodo del mese in cui ogni ragazza sogna di essere uomo. Per fortuna non avevo dovuto lavorare ma a disturbare il programma di una serata tranquilla a piangere di fronte alla televisione per il film più triste e romantico della storia del cinema “I passi dell’amore” ci si era messa la più grande rompiscatole del mondo, nonché mia coinquilina e migliore amica Yasmine.
Io e Yasmine vivevamo in un piccolo appartamentino nella periferia di Roma. Eravamo amiche fin dai tempi delle elementari. Lei aveva preteso minacciandomi di avere la mia merenda ed io le avevo dato un pugno, da allora era nata un’amicizia che non era mai finita. Yasmine aveva origini brasiliane per questo era scura di carnagione e parlava con uno strano accento. Si era tinta i lunghi e scuri capelli di biondo e credeva nel destino, per lei qualsiasi cosa succedeva era il Karma. Era una vera forza della natura, prorompente e trascinante, a differenza della sottoscritta che era sempre stata molto timida. Dopo la laurea avevamo deciso di prendere insieme un appartamento in affitto, inutile dire che mia madre era rimasta così addolorata che il suo pulcino a soli venticinque anni avesse lasciato il nido. Mi aveva tenuto il muso per un mese.
Ma tornando a noi… Quella sera Yasmine aveva insistito per andare ad una festa organizzata a casa di una delle sue tante vittime, cioè ragazzi. Yasmine era allergica all’amore e qualsiasi sentimento che si collegasse ad esso quindi i suoi ragazzi, o per meglio dire “frequentazioni”, non duravano più di due settimane. Il tizio di quella settimana si chiamava Steven.
E così eccomi qui alla festa di un tale sconosciuto nel quartiere della Roma bene in una casa con vista sul Colosseo che faceva sembrare quella in cui vivevo una topaia.
Io e Yasmine in questi tempi di crisi eravamo state abbastanza fortunate e avevamo trovato un lavoro come cameriere nell’altolocata pasticcieria francese La Ganache situata in una delle strade del centro della città. La mia migliore amica riusciva sempre a conquistare uno degli snob di passaggio quindi ogni volta finivamo nelle feste in casa dei ricconi figli di papà. In quell’ambiente non mi trovavo per niente a mio agio, specialmente quella sera dato che tutte le ragazze indossavano dei bellissimi abiti costosi che le rendevano delle principesse ed io ero stata costretta ad indossare un anonimo pantalone nero che nascondeva un paio di mutandoni della nonna. Avevo legato i miei lunghi capelli castani in una coda alta e indossato un semplice top bianco. Ai piedi indossavo delle semplici ballerine, tanto ero già alta di mio e inoltre quella sera non sarei stata molto stabile: mi sentivo un po’ assonnata perché mi ero ingollata due antidolorifici per i dolori mestruali.
<< Oh mio Dio, Lia! >> mi urlò nell’orecchio Yasmine all’improvviso.
Mi riscossi dal mio dormiveglia.
<< Che c’è? >> domandai.
Lei si contorse sul divanetto come un’anguilla per guardare verso un angolo della casa senza farsi notare, impossibile dato che ad ogni movimento emetteva degli scampanellii per via di tutti i braccialetti che aveva indossato. Le sue braccia erano quasi sparite sotto quel mare di acciaio finto, argento e brillantini.
<< Guarda lì, non è bellissimo? >> disse con un sospiro.
<< Chi? >>.
Yasmine indicò in modo abbastanza discreto un tizio seduto su dei divanetti poco distanti dai nostri. Sbattei le palpebre per sistemare una lente che si era un po’ spostata nell’occhio sinistro e mi girai per guardare per bene.
Misi a fuoco un uomo dal fisico atletico, con dei capelli neri ribelli che gli ricadevano sulla fronte alta. Sebbene fosse seduto, capii che doveva essere molto alto. Indossava dei jeans scuri, una giacca nera e una camicia bianca con aperti i primi due bottoni. A causa della penombra non si capiva di che colore avesse gli occhi. Stava bevendo un drink e parlava con un ragazzo con un ciuffo biondo che svettava in mezzo a una zazzera di ribelli capelli sistemati apposta in quel modo con il gel. Era più basso dell’amico, o forse era solo una mia impressione dato che era seduto in modo sbragato. Indossava dei jeans strappati, un chiodo di pelle con sotto una maglietta nera attillata messa chiaramente per mostrare i pettorali scolpiti. Era un bel ragazzo, a parte il suo discutibile gusto per la moda, ma comunque nulla a che vedere con quello che gli stava accanto.
<< Quello che beve? >>.
Yasmine emise una risata. << Ma sei cieca?! Dico quell’altro! >>.
<< Sei seria?>> le dissi e lanciai un’occhiata alla sua espressione. Aveva uno sguardo da predatrice. Ma come riusciva a farlo? Se avessi provato io a farlo mi sarebbe venuta una faccia da pesce lesso. << Quello vicino è molto più carino >>.
Yasmine strizzò gli occhi scuri truccati di nero per osservarli meglio e poi esclamò: << Lia che gusti che hai! >>.
Scrollai le spalle: << De gustibus non est disputandum >>.
<< Smetti di fare l’intelligente che così non rimorchi nessuno >> mi riprese lei.
<< Ehi! >> protestai incrociando le braccia e imbronciandomi.
Yasmine non mi diede retta. << Dai, andiamo a parlarci! >>.
<< E quel Steven? >>.
Lei mi lanciò un’occhiataccia e mi costrinse con poca gentilezza ad alzare la mia culotta pesante dal comodo divanetto. La seguii facendomi largo tra la folla che ballava – ma quanta cavolo di gente conosceva Steven?! – e la osservai piazzarsi davanti al ragazzo dalle sembianze di un porcospino.  I due smisero di parlare e le lanciarono un’occhiata.
<< Tesoro sei ancora lì seduto? >> esordì Yasmine porgendo la mano al ragazzo davanti a lui << Perché non mi inviti a ballare? Sai che non so dire no agli uomini aitanti come te! >>
L’uomo si alzò dal divanetto e le fece baciamano con un sorriso malandrino: << Scusa principessa se ti ho trascurato >>.
Osservai la scena con occhi sgranati e anche dall’espressione dell’amico, capii che doveva essere basito. Cercai di ricompormi, non dovevo fare una bella impressione con la bocca spalancata. La mascella mi era ceduta di schianto. Yasmine era capace di stupirmi per ogni cosa che faceva, le sue tecniche di abbordaggio poi erano davvero fantasiose.
Rimasi lì ferma a guardare i due che si allontanavano per ballare finché non sentii una voce vicino a me.
<< Comunque io sono Lorenzo >>
Mi girai e incontrai uno sguardo verde. Rimasi per un attimo imbambolata e poi mi decisi a stringere la mano che mi porgeva Lorenzo.
<< Ehm… io sono Lia >> dissi schiarendomi la voce che sembrava sparita.
<< Lia? >> domandò lui.
<< In realtà è Cecilia >> ammisi. Non amavo particolarmente il mio nome, sapeva di vecchio. D’altronde era un nome dell’antica Roma. La mia era una famiglia romana doc e da generazioni e generazioni si usavano sempre gli stessi nomi. Le mie sorelle minori si chiamavano Lucilla e Cornelia. Beh forse a me era andata meglio.
<< Credo che la tua amica ce l’abbia con te >> disse Lorenzo sorridendo divertito.
<< Eh? >>
Mi girai a guardare dove Yasmine stava ballando con il tizio porcospino. Lui era di spalle e potevo vedere l’espressione di lei. Fece dei gesti alquanto eloquenti che mostrarono il suo apprezzamento e poi mi fece cenno di raggiungerla. Sentii la risata di Lorenzo vicino a me.
<< Simpatica la tua amica >>.
Scossi la testa. << E’ senza speranza >> sospirai << Vado fuori perché questa musica mi sta trapanando le orecchie >> dissi sperando che mi seguisse.
<< Ti accompagno, ho bisogno anch’io di un po’ d’aria >> asserì Lorenzo lanciando un’ultima occhiata all’amico.
Sì!
Quando uscimmo feci un bel respiro e mi appoggiai vicino alla ringhiera, Lorenzo era a fianco a me. Adesso che le luci erano ferme e non più psichedeliche potevo osservarlo bene e mi sembrava ancor più affascinante.
<< Yasmine è incorreggibile. Non capisco come fa a comportarsi così >>.
<< Beh mio fratello Christian non è da meno >>.
E ci sorridemmo. Aveva uno splendido sorriso.
Mannaggia avrei dovuto mettermi lo stesso un vestito!
E magari truccarmi anche meglio!
Ci fu un silenzio. Ero imbarazzata. A differenza di Yasmine ero sempre stata molto timida con i ragazzi. Le mie conquiste erano pari a uno ovvero il mio recente ex fidanzato che dopo cinque anni mi aveva lasciato per un'altra con cui stava da tre. Praticamente era stato un ménage à trois senza il mio permesso. Scossi la testa, non era il momento di pensare a quello stronzo di Marco.
<< A cosa stai pensando? >> mi domandò Lorenzo.
<< Non mi sento molto a mio agio in queste feste, specialmente se non conosco il padrone di casa >> e trattenni a stento una risata.
<< Se vuoi te lo faccio conoscere, è un mio amico >> indicò un punto all’interno della casa dove vidi due corpi intrecciati alle prese con un bacio mozzafiato << Beh al momento direi che è occupato >> constatò divertito.
<< Allora non disturbiamolo >> asserii.
<< Che lavoro fai? >>
<< Lavoro alla pasticcieria francese La Ganache quella in centro, la conosci? >>
Un lampo passò nei suoi occhi. << Ah sì, la conosco però non ci vado molto di frequente >>.
<< E’ piena di gente snob che solo perché è ricca si sente migliore di una cameriera, anche questo posto ne è pieno tu non credi? >>
<< Già. E perché allora sei qui? >>
<< Yasmine mi ha costretta a venire >>
<< Lei non la pensa come te? >>
<< A nessuno importa se Yasmine è una cameriera, è troppo bella >>.
<< A nessuno importerebbe che tu fai la cameriera >>.
Era forse un complimento quello? Mi sentii arrossire mentre gli sorridevo.
<< E tu che lavoro fai? >>
<< Sono nel campo delle pubbliche relazioni >>.
<< Ah sei un PR >>
<< Sì più o meno >> rispose lui. Non feci caso al suo tono evasivo.
Yasmine e Christian ci raggiunsero in balcone. Lui aveva il braccio sulle spalle della mia amica che rideva deliziata.
<< Ehi Lollo eccoti qui! >> urlò Christian << Ti ho cercato dappertutto >>.
Lorenzo alzò gli occhi al cielo per quell’appellativo. << Anche se sono più vecchio di te questo non vuol dire che io sia già sordo >>
Christian sbottò a ridere. << Fratellone, con Yasmine andiamo al Quadrati. Volete venire? >>
Guardai la mia amica contrariata. << Sono già le due Yasmine! >>.
<< Oh andiamo Lia! >>
<< No Yasmine, sono stanca! >>
<< Dai mi serve la macchina! Christian ha la moto e non posso andarci con questo vestito! >>.
Indicò il mini abito bianco dalla sfumatura dorata che indossava. Se fosse andata in moto, avrebbe di sicuro provocato un incidente.
<< Facciamo che voi prendete la macchina ed io riaccompagno Lia a casa con la moto >> propose Lorenzo.
<< Davvero? >> lo guardai piacevolmente sorpresa << Nessun disturbo? >>
<< Nessun disturbo >> ripeté lui con un sorriso.
<< Perfetto allora è tutto sistemato! >> esclamò Yasmine.
Presi le chiavi della macchina e le porsi alla mia amica con un’occhiata ammonitrice. << Stai attenta altrimenti ti uccido! >>
<< Uooh aggressiva la ragazza! >> scherzò Christian.
Io e Yasmine prendemmo i nostri giacchetti e scendemmo in strada accompagnate dai due fratelli, poi con Lorenzo mi avvicinai ad una moto nera mentre gli altri due si allontanavano in direzione di dove avevo parcheggiato la macchina.
<< Tieni >>.
Lorenzo mi porse il casco e la sua giacca che cercai di rifiutare.
<< No, così sentirai freddo >>
<< Non preoccuparti, prendila >>
<< Ok! >>.
Indossai la giacca e fui invasa dal suo profumo. Era buonissimo. Sapeva di dopobarba alla menta. Cercai di annusare il suo odore senza farmi scoprire e poi indossai il casco che mi stava due volte più grande della testa.
<< Sono pronta! >>.
Avevo sempre avuto un po’ paura delle moto, ma in quel viaggio fino a casa non pensai nemmeno per un momento che stavo sfrecciando a cento chilometri all’ora sulla strada perché ero stretta a Lorenzo e i suoi addominali erano una più che piacevole distrazione.
Quando arrivammo mi aiutò a scendere e gli restituii il casco e la giacca.
<< Grazie mille >>
<< E’ stato un piacere >> mi soffiò sulle labbra.
Chissà come i nostri volti erano finiti così vicini.
Gli sorrisi: << Buonanotte! >>.
<< Buonanotte Lia >>.
Mi avvicinai al portone e mi girai per notare che era ancora lì, lo salutai con la mano e solo dopo essere entrata lo vidi ripartire.
Salii su casa che ero ancora inebriata dal suo profumo. Dopotutto era stato molto meglio uscire che passare la serata davanti alla televisione. Quando mi addormentai, sognai quegli occhi verdi. Perché non ero intraprendente come Yasmine! A questo punto avrei già avuto il suo numero di telefono. Sperai di rincontrarlo prima o poi. Tanto Yasmine diceva sempre che se è destino deve accadere.




Angolo autrici
Ciao a tutti! Siamo Cibernella e Lione94, ovvero Valentina e Chiara ed è la prima volta per entrambe che ci cimentiamo nella scrittura di una storia a quattro mani. E' stata un'esperienza molto divertente! Abbiamo tentato di creare una storia romantica e leggera con due protagonisti tanto dolci quanto timidi. Scordatevi la figura del bello e dannato perché Lorenzo è tutt'altro, quel ruolo è stato lasciato al fratello Christian :)

In questo capitolo i nostri due protagonisti si sono incontrati, nel prossimo li conosceremo meglio e poi inizierà la loro storia d'amore <3
Il punto di vista di Cecilia sarà scritto da Chiara mentre il punto di vista di Lorenzo da Valentina.
Speriamo che la nostra storia vi incuriosisca e che seguirete le vicende dei nostri personaggi ;)

  
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