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Autore: VirgyIzzy93    05/03/2015    2 recensioni
Questo è un crossover tra Pretty Little Liars e The Vampire Diaries. Le quattro ragazze di Rosewood, cercando di smascherare il loro stalker finiscono per ritrovarsi catapultate nella cittadina più sovrannaturale degli Stati Uniti, Mystic Falls. Tra vampiri, stalker seriali e amori passionali, le avventure delle quattro ragazze si intrecceranno inesorabilmente a quelle di Damon, Elena, Stefan e compagnia.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alison DiLaurentis, Aria Montgomery, Emily Fields, Hanna Marin, Spencer Hastings
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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-Tempo scaduto, ragazze. Dovete andarvene – disse il poliziotto aprendo la porta.
-Ciao Alison, ci vediamo in tribunale – disse Spencer sorridendo alla ragazza. Alison si alzò e abbracciò le amiche.
-Mi siete mancate, ragazze. Dico davvero –
 
Uscite dal penitenziario, le ragazze si avviarono a scuola, quella mattina si erano svegliate prestissimo per poter andare a parlare con Alison senza perdere nemmeno un minuto di lezione. Erano andate con l’auto di Hanna.
-Se Mona è davvero da qualche parte a Mystic Falls, devo dirlo a Mike – concluse Aria.
-No! – dissero le altre tre.
-Come no? – disse Aria. Era stupita dalla reazione delle amiche. Come potevano vietarle di dire tutto a Mike?
-Ragazze si tratta della sua ragazza. È innamorato di lei, glielo devo – disse Aria.
-Okay, ma lui non potrà seguirci a Mystic Falls. È troppo pericoloso – disse Emily.
-Questo lo so. Dovrò rinchiuderlo nel seminterrato per non farci seguire però –
Le ragazze studiarono un piano per rivelare a Mike la verità e nello stesso tempo convincerlo a non seguirle.
-Dovremmo dirgli che abbiamo scoperto che –A aveva portato Mona a Mystic Falls quando lei lavorava per lui o lei, che sia. E che sappiamo che là potremmo trovare tracce per scoprire chi diamine si nasconde dietro ad –A e smascherarlo o smascherarla. Ma che non pensiamo assolutamente che Mona sia là. Questo ce lo teniamo per noi. D'altronde non sappiamo se sia viva o morta. Quindi noi a Mike gliela raccontiamo mettendogliela sul piano “vogliamo solo essere sincere con te” – concluse Spencer dopo dieci minuti di idee malsane e che non avrebbero funzionato, venute fuori dai loro cervelli stanchi.
-Sì, direi che è l’idea migliore che abbiamo detto finora – disse Aria –D’accordo, appena lo vediamo lo bracchiamo e gli parliamo –
-Parli di tuo fratello come di un cane rabbioso – commentò Hanna.
Le altre ridacchiarono.
Entrando a scuola le ragazze videro Mike seduto su una sedia nel corridoio.
-Mike – disse Aria, andandogli incontro preoccupata –è successo qualcosa? –
-No. Pensavo a.. niente – il ragazzo fece per alzarsi e andarsene ma la sorella gli prese la mano e disse:
-Aspetta! Ho delle cose da dirti, delle.. novità. Io e le ragazze dobbiamo parlarti qualche minuto –
Il fratello minore seguì la sorella e le amiche dentro un’aula vuota.
-Che succede? – chiese Mike preoccupato e scuro in volto.
-Sapevi che Alison prima di essere arrestata voleva partire per andare in Virginia? – chiese Aria cercando di far capire al fratello che non era accusatoria la sua frase.
-No, non ne sapevo nulla di questo –
-Beh, noi abbiamo appena scoperto che Ali voleva andare là, in una cittadina chiamata Mystic Falls. A quanto pare –A ha lasciato tracce laggiù e Alison voleva scoprire quali. Alison aveva scoperto che –A.. –
Aria si fermò e fece un respiro lungo. Stava per parlare di Mona a Mike, sapeva che gli avrebbe inflitto dolore, ma doveva farlo -... che –A ci aveva portato Mona, quando lei era nel suo team –
Mike parve elettrizzato alla notizia:
-Dobbiamo andare là forse la tiene da qualche parte. Forse.. –
-Mike! No, Mike! Noi non pensiamo che –A tenga Mona là. Sa che Alison aveva scoperto queste cose e per questo ci ha indirizzate sempre di più a pensare che lei fosse –A, per farla rinchiudere in prigione e non farla indagare. Quindi non terrebbe Mona in un posto che sa che ormai lei conosce e potrebbe rivelarcelo. E poi è stato proprio –A, a farci scoprire che Alison stava per andare a Mystic Falls. Perché darci l’indizio per ritrovare Mona? Noi.. andremo comunque là, per scoprire le tracce lasciate da –A, se ce n’è. Ma volevo solo essere onesta con te, ormai sai tutto e mi sembrava giusto dirtelo –
-Mi state dicendo che non ci sono possibilità di ritrovare Mona? Che forse lei è davvero.. è.. davvero morta? –
Mike era disperato e soffriva terribilmente. Aria lo abbracciò forte.
-No, potrebbe essere viva, molto probabilmente lo è. Ma non è di certo a Mystic Falls. Questo intendiamo – disse Spencer.
Mike parve riprendersi un poco.
-Non mi importa quello che voi pensate, se c’è anche solo lo zero virgola uno per cento che Mona possa essere là, io vengo con voi. Dovete smetterla di vedermi come un bambino. Fatemi entrare attivamente nel piano per distruggere –A  – disse Mike con gli occhi rossi e gonfi, che uscivano dalle orbite.
-No, Mike. Questo non è possibile – disse Emily.
-Come? C’è di mezzo la possibilità che ci sia la mia ragazza, lo capite questo? –
Aria era in preda al panico, il loro piano non aveva funzionato e Mike era deciso ad andare fino in fondo alla questione per ritrovare Mona.
Poi le ragazze sobbalzarono e Mike si girò guardingo, perché la porta dell’aula si era aperta. Sul ciglio della porta, c’era un ragazzo muscoloso e biondo.
-Oh, scusate, sentivo delle voci e.. ciao Aria –
-Eh.. ciao Andrew – disse Spencer.
Il ragazzo guardò un po’ la piccola Aria e poi se ne andò. La ragazza era rossa in volto ma aveva altro per la testa, cose più importanti a cui dedicarsi dei bicipiti gonfiati di Andrew.
-E.. Aria, perché ti guardava così? – domandò Mike, incuriosito. Le tre amiche di Aria ridacchiarono mentre lei, cercava di trovare le parole giuste.
-Lui mi da ripetizioni – disse Aria imbarazzata.
-E tua sorella lo paga in natura – ribatté ridendo Hanna. Spencer ed Emily, risero assieme ad Hanna. Mike scosse la testa divertito ed incredulo, mentre Aria le guardava in cagnesco.
-Io non lo pago.. in natura. Ci siamo solamente baciati –
Mike andò verso la sorella e le disse abbracciandola:
-Puoi fare quello che vuoi, io ti voglio bene. Però non ne posso più di.. di stare senza Mona. Fermo, con le mani in mano ad attendere che lei suoni il campanello di casa mia. Devo fare quello che è in mio potere per ritrovarla. Lo capisci? Tu cosa faresti se al posto di Mona ci fosse Ezra? –
Aria si lasciò cadere su una sedia. Cominciò a pensare ad Ezra e sentì un nodo allo stomaco. Le mancava. Era strana la sensazione che stava provando. Era come se stessero ancora insieme ma fossero divisi da un enorme muro. In realtà loro si erano lasciati e lei se voleva poteva andare avanti. Ma il punto era quello. Lei non sapeva cosa voleva. I continui tormenti di –A non le lasciavano il tempo di pensare ad altro e quando ci provava, aveva la testa talmente stanca dagli attacchi repentini di –A, che pensava idee affaticate, che si intrecciavano inesorabilmente. Come i pensieri di un dormiente. Come i sogni che cambiano a seconda di ciò a cui si pensa e sono confusi e strani. Era come se vivesse un continuo incubo senza potersi svegliare mai, cercava invano di svegliarsi e quando arrivava ad un piccolo passo verso il risveglio, -A la faceva ripiombare nel incubo.
E lo stesso valeva per tutte le ragazze. Anche Hanna, Spencer ed Emily erano nella stessa situazione.
-Io amo Ezra, lo amo da morire. Ma è da un po’ di tempo che ci divide un’enorme distanza. Lui.. mi ha lasciata perché dice che la nostra relazione mi vieta di vivere la mia vita. Io ho provato a vivere la mia vita come vorrebbe lui per.. per poter tornare da lui più in fretta. Ma è un’idea stupida. Se succedesse qualcosa ad Ezra io ne morirei. Per questo sono comunque contenta che ci siamo allontanati. Magari convincerà quello psicopatico a non torturare anche lui –
-Pensi che –A sia un uomo? – chiese Mike curioso.
-No, psicopatico e psicopatica che sia. Non so chi è, che sesso abbia, quanti anni abbia io.. io non so nulla! NULLA! – gridò Aria lanciando la sua borsa. Dalla borsa uscì tutto quello che c’era all’interno. Libri, portafoglio, chiavi di casa e della macchina e anche un foglio di carta con una scritta in rosso.
Mentre Mike e Spencer cercavano di calmare Aria, in presa ad una crisi di pianto, Hanna rimetteva a posto i libri e la roba dell’amica ed Emily vide il foglietto. Lo prese e lo lesse. Il rosso non sembrava inchiostro normale.
“Questo foglio è scritto col sangue della ragazza di tuo fratello. È viva? O è morta? Miracole Street 394, Mystic Falls, Virginia. –A”
-Ragazze – disse Emily con terrore. Le tremava la mano e quasi non riusciva a tenere in mano quel piccolo foglietto. L’idea che –A avesse scritto col sangue di Mona quel terribile messaggio, lo faceva essere pesante come un macigno.
Le ragazze e Mike lessero il biglietto. Mike preso dall’ira lo prese, lo accartocciò e lo tirò.
-Capite perché devo venire con voi? – disse infuriato, sbattendo i pugni su un banco.
-Andare dove? – disse Caleb entrando nell’aula. Hanna e le ragazze spiegarono la situazione a Caleb:
-Secondo me Mike ha ragione. Se sparissi tu Hanna, in quel modo, io farei di tutto per trovarti e scoprire che fine hai fatto. E sappiate che a Mystic Falls, qualunque posto sia, ci vengo anche io –
-Che cosa? – dissero le ragazze. Questo era davvero troppo.
-Ecco, vedete perché era meglio non dire niente a nessuno – disse Hanna esasperata.
-E continuare a mentire e litigare per delle bugie stupide? – suggerì Mike –Io sono arrivato quasi ad odiare mia sorella per le vostre bugie. E non voglio odiarla, io le voglio bene –
-Sono d’accordo con Mike. Verremo con voi. E non c’è discussione – concluse Caleb. Detto questo, la campanella suonò e i ragazzi entrarono nelle loro classi.
 
Aria durante l’ora di letteratura, non riusciva a pensare ad altro che ad –A e a che trucco geniale e spietato avrebbe ideato per far scoprire ad Ezra di lei ed Andrew. Così, decisa ad essere lei la prima a dare la notizia al ragazzo, gli scrisse un messaggio:
“Vediamoci al bar quando esco da scuola. Devo parlarti. Aria”
Poi attese la risposta. E nell’attesa la sua mente cominciò a galoppare nel viale dei ricordi. Pensò al giorno in cui aveva conosciuto Ezra, alla loro prima volta, alla loro prima uscita ufficiosa e alla loro prima uscita ufficiale.
Le mancavano le sue mani, i suoi baci, le sue carezze e i suoi sguardi. Le mancava lui, in tutte le sue sfumature.
Il telefono vibrò nella sua tasca riportandola alla realtà.
“Sono fuori Rosewood, se vuoi ci vediamo sabato sera. Ezra”
La delusione nel cuore di Aria fu immensa. Ezra era andato via da Rosewood, Emily sicuramente lo sapeva, lavorando per lui, ma non l’aveva avvertita.
“Perché non mi hai detto che Ezra andava via da Rosewood?”
“Io non lo sapevo. Dov’è?”
“Non lo so. Ma gli ho chiesto di vederci per parlare e mi ha detto di essere fuori Rosewood”
“Dobbiamo andare a casa sua e scoprire se è stato chi sappiamo noi a mandarlo via per un po’”
Aria scosse la testa. Non era possibile.
“E da quando –A fa regali? Mandarlo via proprio quando Andrew ed io ci siamo baciati? Caso mai lo avrebbe mandato direttamente a casa mia nel più subdolo dei modi. Ne parliamo dopo scuola”
 
Le ore di scuola furono pesanti e lunghe per tutte e quattro le ragazze. Ma quando finalmente poterono uscire da quell’edificio, si radunarono in camera di Spencer per poter parlare.
-Ezra è via da Rosewood? A fare cosa? E perché non ha avvertito Emily? – cominciò Hanna, con le sue raffiche di domande.
-Se lo sapessimo non ne staremmo parlando come se fosse un mistero, Hanna – disse Spencer.
-Sì, beh.. io voglio vederci chiaro – disse Aria –una volta per tutte –
-Io propongo di andare a casa di Ezra e vedere se scopriamo indizi che ci portino a capire che –A l’ha contattato – ribatté Emily.
-Aria ha ragione Em, il nostro amichetto non fa regali. Non manda via da noi le persone che amiamo, onde evitare siano ferite, ma anzi, ci mette in condizioni di ferirli per poter ferire noi – disse Spencer.
-O mio Dio – disse Hanna alzandosi dal letto –ma certo, è tutto chiaro –
-Hanna, vorresti spiegarti? – sbottò Spence.
-Andrew è –A –
Emily, Spencer ed Aria la guardarono come se fosse un alieno.
-Sì, e questa brillante idea come ti è venuta? – continuò Spencer sempre più snervata.
-E poi perché ogni volta che un ragazzo c’entra con la sottoscritta dev’essere per forza un pazzo stalker seriale? – protestò Aria stufa.
-Se mi fate parlare.. grazie. Dunque, Andrew si trova nei paraggi quando siamo in pericolo. Pensateci: quando c’era da tenere sotto controllo Mike e Cyrus, e Cyrus ha cercato di essere spaventoso con la sua moto, lui era lì e in questo modo non solo ha fatto credere a tutte noi di essere lì solo per aiutarci, ma ha anche impedito a Cyrus di darci le informazioni che volevamo. Poi magicamente Cyrus ha avuto un tragico incidente. Oggi parlavamo di smascherare –A, di andare a Mystic Falls, di Mona e di Ezra e casualmente è spuntato lui ed Ezra è fuori città –
-Detective Marin, piantala di giocare – disse Aria.
Hanna si spazientì:
-Volete ascoltarmi per una volta? Caso strano ora che vogliamo smascherare –A, lui ci gira attorno e fa il carino? Non credo nelle coincidenze quando si tratta di –A –
-Anche io non credo nelle coincidenze quando si tratta di –A, Hanna, ma questo non vuol dire che Andrew sia –A. Cosa abbiamo fatto ad Andrew di così grave da perseguitarci senza sosta, instancabilmente da anni, ogni santo giorno? – disse Spencer.
-Spencer, i pazzi sono pazzi. Può aver covato odio per noi anche solo per una merendina rubata all’asilo di cui ci siamo scordate –
Spencer ridacchiò e disse:
-Andiamo Hanna, anche nella pazzia c’è un minimo di senso lontano e impercettibile, cosa che nel tuo discorso non vedo manco analizzandolo al telescopio –
-Però Hanna ha ragione su una cosa – disse Emily.
-Sul fatto della merendina? – chiese Spencer bruscamente seccata.
-No, non su quello. Sul fatto che Andrew ha cominciato a girarci attorno in modo sempre più frequente ed è strano. Magari non è lui –A, ma se fosse un membro del suo team? Mi fido poco delle new entry –
Emily aveva ragione, tutte loro si fidavano poco dei nuovi arrivi.
-Okay, questo ha già più senso della teoria di Hanna – disse Aria.
Le ragazze erano sfinite e stanche, così Spencer decise di scendere per prendere qualcosa da mangiare per merenda e riprendersi un pochino.
Mentre scendeva le scale per andare in cucina, sentì bussare alla porta.
-Arrivo – disse la ragazza. Andò ad aprire la porta e sul ciglio c’era Toby in divisa.
-Toby – disse stupita, Spence.
Lui la tirò a sé e la baciò energicamente.
-Ciao Spencer – le disse infine.
-Non sono ancora le sette, come mai sei già qui? – si era addolcita rispetto alla mattina, ma era comunque fredda e ferita.
-Non c’è molto da fare oggi. E la Tanner è a lavorare su un caso con Holbrook che è tornato in azione – Toby guardava Spencer come se non ci fosse niente di più bello al mondo.
-Posso entrare? – chiese dolcemente –Ho davvero un grandissimo bisogno di parlarti –
Spencer abbassò lo sguardo e lungo il suo viso scesero veloci due grosse e caldissime lacrime.
-Entra. Su di sopra ci sono le ragazze se le vuoi salutare –
Mentre Spence, preparava la merenda per lei e le ragazze, Toby le parlava:
-So che sei delusa dal mio comportamento Spencer. Ma io non posso più fare la vita di prima. Sono un poliziotto perché ci credo. Non voglio essere un poliziotto come Wilden o come Holbrook. E se lo vuoi sapere non mi fido nemmeno della Tanner. Lei e Holbrook sono in intimità, si parlano spesso, ma mi tengono a debita distanza. Casualmente arriva un poliziotto serio a Rosewood e lo tieni a distanza? Puzza alquanto la situazione e io voglio vederci chiaro –
Toby attese qualche minuto prima di continuare, per capire se Spencer gli stava credendo o meno.
-Sì, è una situazione che sa di marcio – concluse la ragazza con quel suo tono distaccato.
-Spencer – disse Toby prendendole la mano –io ho bisogno che tu mi creda –
-Io ti credo, Toby. Sei tu che non credi a me, che non hai fiducia in me e che mi hai allontanata come se fossi un virus – gridò Spencer tirando fuori tutto quello che aveva dentro.
-Lo so, ti chiedo scusa per questo, ma la Tanner si fida già poco di me e l’unico  modo per farmi spazio all’interno dei poliziotti di Rosewood, era ottenere la sua fiducia. Così le ho fatto credere che a me non importasse niente di te. E l’unico modo che avevo affinché credesse alla recita era che ci credessi pure tu –
Spencer lo guardò torva. Era stata malissimo in quei giorni. E dopo il bacio che le aveva dato Johnny era stata anche peggio.
-Beh, ti sei allontanato talmente tanto bene che Johnny ha pensato che ci fossimo lasciati e mi ha baciata – disse Spencer, prendendo il piatto di frittelle da portare alle ragazze, col vassoio di spremute d’arancia. Salì le scale con Toby al seguito.
-Che cos’ha fatto? – chiese il ragazzo furioso fuori dalla porta della stanza di Spencer. Aria, Emily ed Hanna guardavano Toby e la loro amica litigare.
-Mi ha baciata. Ed è solo colpa tua se l’ha fatto – disse Spencer, gridando e facendo uscire tutto il dolore che le aveva causato quella lontananza.
-Tu sei sparito dalla mia vita nel momento in cui ne avevo più bisogno –
Toby capì il male che aveva procurato alla sua ragazza e si odiò per quello che aveva fatto. Ma non voleva perderla, la amava. Così la tirò a sé e la baciò. Spencer sulle prime cercò di allontanarlo ma poi capì che quei baci le erano mancati troppo e ricambiò.
Aria e Emily si alzarono per prendere il vassoio con la merenda e chiusero la porta per lasciare i due innamorati da soli.
-Ti amo Spencer, non dubitarne mai – dichiarò Toby con un sussurro supplicante.
-Io.. ti amo anche io Toby. Ma dovevi trovare un modo per farmi sapere che era tutto a posto e che mi amavi ancora –
Toby la baciò delicatamente, era un bacio lieve che racchiudeva le più dolci scuse.
-Mi sei mancata così tanto. Voglio portarti fuori a cena, questa sera – disse Toby.
Spencer era confusa. Le aveva appena detto che la Tanner non doveva sapere che la loro relazione stava continuando o aveva capito male?
-Ma se Holbrook o la Tanner dovessero vederci? – chiese sgomenta.
-Problema superato. Ho scoperto delle cose su Holbrook che potrebbero bastare a farlo marcire in galera. Quindi se mi ricattano, io ho pronte quelle prove – disse Toby.
Spencer sorrise a Toby come non succedeva più da settimane.
-Ti amo, ti amo, ti amo – disse riempiendolo di baci di gioia.
-Fatti trovare pronta alle otto, che andiamo a cena fuori – e così dicendo il bel poliziotto, scese le scale e uscì di casa.
Spencer, più felice che mai tornò in camera con le amiche.
-Allora, gli hai detto di Mystic Falls? – chiese Aria curiosa di sapere se tra loro era tornato tutto alla normalità.
-Abbiamo parlato d’altro. Ma stasera andremo a cena fuori e gliene parlerò – rispose Spencer felice.
Raccontò alle amiche tutto quello che era successo con Toby.
-E cos’ha trovato su Holbrook di così… scottante? – chiese Emily spaventata e curiosa al contempo.
-Questo non me lo ha detto –
-Che è un porco pervertito, forse? – propose Hanna. E sapeva di quello che stava parlando. Holbrook era tutto tranne il bravo ragazzo che lei aveva creduto tempo prima.
-Può darsi – rispose Aria.
Le ragazze finirono di fare merenda poi, per distrarsi e divertirsi un po’, giocarono a decidere quale outfit avrebbe dovuto adottare Spencer per la cena con Toby. Tirarono fuori dall’armadio qualsiasi tipo di abbigliamento. Ma ovviamente nessuna delle tre era d’accordo. Hanna proponeva il look sexy elegante, di classe e seducente, Emily era più orientata verso un look casual sportivo sexy, mentre Aria, era più per un look particolare e di nicchia che decisamente non apparteneva a Spencer.
-Non potete decidere dei pezzi che piacciano a tutte e abbinarli decentemente insieme? – propose Spencer dopo l’ultimo battibecco tra Emily e Hanna su una gonna. Per Emily era troppo corta, per Hanna troppo lunga.
-Okay, stop! – disse Spencer quando Hanna ed Emily ripresero a discutere –Ho mal di testa da quanto litigate. Facciamo così, decido io degli abbinamenti e voi voterete. Quello che otterrà il voto più alto sarà aggiudicato per la serata. Chiaro? –
Così Spencer sfilò per le sue amiche. Cambiandosi continuamente gonna, pantaloni, maglietta, camicetta e vestito. Ad un tratto, indosso un vestito con la gonna a palloncino, senza spalline, nero a pois lilla e un paio di decolleté, nere.
Quel vestito le stava divinamente. Dopo il vestito, le ragazze truccarono Spencer e le sistemarono i capelli in una sensuale pettinatura.
-Stai benissimo – disse Aria contenta del loro lavoro.
-Devo ammettere che è il miglior outfit che potessimo scegliere – concluse Hanna ridendo.
-Grazie ragazze – disse Spencer abbracciando le sue amiche.
-Ciao ragazze – disse Veronica Hastings, la madre di Spencer.
-Come mai sei così elegante, tesoro? – domandò Veronica.
-Stasera esco con Toby a cena – rispose Spencer.
-Quindi le cose con Toby sono tornate alla normalità? – sorrise la donna.
-Sì, mamma – ridacchio felice e spensierata Spence.
Uscita di casa la ragazza aspettò il suo ragazzo fuori dal ristorante. Ma alle otto e un quarto ancora nessuna traccia di Toby. Spencer era divisa tra la preoccupazione e la delusione. Ma proprio quando aveva perso le speranze di vederlo arrivare, lui le si parò davanti con un bellissimo mazzo di rose rosse in mano.
-Scusa il ritardo, ma mi ha chiamato mio padre e mi ha tenuto al telefono un bel po’ –
Lui era bellissimo. Senza la divisa da poliziotto, Spencer ritrovava il suo Toby. Adesso indossava le sue magliette attillate, la sua giacca di pelle e i suoi splendidi jeans scuri ed attillati.
-Ora finalmente ti riconosco – sorrise Spencer baciandolo.
Durante la cena, parlarono un po’ di tutto. Spencer poi decise il momento giusto per parargli di Mystic Falls.
-Quindi Mona potrebbe essere ancora viva? E Ali è innocente? – chiese Toby esterrefatto.
-Sì, beh.. per quanto Alison possa essere innocente. Ma non ha commesso lei quell’omicidio, sempre che di omicidio si tratti. E di certo non è lei –A – rispose Spencer.
Toby era pensieroso, cercava di rimettere insieme i tasselli.
-E voi credete che Mona possa essere a Mystic Falls? – domandò il ragazzo.
-Potrebbe essere come no. Ma fatto sta che a Mystic Falls c’è indubbiamente qualcosa che potrebbe condurci ad –A –
-Spencer, potrebbe essere una trappola. L’hai detto tu che lui o lei che sia, vi ha fornito l’indirizzo preciso a cui andare a Mystic Falls. È una trappola –
-E noi saremo preparate a tutti i tipi di trappola – continuò Spencer.
-Come fate a sapere fin dove può arrivare –A? –
-Non lo sappiamo, ma dobbiamo pur cominciare da qualche parte. E siamo stufe di avere pochi elementi e pochi indizi, ci avrà anche dato quell’indirizzo –A, con la speranza che ci finiamo dentro come topi alla ricerca di formaggio, ma se noi indaghiamo attorno ad –A e a ciò che potrebbe esserci in quell’indirizzo, senza doverci andare per forza, forse riusciremo a stanare la tana del lupo e così anche il lupo –
Toby non poteva lasciare che la sua ragazza e le sue amiche andassero da sole a Mystic Falls incontro alle trappole di –A. Doveva fare qualcosa.
-Vengo anche io – decretò deciso. Spencer sapeva che era inutile discutere con lui e non ne aveva neanche voglia di farlo.
-D’accordo, ma si decide insieme e non si fa nulla da soli – rispose decisa la ragazza.
-Sì. Quando si parte? – chiese Toby.
-Domani sera. Con le ragazze inventeremo la scusa di visitare il Whitmore, il college che si trova nelle vicinanze di Mystic Falls e partiremo – disse Spencer.
-E quale sarà la scusa per portare Mike con noi? – chiese Toby che non capiva come potesse andar bene ad Ella e Byron.
-Oh.. beh.. lui dirà che.. che si vuole prendere qualche giorno di relax dopo quello che è successo a Mona e sapendo che non sarebbe l’unico maschio, si vuole unire al gruppo – propose decisa Spencer. Non aveva altre idee e quella le sembrava decisamente la migliore.
Lei, come le altre sue amiche era stanca e stufa per la vita stressante che –A la obbligava a condurre. Aveva bisogno di staccare la spina e non ricollegarla per almeno un anno intero. Vivendo su un’isola deserta, con palme, spiaggia bianca e mare limpido, tanti libri da leggere, le sue amiche, il suo ragazzo e tanti bei cd musicali da sentire a ripetizione. Potersi dedicare quando e come voleva ai suoi interessi e rilassarsi godendosi la vita.
Ma purtroppo la realtà era totalmente diversa. Finito un problema ne fuoriuscivano altre tre. E dopo anni e anni di torture psicologiche, era proprio esausta. E sperava che Toby la capisse se dal suo cervello, non uscivano più le brillanti idee di un tempo.
-Spencer, lo so che sei stressata e sfinita, ma tieni duro. Ti prometto che questa volta, la storia di –A, finirà per sempre –
Spencer sorrise a Toby e dopo aver finito di cenare, decisero di andare a fare una passeggiata romantica. Era troppo tempo che non camminavano abbracciati l’uno all’altra, chiacchierando e ridendo spensierati, poterlo rifare di nuovo era magico e incredibile.
A mezzanotte meno un quarto, erano fuori da casa di Spencer, pronti per finire la serata in bellezza quando Hanna chiamò sul telefono di Spencer.
-Hanna non è il momento, starei ancora con.. –
-Spencer lo so che sei con Toby ma è urgente. E serve anche lui, è meglio –
-Cosa? Che succede? – disse arrabbiata, esasperata e stanca la ragazza, guardando Toby rassegnata.
-Ho riportato a casa Aria, perché siamo andate a mangiare al Take Away Thailandese. Ma portando a casa Emily, ho ricevuto una chiamata da Mike che era uscito perché si era dimenticato il cellulare sul portico. Ha trovato la borsa di Aria per terra e lei non era ne in giardino ne tantomeno in casa –
-Il cellulare è nella borsa? – chiese Spencer facendo segno a Toby di risalire in auto.
-No, lo ha con lei credo. Ma è irraggiungibile – rispose Hanna. Aveva la voce sottile, preoccupata e in preda ad una crisi di nervi.
-Arrivo, aspettatemi davanti casa Montgomery – annunciò. Mettendo in moto l’auto spiegò a Toby cos’era successo.
Hanna ed Emily erano sotto il porticato di casa Montgomery, che cercavano di tranquillizzare Mike.
-Non capisco, Hanna ed Emily l’hanno lasciata qui davanti casa, ho visto che scendeva dall’auto, dieci minuti dopo non era ancora entrato nessuno, così sono uscito per vedere cosa faceva e recuperare il cellulare ma lei non era qui. E non è manco in giardino –
-Mike, il giardino lo hai controllato tutto? – chiese Toby, che ormai faceva certe domande con estrema professionalità. Era così serio nel suo lavoro che invece che essere entrato da qualche settimana, ci sembrava nato nella polizia. A Spencer la cosa piaceva e infastidiva al contempo.
-Ho provato a chiamarla un po’ girando intorno alla casa ma non rispondeva nessuno. E poi che ci farebbe la borsetta davanti alla porta se non l’avessero presa? –
Toby, era comunque deciso a guardare nel giardino.
-Scusatemi – disse sparendo dietro la casa. Qualche istante dopo si sentì un urlo.
-È qui! – disse Toby. La voce proveniva da abbastanza lontano.
Le ragazze seguirono la provenienza del suono con Mike alle calcagna.
Trovarono Toby chino su Aria, che era svenuta.
-È svenuta. Sembra che abbia anche vomitato. Bisogna portarla all’ospedale, ha le pupille troppo allargate, sembra drogata –
-Drogata? – chiesero Hanna, Emily e Spencer esterrefatte.
-Ma abbiamo mangiato e bevuto tutte e tre le stesse cose – disse Hanna.
-No, Hanna. Lei ha bevuto acqua, noi coca cola – la corresse Emily spaventata.
Mike che aveva portato con sé la borsetta di Aria, guardò se dentro ci fosse qualche bottiglia d’acqua.
-È questa la bottiglietta d’acqua che ha preso stasera? – chiese bianco in volto e teso come una corda di violino. Emily e Hanna annuirono. Toby prese la bottiglietta e la odorò.
-Se qui dentro c’è qualcosa non ha odore. Bisogna portarla in laboratorio. Mike, tu vieni in centrale con me. Voi ragazze portate Aria in ospedale. Noi vi raggiungeremo appena possibile –
-Toby – lo fermò Spencer. Il ragazzo la guardò.
-Dobbiamo decidere che cosa dire alla polizia – disse Spencer.
-Dato che sono un poliziotto dirò che una ragazza, la sorella di Mike Montgomery qui presente, è probabilmente stata drogata bevendo da questa bottiglia e di esaminarla e che la bottiglia l’avete presa cenando dal Take Away Thai –
Spencer baciò Toby, contenta di riaverlo finalmente tutto per sé.
Mike portò Aria in macchina e andò in laboratorio con Toby.
 
Arrivate davanti all’ospedale, Emily scese per chiamare un infermiere che le aiutasse.
-Una mia amica è svenuta, non sappiamo che cos’abbia, aiutateci –
I due infermieri che aveva fermato corsero con una barella fino alla macchina e portarono Aria all’interno di una sala.
Passarono minuti interminabili quando finalmente arrivarono anche Toby e Mike, seguiti da Ella e Byron.
-Ragazze – disse Ella abbracciando le amiche della figlia.
-Cos’è successo Emily? – chiese Byron in preda al panico.
Hanna raccontò ai genitori di Aria che erano andate a mangiare al Take Away Thai, che finita la serata aveva riportato a casa Aria e andando verso casa di Emily aveva ricevuto la chiamata di Mike che Aria era svenuta fuori in giardino. Così avevano chiamato Spencer, nel panico perché assieme a Toby le accompagnassero in ospedale. Ma che poi a Toby era venuto in mente che poteva esserci qualche sostanza nella bottiglietta usata da Aria e assieme a Mike l’avevano così portata in laboratorio affinché venisse analizzata, mentre lei e le ragazze avrebbero portato Aria in ospedale.
E raccontò la stessa storia al dottore, quando uscì dopo aver visitato Aria.
-Sì, è stata indubbiamente drogata e la droga era nell’acqua. Ci hanno appena chiamato dal laboratorio dicendo che l’agente di polizia Toby Cavanaugh aveva portato una bottiglietta usufruita dalla paziente Aria Montgomery – raccontò il medico alla famiglia di Aria e agli amici.
-Che tipo di droga era? – chiese Toby che doveva appuntarlo per il rapporto.
-GHB – rispose il dottore, serio.
-Cosa? – chiese Spencer alzandosi di scatto dalla sedia.
-Non è la droga dello stupro? – domandò Byron, il padre di Aria. Sia lui che Ella erano stravolti.
-Sì, lo è – rispose con un filo di voce Spencer. Ma lei sapeva che –A, non aveva messo nella bottiglia quella droga per quell’uso ma solo per stordire Aria.
Aria in quelle condizioni sarebbe servita ai suoi scopi in altre maniere. Solo non sapeva quali.
-Quando potrà essere dimessa? – chiese Emily al dottore.
-Non prima di tre giorni. La vostra amica ha bisogno di riposo e sicurezza – decretò il dottore girando i tacchi e andandosene. Le tre amiche si guardarono e capirono di pensarla tutte allo stesso modo.
L’idea di Aria da sola in un ospedale, sapendo che –A poteva arrivare ovunque, non le allettava molto.
–A era arrivato ad ognuna di loro anche nei posti che dovrebbero essere i più sicuri. A casa loro, negli ospedali in cui erano state ricoverate, perfino al Radley. Anzi, al Radley a maggior ragione.
Dovevano trovare il modo di fare la guardia su Aria, quando Toby fornì loro la perfetta soluzione.
Prendendo da parte le ragazze disse loro che avrebbe fatto la ronda di sorveglianza all’ospedale lui stesso quella notte per garantire che tranne dottori ed infermieri non entrasse nessuno.
Il dottore aveva detto che non avrebbero dovuto amministrarle alcun medicinale, quindi qualunque infermiere le si fosse avvicinato con aghi o medicinali vari, Toby lo avrebbe allontanato immediatamente.
 
Ella e Byron, riportarono Mike a casa. Erano tutti e tre spaventati e impauriti. E per la notte, Ella dormì sul divano in casa di Byron. Da quando si era lasciata con Zach, aveva cominciato a fare jogging per ritornare in forma. E Byron l’aveva notato immediatamente. Nonostante i trascorsi, il professor Montgomery era ancora molto legato all’ex moglie, la amava ancora.
-Vuoi qualcosa da bere, Ella? – le chiese mentre le portava un cuscino e una coperta. La donna lo guardò con affetto.
-No, grazie mille Byron –
-Sei sicura di non voler dormire tu nel letto? Lì sul divano posso dormirci io, se vuoi stare più comoda –
Ella sapeva che Byron faceva di tutto per farla stare meglio.
-Va bene il divano, grazie – rispose sorridendo appena –Byron –
-Sì, Ella –
La donna gli chiese se poteva stare un po’ con lei prima di andare a dormire. Così si sedette accanto a lei.
-Chi può aver fatto questo a nostra figlia? E perché? – Ella era terrorizzata dall’idea di cosa sarebbe potuto accadere se Hanna ed Emily si fossero allontanate da Aria anche solo per un brevissimo istante.
-Non lo so. Ma Toby mi ha garantito che la polizia andrà infondo alla questione – Byron era stravolto.
-Perché dare una droga di quel genere in un Take Away ristorante, trafficato da molta gente? Non ha senso –
-Ella, chiunque ha anche solo pensato di usare quella droga su nostra figlia per.. per fare delle porcherie malate.. beh, se la dovrà vedere con me – Byron era furioso, spaventato, confuso. Ed Ella provava le stesse identiche cose.
-Ho bisogno di te, questa notte – disse Byron ad Ella –Vieni a dormire su con me. Non.. non succederà nulla, te lo prometto. Voglio solo sentire la tua presenza. Mi ha sempre tranquillizzato sapere che tu eri con me –
-Anche a me tranquillizza saperti con me –
Ella e Byron salirono in camera e andarono a dormire, mentre Mike, dentro camera sua piangeva disperato. Ora non solo doveva trovare Mona, ma aveva anche la sorella in ospedale. E la persona che gli aveva fatto perdere Mona era la stessa che aveva mandato Aria in ospedale. Odiava questo –A con tutto il suo cuore. Era davvero giunto il momento di smascherarlo e annientarlo. Voleva vederlo soffrire come tutte le persone che avevano sofferto a causa sua. Sua sorella, le sue amiche, i suoi genitori, i fidanzati e genitori delle ragazze, Mona e lui.
Questo pazzo psicopatico, aveva terrorizzato e causato sofferenza in troppe persone che lui amava o a cui voleva davvero bene. Era l’ora di fermarlo. Prese il cellulare e scrisse un messaggio.
“So che sei fuori Rosewood, ma devo parlarti urgentemente. Aria è finita in ospedale per via di –A. So che sai tutto riguardo a lui o lei. Ho intenzione di smascherare questa persona folle e annientarla e tu sei il primo che mi deve aiutare, Ezra. Mike Montgomery”
 
L’indomani mattina Emily si svegliò dopo aver passato la notte a svegliarsi da continui incubi. Aveva sognato –A in tutte le forme. In un ultimo sogno aveva scoperto che –A era una compagna delle elementari di cui non ricordava più manco il nome con cui aveva litigato a causa di Alison, per via di una matita.
-Se fosse così facile sapere chi sei vivrei nei miei sogni – sospirò prima di svegliarsi. Aveva due messaggi di Spencer.
“Partenza rimandata. Partiremo quando Aria potrà”. Ma il secondo era molto più importante.
“Aria si è svegliata, Toby mi ha detto che sta bene e vuole parlarci”
 
Hanna si stava preparando per andare in ospedale da Aria, quando sua mamma la fermò.
-Dove vai? – le chiese duramente.
-A trovare Aria in ospedale – rispose Hanna. Non aveva chiuso occhio manco per un secondo quella notte.
-Cosa ci fa in ospedale? – domandò seria Ashley.
La ragazza spiegò l’accaduto alla madre, poi uscì di casa e andò a prendere Caleb per andare in ospedale.
Una volta che tutti furono in ospedale da Aria, lei poté cominciare a parlare. Era affaticata e stanca. Ma era tornata completamente in sé.
-La bottiglietta drogata era quella che ho comprato prima di andare via dal Thai, per questo ho cominciato a sentirmi male appena Hanna mi ha lasciata davanti casa mia – disse Aria –Quando ho preso le chiavi per aprire ho iniziato a vedere opacizzato, la testa mi sembrava pesare dei quintali e non riuscivo a gridare o a fare nulla. Sono caduta e ho sentito delle mani sulle spalle che mi hanno trascinato da qualche parte. Non ho visto chi mi stava trascinando ma ricordo che era tutto nero. –A mi stava trascinando. Mi ha portata in un capanno piccolo, sembrava il capanno degli attrezzi di papà e ha cominciato a dirmi delle cose. Ma non ricordo nulla. Ricordo solo che mi ha detto di dimenticare Ezra, che lui dopo che avrà finito mi odierà e non vorrà mai più vedermi. E che noi scopriremo la sua identità solo quando lo deciderà –
Le ragazze, Caleb, Toby e Mike, erano tutti seri e scuri in volto. Spaventati e allarmati.
-Hai sentito la sua voce. Puoi dire se era uomo o donna? – chiese Spencer sempre più spaventata.
-No, non ricordo il timbro della voce – rispose Aria.
-Dannazione. Quando comincerai a ricordare i dettagli di quella serata la voce l’avrai scordata del tutto, è la prima cosa che si dimentica di una persona. –A è troppo furbo. Sa come spaventarci ed avvertirci, senza farci scoprire nulla per arrivare a scoprire la sua identità –
Spencer aveva ragione, -A era sempre cento passi avanti a loro, qualunque cosa loro facessero. E quando loro facevano venti passi verso –A, -A faceva trenta passi per riallontanarsi da loro.
-Ti hanno detto quando potrai essere dimessa? – chiese Emily che era la più terrorizzata.
-Domani. Dobbiamo trovare Ezra, devo parlargli devo chiarire le cose con lui. Non voglio che finisca tutto così. Non deve odiarmi –
-Non permetteremo che Ezra ti odi, per via di –A. Lo sai, ma se non torna prima di sabato, noi dobbiamo andare comunque a Mystic Falls e partiremo dopo domani –
Tutti insieme idearono il piano perfetto per poter partire per Mystic Falls senza allarmare i genitori, decisero di dire che avevano visto le foto del posto e volevano visitarlo per la storia che aveva, facendo una vacanza tutti insieme lì.
I genitori li avrebbero lasciati andare sicuramente e così loro avrebbero potuto indagare su –A e impegnarsi al massimo per ritrovare la loro amica Mona.
   
 
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