Fandom: Skyfall
Genere: romantico
Tipo: flash-fic
Parole: 626
Raccolta: Di missioni, tecnologia e quotidianità
Personaggi: James Bond, Q
Coppia: slash
Rating: PG, verde, K
Pairing: 00/Q
Avvertimenti: movieverse
PoV: terza persona
Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Ian
Fleming. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Contest: Drabble
Weekend indetto dal gruppo “We are out for prompt” su FaceBook dal 6 al 9 marzo
2015.
Prompt: Skyfall
- 00Q - Stanco di sentirsi additare come la donna della relazione
l’8 Marzo Q riempie la scrivania di Bond di mimosa.
Gentilmente proposto
da Elena Scaletti.
Mimose
di
Bombay
Era raro che
James Bond stazionasse a lungo a Londra ed ancora più
raro che utilizzasse l’ufficio, ma anche un agente del suo calibro doveva di
tanto intanto stendere dei rapporti. Aveva una bella scrivania con l’ultimo
computer in commercio, ordinata e pulita a parte quella mattina.
Avvertì
l’odore prima ancora di vederle ed il ghigno dei suoi
colleghi lo infastidì non poco, ma anni di addestramento gli permisero di
attraversare la stanza a testa alta e con dignità.
La
telecamera posta nell’angolo dell’ufficio si mosse al suo incedere osservando i
suoi movimenti e lui la notò appena entrato.
Posò le mani
sulla scrivania, dovette reprimere l’impulso di spazzare via con un gesto tutti
quei fiori.
Mimose.
La scrivania
ne era ricoperta ed il profumo caratteristico riempiva
l’aria.
Tutti si
aspettavano una reazione, probabilmente violenta, da lui ed
invece tuffò il naso tra i pistilli gialli e profumati ispirandone il profumo.
Indugiò per un lungo momento dando modo al suo intelligente compagno di
gustarsi la scena. Sapeva che Q lo stava osservando rintanato nel suo ufficio
per questo si volse e sorrise all’occhio elettronico.
Bond doveva
aspettarsela una cosa del genere. In quei mesi aveva imparato a conoscere a
fondo il suo ragazzo nonché quartermaster dell’MI6.
Sapeva
quanto fosse vendicativo e come sapesse fargliela
pagare nei modi e nei momenti più disparati. Aveva imparato sulla propria pelle
il significato di: - Oso dire che faccio molti più danni io con il mio
portatile, in pigiama seduto davanti alla prima tazza di Earl Grey… -
Ad esempio
lo aveva chiuso in un ascensore per quattro ore, a incarico concluso, solo
perché aveva fatto un accenno velato alla meravigliosa sessione di sesso
pre-missione quando era andato a ritirare il materiale per la stessa.
Tutti, dal
primo all’ultimo tecnico del Q-branch, sapevano della relazione tra l’agente e
il quartermaster, ma il ragazzo mal sopportava le sue battute e prima di
andarsene gli aveva sussurrato all’orecchio che si comportava come una fanciulla pudica e vergine.
Quella
doveva essere stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso ed aveva pagato in quell’ascensore caldo e soffocante a
metri e metri dal suolo.
Un’altra
volta sempre a missione conclusa con successo, c’era stato
un silenzio radio assoluto, peccato che il quartermaster avrebbe dovuto
condurlo all’uscita di un bunker sotterraneo.
Ci aveva
messo sei ore ad uscire e da quel dedalo e sapeva che
Q lo osservava perché le telecamere si spostavano al suo passaggio.
“Sono un po’
stanco, Q, di gironzolare qua sotto” aveva tentato.
“Oh mi
dispiace Teseo spera solo di non trovare il Minotauro” aveva sussurrato dentro
l’auricolare.
“Se io sono
Teseo, allora tu sei la mia Arianna, quindi dammi il maledetto gomitolo di filo
e fammi tornare in superficie!”
Quella
battuta gli era costata altre tre ore di peregrinazione nei tunnel.
Un’altra
volta gli aveva bloccato tutte le carte di credito solo perché gli aveva detto
che arrossiva come una ragazzina quando gli faceva i complimenti.
Circumnavigò
la scrivania e si sedette accendendo il computer continuando a guardare l’obbiettivo della camera.
Un messaggio
fece vibrare il suo telefono.
-Come ci si
sente ad essere trattati così?-
-Io amo i
fiori e amo te- rispose sollevando ancora il viso in direzione della telecamera
strizzando un occhio.
-Posso
mantenere questo ruolo fino a questa sera, se la cosa ti eccita.-
L’intervallo
che passò dal messaggio precedente lo fece sorridere: si immaginava
perfettamente la faccia del suo quartermaster, lo sbattere frenetico delle
palpebre, il passarsi nervosamente la lingua sulle labbra.
-Cosa vuol
dire questo?-
-Sei un
ragazzo troppo intelligente per non aver capito.-
Un altro
lungo intervallo.
-Perché
aspettare questa sera…-
Con un
movimento fluido Bond si alzò dalla sedia sistemandosi i polsini ed abbottonandosi la giacca. I rapporti avrebbero dovuto
aspettare.