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Autore: virgo78    21/03/2015    2 recensioni
-Se ne è andato!- la ragazza cadde sulle ginocchia, grosse lacrime rigarono il suo viso roseo. Il vento gelido della Siberia portò lontano il suono di quelle parole. Una calda mano si poggio sulla sua spalla destra, Maia alzò lo sguardo verso il suo maestro – lo rivedrai… Cristal ha terminato il suo addestramento – disse l’uomo scrutando l’orizzonte come se cercasse qualcosa- e a te manca poco, poi lo rincontrerai.- le sorrise guardandola negli occhi celesti ancora umidi di lacrime, la ragazza annuì e si alzò da terra. Maia si avviò verso la casetta che per tanti anni aveva condiviso con il suo compagno d’armi, ora avrebbe affrontato da sola l’ultima prova…
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XII
 

Aveva indossato la sua armatura appena oltrepassata la soglia che conduceva al Santuario. I Samurai avevano imitato il gesto della ragazza e Maia si era ritrovata a guardare, affascinata, il rito della Vestizione.  Le piccole sfere, custodite da ciascun Samurai, recavano impresse le virtù proprie dei ragazzi. Da quei globi luminosi, si sprigionava un potere straordinario che avvolgeva i Samurai con tendaggi e petali di ciliegio che una volta spariti, in tanti granelli lucenti, lasciavano i loro corpi interamente rivestiti di quelle armature originate dal male ma devolute, grazie al sacrificio di un uomo, al bene. Iniziarono così, in silenzio, il loro cammino fra i terreni impervi del Santuario. Nessuno li aveva fermati “ Forse i soldati di Atena sono concentrati nelle retrovie “ si era ritrovata a pensare la ragazza. Rallentò l’andatura notando un’ombra scura che agilmente saltava fra una rupe e l’altra.
- Ci stanno seguendo- fece all’improvviso.
- Chi ?- chiese Rio dietro di lei.
Maia non fece in tempo a rispondere, la voce di una donna li raggiunse dall’alto.
- CHI SIETE VOI; COME OSATE ADDRENTRARVI NEL TERRITORIO DELLA DEA ATENA !!!- .
D’istinto Maia sollevò lo sguardo verso la fonte di quell’ammonimento. Una donna, con indosso un’armatura dai riflessi viola e con il volto coperto da una maschera d’argento, in un unico balzo le sbarrò la strada.
- Allora volete rispondermi- la donna continuò sottovoce.
Shido si mosse nervoso e Rio mise le mani sulle katane.
- No – fece Maia avvertendo la tensione che agitava gli amici – lasciate parlare me - si schiarì la voce e parlò tutto di un fiato- chiediamo di essere scortati al cospetto di Atena. Non siamo nemici, abbiamo informazioni importanti per voi -.
La donna rise sguaiatamente:- Ragazzina, pensi che Atena abbia del tempo da perdere con voi. Ve lo ripeto un ultima volta QUALI SONO I VOSTRI NOMI- scandì bene le ultime parole. 
Maia strinse i pugni, doveva mantenere la calma ma quella donna si stava impegnando a fargliela perdere:
- Noi ... - lasciò la frase in sospeso.
Maia chiuse gli occhi, un cosmo vasto e potente comparve dal nulla; quell’energia la attraversò da una parte all’altra scrutando nel profondo del suo animo. Quando si riprese un uomo, alto circa un metro e ottanta e con indosso un’armatura d’oro, le dava le spalle.
- Falli passare Tisifone, dicono il vero – la voce roca e profonda del cavaliere riecheggiò fra quelle rocce.
- Guarda guarda chi si vede – fece la donna tagliente incrociando le braccia sul seno prosperoso – pensavo avessi perso la strada di casa questa volta. Non farò passare proprio nessuno siamo in allerta oh ... - fece sollevando una mano disinteressata – ma come puoi saperlo, sei stato in vacanza finora -.
I samurai e Maia fecero passare lo sguardo dal cavaliere d’oro alla donna.
L’uomo sorrise, quando parlò, la sua voce aveva assunto un tono autoritario:- E’ ovvio che qui al grande tempio abbiate dimenticato le buone maniere- fece beffandosi della donna che aveva davanti – garantisco io per questi guerrieri. Ora, levati di mezzo e facci passare. Gli ordini di un cavaliere d’oro non si discutono – di nuovo quel potere, l’energia di quell’uomo si allargò a macchia d’olio.
Maia né fu’ investita, ma non ne ebbe timore, quel cosmo per quanto potente era gentile, per quanto tenebroso era luminoso. Tisifone non indietreggiò di un passo. Quella donna sarebbe stata capace di tener testa a un intero esercito. La sacerdotessa rimase a lungo a fissare Phoenix  poi, si fece di lato senza dire una parola. Il cavaliere si voltò e Maia poté finalmente guardarlo in faccia. I capelli scuri ricadevano disordinati su un viso abbronzato in cui rilucevano, magnetici, due occhi blu come il mare in tempesta. Una cicatrice solcava parte del naso rendendo l’aspetto di quell’uomo sinistro. Phoenix guardò Maia e sorrise mostrando una fila di denti bianchissima.  Istintivamente Sami si fece avanti ponendosi di fianco a Maia.
Phoenix gli rivolse un’occhiata curiosa:- Vi scorterò io da Atena, non temete – disse tranquillo.
- Grazie – fece timidamente Maia.
L’uomo si voltò, non prima di aver squadrato gli altri Samurai, avviandosi con passo elegante verso le dodici case. Tisifone, infastidita dall’atteggiamento di Phoenix, con gesto di stizza prese a saltare nuovamente, come un felino, fra le alture del Grande Tempio.

***

Phoenix si fermò nell’ampio spazio che precedeva il primo dei dodici templi. I Samurai sollevarono lo sguardo e contemplarono le strutture che si ergevano a difesa di un tempio molto più grande, sede della Dea Atena.
- Eccoci arrivati. Questa è la prima casa dello zodiaco, dimora del Grande Mur dell’Ariete – disse.
- Sempre il solito ritardatario, allora Phoenix quale buon vento ti porta da queste parti?-. La voce di un uomo echeggiò nell’aria e lo spazio intorno ai presenti si piegò. In una luce dorata, apparve la figura di cavaliere d’oro. I lunghi capelli, mossi da un vento inesistente, facevano da cornice a quella visione eterea che sembrava quasi fluttuare a mezz’aria. Accanto a lui un bambino corse sorridente incontro a Phoenix.
- Phoenix – gridò aggrappandosi alla gamba del cavaliere. I tratti del viso di Phoenix si ammorbidirono e le sue labbra si piegarono in un mezzo sorriso.
- Sei diventato un ometto Kiki ?- fece scompigliandogli i capelli rossicci. Gli occhi verdi e vispi del ragazzino guardarono curiosi i Samurai e Maia. Phoenix si voltò, verso ragazzi che erano rimasti frastornati da quanto accaduto intorno a loro.
- Ho necessità di presentare i miei ospiti ad Atena – fece serio Phoenix, eludendo di proposito la domanda rivoltagli dal cavaliere di Ariete.
Il grande Mur si avvicinò ai Samurai, richiamato dal potere delle armature dei ragazzi. Con la mano, guantata d’oro, sfiorò il coprispalla dell’armatura di Rio: - Queste corazze risalgono all’epoca del mito. In esse scorre il potere degli elementi e il bene e il male, da cui sono state plasmate, sono fusi alla perfezione. In merito a te, mia giovane guerriera – fece rivolgendo la sua attenzione a Maia - La tua armatura reca il potere delle stelle e di Atena – la guardò con attenzione ma non indagò oltre. Il tempo avrebbe fornito tutte le risposte necessarie - Venite da lontano amici miei e siete i benvenuti al Grande Tempio. Bene – fece rivolto a Phoenix - avvertirò Lady Isabel della tua presenza e dei tuoi ospiti. Ti precedo alle stanze Atena non tardare. Kiki – disse rivolto al ragazzino che era ancora di fianco a Phoenix - andiamo -.  Il bambino si staccò di controvoglia da Phoenix che le sorrise incoraggiandolo. I due sparirono nel nulla lasciando i samurai e Maia, senza parole. Phoenix sorrise dinanzi all’espressione che lesse sul volto dei ragazzi.

***

Il grande Tempio di Atena, una struttura che riproduceva alla perfezione l’antico Partenone, si stagliava silenzioso contro il cielo di Grecia. Phoenix si fermò,  invitando i Samurai e Maia a seguirlo su per i gradini che li avrebbero condotti alle stanze della Dea. Un grande portone di legno scuro, intarsiato da fregi d’oro, segnava l’acceso alla struttura. Phoenix lo aprì con la stessa facilità con cui si solleva una piuma. L’interno del tempio era illuminato da torce distribuite sulle alte colonne in stile dorico, ogni pilastro era presieduto da un soldato che, al passaggio del cavaliere d’oro, si metteva in posizione di attenti. Il breve corridoio terminava con un portone simile a quello d’ingresso. Di guardia a esso,  un uomo calvo che a Maia ricordò un maggiordomo, alla vista di Phoenix gli inveì contro additandolo:
- Razza di screanzato! Sola ora ti ricordi di avere una Dea cui devi obbedienza !- Mylock era su tutte le furie.
Phoenix abbozzò un sorriso malefico:- E’ un piacere anche per me rivederti zucca pelata –.
- Maleducato come osi rivolgerti a me in questi toni!- urlò Mylock e, a Maia sembrò che la testa di quell’uomo dovesse prendere fuoco da un momento all’altro.
Phoenix lo oltrepassò con non curanza:- A dopo i convenevoli Mylock, i miei ospiti attendono di essere ricevuti da Lady Isabel – lo guardò da sopra la spalla e i suoi occhi si accesero di una luce sinistra, l’uomo arretrò di un passo davanti a quello sguardo.
- Non deve avere un buon rapporto con le autorità- sussurrò Shido immediatamente zittito da Simo.
Phoenix fece pressione sul massiccio portone che si spalancò, proiettando l’ombra del cavaliere nella stanza. L’ampia sala in cui si ritrovarono, aveva dodici seggi con alti schienali, recanti il simbolo dello zodiaco dei suoi occupanti, erano distribuite sei per lato. Al termine della doppia fila di scanni, un trono di velluto rosso e intarsi d’oro si stagliava vuoto sopra una sorta di podio, preceduto da tre gradini.  La figura di un’esile fanciulla, con lunghi capelli e adorna di una semplice veste bianca, parlò con voce simile al canto di un usignolo: - Phoenix - Isabel parve sussurrare quel nome. La presenza del temuto ex cavaliere della fenice la fece sussultare di gioia. Maia fu’ rapita da quell’immagine, non guardò altro che quella ragazza o forse non volle guardare.
- Isabel – Phoenix sorrise chinando il capo in segno di saluto e Maia rimase stupita dalla profonda confidenza fra il cavaliere e la sua Dea, tale da portare Phoenix a non utilizzare titoli quali Lady o altri.
- Pensavo che questa volta volessi fare sciopero – Pegasus si alzò dal sedile e andò incontro all’amico.
Maia guardò con curiosità quel buffo ragazzo con i capelli scompigliati, aveva un viso che ricordava quello di una piccola peste. Anche lui indossava un’armatura d’oro con due grandi ali dorate che al momento opportuno, probabilmente, si sarebbero spiegate per portare in salvo la Dea Atena.
- Pegasus – la voce di Atena divenne autoritaria – per favore ritorna al tuo posto e lascia parlare Phoenix -.
- Ringrazio gli Dei per il tuo ritorno, finalmente non sarò il solo a essere rimproverato – strizzò l’occhio all’amico e si soffermò un attimo su Maia chinando il capo da un lato e guardandola curioso. La ragazza istintivamente arrossì.
Pegasus tornò al suo seggio, incrociò le braccia sul pettorale dell’armatura, e continuando a fissare Maia disse:- Fra loro c’è una ragazza e la sua armatura non è come quella dei suoi amici-.
Cristal, che fino a quel momento non aveva prestato attenzione agli ospiti di Phoenix, incuriosito dalle parole di Pegasus guardò nella direzione in cui si trovavano i ragazzi arrivati con l’amico.
Fu’ in quel momento che la vide, i loro occhi s’incrociarono e a Cristal parve di essere catapultato indietro nel tempo. Lì, a quel giorno di tanti anni fa’, quando il Maestro dei Ghiacci gli presentò quella buffa bambina con corte trecce baciate dal sole e occhi celesti come il cielo a primavera. Doveva essere lei, il colore di quelle iridi sarebbe rimasto per sempre impresso nel suo cuore. Davanti a lui, tuttavia, non c’era più una bimba. Quella ragazzina che a tutti i costi voleva diventare un cavaliere non esisteva più, dinanzi a lui c’era una donna; le trecce erano state sostituite da lunghi capelli e quell’aria goffa, che aveva fatto tanto ridere Cristal, era quella di una fiera amazzone. Non è possibile, pensò, le emozioni di questi ultimi giorni mi stanno giocando brutti scherzi. 
 
Maia non distolse lo sguardo da quegli occhi, tanto amati in passato. L’uomo che aveva messo fine alla vita dei suoi maestri e indossava con arroganza le vestigia di Aquarius, la guardava con ostinazione. Il suo cosmo vibrò d’indignazione. Sami si rese conto, di quella silenziosa battaglia che la ragazza stava combattendo. Delicatamente, mise una mano sul pugno serrato di Maia. Quel caldo tocco ebbe l’effetto desiderato. Maia distolse lo sguardo da Cristal e i suoi occhi si posarono su quella mano che, affettuosamente la invitava alla calma.
Sirio sussultò osservando quella scena; era stato un battito di ciglio, una frazione di secondo ma, era sicuro di quanto aveva avvertito, era sicuro dell’ostilità di quella fanciulla. Non verso Atena, pensò, ma verso Cristal.
Fece per alzarsi ma la voce di Phoenix lo bloccò:- Isabel, i miei ospiti vorrebbero conferire con te. Ti prego di ascoltarli – terminò il cavaliere facendosi di lato e invitando Kimo a parlare.
La ragazza fece un cenno di approvazione. Il samurai s’inginocchiò in segno di rispetto.
- Dea Atena, il mio nome è Kimo. La nostra stirpe di guerrieri appartiene all’ordine dei Samurai– Kimo si fermò, sentiva che la tensione stava prendendo il sopravvento.
- Ti prego, continua – fece Isabel dolce scendendo i gradini e avvicinandosi di più al Samurai.
Kimo la guardò, quella donna era la pace fatta persona. Un senso di calma lo pervase e il Samurai parlò con una serenità che non ricordava da giorni:- Qualcosa di grave è avvenuto nella nostra città Milady. Noi proveniamo dal lontano Giappone, giorni fa’ al museo di Tokyo è sparita una reliquia risalente all’epoca del mito. Una spada recante il sigillo della Dea Atena -.
Isabel chiuse gli occhi, ecco come Ares si era destato dal sonno forzato in cui lei lo aveva confinato. Un brusio si levò nell’ampia sala. I cavalieri d’oro si scambiarono occhiate perplesse. Isabel sollevò una mano cercando di placare il vocio dei presenti:- Ares … - fece una breve pausa – ne sono a conoscenza Kimo. Il Signore della guerra mi ha fatto già visita –.
- E’ lui dunque – fece Sirio sottovoce – e lui che minaccia nuovamente la terra. E’ del Dio della guerra la presenza che Lady Isabel aveva avvertito?- era una domanda rivolta più a se stesso  ma, il suo vicino di posto, il cavaliere di Scorpio, rispose abbozzando un sorriso malefico: - Un altro pazzo che le vuole prendere! -. Pegasus di fianco al cavaliere dell’ottava casa chinò il capo. La situazione si faceva complicata, la voce di Andromeda lo distrasse dai suoi pensieri.
- Tu lo sapevi – fece sporgendosi verso l’amico – sapevi già di chi si trattava … -
Pegasus non rispose. Cristal di fianco ad Andromeda invitò l’amico a ricomporsi. 
Isabel alzò di più il tono della voce per sovrastare il brusio che si era creato:- Vi prego Cavalieri, fate continuare il nostro amico-.
Kimo si schiarì la voce:- Lo stesso giorno in cui è avvenuto il furto, siamo stati attaccati da due cavalieri di Ares - riprese fiato e, con voce venata dalla tristezza, continuò- siamo giunti al suo cospetto Atena, oltre che per renderle noti questi eventi, per chiedere il suo aiuto. I cavalieri di Ares hanno rapito la nostra amica che ha custodito l’arma, nel museo di cui era responsabile, per tutto questo tempo. I guerrieri del Dio della guerra, durante lo scontro, hanno affermato che solo il sangue dell’ultima custode della spada avrebbe potuto risvegliare il loro Signore ... A quanto lei mi riferisce però, il Dio Ares si è già ridestato quindi probabilmente, siamo arrivati tardi- le ultime parole furono pronunciate in un soffio e lo sconforto si dipinse sul viso dei Samurai.
Lady Isabel si avvicinò di più a Kimo e inginocchiandosi di fronte al Samurai le prese le mani, guantate, fra le sue:- Non tutto è perduto Samurai, abbi speranza e fede. Vi aiuterò a ritrovare la vostra amica non temere. Ares non l’ha uccisa l’ha solo resa sua schiava, vedrai a breve sarà di nuovo fra voi. Intanto- fece alzandosi e invitando Kimo a imitarla - ti prego di alzarti. E’ un grande onore per me ricevervi nelle mie terre. Vi chiedo, di voler accettare il mio invito a restare come miei ospiti nei giorni a venire- concluse sorridendo dolcemente.
Maia sbiancò. Se Kimo avesse accettato quella proposta, lei sarebbe stata costretta e ritrovarsi Cristal fra i piedi ogni giorno, ed era l’ultima cosa che voleva. No Kimo ti prego No!Si ritrovò a pensare.
La risposta di Kimo non tardò ad arrivare - Ne saremmo onorati Milady- fece abbozzando un sorriso.
Maia strinse i pugni. Non le sarebbe stato possibile sfuggire a quegli occhi che, insistentemente la guardavano. Non le sarebbe stato possibile sfuggire a un confronto diretto con Cristal. Il destino aveva deciso per lei.
Uno dei cavalieri d’oro si alzò dal proprio seggio e chinando il capo, richiamò l’attenzione di Atena:- Milady mi conceda di continuare la perlustrazione iniziata. Se Ares si è già ridestato dal suo sonno, come lei afferma, non passerà molto tempo prima che ci attacchi. In questo momento noi ci muoviamo alla cieca mentre il Dio della guerra sa bene dove colpire -.
Isabel si distaccò da Kimo e rivolgendosi al cavaliere, smanioso di combattere, disse:- In realtà cavaliere di Scorpio io so’, dove dimora Ares -.
Il vocio si levò nuovamente nell’ampia sala, Pegasus sobbalzò sul sedile e guardò Isabel con ansia.
Atena si mosse lentamente verso il centro della stanza, si voltò abbracciando con lo sguardo tutti i presenti:
- Il viaggio a nuova Luxor mi ha permesso, mediante i satelliti della fondazione del nonno, di riuscire a rintracciare Ares. La stupidità del mio divino fratello mi ha permesso di trovarlo. Ecco perché vi avevo convocato oggi - .
Virgo rivolse un cieco sguardo alla sua Dea, era riuscita nel suo intento ma, la riluttanza che traspariva dalla sua voce era un chiaro segno dell’avversione di Atena alle guerre ingiuste.
- Mandi me Lady Isabel – fece caparbio Scorpio - un paio di noi metterebbe fine ai sogni di conquista di Ares -.
Isabel scosse il capo e i lunghi capelli ondeggiarono:- Ti ostini a non capire Scorpio, Ares non è un Dio come gli altri. La sua sete di sangue l’ha reso famoso fin dall’epoca del mito. I suoi seguaci non sono semplici cavalieri ... – la voce di Pegasus la bloccò.
- Andiamo Isabel, abbiamo affrontato Arles che si faceva scudo di quelli che oggi chiamiamo compagni. Nettuno ci ha scaraventato contro i cavalieri del Nord e i suoi Generali e siamo ancora qui a raccontarlo. Ha ragione Scorpio cosa saranno mai questi Cavalieri -.
- Pegasus, non sarai né tu né Scorpio a decidere cosa fare. Da Atena verranno gli ordini – un uomo che a Maia ricordò un angelo si alzò frapponendosi fra Lady Isabel e i cavalieri.
Gli occhi di quel cavalieri erano chiusi, rendendolo cieco all’apparenza, ma Maia poté avvertire con chiarezza la vastità del suo cosmo. L’uomo continuò avanzando verso gli altri due – Scorpio, giustifico Pegasus. La sua giovane età lo porta a gesti avventati, ma non mi aspetto questo comportamento da te che sei uno degli anziani del Grande Tempio!-. Scorpio chinò il capo mortificato, Pegasus di suo non aprì più bocca, le parole pronunciate da Virgo erano un chiaro riferimento alla discussione avvenuta il giorno prima.
- Non sfidate troppo la sorte – la voce di Sirio risuonò come un avvertimento e, Pegasus controvoglia si rimise a sedere imitato da Scorpio.
Isabel rivolse uno sguardo di gratitudine verso il custode della sesta casa, il suo intervento era stato decisivo in quella discussione. La ragazza si rivolse all’assemblea – L’arrivo dei Samurai è un aiuto inaspettato. Stasera terremo una cena e li discuteremo sul da farsi – poi si rivolse ai sei ragazzi che erano rimasti in silenzio per tutto il tempo – mi scuso miei giovani amici per quanto appena accaduto. Alcuni dei miei cavalieri si sono presentati da soli – fece indicando Pegasus, Scorpio e Phoenix. Con la minuta mano presentò il resto dei guerrieri, gli occhi dei Samurai si puntarono su Cristal quando Lady Isabel lo nominò. E’ dunque lui, pensò Sami, è lui Cristal.
La voce di Atena lo distolse da quei pensieri: - Dimmi Kimo, quel’è il nome dei tuoi compagni ?-.
- Le chiedo perdono Lady Isabel, nella foga di informarla su quanto accaduto, sono venuto meno alle buone maniere – Kimo, gesticolando con il braccio, nominò Rio, Sami, Simo e Shido sino ad arrivare a Maia. Si bloccò per un attimo e guardò l’amica negli occhi, lei fece un cenno con il capo, ormai non poteva nascondersi o tirarsi indietro.
Kimo sospirò – lei è Maia, cavaliere delle Pleiadi -.
Il fragore del metallo che cade al suolo attirò l’attenzione dei presenti su Cristal. Il cavaliere dell’undicesima casa, bianco come le candide nevi della Siberia, si era alzato d’impulso dallo scanno. Sirio fece passare lo sguardo dall’amico alla ragazza, aveva visto giusto dunque, non era stata solo una sensazione.
- Cristal – la voce di Isabel era carica di apprensione.
Il biondo cavaliere non si era reso conto del gesto appena fatto. Cercò di ricomporsi, sotto gli occhi attoniti dei presenti, raccolse l’elmo e si rimise a sedere. Isabel lo guardò e, come Sirio, fece correre lo sguardo su quella ragazza il cui solo nome aveva smosso il gelido cavaliere di Aquarius:- La tua armatura, mia giovane amica ha fatture greche. Quali ragioni ti hanno portato così lontano dalla tua terra d’origine? – chiese con dolcezza.
Maia aprì la bocca per replicare ma, Sami anticipò la sua risposta:- Voci di guerre lontane l’hanno condotta a noi Milady, Maia fa’ parte del nostro gruppo da tempo ormai. Abile cavaliere e gradita alleata, ha salvato la vita di ciascuno di noi in molte occasioni. Grazie a lei abbiamo conosciuto il valore dei cavalieri di Atena -. Aveva parlato d’impulso, l’impulso dettato dalla volontà di difendere quella che ora capiva non essere più una semplice amica. Sì, Sami dopo aver visto Cristal, era divenuto consapevole del sentimento che lo legava a Maia. Un sentimento che lo avrebbe spinto a sacrificare la vita, se fosse stato necessario. Gli altri Samurai di contro erano rimasti sconvolti da quanto appena affermato dall’amico. Sino il giorno prima, l’impressione che aveva dato era tutt’altra rispetto a quello che ora mostrava.
 Maia guardò l’amico con riconoscenza, con voce tremante si rivolse ad Atena: - Mi auguro che il mio comportamento non suoni come un’offesa per lei Milady -.
Isabel si avvicinò finché non le fu’ di fronte - No cavaliere- la confortò – non ha importanza a quale rango o fazione un cavaliere appartenga è sempre nel giusto quando combatte per amore della pace sulla terra -.
Fu’ in quel momento che Maia lo avvertì, il cosmo di Atena caldo e pieno d’amore. Si sentì sfiorare il cuore come la mano di una madre che carezza amorevolmente una figlia. Guardò negli occhi la donna che aveva davanti, E’ questo dunque il cosmo di Atena, in grado di risanare qualsiasi ferita, in grado di curare qualsiasi cuore avvelenato. Possibile, possibile che questa donna con il volto di un angelo abbia costretto Cristal a levare la mano contro i suoi maestri?
Non capì il motivo ma, i suoi occhi si riempirono di lacrime e se riuscì a trattenerle fu’ solo perché la voce di Phoenix la riportò alla realtà:- Credo Isabel che i nostri amici siano stanchi, visto il lungo viaggio che hanno dovuto affrontare -.
Atena fece un cenno di assenso e continuando a guardare Maia chiamò a voce alta:- Mylock !- l’uomo si presentò all’istante, fece un inchino e attese gli ordini della sua padrona - Mylock per favore, disponi che le stanze degli ospiti, al tempio del riposo, siano preparate subito. I nostri giovani amici rimarranno da noi per tutta la permanenza ad Atene e, se non ti reca troppo disturbo, recupera i loro bagagli t’indicheranno loro l’albergo, dove avevano deciso di alloggiare -. Mylock si dileguò con un inchino andando a eseguire le disposizioni della sua signora.
– Sarete stanchi amici miei, vi chiedo tuttavia l’onore di cenare con noi questa sera, in tal modo riusciremo a conoscerci meglio – disse gentilmente.
Fu Rio a rispondere – L’onore è tutto nostro Milady, vi chiedo di concederci il tempo necessario per rinfrescarci dal lungo viaggio - .
Isabel fece un cenno di approvazione con il capo e li congedò. I Samurai e Maia si avviarono all’uscita. La ragazza era felice di sfuggire, almeno momentaneamente, a quell’assurda situazione. Si voltò un ultima volta prima che Shido richiudesse il pesante portone, Cristal aveva lo sguardo peso nel vuoto.

***

L’aveva cercata in lungo e in largo e ora a separarlo da lei c’era solo una porta. Si alzò infilandosi l’elmo. Doveva parlargli. Doveva sentire di nuovo quella voce. Si avviò al portone d’ingresso ma Sirio lo trattenne per un braccio:- Si può sapere che ti succede? Chi è quella ragazza?- chiese a bruciapelo.
Cristal lo guardò, in quegli occhi di giada lesse l’ansia di un fratello per una situazione che non riusciva a comprendere. Sorrise e gentilmente e poggiò la mano su quella di Sirio:- Va tutto bene, a tempo debito ti spiegherò ogni cosa. Ora, ti prego lasciami andare - .
Di controvoglia Sirio mollò la presa, Cristal lo guardò con occhi carichi di riconoscenza e a passo spedito raggiunse l’uscita lasciandosi il portone aperto alle spalle.
Pegasus che nel frattempo aveva raggiunto Sirio chiese:- Dove scappa Cristal -.
Sirio si voltò senza dare una risposta, sotto gli occhi attoniti di Pegasus, raggiunse Phoenix che nel frattempo si era ricongiunto al fratello Andromeda: - Dove hai incontrato quei ragazzi ?- chiese.
Phoenix alzò un sopraciglio, non capendo la strana domanda di Sirio rispose:- Perché?-.
- Perché rispondi a una domanda con un’altra domanda?- fece irritato Sirio.
Phoenix lo guardò, non gli andava di discutere – Li ho sottratti alle grinfie di quella strega di Tisifone. Avevano da poco varcato la soglia che dal fioraio Anthimos conduce al grande tempio. Di cosa ti preoccupi sono amici – Phoenix continuava a non capire.
Sirio non rispose si limitò a tornare a guardare la porta dov’era sparito Cristal.
***
-MAIA - la voce di Cristal riecheggiò nel corridoio.
La ragazza si fermò senza voltarsi. I samurai nel sentire pronunciare il nome dell’amica si girarono all’unisono. Appena poco fuori dalla porta d’ingresso alle stanza di Atena, Cristal si stagliava immobile. I samurai si guardarono fra loro e Sami, si mosse tornado verso Maia che era rimasta l’ultima della fila. Lo sguardo che lesse negli occhi chiari della ragazza, lo fece arretrare di un passo.
D’istinto guardò oltre le spalle dell’amica e poi di nuovo verso Maia:- Se vuoi ... -.
Maia non la lasciò finire:- No! Andate, sarò subito da voi -.
Sami la guardò ma non proseguì oltre, si voltò e invitò gli altri a seguirlo. Di fronte alla riluttanza di Rio si limitò solo a dire:- Così vuole Maia -.
Rio chinò il capo e imitò gli altri. Maia li guardò per un lungo istante, finché non li vide sparire dietro le ultime due colonne che segnavano l’ingresso al tempio di Atena. Chiuse gli occhi e ispirò a pieni polmoni. Cercò di calmare i battiti del suo cuore che sembrava impazzito dopo aver sentito il suono di quella voce.
- Maia – Cristal aveva di nuovo pronunciato il suo nome.
La ragazza si voltò e lo squadrò con freddezza, come un cacciatore osserva la sua preda. Il suo volto aveva perso ogni espressione. La rabbia stava prendendo il sopravvento e per poco Maia non scaraventò Cristal contro una colonna. Lui si avvicinò, incurante di quello che aveva scatenato. Non trovava le parole, a lungo aveva immaginato quel giorno, a lungo aveva pensato a cosa dirle quando l’avrebbe rincontrata e ora non riusciva nemmeno a emettere un suono.
- Hai fatto perdere le tue tracce, perché?- riuscì semplicemente a dire.
Maia abbozzò un sorriso spento:- A questa domanda dovresti già saperti dare una risposta, cavaliere dell’undicesima casa – le ultime parole furono pronunciate con sprezzo.
 Istintivamente Cristal si ritrovò a guardare le vestigia d’oro appartenute al suo maestro. I dubbi di anni si consolidarono in certezze. Strinse i pugni, non poteva perderla di nuovo:- Tu non sai come sono andate realmente le cose –.
- Quello che vedo mi basta. Non mi servono le tue stupide giustificazioni – rispose Maia con rabbia.
- Cosa ti è successo?- domandò Cristal muovendo un passo.
- NON TI AVVICINARE! Non un passo in più cavaliere o non risponderò delle mie azioni. Se non vuoi che oltre ad Ares si scateni una guerra fra i Samurai e Atena stai lontano da me ... - il suono ovattato di voci che si facevano sempre più vicine non le permise di terminare la frase.
Maia guardò oltre le spalle di Cristal, Pegasus seguito da Sirio Andromeda e Phoenix si stavano avvicinando. Quei cinque avevano un legame speciale, Maia se ne era resa conto subito. Guardò un’ultima volta Cristal prima di voltarsi e raggiungere l’uscita di corsa. Cristal rimase a fissare il punto in cui la ragazza era sparita. Non riusciva a muovere un muscolo. Sembrava una statua di pietra, in un solo istante il suo cuore sembrava aver cessato di battere. Pegasus rallentò l’andatura vedendo Cristal immobile, si volse a guardare Sirio che fece solo un cenno con il capo.

 

 

   
 
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