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Autore: istinto della luna    22/03/2015    2 recensioni
- Fremione -
Questa storia non seguirà gli avvenimenti cronologici, bensì saranno i protagonisti che ricorderanno eventi nei quali hanno compiuto alcuni gesti senza rendersene conto.
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[Cap.3]
Quando fu abbastanza lontano, si girò verso di me. Compiaciuto per il fatto che non avevo ancora distolto lo sguardo alla sua schiena, si mise ad urlare: " Vedrai Hermione, la prossima volta sarai tu a ronzarmi intorno! "
[Cap.4]
Purtroppo avevamo più di una gatta da pelare. Una di queste era una sorta di gatto impagliato con la faccia da rospo. Si chiamava Dolores Umbridge ed era il nostro nuovo insegnante di Difesa. [...]
E la seconda? Beh, la seconda era...
" FRED WEASLEY! "
[...] Assomigliava un po' ad una ragazzina saccente con i capelli arruffati e uno sguardo fiero.
[Cap.5]
Prima di spingermi verso Ron che stava avanzando verso di me, mi sussurrò la miglior promessa che avessi potuto sentirmi dire. " Prima o poi andremo ancora insieme sulla scopa, vedrai. "
[Cap.7]
" Hermione? " Mi girai e spalancai la bocca. Era stato lui a chiamarmi.
" Si? "
" Non fare la guastafeste. "
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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 Un rumoroso silenzio rotto da una Risata

 (Pov's Hermione - settimo libro)
 
Silenzio. Non riuscivo a sentire altro che silenzio. Intorno a me le persone continuavano a gridare, saltare, ridere, ma io non riuscivo a sentirle. Era come se tutto il rumore fosse stato cancellato dal mio mondo. Era rimasto solo il silenzio. Fu proprio il silenzio a non farmi percepire le lacrime che stavo versando in quel momento. Non riuscivo a capire perché non sopportavo vedere gli altri gioire. Una mano mi si posò sulla spalla. Alzai lo sguardo. Harry mi sorrise e io risposi al sorriso, riflettendolo nel suo. Non percepii mai le mie labbra muoversi, evidentemente anche loro avevano agito nel rumore e io non riuscivo più a sentirlo.  Harry, esausto, si sedette di fianco a me con i pantaloni strappati e la faccia sporca di polvere. 
<< Abbiamo vinto >> disse dopo un po', osservando Pix cantare a squarciagola.
Annuii impercettibilmente mentre guardare le mie mani che, nervose, continuavano a rincorrersi sul mio grembo. Se avevamo vinto, perché io non riuscivo a percepire la vittoria? Eppure quello non era un rumore. Qualcosa non andava.
<< Lo so >> risposi. Harry sgranò gli occhi, abbassando la testa. Io rimasi interdetta: che cosa non aveva capito del fatto che condividevo la vittoria anche io? Beh, non la percepivo, ma sapevo che avevamo vinto. Lo leggevo sui volti di tutte le persone intorno a me.
<< Her... Hermione, raggiungo Ron >> mi disse Harry, mentre si stava alzando dalla panca di legno. Lo osservai attentamente, mentre scompariva dietro la nebbia di quel silenzio assordante. Mi chiesi perché Ron non ci aveva raggiunto.
Qualcosa s'infranse. Per la prima volta sentii un rumore, che mi lasciò l'amaro in bocca.
<< Ehi, stai bene? >>
Ruotai il viso e vidi il suo a pochi centimetri dal mio. Cominciai a sudare, mentre il cuore batteva incessantemente dentro la gabbia toracica.  Dovevo essere sincera? Beh, sicuramente avrei risposto di no ma in quel momento, con la sua presenza, non potei che dire: << Forse si. >>
Sorrise e tornò a guardare davanti a sé. Entrambi guardavamo l'intera folla senza vederla realmente. La sua presenza mi ricordò il modo con il quale ci eravamo lasciati quella volta alla Tana. Ci eravamo baciati, poco prima che mi Smaterializzassi. Mi era mancato così tanto, anche se non lo poteva sapere.
<< E il braccio? >>
Mi girai verso di lui, ma lui non fece lo stesso. La sua espressione era strana, indecifrabile, come se non riuscisse a domare tutte le emozioni che lo stavano turbando. Notai solo in quel momento quanto in realtà fosse pallido. Sembrava quasi che il sangue avesse cessato di circolare nelle sue vene, smettendo di imbrattare il suo volto di quel rosa acceso, tipico di lui.  Abbassai lo sguardo e risposi: << È sempre lo stesso. >>
Non sorrise come mi sarei aspettata, si limitò ad annuire. Un'altra onda s'infranse e un nuovo rumore riuscì a raggiungere il mio udito. Sobbalzai.
Mi mossi leggermente e intravidi Neville mentre insieme alla professoressa Sprite si aggirava in Sala Comune. Ripensai a ciò che aveva fatto poco prima e un timido e innocuo sorriso riuscì ad affiorare dalle mie labbra. Aveva salvato tutti noi, permettendo a Harry di sconfiggere il Signore Oscuro.  Quando intercettò il mio sguardo mi sorrise e, dopo essersi congedato dalla Sprite, mi raggiunse zoppicando.
<< Ciao, Hermione >> mi salutò lui.
Io sorrisi senza rispondere. Sapevo già che, anche se ci avessi provato, dalla mia bocca non sarebbe uscito nessun suono. Avevo voglia di sentire nuovamente il rumore, ma non sapevo che fare. Neville mi osservò con cautela, come se temesse che, da un momento all'altro mi trasformassi n un vero e proprio mostro.
Alla fine decise di parlare. << Stavo aiutando la professoressa Sprite prima, sai? >>
Io inarcai un sopracciglio e mormorai: << Come mai? >>
Lui mi sorrise amaramente, per poi sussurrare: << Abbiamo registrato molti feriti questa mattina e... >>
Spalancai gli occhi. Feriti. Il cuore cominciò a battere più forte. Feriti. Percepii il sangue affluire nelle vene più velocemente. Feriti. Qualcosa cominciò a rigarmi il viso. Quella parola assomigliava al rumore. Faceva male allo stesso modo. Perché?
<< N-Neville, ci sono state anche molte vittime? >> chiesi incerta, cercando di placare il nervosismo che quella parola aveva scatenato in me.
<< Che vuoi dire? >>
<< Mi chiedevo se molte persone non... non ce l'hanno fatta. >>
Percepii il suo respiro appesantirsi, accompagnato da risatine nervose. Era vero allora, colui che ora giaceva morto lontano dagli altri, aveva causato morti terribili in una sola notte. Qualcosa interruppe il mio flusso di pensieri, quando percepii un rumore. Mi guardai intorno freneticamente, come se fossi una bambina alla ricerca della propria mamma. Volevo trovare mia madre, volevo capire da dove proveniva quella risata. Mi resi conto in quel momento che avevo bisogno di Harry. Dovevo parlargli.
<< Neville >> richiamai il ragazzo << sai dirmi dov'è Ron? >>
Mi fermai un momento: perché avevo fatto il nome di Ronald e non quello di Harry? In fin dei conti avevo bisogno di parlare con Harry, non con Ron. Che cosa mi stava prendendo?
<< Penso che sia in fondo alla sala, insieme a Harry. L'avevo visto poco fa correre verso di loro >> spiegò Neville lentamente, cercando di non ripetersi.
<< Grazie, Neville >> risposi io, alzandomi all'istante dalla panca. Lui mi guardò a lungo e poi si decise a richiamarmi.
<< Hermione? >>
Mi girai di scatto. << Dimmi. >>
Lui abbassò il viso. << Mi dispiace. >>
<< Anche a me >> mi ritrovai a rispondere senza riuscire a capire perché la mia mente avesse dato tale risposta.
Finalmente raggiunsi Harry e Ron. Li guardai meglio. Sembravano turbati. Una parola familiare ritornò a occupare il mio timpano. Sentivo che le pareti intorno a me cominciavano a restringersi. Quella parola, feriti, provocava in me una strana reazione. Appena mi videro si pulirono il viso e mi sorrisero. Fu quel gesto che fece scattare in me una strana molla.
Una mano raggiunse la mia. Mi girai di scatto, ma era già scomparsa. Com'era possibile? Riuscivo ancora a percepire il calore.
<< Hermione >> pronunciò Harry sorpreso. Ron alzò lo sguardo e mi guardò. Fu in quel momento che lo sentii. Fu una risata, la stessa di prima, quella che mi aveva illuso per pochi minuti. Era più forte, potente. Avrebbe potuto imprigionarmi senza che me ne sarei mai accorta. Alzai lo sguardo e notai che tutta la famiglia Weasley mi stava fissando come io fissavo loro. Ad un certo punto qualcosa si mosse all'interno della mia testa. Una molla scattò e il velo di silenzio che si era formato sui miei occhi scomparve all'improvviso e forse troppo velocemente. Feriti. Impallidì quando lessi gli occhi di uno di loro, non vi erano più felicità e gioia, solo nebbia e silenzio. Silenzio! Che ironia della sorte: ora che io sentivo l'incessante rumore di un cuore spezzato martellare nel petto, i suo occhi riflettevano silenzio.
<< Granger >> sussurrò qualcuno. Feci scorrere gli occhi a destra e sinistra, nonostante avessi capito di chi si trattasse.
<< No... no... >> mormorai a mia volta, cercando di non alzare troppo la voce. Se lo avessi fatto, avrei vomitato il mio cuore spezzato. Feriti.
<< Andiamo, Hermione >>  sussurrò Harry, cercando di tirarmi per un braccio.
Io alzai lo sguardo verso di lui, lentamente. Aveva il volto sporco di sangue. Era stato ferito.
<< Dov'è? >> chiesi, cercando di non immaginarlo ferito. Un'altra risata. Un altro rumore.
Guardai Harry, incapace di incrociare lo sguardo di chiunque facesse parte dei Weasley.
Lui abbassò lo sguardo.  Un vetro si ruppe dentro di me con così tanta forza da farmi piegare.
Fu in quel momento che riuscii a vederla. La risata che continuava a farsi sentire nella mia testa, era sdraiata di fronte a me. La raggiunsi. Mi inginocchiai. Perché avevo dimenticato quella risata? Perché avevo resettato il rumore?
Provai a toccare la risata, ma un nuovo rumore mi assalì. Era troppo forte.
Qualcuno mi toccò la spalla. Era stata la signora Weasley. Mi aveva sussurrato di calmarmi. Perché? Stavo solo sorridendo. Stavo osservando la risata fatta a persona, colei che mi ribalzava in testa da quella stessa mattina.
Anche Harry mi sfiorò una mano, cercando di non farsi vedere da Ginny. Repressi una risata e lui me la strinse. Io spalancai gli occhi: che cosa stava succedendo?
Sentii uno strano dolore alle mani, come se le avessi tenute serrate per troppo tempo.
<< Hermione! >> urlò qualcuno.
Io mi voltai velocemente. Ron mi stava guardando, con i capelli spenti e gli occhi scuri.
<< Dimmi >> sussurrai, mentre una mia mano andò a posarsi sulla mia gola. Doleva.
<< Non urlare più, per favore. >>
Sentii il mondo cadermi addosso. Cominciai a capire che cosa mi stava succedendo.
Tornai a posare il mio sguardo sulla famiglia Weasley, ma scoprii che questa aveva lasciato il posto poco prima che Ron aveva cominciato a gridare. Eravamo lì solo noi tre. Io, Harry e Ronald e stavamo fissando la risata. Un momento: loro come facevano a vederla?
Dalle mie labbra uscirono alcune parole e io cercai di non farci caso. << Scusami... sono un'egoista. >>
Lo vidi sorridere e mormorare che al posto mio avrebbe fatto lo stesso. Forse lo aveva fatto davvero.
<< Andiamo, devono arrivare papà e Percy >> spiegò nuovamente Ron all'indirizzo di Harry. Lui annuì e mi fece alzare. Mi stavo allontanando dalla mia risata. Qualcosa mi diceva che non l'avrei più rivista. Qualcosa cominciò a bagnarmi il viso. Forse stava piovendo.
<< Hermione! >>
Mi girai e spalancai la bocca. Era stato lui a chiamarmi.
<< Si? >>
<< Non fare la guastafeste. >>
Ad un tratto sentii le mie labbra tirare verso l'alto e il cuore battere più velocemente. Ero riuscita a percepire nuovamente quella risata. Allora non tutto era perduto. Mi persi tra i miei pensieri, mentre urtavo una donna vestita di bianco. Mi voltai velocemente, scusandomi per la mia poca attenzione. Lei mi sorrise, senza aggiungere altro.
Alzai un sopracciglio stranita. Perché Madama Chips si era limitata a sorridere? 




















Angolo Autrice:
Finalmente ho postato un nuovo capitolo!
Ci ho messo molto - oltre che per la scuola - anche per il fatto che questo era un capitolo molto impegnativo e credo che lo sia anche per il lettore. Se lo trovate strano, non preoccupatevi: siete in buona compagnia! Io stessa lo reputo strano. Comunque volevo sperimentare qualcosa di nuovo e spero che abbiate gradito. Parto col dire che non sopporto il fatto che Fred sia morto. Odio parlarne, come odio scriverlo. Purtroppo questa FF richiedeva la sua presenza e io mi sono adattata alla mia idea iniziale di inserire anche un capitolo basato sulla morte di Fred dal punto di vista di Hermione. Mi piangeva il cuore mentre lo scrivevo e mi sono sentita un verme per aver parlato solo della reazione di Hermione, quando la famiglia di Fred avrà sofferto ancora di più! Spero comunque che si sia capito tutto: Hermione non riesce a credere che il suo amato Fred non ci sia più, allora immagina la sua presenza e non comprende sin dall'inizio che cosa accade fuori dal suo cervello, così come non percepisce la sua vera reazione. 

Per chi non avesse capito, lo "spoiler" per il prossimo capitolo, ovvero quello conclusivo, è:


<< Hermione! >>
Mi girai e spalancai la bocca. Era stato lui
 a chiamarmi.
<< Si? >>
<< Non fare la guastafeste. >>

Beh, effettivamente non è molto su cui basarsi, ma ho costruito il capitolo partendo da questo dialogo. 
Termino ringraziando chiunque abbia tenuto duro fino a questo punto leggendo la mia storia, inserendola nelle preferite, seguite e ricordate. VI RINGRAZIO DI CUORE!
Se vi va, potete benissimo inviarmi una recensione, così da farmi capire se tutto è stato chiaro, se vi è piaciuto o se qualcosa non andava.
A presto,
Martina

 
PS: vorrei farvi, inoltre, notare che in questo capitolo la parola "Fred" non è stata menzionata nemmeno una volta. - Poor Fred - come direbbe la mia insegnante di inglese. E George? Beh, anche lui, sicuramente più di Fred. Ok, la smetto.
   
 
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