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Autore: La Setta Aster    29/03/2015    1 recensioni
Vi è mai capitato, scrutando il cielo, di sentire dentro di voi la sensazione che altri occhi come i vostri siano puntati al firmamento in cerca di risposte? E se vi è capitato, avete provato a parlare con le stelle? Aster, una ragazza aliena di Neo Cydonia, e James, un giovane terrestre come voi, a distanza di anni luce hanno in comune un cuore sempre in fuga dal mondo, in direzione dell'universo.
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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La chitarra di Andrea suonava l’elettrizzante riff di Thunderstruck, con le veloci pennate alternate, canzone perfetta per iniziare una festa. Una trentina di invitati – molti più di quanto sperato, anche se molti erano conoscenti, più che amici – si misero a  intonare il coro di versi animaleschi, al quale presto si aggiunse anche la voce aggressiva ma femminile di Alice, mentre Jim, col suo fido cappello e una giacca di jeans aperta, duettava con lei e suonava la parte ritmica di Malcolm Young, fratello del celebre chitarrista Angus degli AC DC. Inoltre, avevano aggiunto componenti per ogni canzone, in quanto nel gruppo c’erano anche altri strumenti, come la tastiera di Giovanni o il sassofono di Paolo, che in quella canzone aveva un lungo e mirabolante assolo con il contralto. Gli invitati erano scatenati, tutti amanti del rock, e una volta conclusa la canzone, proposero ognuno un pezzo diverso da far suonare al gruppo, ma prima ci sarebbe stata l’immancabile presentazione.

“signore e signori, amici, amici di amici e imbucati!” Jim catturò la loro attenzione “siamo qui riuniti stasera”

“per festeggiare l’inizio dell’estate!” s’intromise Alice, vestita da hippie, rubandogli il microfono. Ma Jim certamente non si era offeso, erano una famiglia. Comunque, il pubblico esultò.

“un caldissimo saluto dal gruppo che vi farà scatenare, i Chaos Within!” ovazione “perché, come diceva Nietzsche, se non si porta il caos dentro di se, non si può creare una stella danzante!”

“e ora passiamo a presentare i ragazzi che vi faranno sognare!” grida e fischi “a cominciare dal padrone di casa, il bassista, Graziano!” applausi. Si fece avanti in prima posizione e alzò il basso elettrico. Era vestito con indumenti che richiamavano il trash metal anni ’80.

“la cantante più sexy del Kentucky, Alice, che per inciso non è del Kentucky” la ragazza fu presentata da Jim, mentre il bassista lasciava il posto della pole position.

“James, l’italoamericano che è giunto in Italia con una chitarra, una voce che spacca, e un sogno: suonare alla sagra dell’uva!” Alice ricambiò il favore.

“Giovanni, il talentuoso tastierista, il nuovo Jon Lord!” i due amici si alternavano i nomi da presentare.

“un sassofonista d’eccezione, Paolo!” dall’angolo oscuro nel quale era rintanato, di fianco alla batterista, venne nella posizione delle presentazioni vestito elegantemente.

“il riff che avete sentito all’inizio della canzone era eseguito dal nostro Jimmy Page personale, Andrea!” Andrea trasportava uno stile nel vestire che ricordava il grunge anni ’90.

“e ora, se i vostri cuori battevano ad un ritmo, quello era il ritmo di Monica, la nostra incredibile batterista donna!” al nome, detto da Alice, Abigail – che era presente alla festa – gridò come per nessun altro membro del gruppo. Anche perché la sua fidanzata, quando saliva su un palco, diventava incredibilmente intrigante: più svestita che coperta, con una maglietta che arrivava alle costole, minigonna e senza scarpe né calze, quando suonava i suoi seni si trasformavano in palloni da basket. Abigail adorava vederla suonare, non solo perché la eccitava, ma anche perché vedeva che finalmente anche la ragazza dimenticava i giudizi dei suoi compagni di classe e si convinceva di essere accattivante. Ed era tutto ciò che chiedeva.

“e come dimenticare il nostro incredibile fonico, che sfuma alla fine delle canzoni più dolci, mette l’eco in quelle dei Pink Floyd, il distorsore alla voce e mille altri effetti sintetizzati: Edoardo!” il pingue ragazzo, vestito come fosse un disk jockey negli anni ’80, alzò le mani da dietro la sua console, e, tramite il computer collegato agli amplificatori e al mixer, si presentò con la colonna sonora della 20th Century Fox.

“e infine il nostro manager, Massimo, che però per questo concerto non è servito assolutamente a niente!” disse ancora Jim, sebbene fosse il turno dell’amica.

“ma che resta un grande amico!” concluse Alice “e ora Rock N Roll!”

Questa era la formula magica per scatenare il ritmo negli strumenti. Alle tre parole ‘rock n roll’ Monica iniziò a colpire la batteria alla maniera di John Bonham nella canzone, titolo della quale era proprio nella formula magica pronunciata da Alice. Mentre Jim faceva sempre la ritmica e pensava ai cori, Andrea improvvisava fino al momento dell’assolo. Giovanni non ebbe difficoltà con la tastiera, e Paolo si adattò con gran maestria, riuscendo a far suonare bene anche un sassofono in un pezzo rock dei Led Zeppelin.

Alla fine dell’esibizione, ormai non ne restava uno sobrio, degli invitati, e anche i musicisti, fra una pausa e l’altra, si erano dati alla birra, chi rossa e chi bionda. Vi erano coppie che si baciavano, come Abigail e Monica, Alice con il suo ragazzo, Massimo e la sua ragazza, e poi altri coi quali Jim aveva condiviso poche esperienze. Lui e gli scapoli del gruppo erano seduti ad un tavolo, congratulandosi per la serata e balbettando parole incomprensibili in mezzo ai singhiozzii. Graziano perse la scommessa di bere una birra da sessantasei tutta d’un fiato… la perse, quella scommessa, per terra insieme alla cena. Ma rideva, mentre dava di stomaco.

Eccolo, il lato positivo, l’unico lato positivo dell’alcool: le risate da ebeti. Non credi che dovresti darti una regolata? Ah, un’altra mia personalità? Ne hai molte, lo sai. Io sono qui per raddrizzarti un po’, sono la parte di te che vuole vederti con un futuro, una sistemazione, una vita felice e una famiglia. Allora sei nel posto sbagliato, ficcati nella testa di qualcun altro. Non te ne rendi conto, vero? Questa gente sta usando Gra come un giocattolo, si approfitta della sua ospitalità e lo deride. E non puoi nascondere a me i tuoi pensieri: stai pensando che in fondo ho ragione, e i tuoi momenti migliori con il tuo migliore amico li hai passati quando lui era sobrio, quando era in se stesso. Sta’ zitta, fammi bere in pace.

Jim prese Graziano sotto braccio e lo accompagnò in bagno. Nella grande casa di campagna, il bassista aveva due bagni, e per fortuna, perché uno dei due era occupato da due fidanzati che facevano sesso. Anche Monica ed Abigail si nascosero nella stanza di Gra, una volta ottenuto il permesso dal padrone di casa, che più che annuire fece ciondolare la testa in segno di assenso. Di norma Jim detestava le feste con molta gente, e per lui che ancora non aveva accarezzato mai il corpo nudo di una donna, l’odore del sesso lo spaventava. Non sapeva perché, lo desiderava con tutto se stesso, passare i polpastrelli dalle cosce di una ragazza fino al ventre, e poi su, lungo la linea dell’alba, fino ai monti del nord; lo desiderava, ma lo temeva. Era l’atto più intimo che si poteva avere con una persona. Durante l’amplesso si è letteralmente due persone unite in una sola, fusi insieme. Non vedeva l’ora di scoprire cosa si provava. E tutti questi pensieri, uniti alle fantasticazioni sulle due amiche chiuse nella stanza di Graziano, Jim li faceva mentre il suo migliore amico riproponeva il pasto al gabinetto. Un’autentica serata rock, devo dire, anche se ora mi stenderei volentieri sulla mia amaca a guardare le stelle. Sento come se la mia amica spaziale stesse venendo da me proprio in questo momento, pronta a spogliarsi per farmi scoprire il dolce mondo dell’amore in tutti i suoi sensi. Ma che sto pensando? Sono ubriaco fradicio. I pensieri erotici sono i più sinceri che si possono fare su una ragazza. Ma di cosa blateri? Tu puoi dire a una ragazza che la ami, che è bellissima, ma intanto vagare con la mente alle forme di un’altra. Ma quando sei solo, chiuso dentro te stesso, e il mondo intero sbattuto fuori, senza nessuno che può entrarti nella testa per porre giudizi, e scegli di pensare a una determinata fanciulla, magari che conosci, in quei minuti lei diventa la più bella del mondo, per te. È incredibile, la mia fantasia può trasformare una masturbazione in qualcosa di romantico.

Edoardo aveva impostato una playlist di lenti, fra cui Wonderful Tonight, Knockin on Heaven’s Doors, il classico Little Wing, e altri pezzi adatti ad orecchie esauste e gambe molli. Qualcuno tentava ancora di ballare, con goffi risultati, ridicoli perlomeno. Si sentiva nell’aria, che la festa era finita. I due fidanzati uscirono dal bagno, Monica ed Abigail tornarono dalla camera coi capelli scarmigliati e l’aria soddisfatta, e Jim e i suoi amici erano seduti allo stesso tavolo.

“allora, Jim, non dirmi che non ti sei divertito” gli domandò Graziano.

“non è il mio genere di serata, ma è stato comunque piacevole, però…”

“però?”

“però qui era pieno di belle donzelle, ma nessuna per noi” rispose Paolo per Jim, che annuì.

“guardiamo in faccia alla realtà, ragazzi, siamo sfigati, forever alone!” disse Edoardo.

“andiamo gente, diciamo la verità, che non ci abbiamo neanche provato, siamo rimasti a questo fottuto tavolo tutto il tempo!” Giovanni aveva ragione, disse ciò che tutti quanti sapevano.

“ma sì, meglio così, qui ci son ragazze che conosciamo, meglio aspettare la Toscana per farsi avanti, così se dovesse andare a buon fine ce le portiamo a letto e poi finisce lì”

“sì, Andrea ha ragione!” lo sostenne Graziano.

“allora, l’ultimo brindisi alla Toscana!” propose Jim, e tutti alzarono i loro bicchieri di plastica, appena riempiti di spumante.

Mentre il giardino iniziava a desolarsi, e pian piano la gente se ne tornava a casa propria, Jim e Graziano, che rimasero soli dopo aver salutato i compagni, si misero a guardare le stelle sul loro dondolo.

“perché non riusciamo a trovare una ragazza? Beh, tu ne hai avuta qualcuna, ma non era mai nulla di serio, qualche bacio per un paio di settimane e basta, dico bene, Gra?”

“dici bene. Secondo me dobbiamo solo essere noi stessi, ma anche meno timidi. Dobbiamo buttarci a pesce, chissene frega se poi va male, abbiamo diciotto anni, il nostro tempo della decina è quasi agli sgoccioli!”

“miseria, mancano due anni, hai appena compiuto i diciotto e già ti vuoi scaraventare sui venti?”

“la verità è che il tempo, a quest’età, corre alla velocità della luce. A volte mi viene voglia di chiedergli se può rallentare e aspettarmi, che sono stanco”

“il caro Kronos non aspetta nessuno, amico mio, lo sai”

Durante una pausa fra le parole, i due amici respirarono a pieni polmoni l’aria notturna, la più buona delle ventiquattrore, quella che preannuncia la dolce brezza mattutina che sa di rugiada.

“in Toscana mi butterò, io voglio un corpo di ragazza, lo voglio toccare, le voglio dire che è tanto bella da farmi male, e voglio che lei mi dica che è mia, che posso baciarla dove mi pare, e voglio che le piaccia”

“e passare la lingua in ogni dove! Disegnare sul suo corpo un affresco di puro desiderio”

“hey, mi piace! Questa me la segno per una canzone!”

Ridendo e pensando alle femmine, la notte si protrasse a giorno, e i due ragazzi furono colti dal sonno proprio lì, sul dondolo. L’ultimo pensiero di James era rivolto alla sua misteriosa amica nello spazio.

Ti prego, vieni, ti voglio con tutto me stesso, ti amerei come nessun altro nella galassia saprebbe fare. L’effetto dell’alcool non sarebbe svanito fino al mattino seguente, trasportando anche un gran mal di testa.    
  
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