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Autore: lionelscot    30/03/2015    1 recensioni
Presente accanto a loro sul palco del concerto che segna la fine della più nota Symphonic Metal band finnica, un uomo che sta vivendo il sogno di quando era ragazzo di poter partecipare ad un loro tour, ripercorre mentalmente le tappe che in dieci anni lo hanno portato a rialzarsi e realizzare questo sogno, iniziato come un sinfonico incubo...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Luglio 2015, Spagna.
 
Una giornata libera tutti assieme. Chissà da quanto non capitava. Mesi ? Ma ora importava solo il godersi questa vacanza prima dei prossimi impegni. La ragazza si tirò su dal letto e si recò in bagno a rassettarsi. Mentre si lava i denti, cercava dal ripigliarsi dalla nottata precedente. Quanto diavolo parla lo Svedese ? Sempre poi lì a parlare della sua passione per la storia della Guerra, delle gesta eroiche e della lotta contro gli invasori… Dio, a suon di sentire quei discorsi le pareva di avere una batteria di artiglieria che le pulsava in testa… Possibile che i maschi nordici devono sempre ricordare il loro essere discendenti dei vichinghi ? Dovrebbe essere vietato loro di farlo, a meno che non siano palesi esempi di mascolinità “asgardiana”, pensò sorridendo maliziosamente ad un’immagine di Thor o di certi metallari dalle lunghe chiome e le braccia possenti…
Dopo circa una ventina di minuti era pronta ad uscire. Prese le sue cose e si recò in spiaggia ma lo spettacolo che le si parò dinanzi le fece uscire una grossissima risata: un insieme di corpi pallidi rosolati al sole che ricercavano riparo sotto ogni fonte d’ombra esistente. Giusto il biondone si godeva il sole in compagnia dei suoi gemelli. Un quadretto surreale degno di uno scrittore comico. Si sdraiò a prendere il sole, giusto per evitare di restare pallida come il cencio o  che senso avrebbe avuto riuscire a convincere tutti a venire in quel luogo invece di rintanarsi nelle foreste scandinave. Non che non le piacessero, ma, ecco, ogni tanto bisogna pur gustarsi un po’ di clima atlantico, no ?
Si lasciò cullare dal tepore e dai suoi pensieri in quello stato di quiete dove non sei ne addormentato ne sveglio e il mondo attorno a te pare rallentare rispetto ai sogni e i pensieri che formuli. Uscì da quello stato solo per il saluto di una voce femminile.

- Lizzy ! Che ci fai qui ?

- Quello che ci fai tu ! Sono in vacanza coi ragazzi -  rispose la bruna dagl’occhi di ghiaccio, indicando con la testa il bancone del bar dove un gruppo di uomini svedesi si era raggruppato per gustarsi una birra ghiacciata, lasciando lievemente perplesso e spaventato il povero ragazzo del bar.
L’olandese osservò la scena, scuotendo la testa quando notò la presenza anche del suo incubo della serata scorsa e dei mesi precedenti che, con la sua solita energia, rifilava pacche sulle spalle e battute, prima di invitare a sedersi alla sua amica.

- Allora, signorina “d’Amaranto”, come stai ?

- Bene. Sempre meglio di te, Darwiniana ! Con i ritmi che tenete tu e quel branco di finnici non oso immaginare tra quanto diventerai calva e la tua statura ti porterà a incurvarti

- Così che tu possa sostituirmi ? Scordatelo nana, il mio posto non lo avrai così facilmente !

- Occhio “Ginormica”, perché io ho i cavaglieri di Kamelot dalla mia !

- Me li mangio a colazione !


Le due si lasciarono andare a qualche risata, catturando l’attenzione dei presenti. Dopo dieci minuti, tutti si erano riuniti a parlare delle reciproche avventure da tour come la “serata Karaoke” davanti al pubblico o degli scherzi che si subiva prima e dopo un concerto. Una delle cose belle di essere artisti erano questi momenti di scarico, dove ci si riuniva a ridere come dei ragazzini che si raccontano le proprie malefatte. I momenti in cui tutto lo stress dell’essere al centro dell’attenzione di milioni di persone pareva un “milione di anni luce” lontano.

- Ragazzi. Che ne dite se stasera, per una volta, facciamo noi la parte dei fans ?

La frase suscitò lo stupore e l’interesse da parte del gruppo.

- Che hai in mente, ragazza ?

- C’è un locale, in una spiaggia qui vicino, che sta sera organizza una serata Rock’n’Metal. Pensavo che sarebbe stato divertente andarci e osservare degli amatori che sognano per una sera di essere al posto di quelli come noi. Che ne dite ?

- Io ci sto ! Siamo qui per divertici. E magari vedo pure qualche bel ragazzo con cui rifarmi gli occhi. Dopo due anni circondata dai soliti uomini ho bisogno di rifarmi gli occhi !-
affermò scherzosamente Floor, scatenando le rumorose e canzonatorie repliche dei suoi compagni di band. Il moicano svedese si mise a ridere dietro i suoi inseparabili occhiali da sole. Ma non se li toglieva mai ? Alla fine furono tutti d’accordo, compresi i gemelli del barbuto biondo che non vedevano il momento di poter assistere ad un concerto dalle spalle del padre.

- Allora siamo tutti concordi. Alle 22 cominciano, quindi, vi voglio tutti pronti per le 21. Quindi, signori, se dovete conciarvi i capelli, meglio che cominciate subito !

- Senti chi parla signorina ! Li abbiamo più lunghi e li sappiamo usare meglio di chiunque altro !

- Marco, parlava dei capelli.

- Anche io. Che ti credi, batterista insonne ! Stai sempre a pensare male te.

- E comunque, anche se non parlava di capelli, mio marito può permetterselo !

- Cara… Ci sono i ragazzi.
- disse il biondone indicando con lo sguardo i gemelli.

- E allora ? Mica sono delle bambine suggestionabili a tali discorsi. Presto potranno fare questi discorsi anche loro.

- BIRRA !

- Visto ? Tali e quali a te, ammesso che siano tuoi, biondina…

- E di chi altri potrebb… EMPPU !

- Oh, lo ha scoperto. Venite qui bimbi miei…-
fece il chitarrista allargando le braccia verso i ragazzi, ritrovandosi il ringhio minaccioso del gigante davanti, pronto a sbranarlo.

- Dio quanto sei bello quando fai il gelosone. – commentò la moglie stampandoli un bel bacio.

- Bleah. Che schifo, si baciano! – commentarono i gemellini, scatenando l’ilarità generale. Alla fine il gruppo si rimise a gustarsi le proprie attività, in attesa della serata da “gente normale” che li attendeva.
   
 
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