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Autore: EleNicka_MM    04/04/2015    3 recensioni
Una figura umana uscì dal muro di tempesta. Sprigionava vento e ghiaccio dalle dita. Con un solo movimento della mano mandò Skye a cozzare contro il parabrezza di un'auto, davanti alla quale si accasciò priva di sensi. May premette il grilletto, ma una fortissima folata di vento le fece sbagliare mira. Il proiettile colpì la schiena fasciata dalla giacca nera di fronte a lei. Coulson crollò sull'asfalto, esanime. May urlò
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Start Over: the serie'
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Il Rose Festival di Portland era una delle cose più romantiche e spettacolari che avessero mai visto: tutte le strade della città erano ornate da migliaia e migliaia di varietà di fiori diversi e i carri del grande corteo erano ornati da imponenti e magnifiche sculture di fiori.

Fitz e Triplett comprarono enormi bouquet di fiori alle ragazze e obbligarono Coulson ad indossare un'orribile cappello a cilindro ricoperto da fiori giallo canarino. Arrivata la sera rimasero colpiti dal bellissimo spettacolo di fuochi artificiali che venivano sparati in cielo a tempo di musica. Nonostante cercasse di fingere di essere completamente rilassato,Coulson si guardava intorno furtivamente, come se si sentisse seguito: probabilmente aveva paura di incontrare Audrey, nonostante la donna si fosse trasferita a Chicago dai suoi genitori, dopo l'ultimo incontro con Sisko.

Coulson fece fare loro un giro della città: non era nato lì, ma si vedeva che la amava tanto quanto fosse casa sua.

« Come stai? » gli sibilò Skye fra i denti, mentre camminavano dietro al gruppo. Erano tutti molto provati dalla lunga giornata: Simmons spingeva la carrozzina di Fitz con Triplett che le cingeva amichevolmente la vita e parlava con May.

Coulson si fermò un attimo facendo finta di guardare nelle vetrine di un negozio di souvenirs e bloccò Skye con un braccio, mettendo un po' di distanza fra loro e i colleghi. Poi riprese a camminare: « Sto bene, stai tranquilla. E' solo che devo scoprire cos'è questa roba... non è che uno si sveglia così di colpo e inizia a incidere periodicamente simboli incomprensibili sulle pareti del proprio studio »

Skye tacque per un po', poi titubante propose: « Hai presente la camera che Stark ha creato per monitorare i parametri di Banner durante le trasformazioni controllate? E se provassimo a prevedere il prossimo attacco, cercando di capire da cosa è scatenato e... »

Coulson la interruppe: « Neanche per sogno! Non lo deve sapere nessuno! »

« Non dobbiamo per forza chiuderti in una camera con i vetri infrangibili, Phil » disse Skye con dolcezza « Ma per capire cosa vogliono dire quei simboli dobbiamo cercare di scoprire più cose possibili. E ritornando sull'argomento “Tutto Top-Secret” credo che May abbia il diritto di saperlo »

Il Direttore annuì, sconfitto. Skye gli accarezzò il gomito: « Ne verremo fuori, stai tranquillo »

Di fronte a loro, i compagni erano immersi in una fitta discussione sul sesso del bambino di Natasha e Steve. May segnava le scommesse sullo scontrino del ristorante nel quale avevano cenato.

« Io scommetto 50$ e un turno in archivio con Koenig che è un maschietto » esclamò Triplett.

« Ah, poveraccio » disse Fitz, con aria sapiente « 100$, una settimana di inventario e due turni in archivio... è sicuramente una femmina »

May segnò le puntate e poi disse, maliziosa: « Allora... io butto 200$, due turni in archivio e – udite udite – se perdo, cucinerò per voi per un mese »

« Su cosa scommetti? » chiese Fitz, strabuzzando gli occhi. May cucinava molto bene!

« Gemelli! » esclamò trionfante « Due bei maschietti! »

Skye seguiva divertita l'innocente battibecco fra i tre.

« Tu su cosa scommetti? » disse a Coulson, ma non si accorse che il direttore si era fermato pochi passi dietro di lei e osservava con aria allarmata il cielo. Un cilindro di luce bianca e arcobaleno si stava ritirando fra le nuvole: il Bifröst si era appena richiuso.

In un attimo il panico dilagò fra le strade di Portland; la gente scappava dalla piazza principale e cercava di correre il più veloce possibile verso le auto. Coulson sfoderò la pistola e ordinò a Triplett di portare al sicuro Fitz e Simmons.

L'agente coprì i due colleghi verso la loro auto, aiutò Fitz a salire e obbligò Simmons a tornare dritta al Pullmino.

Poi Seguì il Direttore e le due colleghe operative.

I segni del ponte Arcobaleno erano ancora visibili, fumanti sull'asfalto. Attorno ad essi una trentina di uomini accovacciati in cerchio, con strane armature, molto simili a quelle chitauriane. Al centro del circolo, svettava Sisko, con gli indosso gli abiti asgardiani.

« Come avete fatto a passare? » chiese Coulson, puntando la pistola dritta verso Sisko.

Sisko rise fragorosamente: « Tu sei troppo curioso, Phil. Sempre lì, a fare domande, scortato delle tue donnette petulanti. »

May sparò un colpo in direzione di Sisko,che lo deviò con un gesto della mano e lo mandò dritto contro un albero.

Poi urlò una frase incomprensibile, e all'improvviso tutti i polsi di coloro che erano attorno a lui brillarono di una luce azzurrina. Le mani dei guerrieri di Sisko si unirono e un alto muro di tempesta si alzò attorno a loro.
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Simmons correva da una parte all'altra per cercare di recuperare le comunicazioni con la squadra.

« VIOLAZIONE DEL PERIMETRO DELL'HANGAR – VIOLAZIONE DEL PERIMETRO DELL'HANGAR – VIOLAZIONE DEL PERIMETRO DELL'HANGAR » diceva la voce del computer di bordo; Stark lo aveva installato poco tempo prima, basandosi sul modello di J.A.R.V.I.S., ma in versione femminile.

« Ho capito! » tuonò Fitz, desiderando in quel momento di avere una carrozzina elettrica, mentre passava da un capo all'altro della sala comune, per raggiungere dalla cabina di pilotaggio la sala briefing « Attiva riconoscimento facciale! »

« Riconoscimento facciale attivato: i nuovi arrivati sono James “Logan” Howlett, meglio conosciuto come Wolverine, Scott Summers detto Ciclope, Ororo Munroe chiama... » rispose la voce metallica.

« Sia ringraziato Odino, gli X-Men » esclamò Fitz, sollevato « Falli salire, falli salire »

« Devo far salire anche Thor o procedo all'annientamento? Lui non è un X-Men »

Lo scienziato si batté una mano sulla testa: « Certo, certo! ». Ma i computer non erano rinomati per essere intelligenti? Aveva qualche dubbio che quello fosse uno scherzetto di Stark ai danni di Coulson.

Andò ad accogliere i nuovi arrivati. Thor gli andò in contro con passo pesante: « Sono stato avvertito dal guardiano Heimdall. Cos'è successo? »

Simmons arrivò di corsa: « Il Bifröst si è aperto e io non riesco a contattare Coulson »

« Vado io! » disse Thor. Girandosi si accorse della presenza degli altri tre, che guardavano atterriti il biondo con il mantello che agitava Mjolnir per volare via. Alzarono la mano intimoriti in segno di saluto: « Noi eravamo venuti per dire a Coulson che accettavamo la proposta, ma evidentemente non è in casa. » disse Logan.

Simmons li tolse dal momento di imbarazzo dovuto alla confusione, presentando tutti con fare sbrigativo: « Jemma Simmons, Leo Fitz. Lui è Thor »

L'asgardiano si inchinò profondamente: « Voi siete alleati? »

« Sì, o meglio, credo di sì » disse timidamente Tempesta.

« Bene. L'etichetta del mio pianeta natale mi impone di presentarmi in un modo diverso, ma credo che abbiamo una città da salvare, quindi è meglio rimandare. Se siete alleati, per dimostrare la vostra lealtà a Phil Coulson fareste meglio a seguirmi. » disse Thor, con voce profonda.

Logan fece per ribattere e consigliare a Thor di comandare qualcun altro, ma i due agenti scossero vigorosamente la testa e il mutante recuperò la calma.

La battaglia era nel pieno, quando i rinforzi arrivarono. Sisko uscì dal vortice per affrontare Thor: « Bene bene... possiamo fare una bella gara su chi è il più grande dominatore dei fulmini. Ho paura che da solo perderesti miseramente »

« Mi sa che proprio solo non è » disse Tempesta. Si librò nel cielo e con un fulmine potente riuscì a scalfire il vortice creato dall'esercito di Sisko. Una parte del cerchio si sciolse, mentre altri guerrieri si materializzarono a colmare i vuoti.

Le pistole di May, Triplett, Coulson e Skye vennero affiancate dagli artigli di Wolverine: in un attimo, dieci degli almeno cinquanta guerrieri di Sisko erano riversi sull'asfalto con proiettili in testa e tagli profondi sessanta centimetri che passavano i loro corpi da parte a parte.

Ciclope si tolse per un istante gli occhiali protettivi e convogliò il getto di raggi letali verso in centro del gigantesco temporale che si interruppe. I guerrieri erano tutti a terra, ma subito si rialzarono e riformarono il vortice attorno al loro capo.

Una figura umana uscì dal muro di tempesta. Sisko Sprigionava vento e ghiaccio dalle dita ed era più folle e adirato che mai. Con un solo movimento della mano mandò Skye a cozzare contro il parabrezza di un'auto, davanti alla quale si accasciò priva di sensi. May premette il grilletto, ma una fortissima folata di vento le fece sbagliare mira. Il proiettile colpì la schiena fasciata dalla giacca nera di fronte a lei. Coulson crollò sull'asfalto, esanime. May urlò.

I mutanti e Thor riuscirono a scalfire le difese di Sisko e a ucciderlo, definitivamente insieme al suo esercito, mentre questo era distratto a osservare May correre verso il direttore. Skye guardò trionfante il Dio del Tuono, che stava già correndo, mirando un punto dietro alla sua spalla sinistra. La ragazza si girò.

Il tempo sembrò fermarsi, il mondo sembrò fermarsi. Tutti i rumori si ovattarono, non c'erano più voci, grida, clacson di auto, ma solo il centro della sua vita che si stava sgretolando al ritmo dell'inesorabile e lenta caduta in avanti di Coulson. May si portò le mani alla bocca e cadde inginocchiata; Triplett riuscì a correre in avanti in tempo per afferrare l'uomo prima che sbattesse la faccia sull'asfalto. Skye si accorse che era l'unica che apparentemente si muoveva al tempo giusto rispetto alle altre persone. Vide una luce bianca che la stava avvolgendo, alzandola da terra in una sorta di bolla, mentre qualcosa sembrò lacerarle la pelle della schiena. Con la mano tremante si toccò dietro: si girò e vide che un imponente paio d'ali le era spuntato sulla schiena.

All'improvviso si senti invadere da una forza e un'energia sovrumana. Aveva la consapevolezza che se fosse riuscita a raggiungere Coulson sarebbe riuscita a salvarlo. E non era solo qualcosa legata alla paura di perderlo: aveva il potere materiale di farlo.

Tornò a terra e tutto ricominciò a andare con il tempo giusto. Tutti la osservavano atterriti mentre si avvicinava al corpo di Coulson. Appoggiò la mano sulla schiena del Direttore (aveva assunto una strana colorazione azzurra, ma non se ne preoccupò, sapeva che era una cosa buona). La mano si scaldò e attrasse a se il proiettile. L'emorragia si arrestò; Skye sollevò senza difficoltà l'uomo da terra e, con le sue nuove ali, si diresse verso l'aeroporto.

Stavano volando nel cielo di Portland. Skye cercava, con il suo calore benefico, di riscaldare Coulson. Mentre volavano l'uomo aprì gli occhi: « Ce l'hai fatta... » disse con la voce flebile.
« Sì, ce l'ho fatta. Ora però conserva le energie. Non aver paura che ce la faremo » rispose la ragazza.
« Io non ho paura, Skye. Sono con te. E non credo neanche di meritarmelo tutto questo: io sapevo cosa saresti diventata e non te l'ho detto. Perdonami, ti
prego». I suoi occhi iniziarono di nuovo a chiudersi
Skye aumentò la velocità: « Va bene, va bene. Ora cerca di rimanere con me, ok? »
Atterrò di fronte all'hangar. Affianco a lei si trovò Thor, che la guardava con fare intimorito e reverenziale, camminando qualche passo di fronte a lei.
Appena lo vide, Simmons si fece avanti sulla rampa: « Cos'è successo, state tutti... Oh, santo cielo! » esclamò, vedendo entrare Skye, con le ampie ali bianche piegate dietro alla
schiena. Il suo sguardo cadde sul corpo esanime di Coulson, mentre la ragazza correva verso il corridoio della capsula medica. Fitz arrivò trafelato.

« Il Direttore è stato colpito » disse Simmons, correndo dietro a Skye. Fitz seguì di corsa le due ragazze, gli occhi pieni di paura e entrò nella capsula medica.

Skye lo depositò sul letto e lo affidò alle cure di Simmons che insistette per farla uscire dalla stanza. La ragazza sentì le ali ritrarsi nella schiena. La pelle tornò del colore consueto e tutta la forza la abbandonò. Riuscì ad afflosciarsi su una delle sedie della sala d'aspetto. May arrivò di corsa, distrutta, trattenuta da Trip per un braccio: « DOV'È! DOV'È FATEMELO VEDERE! »

Piangeva e urlava; Skye non l'aveva mai vista perdere il controllo in quel modo.

Si alzò dalla sedia, con le gambe traballanti e le andò in contro: « Hey, sta bene... Ce la farà »

Le due donne si abbracciarono. Da dietro la spalla di May, Trip mimò in direzione di Skye un paio d'ali. Lei scosse la testa; non era il momento giusto.

Fitz uscì dalla capsula e si chiuse la porta dietro; poi si avvicinò a May e le posò una mano sulla spalla: « Stai tranquilla, si riprenderà. In qualche stramaledetto modo Skye è riuscita ad estrarre il proiettile senza fare alcun tipo di danno e a fermare l'emo... Perché mi state guardando in quel modo? » chiese preoccupato ai colleghi.

Trip strabuzzò gli occhi: « Fitz, sei in piedi! »

Lui si osservò i piedi confuso, per controllare e poi,ancora più spaesato disse: « Oh, sembra di sì »

Tutta la squadra gli saltò al collo, sollevati per la buona notizia che Fitz aveva portato e per il fatto che il ragazzo fosse finalmente tornato a camminare. Erano talmente presi dai festeggiamenti che non si accorsero della figura di Loki, in abiti terrestri e con i capelli legati, che aspettava all'imboccatura del corridoio; si schiarì la voce e chiese di poter scambiare due parole con Skye in privato. May si alzò con sguardo truce, rivolto all'asgardiano, ma Skye scosse la testa e fece strada fino alla cella, il posto più intimo dell'aereo.

Quando si girò per chiudere la porta vide che Loki aveva ripreso le sembianze di James: « Ti conviene tornare il bastardo di sempre se non vuoi ritrovarti con il naso rotto » sbottò irritata.

Lui obbedì: « Sicuramente, dopo i fatti di questa sera, avrai molte domande e io sono qui per rispondere a tutto ciò. Sarebbe venuto mio fratello, ma non ha molta dimestichezza con le donne come te... »

« Cosa intendi? »

« Niente, è solo che ti conosco meglio. E poi Coulson ora si fida di me, quindi uno vale l'altro. » rispose Loki, sedendosi.

Skye riordinò i pensieri: « Cosa mi è successo? Cosa sono? Perché Coulson sapeva già che ciò sarebbe accaduto? Cosa centrate tu e tuo fratello in tutto questo? »

« Allora, andiamo per ordine. Ciò che ti è successo è stata la trasformazione in ciò che tu sei realmente »

Skye era più confusa di prima: « E sarebbe? »

« Per arrivare alla risposta devo raccontarti un po' di cose. Quando i nove mondi si svilupparono dall'albero Yggdrasill, vennero inviati su tutti i mondi due coppie di Elohim - esseri buoni generati da un'intelligenza superiore, con un grosso paio di ali bianche sulla schiena che scomparivano e apparivano rispetto alle necessità e permettevano loro di viaggiare fra i mondi, senza la necessità di utilizzare il Bifröst - formati da due Eloh di sesso opposto, che si sarebbero dovuti adattare e confondersi fra gli abitanti dei mondi e utilizzare i propri poteri per far avanzare la civiltà, l'evoluzione del pianeta. Gli Elohim vissero perfettamente nascosti fra gli esseri comuni, tanto qui su Midgard quanto su Asgard o Jotunheim o Niflheim e, mentre un ceppo sarebbe dovuto rimanere puro, l'altro si unì agli abitanti dei vari pianeti creando generazioni di ibridi, che venivano istruiti a controllare i propri poteri dal genitore che aveva il gene degli Elohim. Ma dopo millenni e millenni dalla creazione, l'albero Yggdrasill venne attaccato dagli Elfi Oscuri, che con la loro magia contaminarono il processo che ogni cento anni inviava una coppia di Elohim sui mondi. Prima che Odino riuscisse a ripararlo definitivamente, si affermò una nuova razza di esseri superiori, i Nephilim, giganti con la pelle blu, dotati di una forza sovrumana, che si mimetizzarono nei mondi, ma non per portare progresso, innovazione e bontà, ma morte, distruzione e desolazione. I Nephilim si riunirono in un grande clan e attaccarono il ceppo puro di Elohim, obbligando le unioni miste. Ma la cattiveria dei Nephilim superò geneticamente la bontà degli Eloh e si creò una potentissima e spaventosa nuova razza, crudele e invincibile. Ma una volta su milioni il risultato di questa unione è un essere bellissimo, forte e buono che ha sviluppato capacità che vanno ben oltre l'immaginario: sono i “Falde Engelen”, gli Angeli Caduti; quando un Angelo Caduto nasce, viene ucciso di fronte a tutta la comunità in un'esecuzione pubblica. Ecco cosa sei »

Skye era stupefatta: allora era vero, i suoi genitori erano dei mostri che l'avrebbero uccisa non appena avessero saputo la natura dei suoi poteri.

« Come faceva Coulson a sapere degli Angeli Caduti? » chiese Skye.

« Ti ha segretamente spiato mentre dormivi, nel sonno hai manifestato alcuni dei tuoi poteri. Poi ha tirato qualche somma » rispose Loki.

Loki guardò la faccia confusa e ferita di Skye: « Senti » le disse, accarezzandole il viso rigato di lacrime « Io so cosa vuol dire scoprire all'improvviso la propria natura, sapere di non appartenere in tutto e per tutto al mondo, alla realtà in cui uno è cresciuto. Io ho sbagliato a trasformare tutto in rabbia, verso Laufey, verso Odino, verso Thor, ma un animo puro come il tuo non può permetterselo. Io sono contaminato dalla sporca eredità di mio padre, tu puoi cambiare il mondo»

Skye pianse, e non sapeva se stesse piangendo per la tristezza infinita nella quale erano persi gli occhi di Loki o perché aveva appena scoperto di non essere umana e di essere sempre stata un potenziale pericolo per i suoi cari. Guardò l'uomo di fronte a lei: aveva amato sinceramente James e si accorse di aver amato sinceramente quell'animo distrutto e pentito che si celava sotto strati e strati di maschera; la maschera di Stone, quella di Loki, fino a rivelare il Gigante di Ghiaccio, figlio di Laufey.

« Lo so che per me tu non provi altro che ribrezzo e capisco perché. Ma ora devi prendere in considerazione ciò che ti sto per dire: vieni con me ad Asgard. Odino ha permesso che tu venga accolta nella sua reggia, dove potrai imparare a controllare e a gestire al meglio la potenza che c'è in te, senza fare danni a te e a chi ti sta in torno »

« No. Non lascerò la squadra nei casini, con Coulson che è stato colpito, solo per venire con te a Stranolandia per cercare di controllare chissà quali poteri... »

« Skye, la squadra è più nei casini con te qua, instabile e fragile, che con te su Asgard. Mi spiace infinitamente dirtelo, ma questa non è una scelta sindacabile. È un ordine diretto di Coulson. »

Alla ragazza sembrò di ricevere uno schiaffone in pieno viso. Coulson aveva preso quella decisione senza consultarla, senza parlargliene; dopo tutto quello che lei stava facendo per lui, facendo il doppio gioco per non rivelare ciò che gli stava succedendo, i simboli e le notti insonni a causa degli incubi... si sentiva lesa nel profondo come mai era successo. Anzi, un'altra volta era successo: e c'era sempre di mezzo quello stramaledetto pianeta.

Si trovò a vagare per l'aereo senza meta: tutti erano andati a dormire, tranne Simmons che monitorava continuamente le condizioni del Direttore.

« Hey » le disse Skye, entrando nella capsula.

« Ciao » rispose Simmons, stanca ma attenta a ciò che stava facendo « Hai bisogno di stare un po' da sola? »

« Se puoi sì » le rispose, sorridendole. Quella ragazza aveva la capacità di captare le cose al volo « Stai tranquilla, vai pure a riposare. Ci sto io qui »

« Ok » Simmons le diede un bacio sulla fronte « Trip passerà fra qualche ora. Non ti stancare troppo »

Skye la guardò andare via, poi si sedette su una poltroncina a vegliare il corpo bendato di Coulson e rimuginando su tutto ciò che era avvenuto quella sera.

Aprì il laptop e osservò per parecchi minuti la foto di loro sei il giorno prima, spensierati a ridere di fronte ad una scultura floreale di una gigantesca aquila con la bandiera americana. Aprì il canale di comunicazioni della squadra, che all'inizio era stato creato per nobili ragioni, per esempio per comunicare più facilmente da ufficio e ufficio della base - ma che negli ultimi tempi, per paura che certi messaggi venissero tracciati nonostante la super protezione - era un corredo di messaggi inutili. Guardò l'ultima conversazione:


MAY: la cena è pronta

TRIPLETT: devo finire di vestirmi

MAY: se vieni a tavola in canottiera e boxer fai mooolto felice la cuoca

COULSON: ANDIAMO, MAY... NON CI SIETE SOLO VOI! POI FITZ SI SCANDALIZZA.
Comunque sto salendo

FITZ: perché dovrei scandalizzarmi, Direttore?

COULSON: niente Fitz, stai tranquillo... XD

SKYE: oho... Trip in boxer e canottiera; mi sa che stasera mangio doppio!


Skye sorrise: quella sera Triplett era veramente arrivato in canottiera e boxer... e Fitz si era veramente scandalizzato.

Coulson si mosse nel letto di fronte alla sua sedia e aprì gli occhi.
La ragazza gli strinse la mano: « Hey. Come ti senti? »

« Frastornato. Siamo in volo? » chiese, ricambiando la stretta di Skye.

Skye annuì: « Ho parlato con Loki. »

Coulson si rabbuiò: « Potrai mai perdonarmi? »

« Credo di sì » rispose lei « Ma ora sono troppo stanca, confusa e arrabbiata per poter pensare lucidamente. Pensavo di partire stanotte, senza addii, senza saluti; aspetterò che Triplett venga a darmi il cambio. »

« Va bene. Posso fare qualcosa per te? Qualcosina per farmi minimamente un po' più buono ai tuoi occhi? Per sdebitarmi? Dopotutto mi hai salvato la vita. »

« Rimettiti, Direttore. La squadra ha bisogno di te. E poi di' a Ward che non me ne sono andata per causa sua e che tornerò »

Skye diede all'uomo un bacio sulla fronte, all'attaccatura dei capelli, come lui aveva fatto troppe volte per consolarla, gratificarla e salutarla.

Raccolse le sue cose e si incontrò con Loki nella cella. Thor era lì con lui.

« Io sono pronta » disse. Si sentì un po' fuori luogo, vedendo i due asgardiani nelle loro bellissime vesti.

« Credo che questi andranno meglio ». Loki le posò una mano sulla spalla e la sua maglietta e i suoi jeans si trasformarono in una bellissima tunica rosa cipria. Il semidio applicò la stessa maglia agli indumenti nel borsone.

« Ora » iniziò Thor « Ti condurremo sulla terraferma, dove forse il Bifröst verrà aperto per noi. Sei capace di aprire questa camera di lamiera? »

Skye annuì; si aggrappò a Thor e Loki e si avvicinò alla parete per predisporre l'apertura

« Non aver paura, piccola umana » le disse Loki « Al mio tre digita il tasto di conferma »

« UNO … »

otto... sei... due..

« DUE... »

nove... quattro... quattro..

« TRE! »

ACCESSO CONVALIDATO.

 

Sentì l'odore della notte; percepì appena di essere tirata verso l'alto prima di essere in balia della Smaterializzazione di Loki, che la fece atterrare in un prato di erba profumata.
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La donna camminava con passo sicuro e regale attraverso in corridoio sudicio; sembrava una regina in una fogna, ma non se ne curava. Si sistemò i capelli e il vestito a fiori neri su sfondo bianco e, scortata da una guardia, entròper la seconda volta dopo tempo nella stanza.

Raina osservò lo schienale della poltrona, immaginando il momento in cui l'orrida figura grondante di sangue si sarebbe girata.

Ma aveva troppi recenti sviluppi riguardo a Skye da raccontare e la sua voce fremeva di impazienza: non avrebbe badato a ciò che si sarebbe trovata davanti.

  
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