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Autore: Ciccioliina    12/04/2015    1 recensioni
...A questo punto la sua mano strisciava dal mio sedere al mio seno; era una morbida carezza che, al ritmo del mio cuore, mi faceva tremare. Tremavo, non respiravo, e sentivo che niente avrebbe potuto rovinare quel momento, momento così perfetto da non capire più nulla. Ho chiuso gli occhi, pensavo a chi potesse essere quell'uomo, a come mai non lo avevo ancora incontrato e perché quella sera, aveva scelto me.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Stammo sotto la pianta ancora per un po’. Mi disse che aveva pensato a tutte le mie domande, io ero felice che lo aveva fatto ma ora avevo paura delle risposte. La sua risposta fu solo: “Sono uno stronzo.” Bene, cioè poteva evitare di dirmelo e di farlo.. ”sono fatto così. Non voglio che nessuno sappia nulla di me, e nessuno ha mai saputo niente. La mia vita è stata diversa e tutto ciò che ho passato rispecchia quello che sono. Tu puoi sapere solo cinque cose di me, non ti dirò di più. Fammi sapere quali.” E se ne andò via. Dopo un discorso così non sapevo se essere traumatizzata o solo triste. Cinque cose erano ben poche ma qualcosa mi sarei inventata. Anche perché lui sapeva già ben più di cinque cose su di me. Andai a casa, e nella notte non facevo che pensare a Lui. Mi scriveva delle cose assurde, che non riuscivo a capire. Non sapevo cosa voleva, cosa si aspettava che facessi. Io nel frattempo cominciai a pensare alla prima cosa da chiedergli. Doveva essere qualcosa tanto per rompere il ghiaccio. Qualcosa di stupido però che mi avrebbe detto qualcosa di Lui, una domanda che lo poteva stupire. Non mi veniva in mente nulla di serio. Lui ha sette anni più di me, e immaginavo che mi vedeva come una bambina. La domanda che gli avrei posto doveva fargli capire chi ero, cosa volevo e soprattutto che mi interessava, ma allo stesso tempo dovevo conquistarlo. Dovevo raggiungere tutti questi obiettivi con una sola possibilità. La prima domanda che gli feci, gliela domandai veramente con il cuore, il sabato sera successivo: “Mi hai chiesto di farti solo cinque domande, beh, io.. non so come cominciare..” rise, “vorrei chiederti tantissime cose, ma come per prima, vorrei sapere come ti senti veramente in questo momento..” Mi vergognavo da morire. Sentii che non avrei potuto fargli una domanda peggiore. E invece mi diede una risposta che mi sconvolse: “Okey, con questa domanda mi spaventi.. Beh, mi sento strano. Io le donne le scopo.” Ero scandalizzata. “devo ammettere che mi attiri in modo strano, che quando ti guardo mi lasci senza parole. Ti ho vista poche volte, ma so già che succederà qualcosa tra noi. Vedo che sei molto intelligente, che mi aspetti. Io sto davvero bene qui con te. Ho passato delle giornate strane da quando ti ho vista, e ho tanto sperato di rivederti. Ti scrivevo ma non riuscivo a chiederti ciò che volevo, ciò che avrei voluto sapere.” Lo guardavo, fisso negli occhi scuri. Sperando che andasse avanti con il racconto. Che quelle parole non si sarebbero perse nell’aria. Mi chiese quindi: “posso fare lo stronzo?” e io come una scema che non capisce nulla dissi: “che significa..?” Mi disse di non parlare, che non dovevo avere paura, che era una cosa bella. Ad un tratto sentii la sua mano calda entrare sotto i pantaloni e in quel momento volevo fermarlo e dirgli di smetterla che era freddo e che non volevo niente. Invece lui esplorava sotto i miei tanga col pizzo, nascondendosi da qualsiasi persona avrebbe voluto farsi i fatti nostri. Sentivo il suo bacino avvicinarsi al mio, una forza incredibile premermi addosso, una forza che se non avessi fermato subito non lo avrei più fatto. L’altra mano aveva deciso di palparmi il seno in modo violento e non si fermava. Non sapevo che fare. La mia prima reazione fu dirgli semplicemente di smetterla, di non toccarmi, ma Lui non aveva intenzione di fermarsi. Quando capii che il suo dito prendeva una direzione alla quale non sarei più riuscita a fermarmi io, decisi solo di allontanarmi un po’, tanto quanto bastava perché le sue mani tornassero visibili. Poi gli dissi che non ero preparata, che ero insicura, non ancora pronta. Ed ecco che il mio bus stava per partire e senza che lui potesse dirmi ciao, mi sistemai i pantaloni e corsi verso la fermata…
   
 
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