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Autore: hinata 92    16/04/2015    3 recensioni
In una notte triste e malinconica, Will sparisce nel nulla e strani fenomeni iniziano ad accadere alle Guardiane e alla stessa Kandrakar. Dove sarà finita la Custode del Cuore? E soprattutto... cosa sta cambiando?
Una Will come non l'avete mai vista!
Genere: Dark, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vedendo nell’oscurità

 

Hay Lin era consapevole che correre per i corridoi di Kandrakar non era un comportamento degno di una Guardiana, ma in quel momento non le importava. L'unica cosa importante era trovare la sua adorata nonna, il suo unico faro in quel mare di disperazione. L'ansia attanagliava il cuore della ragazzina. Dov'era Yan Lin? Di solito era la prima ad accoglierla quando arrivava alla fortezza, soprattutto se era da sola.

«Nonna? Nonna? Onorevole Yan Lin

Zoppicando e tenendo come sempre le mani nascoste nelle ampie maniche, una figura minuta si avvicinò: «Eccomi, eccomi, quanta fretta... ma non ti avevo insegnato ad essere più paziente?»

Hay Lin le buttó le braccia al collo, sul punto di piangere: «Nonna!»

Yan Lin sorrise dolcemente ricambiando l'abbraccio: «Cosa succede, piccola mia?»

La ragazza sembrava sull'orlo di una crisi isterica: «E me lo chiedi? Will non si trova, i nostri poteri sembrano impazziti, io riesco solo ad evocare tornadi ed uragani, e siamo tutte sempre più nervose...»

La donna rise: «Mi sembra il minimo con quello che vi sta succedendo, tesoro...»

«Non parlo di un nervosismo normale, nonna, ma di una rabbia furiosa da distruggere tutto e tutti quelli che ci circondano! Non mi puoi dire che sia normale!»

«Uhm... in effetti questo non è nella norma.»

«Visto? Ma mi sembra che le altre non si rendano veramente conto della gravità di tutto questo!»

Yan Lin sorrise, con quel sorriso che era sempre in grado di calmarla: «Andrà tutto bene, piccola mia, abbi fiducia. Ne parlerò con l'Oracolo, intensificheremo le ricerche di Will, ma ora, ti prego, torna a casa e cerca di calmarti, va bene?»

Hay Lin annuì, ma la nonna insistette: «Me lo prometti?»

«Sì.»

«Brava la mia nipotina! Su, asciuga quelle lacrime e fammi un bel sorriso. Andrà tutto bene.»

Un pochino più sollevata, in un lampo di luce Hay Lin sparì dal Centro dell'Infinito lasciando l'onorevole Yan Lin sola. Allora dal suo volto sparì il suo solito rassenerante sorriso, sostituito da un ghigno che di rassicurante aveva ben poco. Il cielo sempre sereno di Kandrakar di colpo s'incupí e la luce che aveva sempre avvolto quel luogo di pace s'affievolí d'un tratto, lasciando l'intera fortezza in una penombra violacea.

Solo a quel punto l'Oracolo la raggiunse.

«Ottimo lavoro, Onorevole Yan Lin, un inganno perfetto.»

«Grazie, Oracolo.»

«E ora non ci resta che attendere che tutto si compia.»

 

Quanto tempo era passato da quando avevano cominciato a parlare? Né Will né Shalek avrebbero saputo dirlo. Forse erano lì da cinque minuti o forse dall'inizio del tempo stesso.

Shalek aveva iniziato a parlare dei suoi progetti futuri, fatti di odio e distruzione. All'inizio ci era andato cauto, scegliendo con molta cura le parole per non spaventare la sua giovane ospite, ma Will lo aveva sorpreso nuovamente ascoltandolo fino alla fine e chiedendo lei stessa i dettagli più raccapriccianti. Allora era partito a briglia sciolta, aprendo la sua anima come non aveva mai fatto con alcuna creatura prima d'allora. Anche i demoni che lui stesso aveva creato avevano paura di lui, e ne era perfettamente consapevole.

Will no.

Era curiosa, avida di sapere tutto su di lui. Lo ascoltava in silenzio, senza perdersi una parola, e quando era lui a chiederle un parere, si sentiva rispondere esattamente quello che avrebbe voluto sentirsi dire, non apprezzamenti, non lodi, ma critiche fredde, razionali, crudeli.

Shalek l’adorava per questo. Non avrebbe più potuto fare a meno della sua presenza e si ritrovava a immaginare sempre più spesso quanto sarebbe stata magnifica in versione demone.

Will da parte sua pendeva dalle labbra di Shalek. Quella che era stata una piccola infatuazione era diventata presto amore e adorazione. Non voleva altro che rimanere ad ascoltarlo per sempre, circondata dalla sua coda che avvolgeva la sua poltrona in un abbraccio indiretto, accarezzando gli spuntoni d’acciaio che partivano da dietro il suo collo e venivano giù, fino a terminare in una punta avvitata in grado di squarciare qualunque cosa. Continuando a discutere, aveva poi notato che le sue mani, che continuavano a gesticolare, erano particolari, senza dita, sostituite da lunghissimi e sottili artigli che muovendosi riflettevano la luce delle candele. Quando lo sguardo della ragazza si abbassò e si posò sui suoi piedi nudi, scoprì che non avevano più forma umana, ma più simile a quella di un uccello o di un dinosauro, con tre grosse dita artigliate davanti e una dietro il tallone. Will non si spaventò minimamente, limitandosi a pensare che con degli arti così la presa sul terreno doveva essere perfetta.

I cambiamenti al corpo di Shalek continuavano senza sosta, ma in modo così naturale che le sarebbe stato impossibile dire quando fossero avvenuti o se invece non fosse sempre stato così. Il suo corpo si fece ancora più possente, un vero e proprio fascio di muscoli e nervi, quasi animalesco; le sue orecchie, che prima erano semplicemente appuntite, sembrarono allungarsi fino a diventare delle vere e proprie corna arrotondate all’indietro, come quelle di un ariete; il suo stesso volto si allungò, diventando simile a quello di un lupo, e parlando si potevano intravvedere le enormi zanne al suo interno. Nonostante dell’essere che si era presentato a Will non fosse rimasto quasi nulla, agli occhi della ragazza Shalek non aveva perso un briciolo del suo fascino, anzi, la sua ammirazione per lui era persino aumentata, desiderando anche lei un corpo che fosse letale e intriso di malvagità come il suo, mal celando la sua impazienza.

Shalek smise improvvisamente di parlare, guardandola serio, quasi minaccioso. Will non fece una piega, restituendogli uno sguardo altrettanto profondo. Quando Shalek riaprì bocca, però, anche la sua voce era cambiata. Era come se alla sua voce originaria, rimasta di sottofondo, se ne fosse sovrapposta un’altra, rauca, mostruosa, simile a un ringhio, che non aveva nulla di umano.

«Nessuno prima d’ora era mai riuscito a conoscermi così a fondo e per così tanto tempo. Ormai dovresti poter vedere il mio vero aspetto.»

Will annuì: «Lo vedo.»

«E cosa ne pensi?»

La ragazza accarezzò invidiosa il pungiglione alla fine della coda di Shalek: «Che è meraviglioso, ancor più del precedente. E che non vedo l’ora di essere anch’io così.»

«Sei la prima creatura che non ha paura di me.»

«E perché dovrei avere paura? Sei tutto ciò che desidero.»

«E tu? Come ti senti?»

La ragazza sorrise in modo puramente malvagio: «Come un bozzolo o un uovo che contiene il peggiore demone mai esistito, che dentro di me raschia per poter uscire... ogni secondo passato in questa forma umana, costretta da questi poteri di luce, è per me la più grande delle sofferenze.»

Il volto di Shalek si distese nello stesso sorriso: «Quindi sei pronta a compiere il grande passo?»

«Definirmi pronta è un puro eufemismo.»

«Allora seguimi.»

Shalek si alzò dal suo trono e attraversò la stanza, seguito a ruota da Will, che solo a quel punto poté notare che l’altezza del demone era cresciuta ulteriormente, ormai gli arrivava appena sopra il ginocchio.

Attraversarono in silenzio diverse stanze, seguiti dai due candelabri, fino a che, di colpo, Shalek s’arrestò.

«Questa è una zona del castello proibita a chiunque. Mi piace chiamarla “L’abisso senza fondo”.»

«Bel nome.»

«In questa voragine è custodita abbastanza oscurità da poter nutrire questa fortezza e tutti i suoi abitanti per secoli, forse anche per qualche millennio. C’è abbastanza potere di cui nutrirsi da poterci fare indigestione.»

Will si passò la lingua sulle labbra, mentre la sua anima si contorceva dall’impazienza: «Non ci scommetterei, la mia sete di potere, oscurità e malvagità è immensa, così profonda che forse nemmeno tu riesci a immaginarla.»

Shalek si chinò verso di lei, l’avvolse nella sua coda e con il suo pungiglione le alzò delicatamente il viso verso l’alto: «Questo è il mio dono per te, Will. Diventa il demone più potente e crudele mai esistito. Diventa la regina del mio regno e rimani con me per sempre, te ne prego. Insieme compiremo le peggiori atrocità mai immaginate, tali che tutto quello di cui abbiamo discusso finora sembreranno solo una favola per spaventare i bambini. Possiamo riscrivere il concetto stesso di Oscurità e di Male.»

Il cuore di Will si riempì di gioia: «Non desidero altro che diventare degna di te e rimanere al tuo fianco per sempre.»

«Allora vai, assorbi tutto il potere che puoi e anche di più, diventa l’incubo peggiore che l’universo abbia mai visto, superami se puoi. Dimostrami che questo abisso ha un fondo, e che tu sei in grado di sfondarlo.»

Shalek la liberò dalla sua presa e Will si voltò a guardarlo con un sorriso maligno: «Con immenso piacere.»

Si lasciò andare di spalle, in caduta libera verso l’abisso, mentre l’oscurità, in modo ancora più violento e feroce di quanto accaduto nella vasca, entrava a fare parte di lei.

Sopra la voragine, Shalek attese, immobile ma impaziente, gli occhi fissi nel vuoto per un tempo indefinito. Quasi non osava immaginare la magnificenza della creatura che ne sarebbe uscita.

Improvvisamente qualcosa di scuro balzò fuori dalla voragine atterrando con un tonfo alle sue spalle. Shalek si voltò impaziente: una creatura nera come l’inchiostro, esattamente come lui, era appoggiata sul pavimento a quattro zampe e respirava profondamente a bocca aperta; dalle labbra uscì una voce, un sibilo oscuro e potente che, come già con la voce di Shalek, sovrapponeva alla voce originaria di Will un’altra mostruosa.

«Ho assorbito l’oscurità del tuo abisso fino all’ultima goccia.»

Il volto di Shalek si allargò in un ghigno: «E ti è bastata?»

«Oh, sì. Ma poi ho seguito il tuo consiglio e mi sono spinta oltre i miei limiti, assorbendone ben più di quanto il mio corpo potesse reggerne. Ho scavato nella mia anima fino a trovarne il grumo più scuro e aberrante e l’ho strappato a forza per portarlo in superficie, dandogli una forma... guardami, Shalek, e dimmi sinceramente...»

Will si alzò in piedi e, essendo ormai delle sue stesse dimensioni, lo guardò dritto negli occhi: «... cosa ne pensi della mia rinascita?»

Il demone rimase ad ammirarla a bocca aperta. Il suo corpo era espressione di puro potere oscuro, esattamente come il suo, ma mentre l’aspetto di Shalek sembrava studiato per essere fondamentalmente forte e potente, quello di Will sembrava essere la più perfetta espressione di agilità e velocità, come se fosse diventata l’incarnazione stessa dei fulmini e dell’energia che fino a quel momento aveva controllato. La sua corporatura era estremamente più magra rispetto a prima; i piedi, che ricordavano quelli di Shalek, sfioravano appena il terreno, tenuti leggermente sollevati grazie a un paio di ali simili nella forma a quelle da Guardiana di Kandrakar, ma leggermente più grandi e molto rovinate, quasi strappate in qualche punto, e completamente ricoperte da grosse e complesse ragnatele, che ricadevano anche in altri punti del suo corpo. Le sue dita, sostituite da artigli lunghissimi e affilatissimi, erano appoggiate sui suoi nuovi abiti, anch’essi completamente neri: la parte superiore era ancora riconoscibile come la maglia del suo costume da Guardiana, anche se strappata e logora in molti punti, soprattutto nelle lunghe maniche; la parte inferiore era invece completamente diversa, una gonna lunga, simile a quella di Cornelia, ma strappata di netto, quasi a morsi, a metà delle cosce, lasciando solo un lembo a ricoprirle lateralmente un pezzo della gamba destra, che come la sua gemella era nuda, senza più traccia delle calze colorate che l’avevano caratterizzata precedentemente. Shalek alzò il suo sguardo al viso. I tratti fondamentali del volto e i capelli, anche se neri e un po’ più disordinati di prima, erano rimasti gli stessi, ma null’altro era come prima. Gli occhi di Will erano completamente neri, attraversati continuamente da scariche elettriche verdognole ad altissimo voltaggio, ma la parte più impressionate era probabilmente la sua bocca, che quando si apriva mostrava, al posto dei denti, numerosissimi e affilatissimi aghi, lunghi al punto da chiedersi come potessero stare tutti all’interno senza fuoriuscire quando le sue labbra erano chiuse.

«Sei meravigliosamente spaventosa, il più orribile incubo che avrei mai potuto immaginare.»

«Grazie.»

Will alzò la mano e fece uscire il Cuore di Kandrakar, adattato alle nuove dimensioni del suo palmo. Era anch’esso completamente nero, e la struttura metallica che sosteneva la sfera era distorta, come se fosse stata solidificata di colpo dopo averla sciolta nell’acido. Il nuovo demone sorrise.

«Perfetto.»

Alzò lo sguardo verso Shalek: «Tu mi hai offerto una nuova, meravigliosa, malvagia vita, oltre che un posto al tuo fianco come regina. Permettimi di ricambiare il tuo dono.»

Con gentilezza, Will afferrò la sua mano, sollevò con l’altra il Cuore e con quel gesto fece sparire entrambi nel nulla.

 

 

Eccomi qua! E dunque Will ha ceduto “al lato oscuro della Forza”, come direbbero gli appassionati di Star Wars. Quali saranno le conseguenze? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

Intanto ringrazio MaxT e bulmasanzo per le recensioni e vi aspetto tutti all’ultimo capitolo!

Alla prossima!

 

Hinata 92

  
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