Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lalani    21/04/2015    3 recensioni
New generation; Multi-chapter; Autunno
"Per la maggior parte del tempo si rendeva conto che la sua era pura suggestione, ma a volte aveva la sensazione che le sue cellule fossero impregnate della maledizione di suo padre.
Era orribile pensarlo, ma era colpa di suo padre".

Breve raccolta su alcuni personaggi della nuova generazione e sul loro rapporto con il passato dei genitori.
Questa raccolta partecipa al Contest “Stagioni” di ame tsuki EFP.
#3: Hugo Weasley
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Fred Weasley Jr, Hugo Weasley, Teddy Lupin | Coppie: Angelina/George, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3.



Difficile è essere autunno,
facile essere primavera.
Accendere tutto quel che è nato
per essere acceso.
Spegnere il mondo, invece,
facendolo scivolare via
come se fosse un cerchio di cose gialle
Pablo Neruda, Ode all’autunno.


Là fuori, ululava la tempesta.
“Sono sempre favorevole a creare un po’ di scompiglio” mormorò Rose, che finalmente aveva abbandonato sul tavolo le sue copie de Il Settimanale delle streghe “ma questo non ti sembra un po’ esagerato?”.
Hugo la ignorò. Con gli occhi chiusi, assaporava ogni sfumatura di quella tempesta di fine autunno: il vento che spirava fra gli alberi, l’odore delle piante impregnate d’acqua, lo sciabordio lontano del Lago Nero.
“E questi cosa sarebbero?” mormorò incuriosita la sorella.
“Petardi Babbani” rispose laconico Hugo, con il suo timbro baritonale: da pochi mesi la sua voce si era abbassata notevolmente. Sembrava sprofondare ogni volta che emetteva un suono.
“Non dirmi che li hai rubati dalla collezione di nonno Arthur?” esclamò Rose sollevando con cautela l’ammasso di petardi: non era informata su tutti i manufatti Babbani, ma quello sembrava ricadere sotto la definizione di piccolo ordigno.
“E immagino che il destinatario fosse il tuo acerrimo nemico Scorpius Malfoy” mormorò la ragazza in tono irrisorio.
Hugo la fulminò: odiava quel tono di scherno, quel menefreghismo che vedeva negli occhi disinteressati della sorella e, similmente, in quelli apatici di Scorpius Malfoy.
“Per fortuna l’ho trovato prima che potessi scovare un modo di infilarlo nella Sala Comune dei Serpeverde” continuò la Rose incuriosita, mentre stuzzicava i petardi con la bacchetta “ma perché usare proprio questi arnesi Babbani? Lo so che ne sei appassionato ma potevano esploderti tra le mani!”.
Hugo continuò ad osservare la tempesta che urlava nella notte, contorcendosi su se stessa.
“Non hai nessun diritto per portare avanti questa vendetta” gli disse Rose in tono severo.
“Non ne ho?” gridò Hugo, e la sua voce si sincronizzò con la tempesta.
Era nato dopo una tempesta, dopo una guerra e nessuno gli aveva detto cosa c’era prima, cosa era stato distrutto e cosa era rimasto. Vedeva soltanto lo strazio dei suoi parenti, dei suoi genitori mentre leggevano di processi e assoluzioni sulla Gazzetta, guardavano vecchie foto o rimanevano immobili, a osservare l’autunno scorrere dietro la finestra.
Le sue indagini non erano state lunghe e difficili: forse non conosceva ancora tutti i dettagli, ma aveva individuato i nomi dei colpevoli. Non conosceva Scorpius, ma tutti i Malfoy, così come tutti i Tiger, i Goyle e i Nott dovevano pagare.
Rose poteva continuare a immergersi nel Settimanale delle Streghe e Scorpius passeggiare per Hogwarts con aria lugubre e dismessa, ma lui non poteva ignorare la guerra e le sue conseguenze.

“Dovremmo dirlo ai ragazzi”.
Hermione ciondolava per la casa in modo irrequieto: i figli erano partiti per Hogwarts ormai da quattro mesi, eppure non riusciva a reprimere l’istinto di strappare quelle stupide riviste a cui era abbonata Rose o sbirciare se Hugo avesse nascosto sotto il letto qualche aggeggio Babbano fin troppo singolare.
Si girò verso il marito, stringendosi il cardigan sulle spalle.
“Credi che Rose abbia ragione? Che Hugo stia diventando troppo teso riguardo…al passato?” chiese Hermione.
“Ho riletto l’ultima lettera di Rose” spiegò Ron “ha fatto una battuta su Hugo e alcuni petardi Babbani che non ho ben capito. E poi, in fondo, non ero io a criticare mio padre che ci riteneva fin troppo giovani per comprendere la guerra?”.
Hermione annuì, ma la sua mano si strinse automaticamente al collo, a sfregare la vecchia cicatrice.
Avrebbero dovuto raccontare tutto: era stato facile parlare degli eroi e dei duelli, era stato come ricreare una dolce primavera. Ora molti avvenimenti si sarebbero sfaldati.
Come l’autunno.

Hermione aveva riletto le frasi sui petardi, e il tono usato da Rose non le piaceva affatto: aveva già in mente una risposta pungente per i figli.
Si sfregò ancora la cicatrice, e poté quasi percepire suo marito fare lo stesso con il suo braccio.
Erano stati tentati per anni di eliminare quei vecchi segni: i rimasugli dei tentacoli dei cervelli sulle braccia di Ron e il taglio sulla gola di Hermione, provocata al coltello d’argento di Bellatrix. Ma alla fine avevano desistito: avevano mantenuto quel marchio, quella cicatrice, senza vergogna né orgoglio, proprio come faceva Harry.
Era stata una decisione definitiva ma sofferta. Non erano solo i segni della guerra, ma di un dolore più privato: la tortura, la sconfitta, il dolore. Non era facile mostrarli ad occhi altrui, specialmente ai figli, che indugiavano sulle loro cicatrici con sgomento, rabbia e pietà. Talvolta, persino il loro corpo perdeva il controllo: istintivamente, convulsamente, cercava di nascondere quei segni, di proteggersi.
Quante volte Hermione si era svegliata la notte tenendosi il collo, senza fiato: proteggiti, ululava la sua mente, o lei ti taglierà la gola.
Tutti parlano della tempesta e a volte anche delle sue conseguenze, ma mai con la dovuta intensità, con il dovuto interesse: i rimasugli, i resti, i frammenti della tormenta rimanevano incagliati nelle persone per anni e nessuno li vedeva. Tutti parlano della ferita, ma non sanno quanto bruci la cicatrice.
Non potevano permettere che il loro dolore permeasse nei figli: avrebbero raccontato loro della tempesta e di cosa aveva lasciato essa nei loro cuori.


***

Terzo e ultimo capitolo!
Noticine su Rose, Hugo e Scorpius: io mi immagino una Rose intelligente ma non studiosa come la madre e anche, su alcune questioni, un po’ menefreghista e insensibile come il padre…diciamo che vive la vita in modo leggero e scanzonato. Hugo, invece, forse perché non gli avevo ancora trovato una caratterizzazione precisa, l’ho fatto portatore di tutti i dolori della guerra e vendicatore del passato: anche lui sicuramente sa qualcosa sulla Seconda Guerra Magica, ma niente di preciso. Su Scorpius, non me lo immagino amicone di Rose o degli altri cugini Weasley (forse solo amico di Albus, suo compagno di Casa). Hugo non lo conosce, ma, erroneamente gli attribuisce le colpe di suo padre.
Noticine su cicatrici e marchi vari: le cicatrici di Ron risalgono a quando viene attaccato dai cervelli nell’Ufficio Misteri(fine quinto libro), e, nonostante abbiano avuto dei miglioramenti, se non sbaglio Madama Chips ha detto che non sarebbero mai scomparse definitivamente. La cicatrice di Hermione risale invece alla prigionia a Villa Malfoy, quando Bellatrix la tiene per i capelli e le provoca una piccola ferita sul collo con il coltello d’argento(la scritta Mudblood sul braccio era più scenica ma non rispettava quello scritto sui libri).

Grazie per aver letto!


 



 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lalani