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Autore: Girl_withoutname    28/04/2015    0 recensioni
E se il marchio di Lilith non se ne andasse mai dal petto di Jace? Se diventasse una cosa sola con Sebastian?
La storia è questa.
Da città delle anime perdute la storia subisce un cambiamento drastico.
Jace non sarà più lo stesso.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Finalmente? Da quanto sono qui?- 
Sebastian mi guardò, uno sguardo strano ma allo stesso tempo apprensivo. Mi chiedo da quando ero in grado di attribuire sentimenti ad un essere che prima ritenevo indegno del titolo di shadowhunter, e perlopiù mi chiesi da quando mi veniva spontaneo pensare a lui come un essere umano con dei sentimenti. Scacciai subito questo pensiero, che ritenni poco importante. Subito dopo i miei pensieri si trasformarono in parole, però pronunciate da Sebastian, come se fosse stato in grado di leggermi dentro. -Ti capisco, Jace. Sei stordito e per questo non puoi sapere da quanto sei qui. Hai dormito per circa due giorni, il tuo corpo aveva bisogno di tempo per assorbire la forza del marchio che mia Madre ti ha inciso sul petto. O meglio, la tua anima aveva bisogno di questo tempo- 
-Due giorni? Pensavo di aver dormito tanto ma.. non così tanto- 
-Beh immagino, a volte il sonno può ingannare lo scorrere del tempo e scombussolare tutto- -Cos'è, siamo in una scuola per caso?- 
Sebastian scoppiò in una risata fragorosa, direi spontanea, per quanto possa sembrarmi strano ammetterlo. -Noto che il marchio ha mutato la tua indole ma non il tuo sarcasmo. Credo che questo tuo lato non svanirebbe neanche per mano del più grande stregone mai esistito, dato che neanche la Madre di tutti i demoni è riuscita a sottrartelo- Mi venne spontaneo guardarlo negli occhi. Vedevo il mio riflesso. Erano grandi e neri. Nerissimi. Così neri che risultava impossibile distinguere la pupilla, che di conseguenza sembrava inesistente. Ricordai che prima li trovavo tenebrosi, malvagi, e soprattutto inquietanti. Invece ora vedevo un normale ragazzo con gli occhi scuri. Esatto, normale è proprio l'aggettivo che gli si addiceva. Lo vedevo un normale shadowhunter, così come lo ero io. 
-Perché ho questo marchio? Perché Lilith ha scelto proprio me?- 
Il suo viso si privò del sorriso che era presente fino a pochi secondi prima, e la sua bocca si strinse in una linea rosata, ma non era arrabbiato. Anzi, il suo sguardo era ancora, si può dire, dolce.
 -Non spetta a me dirti questo, Jace. Se il mio piano filerà liscio come ho previsto, presto Lilith potrà trascorrere un breve periodo di tempo con noi: due giorni, tre forse. E allora sarà lei a fornirti tutte le spiegazioni di cui hai bisogno- A sentire il nome di Lilith il mio petto ebbe come un piccolo spasmo, così impercettibile che Sebastian non lo notò. Non provavo più ribrezzo nel sentire il suo nome, al contrario ero quasi impaziente di incontrarla di nuovo. Ora ero un suo seguace, lo sentivo dentro di me. E a dirla tutta, la cosa non mi dispiaceva affatto. 
-Non vedo l'ora d'incontrarla- dissi quasi tra me e me. In realtà l'avevo detto ad alta voce. Perciò, dopo pochi attimi di silenzio, la voce di Sebastian uscì in un sussurro dalle sue labbra.
 -Anch'io, Jace-

-Finalmente? Da quanto sono qui?-

Sebastian mi guardò, uno sguardo strano ma allo stesso tempo apprensivo. Mi chiedo da quando ero in grado di attribuire sentimenti ad un essere che prima ritenevo indegno del titolo di shadowhunter, e perlopiù mi chiesi da quando mi veniva spontaneo pensare a lui come un essere umano con dei sentimenti. Scacciai subito questo pensiero, che ritenni poco importante. Subito dopo i miei pensieri si trasformarono in parole, però pronunciate da Sebastian, come se fosse stato in grado di leggermi dentro.

-Ti capisco, Jace. Sei stordito e per questo non puoi sapere da quanto sei qui. Hai dormito per circa due giorni, il tuo corpo aveva bisogno di tempo per assorbire la forza del marchio che mia Madre ti ha inciso sul petto. O meglio, la tua anima aveva bisogno di questo tempo- 

-Due giorni? Pensavo di aver dormito tanto ma.. non così tanto-

 -Beh immagino, a volte il sonno può ingannare lo scorrere del tempo e scombussolare tutto-

-Cos'è, siamo in una scuola per caso?- 

Sebastian scoppiò in una risata fragorosa, direi spontanea, per quanto possa sembrarmi strano ammetterlo. -Noto che il marchio ha mutato la tua indole ma non il tuo sarcasmo. Credo che questo tuo lato non svanirebbe neanche per mano del più grande stregone mai esistito, dato che neanche la Madre di tutti i demoni è riuscita a sottrartelo-

Mi venne spontaneo guardarlo negli occhi. Vedevo il mio riflesso. Erano grandi e neri. Nerissimi. Così neri che risultava impossibile distinguere la pupilla, che di conseguenza sembrava inesistente. Ricordai che prima li trovavo tenebrosi, malvagi, e soprattutto inquietanti. Invece ora vedevo un normale ragazzo con gli occhi scuri. Esatto, normale è proprio l'aggettivo che gli si addiceva. Lo vedevo un normale shadowhunter, così come lo ero io. 

-Perché ho questo marchio? Perché Lilith ha scelto proprio me?-

 Il suo viso si privò del sorriso che era presente fino a pochi secondi prima, e la sua bocca si strinse in una linea rosata, ma non era arrabbiato. Anzi, il suo sguardo era ancora, si può dire, dolce. 

-Non spetta a me dirti questo, Jace. Se il mio piano filerà liscio come ho previsto, presto Lilith potrà trascorrere un breve periodo di tempo con noi: due giorni, tre forse. E allora sarà lei a fornirti tutte le spiegazioni di cui hai bisogno-

A sentire il nome di Lilith il mio petto ebbe come un piccolo spasmo, così impercettibile che Sebastian non lo notò. Non provavo più ribrezzo nel sentire il suo nome, al contrario ero quasi impaziente di incontrarla di nuovo. Ora ero un suo seguace, lo sentivo dentro di me. E a dirla tutta, la cosa non mi dispiaceva affatto.

 -Non vedo l'ora d'incontrarla- dissi quasi tra me e me. In realtà l'avevo detto ad alta voce. Perciò, dopo pochi attimi di silenzio, la voce di Sebastian uscì in un sussurro dalle sue labbra. 

-Anch'io, Jace-

 

  
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