Distrazione: tutto ciò che ne derivò

«A te piace la magia, Wanda?»
Pietro la sta guardando: è seduta a terra, china sul suo libro di chissà-che-cosa. Sono in affidamento da quasi due anni, ormai, ma lui... lui, al contrario di Wanda, deve ancora ritrovare la forza e la voglia di fare qualcosa, qualunque cosa, dal giocare allo studiare. Preferisce correre via da certe cose, di solito, ma ha sempre spazio per i ricordi.
Wanda spesso no. Wanda spesso li rinchiude.
Ma Pietro non capisce il perché e non si rende nemmeno conto di innervosirla- almeno, non del tutto. Così scende dalla sua sedia e le si accuccia davanti. «Papà faceva sempre un sacco di trucchi di magia, te li ricordi?»
Wanda non lo guarda. «Smettila, Pietro» dice soltanto, e si rimette a studiare.
Pietro si stufa. Sbuffa un ciuffo di capelli e poi, con un ghigno le ruba il libro e inizia a correre e a sventolarlo ridendo.
«Pietro!» esclama irritata Wanda, che lo insegue e comincia a saltare per riprenderlo. «Dai, ridammelo! Ho interrogazione domani!»
Pietro ride ancora e con un balzo è dall'altra parte della stanza. «Davvero? E su cosa?»
Mentre Wanda risponde un nome di un qualcuno- di cui in effetti gli pare di averne già sentito parlare- e lo rincorre, Pietro trova anche il tempo di aprire una pagina a caso. «Ecco qua! Carlo V! È semplice: una faccia da babbeo che ha fatto qualcosa e poi... argh! È morto!»
Scatta per non farsi prendere da Wanda, che ha un sorriso nella voce mentre lo rimprovera. «E smettila, Pietro!»
«Chi altro c'è?» Pietro sfoglia veloce altre pagine prese a caso. «Ah! Elisabetta I! Scommetto che se la faceva col suo bel pirata!»
Wanda afferra un capo del libro con un colpo di tosse che pare una risata. «Mollalo!»
Pietro la ignora con un sorriso e tira dalla sua parte. «Tu te lo sposeresti un pirata? Dai, dacci un'occhiata, magari scopri che è il tuo tipo!»
La risata di Wanda stavolta è una vera risata, ed è liberatoria. Gli piace molto, sembra quasi un tintinnio del campanello della bici che aveva una volta a casa...
La gemella riesce a riprendersi con uno strappo il libro. «Smettila» ride di nuovo. «E poi non è il mio tipo!»
«Hai ragione! È proprio quello di Raven Ivanoff!»
Wanda ha ripreso il libro e si è seduta, ma ha le lacrime agli occhi dalle risate, mente sfoglia le pagine per ritrovare il segno giusto. Pietro sorride e si china fino al suo orecchio.
«Ecco, hai visto? Sei molto più bella quando ridi» le fa notare prima di lasciarle un bacio sulla guancia.
Wanda rimane con lo sguardo fisso sul libro, il sorriso che diventa un po' impacciato, e le sue guance si dipingono di un rosso soffuso.

Quella sera, Wanda rimane molto seduta sul suo letto a pensare. Le parole di Pietro l’hanno colpita molto- nessuno, ormai le dice che può essere bella, quando sorride. Era una cosa che forse le dicevano mamma e papà, ma… ma lei non ci vuole pensare. Lascia vagare lo sguardo nel chiaroscuro della camera, fino a posarlo sul groviglio di coperte che sa essere Pietro. Sorride senza quasi rendersene conto, mentre ascolta il suo respiro regolare e un poco pesante.
Ecco, forse è proprio lui il suo tipo, pensa ridendo, mentre si raggomitola nel letto. Di una cosa, infatti, lei è certa.
Pietro non la lascerà mai.