Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: DalamarF16    06/05/2015    5 recensioni
Questa storia è il seguito di: "La Recluta". Mentre Steve e Natasha sono impegnati nelle vicende di Captain America The Winter Soldier, Clint è alle prese con il recupero della vista, sempre accompagnato dal fidato Tommy. Il ritorno di tutti i miei personaggi de La Recluta, con l'aggiunta dei nuovi arrivati: Sam Wilson e Bucky, e non è escluso l'arrivo di Coulson. Come procedevano le vite degli altri avengers durante TWS? E come cambieranno le loro vite dopo la caduta dello SHIELD?
ATTENZIONE: Ho messo l'avvertimento spoiler per precauzione, potrei mettere riferimenti alla prima stagione di agents of SHIELD
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America
Note: Cross-over, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Avengers: Rinascita.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PERSONAL SPACE; Allora, giusto poche parole, poi vi lascio alla lettura.... prima di tutto devo delle scuse grandi come una casa a TD98 per non averla menzionata tra i miei recensori nonostante sia una fedelissima...ti chiedo SCUSA!!! *si mette in ginocchio*
In secondo luogo, di nuovo grazie, grazie grazie a chi ha recensioto lo scorso capitolo: td98, Winterlove97, Ella Rogers e Ragdoll_cat, spero vivamente di non essermi scordata di rispondervi...nel caso...Scusate!!! Per me sapere che apprezzate e avete voglia di recensirmi è una grande gioia, e anche una soddisfazione...grazie ancora!!!

Ah una comunicazione di servizio, passate al capitolo ora se NON avete visto AGE OF ULTRON, sto per fare SPOILER.
Ok avvisati. Ultima possibilità per saltare sotto la copertina.
Ok. Per me Clint è quello di tutti i fumetti tranne l'ultimate (da cui hanno preso la storia della famigliola felice), quindi non lo farò diventare un casalingo che vuole allargare la cucina, nè il padre dell'anno... e ZIA NATASHA non le sentirete mai in modo serio in questa e nelle prossime FF... detto questo...mettetevi il cuore in pace XD

Vi lascio al capitolo.
A dopo!

trust me

Capitolo 5: Attesa.

Waiting for the end to come
Wishing I had strength to stand
This is not what I had planned
It's out of my control

Linkin Park - Waiting For The End


Nel momento in cui aveva visto che la prima preoccupazione di Occhio di Falco era stata quella di assicurarsi che il ragazzino stesse bene, qualcosa era scattato dentro di lui.
James Barnes era esploso, risalendo in superficie con la potenza di un uragano.
Immagini di susseguivano nella sua testa, come tante fucilate.
Il sergente non era stato diverso dall'arciere.
Si portò una mano alla fronte, mentre cercava di scacciare la sequenza di episodi in cui si vedeva soccorrere un mingherlino biondo in qualche quartiere di Brooklyn dopo un pestaggio da parte dei compagni di scuola, o lo trascinava fuori da un locale dopo l'ennesima rissa scatenata.
Bucky cercava di venire a galla, e, per la prima volta, il soldato, ne accettò la presenza. Era troppo forte.
-Chi è... Bucky?- chiese in risposta alla domanda di Occhio di Falco.

Bucky?
Un cane?
Un gatto?
Come diavolo doveva fare a sapere chi diamine era Bucky?
Ma non ebbe il tempo di pensare una risposta.
Il soldato d'inverno si era accasciato ed era svenuto.
Immediatamente, Clint passò all'azione.
-Tommy? Tommy?-
-Sto bene. Sto bene- il ragazzino si alzò in piedi, un milione di domande che gli ronzavano in testa, e tagliò le fascette con imprigionavano i polsi del suo ex istruttore, che immediatamente si alzò in piedi.
-Stai bene?-
-Sì, Clint, non preoccuparti. Non mi ha fatto niente. Chi è questo tizio? È come se fosse Cap, solo...cattivo-
Non era quello il momento di perdere tempo a dare spiegazioni.
-Via da qui, Tommy, forza. Muoviti-
Bastò l'urgenza nella sua voce per fargli capire che, chiunque fosse, quel tizio spaventava Occhio di Falco a sufficienza da consigliare una rapida fuga fintanto che era privo di sensi.
In un attimo erano fuori dall'aeroporto, a passo svelto ma senza correre per non attirare inutilmente l'attenzione dei civili attorno a loro.

***

Steve aspettava con impazienza il ritorno di Sam.
L'ex soldato era andato alla ricerca di qualche suo contatto di dubbia provenienza e moralità (ricordo del suo periodo difficile, se così si poteva definire il periodo in cui affogava i ricordi della guerra in fumo e alcol) per ottenere nuovi passaporti per poter lasciare il paese.
Wilson aveva già fatto tre viaggi a vuoto, che avevano fatto perdere loro almeno una settimana. Ovviamente non era colpa sua, Steve lo sapeva. Le conoscenze di Sam o erano morte oppure in carcere, oppure non volevano rischiare di immischiarsi con un ex soldato che all'improvviso commissionava documenti falsi presentando la foto di Capitan America.
Sapeva che ogni giorno che perdevano, erano chilometri in più che lo separavano dal Soldato d'Inverno, da Bucky.
Lo scatto della serratura lo avvisò del rientro dell'amico.
-Allora?-
-Dopodomani avremo tutto-
-Così tanto?-
Sam sorrise.
-La qualità richiede tempo, e si paga, soprattutto-
Steve sospirò. Altre 72 ore di attesa.

***

Il Soldato d'Inverno riaprì un occhio in tempo per vedere la porta di quel bagno chiudersi dietro le due figure bionde che uscivano in fretta.
Si rimise in piedi a fatica, combattendo l'emicrania.
La personalità di Bucky questa volta era lì, alla pari con quella del Soldato d'Inverno, l'uno che condivideva qualcosa dei ricordi dell'altro, come due persone distinte unite in un solo corpo.
Non più una lotta, ma una convivenza.
Entrambi si misero all'inseguimento dei due. Entrambi volevano risposte.
Li vide infilarsi su un autobus, cercando di confondersi tra la gente comune.
Grazie al corpo potenziato del Soldato, Bucky, o meglio, quel mix che era nato dalla fusione delle due coscienze (uno confuso dal mondo che lo circondava, l'altro impaziente di sapere qualcosa di più sul passato di... no, sul suo passato, era ora che cominciasse ad accettare l'idea di essere quel Bucky, quel soldato degli anni 40, amico di Capitan America, di cui tutti parlavano e che quel museo nella capitale degli Stati Uniti elogiava tanto come un eroe), non fece fatica a seguirne il percorso e a mettersi all'inseguimento dei due, che erano scesi in Piazza Maggiore e si erano infilati, come due perfetti turisti nella Basilica di San Petronio.
Dopo appena un attimo di esitazione, il Soldato decise di seguirli e provare un nuovo approccio.
Certo, lui e l'arciere non avevano dei gran trascorsi, ma sperava che avvicinandosi pacificamente, in un luogo sacro, lo avrebbe aiutato a instaurare un dialogo civile.
Mise piede nella chiesa e rimase per un secondo incantato dalla maestosità del posto. La grande costruzione a tre navate con cappelle laterali, aveva poco in comune con le chiese medioevali in cui era stato di recente (era stato in chiese? E di recente? Beh, se con recente intendeva i ricordi del sergente Barnes risalenti alla seconda guerra mondiale... una fitta di mal di testa gli sconsigliò di percorrere quella strada senza uscita, quell'intrico di ricordi senza un filo logico, di cui riceveva sprazzi), che avevano come caratteristica principale quella di essere molto buie. Le pareti erano color panna, con i bordi delle colonne in color mattone.
E poi quell'altare, quegli organi...le piccole cappelle laterali, ognuna col proprio altarino per l'accensione delle candele votive.
Il soldato ci mise qualche secondo a tenere a bada la meraviglia del sergente. Secondi preziosi.
Troppo preziosi.

Clint non ci aveva fatto subito caso, ma fu mentre con Tommy visitava la cappella dedicata ai Re Magi che notò la ormai nota figura del soldato d'inverno, in piedi poco dopo l'ingresso, intento a guardarsi intorno come un normale turista.
Fingeva meglio di lui e Tommy messi insieme, questo doveva concederlo. Per un secondo giurò di aver visto del sincero stupore illuminare gli occhi del più spietato dei killer dell'Hydra.
Prese il compagno per una spalla e lo diresse verso l'altare, nella speranza di rendersi invisibile e cercare in qualche modo un'uscita secondaria, foss'anche a costo di passare dal tetto.
Purtroppo per loro, l'unica uscita disponibile era quella da dove erano entrati.
Senza proferire parola, Occhio di Falco cercò di condurre Tommy all'esterno senza allarmarlo troppo. L'ora era tarda e la chiesa praticamente deserta a parte loro tre. Nell'aria aleggiava ancora l'odore vagamente fastidioso dell'ìncenso utilizzato poco prima durante la messa.
Non fece in tempo.

Aveva perso l'effetto sorpresa, ma grazie alla sua velocità (e alla consapevolezza di generare nel maggiore dei due una paura quasi irrazionale) riuscì a bloccarli.
Dentro di lui, mentre pensava a un approccio che non portasse a uno scontro fisico, non subito, almeno, le emozioni erano tante e contrastanti.
Il soldato programmato dall'Hydra vedeva l'intera faccenda come una missione: raccogliere informazioni. Contemporaneamente sentiva crescere anche paura, impazienza e attesa. Il sergente Barnes fremeva per capire qualcosa di più della sua vita, di quegli spezzoni che dovevano avere un significato profondo, ma che non riusciva a decifrare.
I continui lavaggi del cervello avevano danneggiato pesantemente la memoria del soldato americano, ne avevano annullato ogni traccia, e quel poco che rimaneva, veniva ogni volta soppresso non appena si affacciava al mondo. Ora, quello spettro voleva sapere, voleva rimettere insieme i pezzi del puzzle, mettendoli insieme con un filo conduttore, che era proprio l'elemento che gli mancava.
Quanto al Soldato, non sapeva esattamente perchè stava seguendo Occhio di Falco. Sapeva solo che nel momento in cui l'aveva intravisto, qualcosa era scattato dentro di lui. Non ricordava perchè, ma era certo che lui e quel biondino armato di arco e frecce si fossero già incontrati, con un esito che era scolpito a chiare lettere nella paura che l'altro emanava in sua presenza.
Dovette però riconoscere, che aveva del fegato.
Nonostante i chiari segni di paura, vide l'uomo mettersi davanti al ragazzo, per fargli scudo col suo corpo, una pistola in mano puntata verso il suo petto.
In risposta, il Soldato d'Inverno alzò le braccia, nell'universale gesto di chi cercava di dimostrare le sue buone intenzioni.

Ma che... ?
Sto vaneggiando. Fu l'unico pensiero di Clint mentre guardava il loro avversario, colui che nemmeno due ore prima aveva quasi soffocato Tommy, alzare le mani in segno di... resa?
Nel dubbio (non sarebbe stata la prima volta che qualcuno tentava il vecchio trucco dell'arrendevolezza per far abbassare la guardia ai nemici e poi colpirli alle spalle) non si spostò da dov'era: tra il Soldato e Tommy.
-Cosa vuoi?- trovò la forza di dire, la voce bassa e roca che venne amplificata dall'acustica della chiesa.
-Parlare- la risposta, secca e semplice, detta a bassa voce, ebbe il potere di lasciarlo di stucco.
Che razza di trucco era questo?
-Butta tutte le armi- più che il suo cervello, fu il suo istinto che lo costrinse a dire quelle parole, l'addrestramento che prendeva il sopravvento sullo stupore e sulla paura, e su qualunque altra cosa stesse provando l'arciere in quel momento.
Con sua enorme sopresa, il nemico non si oppose, e con gesti lenti, di quelli che insegnano all'accademia per non allarmare l'avversario, estrasse dai pantaloni una Beretta 9mm (l'arma standard in dotazione alla maggior parte delle forze di polizia mondiali) e dagli anfibi un paio di coltelli a lama lunga.
Non aveva altro, non che gli servissero delle armi per essere letale, come Clint non aveva certo dimenticato.
-Lanciale verso di me- ordinò di nuovo, e di nuovo venne obbedito. Si abbassò senza perderlo un secondo di vista, le mani pronte a scattare alla doppia fondina dietro la schiena, nascosta sotto la felopa, dove teneva 4 coltelli, mentre la pistola di riserva era nella fondina al polpaccio, al sicuro sotto i jeans e le raccolte, passandole poi a un Tommy straordinariamente calmo, almeno all'apparenza. -Molto bene- disse senza accennare ad abbassare la propria arma.
Se era, come lo SHIELD aveva sempre sospettato, un risultato del siero del supersoldato, non avrebbe esitato un secondo a piantargli una pallottola in fronte, era l'unica sua assicurazione.
Non aveva ordine di prenderlo vivo, questa volta. -Ora dimmi cosa vuoi-

Cosa voleva?
L'arciere non lo sapeva, ma gli aveva appena fatto la famigerata domanda da un milione di dollari.
Tante erano le cose che avrebbe voluto: informazioni, prima di tutto, sapere chi fosse in realtà, i suoi ricordi, cosa l'aveva portato a questo punto.
E, soprattutto, perchè gli sembrava di aver già visto questo biondino quando non ricordava affatto di averlo mai incontrato.
Decise di partire dalla cosa più semplice, una risposta che sicuramente avrebbe avuto.
-Ci conosciamo?- disse a bassa voce.

***

Da quando aveva visto al telegiornale la notizia della ricomparsa del Soldato d'Inverno, apparente responsabile di gran parte della distruzione di Washington in contemporanea alla caduta dello SHIELD, Tony Stark si era messo a fare una ricerca dietro l'altra.
Nessuno era mai stato molto chiaro con lui sulla morte dei suoi genitori, ma, tramite vie traverse, nonché la stessa Peggy Carter, vecchia fiamma di Capitan America, nonché collaboratrice di suo padre, Howard, aveva saputo che l'incidente d'auto che aveva strappato le loro vite, non era poi un fatto così casuale.
Da molti anni, fino a prima di venire annullata dall'Alzheimer a dire il vero, il che corrispondeva a circa tre anni prima, Peggy sospettava che dietro la scomparsa del genio ci fosse qualcuno, qualcuno con abbastanza agganci da impedire qualunque tipo di indagine e allo stesso tempo in grado di sparire nel nulla, senza lasciare tracce.
Davano tutti per scontato che l'HYDRA fosse scomparsa per sempre.
Mai, in tutte le volte che avevano parlato, quando Tony aveva raggiunto un età in cui potevano parlarsi in tutta libertà, avevano avuto il sospetto che qualcosa dell'organizzazione filonazista fosse sopravvissuto, aggrappandosi alla vita fino a risorgere, letteralmente, dalle ceneri in un trionfo di potere, come quello che sarebbe stato se Steve Rogers non fosse riuscito a sventare i loro piani.
Mai, nei suoi diari, Howard aveva sospettato che dietro alle letali donne che aveva incontrato nel loro cammino, ci fosse qualcosa di più dei servizi segreti russi, sempre bisognosi di informazioni sulle tecnologie militari americane, eppure così timorosi di far diventare la guerra fredda una guerra aperta al capitalismo statunitense.
Donne che Tony aveva poi assocciato alla Vedova Nera: Russe, bellissime, letali, abili nell'arte dell'inganno, così come in quelle della seduzione; macchine per strappare informazioni e uccidere.
Donne che ora, inevitabilmente, Tony associava al Soldato d'Inverno, a una sua evoluzione naturale quanto pericolosa.
Solo quando aveva visto con i propri occhi i luoghi in cui lui e Rogers si erano scontrati, dopo aver esaminato attentamente i danni fatti a quelle auto, Iron Man aveva capito.
Non erano finiti contro un albero, quella notte. Suo padre non aveva bevuto.
Quella sagoma, che ricordava, nera come la pece, immobile come una statua, non era un sogno, non era la visione distorta di un bambino di 8 anni sotto shock.
Era sempre stato lui.

Da quando Occhio di Falco era fuggito con Tommy, rifiutando qualunque tipo di rifugio Tony avesse loro offerto, il magnate aveva concentrato tutte le sue attenzioni su una sola missione: trovare il Soldato d'Inverno e distruggerlo.
Non si era messo a girare il mondo per cercare di inseguirlo, ci sarebbe voluto troppo tempo e le probabilità che si trovassero nello stesso posto nello stesso momento erano così basse anche solo a pensarci che non aveva nemmeno chiesto a Jarvis di calcolarle in modo esatto.
Si era piuttosto introdotto nel sistema di videocamere della città di Washington e aveva spulciato fotogramma per fotogramma le registrazioni fino a quando non aveva trovato un frame che gli mostrasse chiaramente l'immagine dell'uomo, seppure a distanza e in pessima qualità, due ostacoli che non sono un grande ostacolo se hai il cervello di Tony Stark.
Ci aveva messo mezza giornata per tirare fuori da quel fotogramma sgranato un'immagine accettabile da dare in pasto a tutti i software di riconoscimento facciale in uso in tutti i servizi segreti del mondo.
Non gli interessava un nome. Non gli interessava il suo passato.
Voleva una posizione.
Possibilmente che potesse seguire.
Proprio per questo, non si soffermò a leggere le generalità e la data di nascita quando gli iniziarono ad arrivare i primi riscontri.
Proprio per questo, in lui nessuna lampadina si accese.

***

Erano le tre del mattino di due giorni dopo, e Steve era ancora in quella squallida stanza di motel, che stava imparando a riconoscere come sua.
L'odore di muffa delle pareti, l'orribile carta da parati arancione con discutibili decori marroni mezza staccata e che lasciava intravedere l'intonaco sottostante. Il letto, scomodo, con le reti mezze andate, con le sue lenzuola pulite ma ormai ingiallite e rese sottili dai troppi lavaggi in candeggina.
La prostituta dell'appartamento accanto, e i rumori che provenivano dalla sua stanza: una donna non più bella di mezza età, che dopo aver sgobbato tutto il giorno a ripulire i bagni pubblici, la sera vendeva il suo corpo per mettere via i soldi per il college di suo figlio.
Avevano parlato, una notte, dopo che l'aveva salvata da un cliente che non voleva pagare.
Il suo bambino, il suo Maximilian, 12 anni, era il migliore della classe, e da grande sognava di diventare un grande avvocato come quelli che si vedevano alla TV, che vincevano qualunque causa con estrema facilità.
Steve aveva passato con lei due ore, e il mattino successivo le aveva lasciato il compenso in una busta sigillata alla reception, anonima.
Il poliziotto della narcotici all'angolo della strada, ormai in appostamento da una settimana, nella speranza di cogliere qualche spacciatore in flagrante.
Tutto questo era ormai non gli faceva più senso. Era parte della sua routine.
Si soprese a pensare alla facilità con cui iniziava ad adattarsi ai nuovi ambienti in cui si trasferiva.
Un tempo mai avrebbe trovato il coraggio di parlare con quella donna, lo avrebbe ritenuto vergognoso.
Sam era uscito ormai da parecchie ore, con i soldi per i documenti falsi che era riuscito a rimediare scommettendo sulle partite di biliardo. Era un ottimo giocatore, e intuiva facilmente chi poteva permettersi di sfidare senza paura di indebitarsi.
Anche queste erano abilità che aveva sviluppato appena tornato dalla guerra, quando lo stipendio dei veterani non gli bastava per le sue... necessità.
Erano d'accordo che Steve sarebbe stato autorizzato a preoccuparsi solo dopo il sorgere del sole.
Chi faceva trattava questo genere di...affari non aveva una postazione fissa, non poteva permetterselo per ovvi motivi, e Sam gli aveva predetto che probabilmente avrebbe dovuto girare tutti i bassifondi prima di riuscire a effettuare lo scambio.
Aveva nascosto bene i soldi, e il Capitano sperava che nessuno si accorgesse che non era più uno dell'ambiente: del denaro gli importava poco, ma non voleva che Sam ci rimettesse per averlo seguito in quella folle impresa.
Aprì una birra ormai calda (il mini frigo presente nella stanza aveva smesso di funzionare almeno un decennio prima, probabilmente) e lasciò che un lungo sorso gli scivolasse in gola.
Si sentiva inutile e cercava in tutti i modi di frenare la sua impazienza.

Sam riuscì a fare lo scambio solo in tarda nottata, o forse sarebbe il caso di dire nelle prime luci del mattino.
Il suo contatto era stato pizzicato dalla narcotici, e ora doveva operare non solo in altre zone, ma anche bene nel buio, e raggiungerlo era stata una specie di caccia al tesoro, estenuante e pericolosa, che l'aveva portato a contatto con una realtà da cui sperava di essere uscito definitivamente.
Un paio di volte si era costretto, letteralmente, a ignorare ragazzini probabilmente non ancora maggiorenni stesi nei vicoli, forse già morti, o forse ancora in attesa della Signora Vestita di Nero.
Overdose. O forse un pestaggio un po' troppo energico da parte di qualcuno che si era stufato di fare credito.
Ragazzine ai bordi delle strade, poco più che bambine, nell'età in cui si dovrebbero scoprire le prime cotte, dove un bacio a stampo le avrebbe dovute far sentire grandi, con negli occhi le esperienze di donne adulte, adulte e tristi.
Aveva smesso di fare caso ai brividi che tutto ciò gli comportava.
Dio.
Uno di quei corpi avrebbe potuto essere lui, una di quelle ragazzine una figlia che non sapeva di avere, avuta durante una scopata sotto l'effetto dello sballo.
A metà del suo percorso, non aveva più resistito, e aveva vomitato anche l'anima piegato in due su un cumulo di spazzatura.
Era contento che Steve non fosse con lui.
Era troppo puro, troppo innocente per una simile realtà.
Era una parte del mondo moderno che sperava che l'amico non dovesse mai conoscere.
Alla fine, verso le 5 o giù di lì, era finalmente arrivato all'uomo dei documenti.
Non disse una parola e, mentre l'altro contava i soldi, l'ex soldato controllava la qualità con l'occhio esperto di chi, tra le altre cose, al fronte aveva controllato decine di passaporti e carte d'identità di chi cercava di entrare nella Zona Verde o in altri territori di giurisdizione americana.
La fattura era ottima, la carta palesemente originale: evidentemente qualche agente costretto alla fuga si era preso la liquidazione rubando materiale vergine da rivendere al mercato nero.
-Siamo a posto?- chiese.
L'uomo si limitò ad annuire, il volto nascosto nell'ombra.
Fu con un sospiro di sollievo che, con la luce che già faceva capolino, Sam vide l'ormai nota insegna del motel dove Steve lo stava aspettando.

PERSONAL SPACE: Rieccomi con un altro capitolo, spero abbiate gradito...
Ah sono consapevole di distanziarmi forse un po' dai fumetti sulla faccenda dei genitori di Stark, ma in fondo non viene mai detto con certezza, quindi mi sono presa un filo di libertà...spero non vi dispiaccia!
Come sempre, le recensioni sono bene accette, se volete!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: DalamarF16