Prologo
Il mio nome è Cleopatra Vanessa Swifth ma per tutti Cleo.
Forse.
Un tantino complicato.
Okay. Okay, non sono qui per fare la vittima ma devo proprio dirlo: la
mia vita è una vera merda.
Fermi! Fermi, fermi, fermi. Non
tornate indietro, per favore. Lo so che stavate per farlo, I see you.
Piuttosto, continuate a leggere e cercate di darmi una mano
perché, cavolo se è vero, sono a tanto
così dallo
strapparmi i capelli per disperazione.
Se volete, non posso certo obbligarvi.
Però gradirei veramente molto nel caso in cui lo facciate,
io non ci sto capendo niente e tutti gli altri sono... voglio dire,
senza offesa, ma... va bene, tagliamo corto: non posso tirare in ballo
persone a me care più di quanto non abbia già
fatto.
Quindi voi -sì,
ammetto di starvi rompendo le scatole- sareste una risorsa estremamente
importante perché, essendo un punto di vista esterno, le
vostre opinioni potrebbero essere illuminanti.
E sono sicura al centouno per cento che non compariranno cattivoni in
casa che vi lanciano maledizioni per avermi... beh, dato un po' di
sostegno.
Vi prego, aiutatemi ad uscire da questa situazione.
Qualunque sia la vostra scelta, vi sono grata comunque per essere anche
solo arrivati fin qui.
Giusto, quasi dimenticavo: grazie e per
favore.
Partiamo
dall'inizio dell'anno, mh? A tutti piace leggere un po' di roba
adolescenziale, quindi partiamo da lì con relativi giramenti
di pluffe e tutto il resto.
P.S.
Sono logorroica.
Scesi
dal treno, incamminandomi verso Albus e Scorpius.
Chiederete voi: “QUEGLI Albus e Scorpius?”
Io vi risponderei: “Albus Severus Potter e Scorpius Hyperion
Malfoy.”
A quel punto, come se aveste visto un modello nudo, urlereste. Anche se
non so ben spiegare il perché.
Inutile dire che erano strapopolari a scuola. Per i loro cognomi o
meno, l'ultima parola spettava a loro.
Meritavano davvero quelle urla da paperelle in calore con reggiseni
volanti? Per me NO.
Li avevo soprannominati “ruba-spezza-cuore”
-le loro relazioni duravano per un massimo di 7 giorni,
spezzando così il cuore della dolce e innocente fanciulla di
turno-
della fauna femminile non grassa nè cozza di Hogwarts.
Erano superati solo da James Sirius Potter e forse i gemelli Scamandro,
però anche Frank Paciock riscuoteva un notevole successo con
la sua aria da bravo ragazzo e gli occhi azzurro cielo.
Mh, fa così cliché.
Dicevamo, una volta arrivata accanto a loro, li salutai.
«Ciao» risposero in coro. Già, questa
cosa della contemporaneità è abbastanza
inquietante, anche perché capita spesso anche adesso.
«Tutto okay?» chiesi, senza il minimo interesse.
«Certo, perché non dovrebbe andare tutto okay?» mi
domandò istericamente Albus, non potei neanche aprire bocca
che lui ricominciò a parlare.
«Dio, lo sapevo» bisbigliai, portando una mano alla
fronte.
«Perché QUALCUNO è talmente tirchio da
non regalarti nemmeno una Cioccorana come simbolo di amicizia? Oppure
perché QUALCUNO ha detto che esagero sempre per delle
fesserie e che nei veri problemi rimango come un ghiacciolo, dandomi
dell'insensibile tra le righe?» fece tutto d' un fiato.
«Certo, tutto okay. Va tutto benissimo» riprese,
fulminando il povero Malfoy.
«Non so che problemi ab...» provò a dire
il biondo.
«Qualcuno ha parlato? Cleo tu senti qualcosa?» lo
interruppe Albus. Tentai di dire qualcosa quando Scorpius mi si
sovrappose.
«"Simbolo
di amicizia?" Al, ma sei tu? Checca isterica, non mi hai fatto nemmeno
un regalo al mio compleanno!» si infastidì.
«Non osare darmi della checca isterica, biondo ossigenato!
Sei un-» Preferii intervenire.
«Uno. Scorpius è tirchio di sangue, dovresti
saperlo Al» Alzai perfino l'indice, a mò di
maestriana. Al annuì e Malfoy mi fulminò con
un'occhiataccia.
«Due. Albus, ti stai comportando come una ragazzina viziata
nel suo periodo del mese»
continuai.
Il moro mi fece una pernacchia, irritato da un ridacchiante Scorpius.
«Andiamo? Sarebbe brutto arrivare nel bel mezzo dello
Smistamento» chiesi,
mettendo al centro il vero motivo per cui ero andata da loro.
«Io non ci vado con quella checca isterica, che se lo compri
da solo quella dannata Cioccorana.» «Io non ci vado
con quel lampione, potrebbe accecare qualcuno con quella
chioma.»
Li guardai. Loro guardarono me. Si guardarono. Digrignarono i denti.
Continuavo a guardarli.
«Oh, diamine...» Li schiaffeggiai.
«Ascoltate bene, mi stanno girando le palle per il ritorno a
scuola e adesso stanno girando ancora più velocemente per
colpa vostra. Non vorremmo far stancare quel povero cricetino, vero?
Evitiamo di mettere quelle di altri in pericolo: mi aiutate a
calmarle?» Passò fra loro un silenzioso discorso e
fu Albus a prendere parola.
«Odio quando fai la stronzetta acida.» Mi si
affiancò, iniziando a camminare fino a superarmi.
Fui costretta a fare una piccola corsetta per raggiungerlo,
accorgendomi di come Scorpius mi avesse imitato ed ora alla mia destra.
«Non dovresti essere con la tua casata?» Mi limitai
a scuotere le mani con noncuranza.
«Quando voi prenderete la carrozza, io andrò con
le mie compagne di dormitorio. Ma al momento una è con il
suo ragazzo e le altre due-ma perché, è
così strano che voglia venire con voi?”
«Sì, mi infastidisci. Sembri un
cagnolino.» Lo nascondo ma ci rimasi un po' male,
perché era vero. Più volte avevo cercato di fare
altre amicizie, però il mio carattere così chiuso
e introverso non me lo aveva permesso.
«Mi piacciono i cagnolini.» Che risposta vomitosa.
«Preferisco i serpenti» commentò Malfoy
e al riferimento ai Serpeverde, Albus trattenne un sorrisetto.
I due erano fratelli non biologici, entrambi c'erano stati nel momento
di difficoltà dell'altro e si era costruito un solido
rapporto di amicizia. Litigavano spesso ma mai per davvero, e quando
accadeva percepivi una sorta di tristezza o depressione nell'aria.
«Credo che quelle siano le grifone. Ci vediamo
dopo!» Avevo appena cominciato a correre per raggiungerle,
poi però tornai indietro e li riabbracciai velocemente.
«Mi siete mancati» borbottai, sentendo le loro
braccia sfiorarmi la schiena.
Li salutai con un gesto della mano quando fui seduta con accanto Clare
Turner che mi sorrideva. Ricambiai, estendendolo anche ad Emma Stones,
sedutami davanti, ed ad Elizabeth White alla sua destra.
«Albus,
credi che tuo fratello...?» Scorpius lasciò la
domanda in sospeso. L'amico si limitò a studiare le sue
scarpe.
Hai visto la sua faccia. Era spaventata, Albus. Hai provato a parlargli
di questo almeno una volta?”
«Credi non l'abbia fatto? Che mi faccia piacere cosa le fa
passare? Ma James perde la testa quando si parla di lei, è
come... impazzito. E comunque sai che non... non abbiamo un buon
rapporto io e lui.» Rimasero in silenzio, trasportarti dalla
massa che seguiva Hagrid.
«Al» lo chiamò Malfoy. Il ragazzo si
voltò verso di lui, sorprendendosi di trovarlo a porgergli
una scatola di Ciocorane. Alzò gli occhi al cielo.
«Oh, puoi tenerle. Non mi piacciono nemmeno!» Rise
dell'espressione ghiacciata del biondo, schivando il dolciume che gli
fu tirato.
Penso capirete Scorpius quando vi dico che schiantò Albus
mentre dormiva.
Hogwarts
era stupenda, come sempre. Non starò qui a dirvi come mi
stessi sentendo ad attraversare quei corridoi ormai familiari
perché non saprei come esprimermi.
Alla Sala Grande rimanemmo vicine, facendo dissolvere nel nulla i miei
filmini mentali (in cui pensavo cosa avrei fatto altrimenti) e la mia
ansia.
Non ci volle molto che arrivarono quelli del primo anno.
Era come stare a guardare i vari tipi di pesci che nuotavano in mare:
c'era lo spavaldo, che avanzava con il petto in fuori, camminando
sicuro. C'era l'amicone, che rideva con il tipo che aveva conosciuto
nella carrozza. C'era il terrorizzato, c'era l'estasiato, c'era quello
sconvolto, c'era quello ansioso, c'era l'esaltato...
Non
potei non sorridere quando vidi una ragazzina con il naso all'aria per
osservare la neve del soffitto.
«Cleopatra Vanessa Swifth,
avanti prego.» Ebbi un
piccolo infarto al momento che tentai di superare con un respiro.
Avanzai incerta, mi sedetti tremante sullo sgabello e la preside mi
mise il Cappello. I miei occhi erano puntati sugli enormi tavoli e su
tutti quei visi così diversi con qualcosa che pure li
accumunava.
«Difficile, molto difficile.
Scartiamo a priori Tassorosso, non sei molto paziente a quanto vedo.» Feci un
sorriso di scuse a quelle parole mentre passava una risatina tra le
casate. Mi schiarii la voce.
«Intelligenza, coraggio e
arguzia non ti mancano... dove ti colloco?» La domanda quasi lo
canticchiò, indeciso. Girai la testa in un
movimento non volontario, era il Cappello.
«Staresti bene nei Serpeverde, sai?» Un
ragazzo con la divisa decorata di verde mi sorrise, cioè
credo. Forse era un ghigno.
«In Corvonero potresti trovarti a tuo
agio.» Una
ragazzina poco più grande di me mi guardò
incoraggiante.
«Ehm... io...» balbettai.
«E' davvero diffi...» Si
interruppe bruscamente.
«GRIOFONDORO!» Urlò.
Il tavolo esplose in un boato.
Mi ridestai, sbattendo leggermente le palpebre. Davanti a me Elizabeth
batteva le mani contenta, Clare urlava battendo le mani sul tavolo: un
nuovo grifone. Battei anch'io le mani ma giusto per non farmi vedere
distratta.
Diedi una gomitata ad Emma.
«A quanto stiamo fino ad ora?»
«Credo quattro. Su sei, due sono andati a Corvonero e
Tassorosso.» Annuii.
«Non siamo partiti male, dai.» Ridacchiò
e annuì.
Mi prese una ciocca di capelli, cominciando a giocherellarci poi
riprestò attenzione allo Smistamento.
Sospirai, copiandola. Erano sei anni che condividevamo la camera eppure
non avevo raggiunto l'intesa che c'era tra loro tre. Rispettavo la loro
amicizia, ovviamente, solo che... volevo entrare a far parte di quel
trio e tramutarlo in quartetto.
Gettai un'occhiata ad Elizabeth che mi fece l'occhiolino. Forse, forse
le cose erano più facili di quel che sembravano.
Le feci
la linguaccia.
Mi buttai sul letto, senza la minima grazia. Avrei dovuto fare
conoscenza con TUTTI i nuovi Grifondoro ma ammettiamolo, a chi
interessava? Alcune ragazzine sembravano essere incollate al proprio
piedistallo, povere care. E se non fossero riuscite a scendere?
Cucciole, qualcuno avrebbe dovuto aiutarle.
Poi la doccia più che rilassante era stata soporifera.
Fortunatamente anche le altre erano nel mio stesso stato e non dettero
i problemi che (ormai lo sapevo) avrebbero dato in futuro.
«Buonanotte a tutte» dissi, girandomi su un fianco.
«Buonanotte» risposero chi sbadigliando, chi in
tono strascicato.
Nonostante tutto, non riuscii a dormire molto facilmente.
Avevo nostalgia di casa.
Sì, era il primo giorno. Se quando vi ho parato di
familiarità stavate pensando che era la mia seconda casa, vi
state sbagliando.
I compiti, le interrogazioni, il peso di qualcosa che non hai
intenzione di sopportare, lui.
Pensai
alla mia sorellina Emily, di soli sei anni, per alleggerirmi il cuore.
Era incredibilmente intelligente, se avesse avuto la magia sarebbe
stata sicuramente una Corvonero. Non era successo niente di strano, che
io sapessi. Non avevo notato fatti inspiegabili dovuti al suo umore o
altro, per cui non sapevo quale sarebbe potuto essere il proprio futuro.
Era terribilmente curiosa e capitò più di una
volta che facesse domande sbagliate e nel momento sbagliato, come
quella dei nostri genitori davanti a nostra nonna (che soffriva ancora
per la per la perdita della figlia).
Scacciai subito la morte dei miei genitori. Avevo anche ricordi
sfocati, un motivo in più per non pensarci.
Ora come
ora, adesso che sono cambiata almeno un minimo, mi sarei presa a
schiaffi per il mio vittimismo.
Passai, invece, alle poche amicizie che avevo ad Hogawarts, ai
professori, agli esami...
E poi finii inevitabilmente nella zona nera. Persi un battito e il
malessere interno che provavo esplose in un pianto silenzioso che
durò qualche ora.
Ero deboluccia,
tendenzialmente vittimista, un po' inutile, bruttina, leggermente
grassoccia, abbastanza fallita.
La mia vità era, è e sempre sarà un
continuo arrancare per stare al passo con gli altri. Un passo che non
riuscivo a tenere, tenera bambina indifesa.
Semplicemente, e me lo diceva con gentilezza, non andavo bene per un
mondo tanto cattivo.
Solo questo, era un mio grande difetto -lo diceva per permettermi di
lavorarci su-: non andavo bene. In niente.
Parole
brucianti che, grazie alla mia famiglia ed al mio silenzio, attendevo
prendessero fuoco e incendiassero tutto.
«James Sirius Potter,» pronunciai.
Poi caddi fra le braccia di Morfeo.
Angolo autrice:
Benvenuti!! Se avete letto fin qui, è perché
avete letto l'intero capito, quindi suppongo vi sia piaciuto (spero).
Ovviamente se non vi piace ditemelo senza problemi, così che
possa modificarlo.
Credo di aver detto tutto.
Al prossimo capitolo!
P.S. Sappiate che voglio rendere la trama molto intricata ;)
Seeeeeh,
vecchio angolo.
Prendetelo come regalino di Natale, sia per voi che per questi poverini.
Spero di averla resa meno bimbominkiosa.
Allora, ho preso questa decisione perché una notte non
riuscivo a dormire e mi sono detta "vado a rileggere la mia storia".
Brividi.
Ho aggiunto, ho tolto.
Cleo sarà molto più approfondita. la storia
sarà meno squallida e cercherò di rendere
tutto, tutto,
più... normale.
Let me know!
Recensite bimbi, ditemi se va meglio!
A Natale siamo tutti più buoni, fatemi questo dono.
Vi prego.
Buon Nataleee
Sì,
la storia è in revisione.
No, Albus non è gay.
Cleo cambierà.
Il resto vedrete.
Stay with me.
Penso cancellerò gli altri capitoli.