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Autore: Jade Tisdale    10/05/2015    2 recensioni
E' già passato un anno dalla nascita di Seira e la vita sulla terra trascorre tranquilla per le principesse sirene. Un giorno però, la Regina dei Mari chiede il loro aiuto per affrontare una nuova minaccia, una forza molto più potente di Gaito e di Mikeru. Per sconfiggere il nemico, le principesse avranno bisogno dell'aiuto di un nuovo, misterioso personaggio, di cui non si sa ancora nulla. Riusciranno le sirene a cavarsela anche questa volta?
Dal 7° capitolo:
Mi stavo lentamente abbandonando quando, ad un tratto, una voce mi fece tornare in me.
«Seira, non puoi arrenderti così. Io lo so che puoi farcela.»
Aprii lentamente gli occhi e mi ritrovai in un luogo che, tutt'intorno, era bianco.
«S-Sara... Io non...»
«Tu puoi riuscirci. Puoi rialzarti e fargli vedere cosa sei in grado di fare.» Mia sorella sorrise. «Io credo in te, Seira. Non dimenticarlo mai.»
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sara, Seira, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dakota

 

I due ragazzini mi guardarono stupiti, come se avessero visto un fantasma.
«E tu chi saresti?» domandò il moro, compiendo qualche passo nella mia direzione.
«Potrei farvi la stessa domanda, considerando che siete nel mio castello. Come avete fatto ad entrare?»
Lessi chiaramente una vena di paura negli occhi della ragazzina dai capelli azzurri, che scambiò un'occhiata col ragazzo di fianco a lei.
«Non ha importanza. Ci metterò pochi secondi a farvi fuori.»
Feci comparire nella mano destra lo scettro e lo puntai contro il ragazzo, che spalancò gli occhi dallo spavento. La sua amica, però, si posizionò di fronte a lui, allargando le braccia, come a volerlo proteggere.
«Hai deciso di voler essere la prima a morire, mocciosetta?»
L'azzurra mi guardò con fare minaccioso: «Tu non mi ucciderai!»
«E perché non dovrei farlo?» ironizzai, facendo una risata.
«Perché io sono la Principessa Malika.»
Provai una strana sensazione nel petto, un'emozione nuova, che non ero solita provare. Assimilai quelle parole con un tale stupore e incredulità, che faticai a crederci.
«Tu... hai idea di quello che stai dicendo, ragazzina?»
«Ho perso la memoria» proseguì, con fare deciso «però mi è stato detto che c'è una buona probabilità che io sia Malika. E ci credo, perché nell'ultimo periodo ho sentito il mio corpo cambiare. Mi sembra di essere un tutt'uno con l'acqua, con il mare. E so che tu vuoi vendicarti con me, anche se in realtà non ricordo nulla. Ma te lo chiedo per favore: catturami, ma non toccare la mia famiglia e le mie amiche!»
La Regina dei Mari, imprigionata alle mie spalle, era ancora priva di sensi. I due ragazzini la osservarono incuriositi, ma non chiesero alcuna spiegazione.
«Odio chi si prende gioco di me» sussurrai, stringendo la mano sinistra a mo di pugno.
«Non sto scherzando: io sono Malika!»
«Dimostramelo» continuai, nel tentativo di stuzzicarla. «Se sei davvero la Principessa, canta. Le parole dovrebbero venirti da sole, anche se hai perso la memoria.»
La ragazzina, anche se titubante, compì qualche passo fino al centro del salone. Strinse le mani l'una nell'altra e chiuse gli occhi, nel tentativo di concentrarsi. Ma dalla sua bocca non uscì alcuna parola.
«Proprio come avevo previsto.»
Puntai il mio scettro contro l'azzurra, imprigionandola con la magia oscura; sui suoi polsi e sulle caviglie andarono a formarsi delle catene e la ragazzina fu trasportata automaticamente dietro alle mie spalle.
«Lascia stare mia sorella!»
Il moro iniziò a correre nella mia direzione, ma nel giro di poco, fece la stessa fine della sorella.
«Ragazzini impertinenti! Vi farò pentire di esservi intromessi in affari che non vi riguardano!»
Il rumore del portone che si apriva nuovamente, attirò l'attenzione di tutti i presenti, compresa quella della Regina.

 

Seira

 

«Benvenute nella mia reggia, Principesse Sirene.»
Una ad una, io e le altre principesse entrammo nel salone, accolte dalla cauta voce di Dakota.
«È lei Dakota?» chiese Hanon, osservandola minacciosamente.
Annuii lentamente. «Sì.»
La nostra attenzione, però, fu subito rivolta alle persone imprigionate dietro la bionda: la Regina dei Mari, Naomi e Hideo.
Nel vederli, il mio istinto fu quello di correre verso di loro, ma Lucia mi bloccò prima che compissi un altro passo.
«E così, questi sono vostri amici?» ironizzò la donna, un ghigno indecifrabile stampato in volto.
«Ormai è un anno che ci attacchi senza sosta» esordì Rina, stringendo tra le mani il suo microfono. «Si può sapere che cosa vuoi da noi?»
«Lo sapete benissimo. La vostra amica ha qualcosa che mi spetta» proseguì, indicandomi con lo sguardo.
La nostra nemica piegò leggermente il suo scettro in avanti, dalla quale uscì una strana sostanza violacea, che nel giro di qualche secondo trascinò Caren vicino a Dakota.
«Lasciala subito andare!» sbottò Nöelle, osservando malinconica la gemella che le veniva portata via.
«La libererò con molto piacere non appena la principessa dalla perla arancione mi dirà dove si trova Malika.»
Serrai i pugni, ormai sul punto di scoppiare. «Lo vuoi capire o no che non sono stata io ad aiutarla a scappare? È stata mia sorella Sara, e adesso lei è morta!»
Dakota si bloccò di colpo. Sul suo volto andò a formarsi un'espressione simile a... dispiacere.
«Le somigli molto» concluse, traendo a sé con lo scettro Lucia, che, spaventata, iniziò ad urlare. «Allora significa che tu e i tuoi amici farete una brutta fine finché qualcuno non si deciderà a parlare.»
Subito dopo, la strana essenza viola catturò anche le altre Principesse, e infine me. Per un attimo mi sentii stordita, ma subito dopo, mi ritrovai di fronte a Dakota, imprigionata, come poche ore prima.
La bionda puntò nuovamente il suo scettro contro il mio viso, con uno sguardo furente. Ogni tentativo di muovermi era inutile: quella magia era troppo potente. Sembrava infrangibile.
Ma all'improvviso, degli strani fili rosa imprigionarono Dakota e subito dopo si udì chiaramente la voce di Yuma diffondersi per tutta la stanza. Fummo tutti liberati grazie alla sua canzone, Naomi, Hideo e la Regina compresi.
I due fratelli osservarono stupiti la sorella maggiore cantare, probabilmente chiedendosi che cosa avesse a che fare con tutta quella faccenda.
«È con me che devi prendertela. Lascia stare i miei fratelli.»
Dakota -ancora imprigionata dai fili rosa generati da Megumi- alzò lo sguardo verso Yuma. «Malika...»
Le due si scambiarono una lunga occhiata carica di odio, che mi fece rabbrividire.
«Traditori!» sbottò la nemica, distruggendo in men che non si dica i fili che l'avvolgevano.
Megumi fu spazzata via dalla forza della ex padrona, ma Aki la prese tra le braccia prima che potesse farsi male.
Dakota si riappropriò dello scettro caduto e si preparò all'imminente battaglia. Yuma evitò aggraziatamente ogni attacco: si trattava di schegge di un materiale simile al vetro, molto spigolose. Io e le altre, nonostante ci fossimo riunite lungo le pareti della stanza e avessimo attivato le barriere protettive coi nostri microfoni, prestammo molta attenzione a non farci colpire.
«Dobbiamo aiutarla! Noi non... non possiamo lasciarla da sola!» esclamò Naomi, con gli occhi lucidi.
«Questa è la sua battaglia» mugugnò seccata Megumi, lanciando un'occhiataccia all'azzurra.
«Ma lei non c'entra nulla con questa storia!»
«Lei è Malika.»
Naomi si voltò esterrefatta verso il fratello maggiore, che osservava incantato lo scontro tra Yuma e Dakota.
Megumi guardò con la coda nell'occhio Hideo. Chiaramente, si era resa conto che quel ragazzo moro era suo fratello. Notai i suoi occhi inumidirsi di colpo, e Aki al suo fianco sussurrarle qualcosa all'orecchio.
Non è ancora il momento.
Ripresi a osservare lo scontro: anche Yuma, come Dakota, aveva iniziato ad usare la magia. La donna in rosso lanciava numerose schegge all'avversaria, che parava prontamente con degli scudi generati coi palmi delle sue mani.
«Ve lo ripeto, dobbiamo intervenire! Non possiamo abbandonarla così!» proseguì Naomi, seriamente preoccupata per la sorella.
«Non c'è nulla che possiate fare» spiegò la Regina, sorridendo amaramente alla mia amica. «Dakota è una maga molto potente, e impossessandosi del mio scettro, oltre a diventare ancora più forte, mi ha privata di ogni mio potere. Dobbiamo solo sperare nelle capacità della Principessa Malika.»
«Sua Maestà, mi permetta di interromperla...» si intromise Aki. «Se trovassimo un modo di recuperare lo scettro... che cosa farebbe?»
Ad un tratto, si udì un rumore molto potente, e le nostre barriere svanirono all'improvviso. Dakota teneva lo scettro puntato contro Yuma, e la stessa sostanza con la quale ci aveva imprigionate, avvolse lentamente il corpo della principessa, che si lasciò andare ad un potente urlo.
Solo allora ci rendemmo conto che era stata creata una barriera impenetrabile che ci divideva dalle due: non c'era più alcun modo di poter aiutare Yuma. Il suo urlo si fece sempre più basso, segno che il dolore la stava consumando e che a breve avrebbe ceduto. Strinsi Naomi a me e le coprii gli occhi, consapevole che sarebbe presto accaduto qualcosa di brutto, mentre Hideo batteva disperato i pugni contro la barriera.
Era tutto finito. Avevamo perso. Se solo... non avessimo udito quella voce.

 

Yuma

 

Qualcuno stava cantando Assoluto Amore, ma non si trattava di Seira.
Era una voce che conoscevo bene, una voce soave che mi faceva provare sicurezza ogni volta che la sentivo. Mi voltai alla mia destra, incrociando lo sguardo vigile di Sara, che nel mentre, continuava a cantare, e trovai la forza di mettermi in piedi.
Dakota la osservò furente, scocciata per il fatto che avesse interrotto la nostra battaglia. E fu lì, che ne approfittai per colpirla con una potente carica di energia, che, oltre a farla cadere a terra, la privò dello scettro. Iniziai a correre verso di lei, nel tentativo di appropriarmi di ciò che non la apparteneva, ma Dakota lanciò una sfera di magia nera nella mia direzione -che purtroppo, non riuscii a schivare.
Andai a schiantarmi contro la barriera che avevo generato per proteggere le Principesse e i miei fratelli, e la mia testa iniziò a girare, facendomi credere che a breve avrei perso conoscenza. Ma non accadde.
Era quasi come se ogni mia ferita si rigenerasse all'improvviso. Ogni volta che provavo dolore, esso spariva misteriosamente all'istante.
Dakota puntò per l'ennesima volta il suo scettro contro di me, ma in men che non si dica, Sara mi raggiunse, con l'intenzione di farmi da scudo.
«Lasciali andare. È me che vuoi, sono io che li ho aiutati a scappare. Prenditela con me, ma lasciali andare. Ti supplico!»
«Sei morta, no? Come faccio a battermi con un fantasma?»
Sara abbassò meccanicamente lo sguardo, socchiudendo gli occhi. «Puoi imprigionarmi nel tuo castello per l'eternità. Esiste un incantesimo simile, no?»
La bionda la osservò con aria di superiorità, mantenendo comunque la presa sullo scettro ben salda: «E come fai, tu, una Principessa Sirena così pura conoscere un incantesimo di magia nera?»
«Perché tre anni fa ho ridotto a brandelli il mio regno. Ho distrutto le vite di persone innocenti, credendo di fare la cosa giusta per me stessa... ma non è mai stato così.»
«Voi due... avete portato via mia figlia...» La voce di Dakota si ridusse ad un sussurro appena udibile, e i suoi occhi si inumidirono di colpo. «Voglio sapere dov'è, e farvi capire quello che ho passato io negli ultimi anni. Solo allora potrete considerarvi libere.»
«Non ti dirò mai dove si trova Eizo» mormorai, stringendo le mani a pugno. «Lo stesso vale per Kaoru. Stanno bene, questo non ti basta?»
Un'ulteriore ondata di energia mi fece sbattere contro la barriera, e la stessa Sara si ritrovò in difficoltà a dover contrastare quel tipo di magia.
«Voi non potete neanche immaginare cosa voglia dire perdere la propria figlia!»
«E non è ciò che hai fatto tu a tua sorella? Ora capisci quello che ha passato la regina Shanti, dopo che le hai portato via Malika?»
«Non passa giorno in cui non mi penta delle mie scelte,» ammise la bionda, a denti stretti «ma ormai il danno è fatto, e tutto ciò che rivoglio, è mia figlia!»
Attorno alla strega andò a formarsi un potente vortice, che iniziò a distruggere lentamente il pavimento sotto ai nostri piedi.
«Dobbiamo cantare. Insieme.»
Mi voltai verso Sara, sbarrando gli occhi: «Ma se lo facciamo...»
Lei scosse la testa, con fare malinconica: «È la nostra unica speranza.»
Annuii lentamente, sospirando. I ricordi di quel giorno affiorarono nella mia mente, e non ci fu modo di scacciarli via. Ma la voce di Sara, che aveva iniziato a intonare la canzone, mi diede nuovamente il coraggio di andare avanti.
Il turbine, a poco a poco, svanì, così come la barriera alle nostre spalle, ma nessuno osò muoversi. Dakota si accasciò a terra, iniziando ad urlare dal dolore. Il suo scettro cadde a terra, a pochi metri di distanza da lei, ma io e Sara non ce ne curammo e continuammo a cantare.
Quando le lacrime iniziarono a bagnare le guance della nostra nemica, la canzone era appena terminata. Mi avvicinai a lei con lentezza, osservandola con attenzione.
Un singhiozzo ruppe il silenzio che si era andato a formare, e Dakota strinse con forza la gonna del suo vestito, probabilmente come gesto di nervosismo provocato dal dolore fisico e psicologico che provava in quel momento.
«Tua figlia... è quella ragazza laggiù» sussurrai, accovacciandomi di fronte a lei. «E quello di fianco a lei è Kaoru. Non ho mai voluto fargli del male, anzi, li ho amati come se fossero miei fratelli. Volevo salvarli, salvarli da te.»
La donna alzò un poco lo sguardo, incrociando quello di Naomi, terrorizzato e confuso. Dakota tremava in modo disumano e le sue parole parevano dei balbettii. «Eizo... lei... sa?»
Scossi la testa, e sul suo volto andò a formarsi un piccolo sorriso.
«Meglio così...» Inspirò profondamente, cercando di allungare la mano nella mia direzione.
«Le dirò che sei sua madre, nulla di più.»
Annuì impercettibilmente: «C'è un'ultima cosa che voglio fare per te...»
Il suo pianto aumentò a dismisura, e le sue guance diventarono rosse a causa dello sforzo: «Malika... sei diventata così bella e coraggiosa... mi ricordi tanto tuo padre...»
Qualcosa nel mio cuore si incrinò al sentire quella voce dopo tanto tempo. «Mamma...»
La sua mano, finalmente, raggiunse la mia guancia, e l'accarezzò con dolcezza. Ma un secondo dopo, la voce ritornò ad essere quella di Dakota.
«Grazie, Malika, grazie di tutto. Anche da parte di Shanti. Ora, fai quello che devi fare...»
Cercai con tutte le mie forze di trattenere le imminenti lacrime, mentre raggiungevo lo scettro e lo prendevo tra le mani. Una misteriosa luce bianca avvolse il mio corpo, e una nuova forza si impossessò di me. I miei capelli si allungarono fino alla vita, come erano sempre stati, e mi ritrovai con un vestito bianco molto famigliare. Mi bastò socchiudere gli occhi e puntare lo scettro contro la strega, per porre fine alla sua sofferenza.

 

 

«Qualcuno potrebbe spiegarci cos'è successo?» domandò Lucia, osservando confusa la sala principale dell'Hotel Piari.
Non ebbi il tempo di rispondere, che due esili braccia mi cinsero la vita, e delle lacrime bagnarono la mia maglietta.
«Credevo... credevo che... ti avesse... battuta...»
Accarezzai dolcemente la schiena di Naomi, sorridendole.
«È tutto a posto» sussurrai, asciugandole le lacrime con il dorso della mano. «Sono qui, sirenetta, sono qui e sto bene.»
L'azzurra ricambiò il sorriso: «Era da tanto che non mi chiamavi così...»
Alzai lo sguardo, incrociando quello preoccupato e scioccato di Hideo: «Devi spiegarci molte cose, Malika

 

 

«Spero che tu stia scherzando.»
Scossi la testa, guardando Naomi con severità: «Dakota era tua madre. Ha fatto molte cose brutte, ma era pur sempre tua madre.»
«No, lei era una strega, e ha ucciso tua madre!» sbottò.
Sussultai, mentre un brivido mi attraversò la schiena.
«Come fai a ricordartelo?»
La diretta interessata si strinse nelle spalle: «Non dovrei? Cioè... io non ricordo nulla della mia vita marina.»
«Com'è possibile?» domandò Rina, scambiandosi un'occhiata confusa con Nöelle.
Lanciai un'occhiata con la Regina dei Mari, e solo quando ella annuì, mi decisi a parlare.
«Non ve l'ho detto prima, perché non vi volevo spaventare. Quando Dakota mi ha rapita, lei e mia madre si sono battute, e quest'ultima è stata uccisa. Probabilmente tu e Hideo non ricordate nulla perché eravate molto piccoli...»
Il moro, in quel momento, alzò lo sguardo in direzione di Megumi: la ragazzina arrossì di colpo, stringendo il braccio di Aki.
«Quindi tu sei... mia sorella gemella?»
La rosa si nascose letteralmente dietro al fratello maggiore, sentendosi terribilmente a disagio. Di fronte a quella scena, scoppiammo tutti a ridere in coro.
«Stai tranquillo, adesso fa la timida, ma quando prenderà confidenza diventerà insopportabile!» scherzò Aki, ricevendo una linguaccia dalla sorella minore.
«Già, mi sembra proprio di sentir parlare di Hideo» scherzò Naomi, che aveva finalmente riconquistato il sorriso.
«Regina... avrei una domanda da porle» esordii, attirando la sua attenzione. «Poco fa, quando ho preso in mano lo scettro, sono stata avvolta da una luce accecante e per un secondo il mio corpo è cambiato. Che cosa significa?»
«Significa che ti sei riappropriata del potere che ti spetta. Significa che sei ufficialmente la nuova Regina dei Mari.»
Sentii le guance arrossarsi leggermente: «Sua Maestà, non credo di esserne all'altezza...»
«Hai superato numerose difficoltà per proteggere la tua famiglia, ti sei allontanata da loro e hai sofferto, hai sofferto per garantire il bene del prossimo. E queste, mia cara, sono le priorità principali che una Regina deve rispettare. Lo scettro ti ha scelta, e ti ha donato il potere che ti serviva in quel momento.»
Feci un lieve inchino, in segno di rispetto, incredula di essermi meritata un tale titolo.
«E Ogai e Kumiko? Anche loro vengono dal mare?» azzardò Naomi, speranzosa.
«Solo Ogai. Era il maggiordomo del Palazzo Reale dell'Oceano Indiano, e dopo che i nostri genitori ci hanno adottato, Sara ha fatto in modo che si insediasse fra gli umani. Quando ha suonato per la prima volta al campanello di casa Shimizu, si è presentato come un mio lontano zio, unico parente della mia famiglia, ma i nostri genitori ci tenevano tanto a crescerci, e per evitare che gli fossimo sottratti, lui si è offerto come maggiordomo. O almeno, questo è quello che hanno creduto loro. Kumiko, invece, non ha niente a che fare con il mare: è l'unica figlia di sangue della coppia che ci ha adottati.»
In quel momento, qualcuno suonò al campanello dell'Hotel: Nikora si affrettò ad aprire la porta, e sulla soglia si presentò lo stesso Ogai. Lo accolsi con un enorme sorriso e lo raggiunsi allegramente.
«Ogai, è tutto finito! Ho sconfitto Dakota e-»
«Yuma, non c'è tempo! Kumiko sta malissimo, i dottori dicono che gli restano poche ore!»
Una pugnalata in pieno petto. Mi era sembrato di riceverne tante nella mia vita, ma quel momento, fu più doloroso delle precedenti volte.
Calde lacrime iniziarono a bagnarmi le guance, mentre qualcuno posava una mano sulla mia spalla.
«Non posso fare nulla per salvarla...» bisbigliai, incapace di guardare in faccia i miei fratelli.
«Tu sei la nuova Regina dei Mari» confermò la donna che a breve mi avrebbe ceduto la sua eredità. «Hai un potere immenso dentro di te, devi solo trovare il modo di risvegliarlo, come hai fatto quando hai battuto Dakota. Lo scettro ti aiuterà, vedrai. Salverai tua sorella, te lo prometto.»
E dopo una serie di interminabili singhiozzi, senza pensarci due volte, iniziai a correre verso la villa.

 

Coco

 

«Che cosa ci fa una Principessa Sirena nel bel mezzo della notte, sola, in spiaggia?»
«Mi sembra di avere un dejà-vu con Aki, sai?» scherzai, abbozzando un sorriso.
Sara incrociò le braccia, ruotando leggermente la testa.
«Yuma è andata a curare Kumiko» spiegai «e io avevo bisogno di stare un po' da sola.»
«Sono sicura che ce la farà. Sono entrambe molto forti» proseguì, con convinzione.
Il lieve rumore delle onde ruppe quel silenzioso momento, portandomi a porgere quella domanda che tanto mi doleva.
«Il racconto di Yuma non era completo. Mentre parlava, ha esitato. È successo altro, vero? Qualcosa... di brutto?»
Sara sospirò, volgendo lo sguardo verso il mare: «Dakota è sempre stata una donna strana. Quando sono nata, ricordo che per un breve periodo di tempo è stata lei a prendersi cura di me. Lei e sua sorella Shanti erano molto legate, e quando arrivò il momento di scegliere la nuova Regina, Dakota non fu nemmeno nominata. Sua sorella aveva un cuore d'oro e faceva sempre una buona impressione su tutti. E questo, a Dakota non piaceva. Ma non era per niente cattiva, semplicemente... ferita. Non avrebbe mai rapito Malika se non fosse stata soggiogata da qualcun altro.»
«Di che cosa parli?»
«Il suo compagno era un uomo cattivo, che mirava solo alla corona. Non amava Dakota, non lo ha mai fatto, e l'unico motivo per la quale stava con lei, era per aiutarla a conquistare il potere e poter diventare il nuovo Re dei Mari. Ma lui, aveva conquistato il cuore di Dakota: il suo amore era così puro e sincero, che decise di cedergli il suo cuore. Quest'ultimo fu colmato dalla magia nera, e da allora Dakota seguì ogni direttiva del compagno. Ma più il tempo passava, più il potere dentro di lei aumentava, divenendo sempre più pericoloso. E così, poco dopo la nascita di Eizo, in preda alla follia, Dakota uccise il marito. Non era in sé. La magia nera la stava controllando inconsciamente. Quando venni a sapere di questa storia, cercai con tutte le mie forze di trovare il suo castello. Io e Malika diventammo amiche, e dopo non molto, ideammo di fuggire. Il giorno propizio, la Regina Shanti mi chiese dove fossi stata negli ultimi giorni, dato che nel mio regno la popolazione si era preoccupata per la mia assenza, e fui costretta a rivelarle tutto quanto. Alla fine, ella decise di accompagnarmi, ma quando giungemmo al Castello, scoppiò una dura lotta fra le due sorelle. Tutto ciò che io e Malika potemmo fare, fu cantare: la forza delle nostre voci, però, si scontrò contro la magia nera, e ne nacque una terribile conseguenza. Era una forma di energia troppo potente; le due sorelle ne furono colpite e le loro anime rimasero per sempre imprigionate nel corpo di Dakota, ormai comandato dalla magia nera. Dakota ha dovuto convivere con tre diverse essenze all'interno del suo corpo, ma non ha mai voluto fare del male a nessuno. È per questo che, probabilmente, non ci ha mai attaccate direttamente: quando pensava di farlo, la voce di Shanti o della vera Dakota riecheggiavano nella sua mente, impedendole di compiere qualche gesto della quale si sarebbe potuta pentire. È stato uno shock grandissimo per Eizo e Kaoru, e credo che sia per questo motivo che non ricordano nulla della vita sottomarina. Anche Megumi ha assistito, ma evidentemente il dolore di aver perso il fratello l'ha mantenuta lucida per una vendetta futura. Io e Malika abbiamo deciso di non dire niente a nessuno. Pensavamo fosse giusto così.»
Rivolsi nuovamente la mia attenzione all'oceano, le cui acque colpivano dolcemente gli scogli sotto la luce delle stelle.
«Perché hai deciso di dirmelo?»
Sara mosse qualche passo verso di me, senza far sparire quel meraviglioso sorriso dal suo volto: «Perché tu sei la mia migliore amica, Coco. E le migliori amiche si dicono tutto, no?»
I miei occhi si inumidirono di colpo, e non riuscii proprio a controllare le mie emozioni.
«Sara, mi manchi un sacco...» sussurrai, iniziando a piangere in silenzio.
«Mi manchi molto anche tu» ammise, annullando la distanza che ci separava con un abbraccio.
E per un secondo, soltanto per uno solo, mi parve che le sue braccia mi stessero stringendo per davvero.

 

Naomi

 

Accarezzai lentamente la fronte di Kumiko, scostandole un poco la frangetta.
«Non riesco a credere che tu sia riuscita a fare... questo» ammisi con stupore, incredula che Yuma -o forse dovrei dire Malika- fosse riuscita a farla guarire con il suo scettro.
«Se Dakota non mi avesse mai rapita, probabilmente a quest'ora non sarei a conoscenza di tutte queste magie.»
Abbassai un poco lo sguardo, rimuginando su ciò che mi era stato rivelato poco prima: «Per me Dakota è solo la donna che mi ha messa al mondo, ma non sarà mai mia madre.»
«Però era mia zia, e tu sei mia cugina. Anche questo ti da fastidio?»
Arrossii leggermente, facendole una linguaccia. «No, questo mi va bene!»
Scoppiammo a ridere, e per fortuna non svegliammo la nostra sorella minore. Yuma mi abbracciò di slancio, baciandomi dolcemente la guancia sinistra.
«Le nostre origini non hanno alcuna importanza, Naomi. Tu resterai per sempre la mia adorata sorella minore.»

 

Sara   

 

Il danno provocato da me e Malika undici anni prima, era stato finalmente riparato.
Quella notte, avevo avuto modo di salutare affettuosamente le altre Principesse Sirene.
Avevo ringraziato tutti per aver lottato duramente.
Avevo detto a Seira che era diventata una ragazza stupenda, degna di essere considerata la Principessa dell'Oceano Indiano.
Avevo abbracciato calorosamente Coco, che era scoppiata a piangere per l'ennesima volta.
Avevo dedicato un sorriso sincero a Malika, perché, finalmente, ce l'avevamo fatta.
Ma prima di ritornare nell'aldilà, dovevo fare un'ultima cosa.

 

 

L'uomo che mi trovavo davanti stava sistemando con cura la propria cravatta, inconscio della mia presenza.
Lo osservai con tenerezza: nel corso degli anni, non era cambiato per niente.
«Taro...»
Quest'ultimo si voltò, gli occhi sbarrati e un'espressione confusa stampata in volto.
«Sara... s-sei davvero-»
Non gli diedi il tempo di portare a termine la frase, perché posai dolcemente le mie labbra sulle sue.
Calde lacrime mi bagnarono le guance mentre, con tristezza, mi allontanavo da lui.
Abbozzai un sorriso al mio amato Taro, che al contrario, allungò la mano nella mia direzione, nel tentativo di evitare che scomparissi; e l'afferrai, la sua mano, ma quel contatto durò pochissimi secondi, prima che la mia figura si dissolvesse sempre di più.
«Ti amo... e continuerò a farlo per l'eternità...» sussurrai, col cuore spezzato.
Il mio tempo era finito. La figura del mio amato fu sostituita da uno spazio bianco, il luogo in cui avrei trascorso il resto dei miei giorni.
E continuai a piangere, sì, ma il sorriso sulle mie labbra non mutò: perché l'ultima persona che avevo visto prima di scomparire, era stato l'amore della mia vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È con mio grande dispiacere che pubblico l'ultimo capitolo di questa storia.
Con tutte quelle che ho scritto, devo ammettere che non è delle migliori. All'inizio avevo tante, tantissime idee, ma prolungando la pubblicazione dei capitoli fino ad oggi, ovvero dopo più di un anno, quelle idee si sono dissolte e non ho saputo esprimerle al massimo.
Sono comunque contenta che diverse persone l'abbiano letta, e vorrei ringraziare tutti voi, sia chi ha recensito qualche volta, sia chi ha sempre e solo letto in silenzio. Vedere certi numeri nelle visualizzazioni mi rende felice.
Ho voluto dedicare la scena finale a Sara e a Taro, che sono in assoluto la mia coppia preferita dell'anime. Mi piacerebbe scrivere qualcosa su di loro, e probabilmente, quando avrò più tempo (visto che al momento mi sto dedicando alle storie negli altri fandom), pubblicherò qualcosa al riguardo.
Fino ad allora, vi saluto, e vi ringrazio nuovamente ^^

   
 
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