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Autore: NeroNoctis    11/05/2015    0 recensioni
[Sequel di Nergal: Il Dragon Lord Dimenticato]
Atreia, il mondo dei Daeva in continua lotta tra loro e i Balaur. Ma i tempi stanno per cambiare e si respira aria di pace, almeno fin quando i Lost Masters non avranno nulla da ridire e getteranno la loro ombra e dominio sul mondo intero.
Fyeran, mondo oscuro e ignoto persino ai signori dell'Empireo e i Dragon Lord. Luogo dove sorgeva la prigione abissale, cella di uno dei Lost Master. La dimensione alternativa di Atreia nasconde un segreto capace di far collassare le due dimensioni in un unico piano.
Dove gli oscuri signori iniziano la loro manipolazione, Lord Beritra getta le basi per un oscuro piano e dimensioni alternative danneggiano la realtà, riusciranno i Daeva a credere in loro stessi o cadranno vittime delle loro scelte sbagliate?
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'War of Gods'
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– E' tutto così strano... – esordì Erza, lanciando un sasso che si infranse sullo specchio d'acqua che si stagliava di fronte a lei. Lei e gli altri membri di gilda, inclusa qualche amicizia esterna, si trovavano sull'isoletta a nord di Elian, dove erano soliti far festa e divertirsi nei periodi estivi. Futaba sedeva accanto a lei, indossava una veste leggera e fissava il panorama che le si parava di fronte, analizzando ogni singolo dettaglio di quella fantastica e pura visione, i delfini che saltavano liberi, il sole che si specchiava sulle limpide acque, l'odore delle alghe e della natura marina. 
– Già... pensare che venivamo qua con Noct a divertirci. E ora... – guardò verso destra, fissando Riku, l'attuale generale degli Empyrean Lords, legione di cui Erza era la tribuna. Il ragazzo stava duellando con uno dei membri di legione, un tiratore di nome Killuagod, mentre gli altri stavano parlottando sullo sfondo su argomenti che non le era dato sapere, cose da ragazzi, pensò. – E ora è cambiato tutto. Non riesco ancora a credere che è morto, non riesco.
Erza guardò la fattucchiera dai capelli blu. – Già. Pensare che lo conosco da così tanto che non avevo mai pensato a questo scenario. E' stato tutto troppo improvviso.
– Pensi che sarebbe tornato nei Lords? O almeno avrebbe voluto? – chiese Futaba, continuando ad osservare quelli che un tempo erano suoi compagni di legione, ma le cose per lei andarono diversamente e si vide costretta a cambiare "casa", nonostante avesse mantenuto ottimi rapporti con tutti. Erza ci pensò su, accennando un sorriso. – No, non sarebbe tornato, troppo orgoglioso. Conoscendolo si sarebbe divertito a metterci i bastoni tra le ruote, facendo battutine quando possibile. Ma gli sarebbe piaciuto tornare, credo. Non credo riceveremo una risposta, non che avrebbe mai detto la verità su questo.
Futaba sospirò, sdraiandosi sulla sabbia. Con le mani disegnava qualcosa, forme astratte maggiormente, mentre a volte scriveva qualcosa che cancellava subito. Sembrava pensare a qualcosa, cosa che chiese successivamente all'amica. – Quella Kyrie che abbiam visto stamattina... la conosci?
– No. – rispose secca Erza. – Non l'ho mai vista, ma a quanto pare conosceva Noct... però... non so, non mi convince. Il suo comportamento mi ha lasciato alquanto perplessa.
– Lui te ne ha mai parlato?
– Non che io ricordi, ma non so perchè, forse ha accennato qualcosa tantissimo tempo fa, sai che Noct non parla mai di se.
– Si, lo so. 
Le due ragazze continuarono a parlare del più e del meno, fin quando non vennero interrotte dagli altri amici che si lanciarono scherzosamente su di loro. 
Il clima era rilassato, così rilassato che non si accorsero di essere osservati da un entità avvolta da una tunica color pergamena, entità che scomparve nel nulla pochi attimi dopo. 
✽✽✽

Caro Thabit,
è tutto così strano. Ormai sono diversi giorni che tutto va avanti così... così... assente? Non so, mi sento anche sgrammaticata. Ho anche dato il tuo nome al mio diario, visto? Che idiota, eh? Ma tu fratello, non sei qui, e io sono così arrabbiata con te perchè non ci sei più, mi sento così sola e vorrei tanto


Caro Thabit,
Tutto qui procede tranquillo. La guerra è finita e tutti sono così sereni, dovresti vederli, ti sarebbe piaciuto. La tua allegria avrebbe dato a tutto questo quel tocco in più, ma si sa, le cose non sempre vanno come vorremmo. Non ho mai visto Pandemonium così. E' bella. O forse sono io che guardo tutto sotto un'ottica diversa? Sai, gira voce che si sta pensando ad un'alleanza con gli Elisiani. Credo sia una buona idea. Dopotutto abbiamo sconfitto Nergal grazie ad un'alleanza improvvisata. 
Tu come stai? 
Mi chiedo che fine abbia fatto Noctis, dicono sia morto nella battaglia... tutto ciò che ricordo è che mi spinse via... mi ha salvato la vita. Dovresti essere fiero di lui.
Sto pensando di unirmi ad una legione, ma non ne sono ancora sicura. 
Per il momento starò qui, vittima degli eventi. Sperando in un futuro migliore. 


La ragazza alzò gli occhi dal diario, osservando il cielo. Era ricoperto da nubi grigie, che lasciavano comunque spazio a qualche frammento azzurro di cielo, intervallato da sprazzi viola provenienti dall'abisso, viola che si sposava perfettamente con il colore degli occhi di Alnair. C'era un leggero venticello che le spostava i capelli rossi, ma sembrava non curarsene. Pandemonium era bella anche se non splendeva il sole, e quel venticello non era comunque fastidioso, anzi, lo preferiva di gran lunga al caldo torrido. Ricordò di quando lei e Thabit gironzolavano per il deserto di Morheim, imbattendosi in Consierd, la fenice nera re di quelle terre selvagge. Ovviamente i due batterono in ritirata, terminando il tutto con una risata. Purtroppo quei momenti erano ormai terminati. Thabit riusciva a non far pesare la perdita dei genitori ad Alnair, ed ora lui era morto, e la ragazza non conosceva praticamente nessuno, colpa del suo carattere schivo. Riuscì a stringere amicizia con Neronoctis, che l'aveva salvata da un gruppo di Elisiani. Faceva ancora fatica a crederci, un Elisiano che protegge gli Asmodiani, ma Noctis dopotutto era particolare, e alla fine era morto anche lui, come tutti gli altri.
"Forse sono io il problema." pensò, passando la mano sulla copertina azzurra del suo diario, mentre con l'altra carezzava lo spirito del vento che ormai si era addormentato sulla sua stessa panchina. La ragazza, notando questo particolare, decise di richiamarlo, così l'essere svanì nel silenzio più totale. 
Silenzio che svanì pochi attimi dopo.
Un gran chiasso si levò dalle parti del teleporter, così la ragazza decise di andare a controllare. C'era una piccola folla in lontananza, così la spiritmaster decise di affrettare il passo, facendosi strada tra i vari Asmodiani curiosi, cosa non facile, dopotutto il ponte di Vifrost non era molto capiente. Arrivò finalmente a destinazione, riuscendo ad ottenere un post in seconda fila. Guardò attentamente di fronte a lei, non era facile riuscire a capire cosa stava succedendo. Doman, il teletrasportatore, era chino sul pavimento, con intorno un piccolo gruppetto. Sembra che stavano soccorrendo qualcuno, o lo stavano immobilizzando? Quella figura che tenevano si levò in piedi con molta difficoltà, mostrando un volto non Asmodiano. La ragazza iniziò a sentire i bisbigli intorno a lei:"Un Elisiano qui" "Dovremmo attaccare?" "Ma la tregua vieta ogni singolo attacco" "E' forse un messaggero di Kaisinel?" "E' un pericolo".
– Cosa ti porta qui, Elisiano? – chiese Doman, con voce ferma e decisa, mentre i sussurri sospettosi continuavano. Dal canto suo Alnair, non sapeva bene cosa pensare. 
– Elisiano... – rispose il ragazzo. I suoi occhi gialli incrociarono quelli viola di Alnair, che non seppe bene come rispondere a quello sguardo. Cosa voleva da lei? Perchè aveva guardato proprio lei? Successivamente si rese conto di farsi troppe domande sciocche, dato che il ragazzo guardò anche altra gente. Fu solo un caso che si soffermò qualche secondo su di lei.
– Io... Voi... 
– Cosa? Dicci il tuo nome e le informazioni che porti, se non vuoi che ti portiamo al cospetto di Lord Marchutan.
– Erra... Il mio nome...
– Cosa ti porta ad Asmodae?
Erra non rispondeva, si guardava intorno con aria stordita, era pallido in viso, e goccioline di sudore imperlavano la sua fronte. Sembrava sul punto di svenire da un momento all'altro, e quella gente intorno a lui di certo non aiutava. Aveva marciato verso il nulla per moltissime ore, da solo, fino a quando non fu trovato vicino la capitale da due guardie, che lo portarono prontamente lì. Ma cosa stava cercando? Non lo sapeva nemmeno lui. Non voleva dire dell'Asmodiano morto, chi gli avrebbe creduto dopotutto? E soprattutto, perchè tutti erano così diversi da lui? Tutti con mani artigliate, code sulla schiena, e lui così diverso ma uguale allo stesso momento, ma veniva guardato come se fosse una minaccia, un abominio.
– Per l'amor di Aion, dì qualcosa! – disse stizzito Doman, mentre la folla intorno a lui sembrava spazientirsi. Erra balbettò qualcosa, ma non sapeva cosa dire. E cosa peggiore, tutto intorno a lui stava iniziando a divenire sfocato, e i suoni ovattati. Non capiva bene cosa stava succedendo, e di certo gli spintoni delle guardie non aiutavano affatto. Si sentiva la bocca secca, e improvvisamente sentì freddo, tremava. 
Alnair voleva intervenire, quel ragazzo stava visibilmente male, sembrava quasi sotto shock, e non sembrava neanche essere cosciente, avevo lo sguardo perso nel vuoto. Ma nonostante la voglia di far qualcosa, restò ferma, stringendo tra le dita il suo diario.
– Dì qualunque cosa! La prima cosa che ti passa in mente!
Gli occhi di Erra rotearono indietro, e pochi attimi dopo cadde anche lui. Ma prima di perdere totalmente i sensi, riuscì a pronunciare qualcosa. 
– Kyrie.
   
 
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