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Autore: Kira Kinohari    22/05/2015    2 recensioni
Nell'epoca Sengoku sembra non esserci spazio per l'amore, ma solo per la guerra contro i demoni. Solo in pochi casi, forse ...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Sesshoumaru
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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<< Buona cena, zia. >> le disse Tsui iniziando a bere la sua zuppa di pesce.
<< Buona cena, amore mio. >> rispose lei.
Mangiarono con calma, poi mentre la donna lavava le tazze e la pentola Tsui si mise a leggere le sue nuove storie, scritte dalla cantrice del villaggio, una giovane ragazza che aveva da poco scoperto il suo talento. Un’ora dopo la bambina stava già dormendo, sognando probabilmente del principe dall’esercito di fiori che aveva appena finito di leggere.
Nyoko sentiva la necessità di prendere aria, così uscì di casa e iniziò a camminare. Sapeva che Goro e sua moglie erano ancora svegli quindi chiese loro di dare un occhio alla piccola, prima di inoltrarsi nel bosco. Era tutto tranquillo tra le fronde, tutto tranquillo da quasi un mese… Erano esattamente tre cicli di luna da quando tutto era successo. Da quando il demone cane, il Grande Demone Cane aveva distrutto l’albero che richiamava l’attenzione di una massa di demoni interessati a controllare gli umani.
La sacerdotessa continuò a camminare finché non arrivò al grande spiazzo d’erba e fiori. Si sedette sulla grande panca di roccia e volse lo sguardo al cielo. Le stelle brillavano e poteva vedere i contorni della luna, uno spicchio di luna fosforescente.
Un fruscio la distrasse dai suoi ricordi.
<< Come mai sei tornato? >> chiese.
<< Come stai? >>
<< Io sto bene, sono viva grazie a te. >> gli disse. Avrebbe voluto vederlo, vedere i suoi occhi, occhi che non riusciva a dimenticare.
Sesshomaru rimase nell’ombra, osservandola muoversi. Era così elegante.
<< Ti avvicineresti, per favore? >>
Il demone indugiò per qualche attimo, poi si avvicinò e si sedette accanto a lei. Dal canto suo, la donna lo guardò cercando di memorizzare ogni minimo dettaglio. Si era completamente ripreso, i suoi occhi color dell’ambra sembravano quasi oro liquido, la linea della sua bocca morbida, carnosa e non più tagliente come la prima volta che lo aveva visto.
<< Sei in perfetta forma. >> gli disse. Non sapeva di cosa parlare. Lui non rispose perché aveva lo stesso problema, così rimasero a fissarsi per lunghissimi minuti.
<< Come sta Rin? >>
<< Bene, anche se non la vedo da alcune settimane. >>
<< Cosa è successo? >>
<< Avevo bisogno di stare solo, così l’ho lasciata al villaggio in cui vive mio fratello. >>
<< Avete messo le cose a posto, dopo l’ultima furiosa litigata? >>
Lui non rispose. Aveva già parlato molto più di quello che faceva, eppure gli veniva così naturale con lei, almeno dopo tutto ciò che avevano passato insieme.
<< Perché avevate discusso? >>
<< Voleva portarmi via Rin. >>
<< Sono sicura che stava pensando al bene della bambina, non lo ha fatto per cattiveria. Non è da lui. >>
<< Lo conosci bene? >>
<< Kaede è stata la mia maestra, quindi sì, lo conosco abbastanza bene. Sono belli, insieme, tuo fratello e Kagome, non trovi? >>
Silenzio.
Si poteva udire il ruscello gorgogliare, così come le fronde degli alberi sussurrarsi segreti durante la notte. Eppure loro rimanevano in silenzio, guardandosi.
Nyoko spostò lo sguardo, perché le era venuto un pensiero di cui si vergognava. Non poteva assolutamente permettersi una cosa del genere! No, non si addiceva ad una sacerdotessa. E il fatto che lo pensasse e stesse continuando, le fece capire che doveva andare via da quel luogo, o meglio lontana da quell’uomo.
<< Devo… devo andare. Tsui è a casa da sola. >> si scusò lei alzandosi.
Anche lui si alzò, la guardò intensamente e sparì, silenzioso come era arrivato.

Le settimane passavano e i loro incontri fugaci continuavano e ogni volta Nyoko si sentiva più dipendente dalla sua presenza, si ritrovava spesso a pensarlo, e si insultava verbalmente tanto quanto mentalmente perché non poteva davvero in nessun modo innamorarsi di un demone… Eppure era accaduto. Se ne rendeva conto mentre lo guardava avvicinarsi a quello che oramai era diventato il loro posto.
<< Non posso più farlo. >> sussurrò lei, dopo i classici momenti di silenzio iniziali.
<< Cosa? >> domandò lui.
<< Vederti… Non posso. >>
<< Capisco. >>
<< No, non puoi capire. Non appena ti dirò il perché scoppierai a ridere per prenderti gioco di me, lo so, ma siccome mi sono imposta di non vederti mai più tanto vale che tu lo sappia… ho bisogno di liberarmi da questo peso. >> fece un profondo respiro << Da quando mi hai salvato usando Tenseiga io non riesco a non pensarti, ogni giorno che passa ti penso di più, i tuoi occhi sono la cosa più ipnotizzante che abbia mai visto e mi ci vorrei perdere senza mai più tornare alla realtà e le tue labbra, tu non hai idea di quante volte mi sono immaginata posarci le mie sopra. Il fatto è che mi sono innamorata di te e non posso ancora sopportare un amore impossibile. >>
Sesshomaru la guardò, quella donna lo amava e per la prima volta lui si era accorto di ricambiare quel sentimento. Percepiva il cuore battere nel suo petto, tra le costole e soprattutto riconosceva alcuni dei sintomi. Lui non riusciva più ad allontanarsi dal villaggio, tornava ogni notte, spesso di notte andava a casa sua per vederla dormire; era bellissima.
Avrebbe voluto stringerla tra le braccia. Perché? Era un sentimento talmente nuovo per lui che ne era terribilmente spaventato. Forse aveva ragione lei, era meglio non vedersi mai più. Il tempo avrebbe portato via il suo ricordo, non poteva permettersi nessuna debolezza e l’amore non era forse quello? E poi, era davvero sicuro che fosse amore? Non poteva forse essere solo desiderio?
<< Addio. >> disse Sesshomaru.
<< Addio, Grande Demone Cane. Che il tuo cammino sia pieno di vittorie. Prenditi cura di Rin e quando avrai bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei potrai contare su di me e su Tsui. >> rispose la sacerdotessa.
Eppure, anche se si erano salutati per sempre nessuno dei due era riuscito ad allontanarsi.
Nyoko fu la prima a farlo, ma poi si voltò gli prese una mano e con l’altra gli sfiorò dolcemente il viso. Non l’avrebbe più visto e doveva assolutamente farlo prima di pentirsene per tutta la vita. Si avvicinò in fretta e lo baciò, facendo scendere la sua mano su quella che sapeva fosse la sua coda, la accarezzò, il pelo era liscio al tocco e caldo.

Il suo tocco lo fece impazzire e improvvisamente sentì un bisogno che non aveva mai provato in tutta la sua vita. Era come nascere per la prima volta, come se tutto il mondo fosse nuovo. La voleva, doveva farla sua.
Con il braccio libero la prese tra le braccia e iniziò a volare spostandosi dal villaggio. La portò nella grotta in cui si erano davvero conosciuti e lì divennero una cosa sola per tutta la notte fino a quando il giorno fece loro ricordare che la vita non si sarebbe fermata.
Non avevano parlato molto, e non si erano detti molto nemmeno tornando al villaggio. Sesshomaru sparì ancor prima di salutarla, ancor prima di avvicinarsi alle prime case, e quando la sacerdotessa se ne accorse si sentì infinitamente triste e usata.
La felicità che aveva provato quella notte non pensava potesse essere spenta tanto facilmente. Si era sentita davvero viva, si era sentita davvero donna. Nessuno le aveva fatto provare mai quelle cose, nessuno l’aveva vista nella sua intimità come aveva fatto il demone. Era stato talmente bello che pensò di non poter più essere la stessa.
Al villaggio erano tutti preoccupati perché non l’avevano vista tornare durante la notte. Lei spiegò che aveva fatto un controllo di tutta la zona per tenere il villaggio al sicuro e la questione fu presto chiusa.
Il problema era che non riusciva a smettere di pensare al corpo forte, muscoloso e pallido dell’uomo – del demone – di cui si era follemente innamorata. E continuava a chiedersi se lo avrebbe rivisto o se sarebbe rimasta per sempre con il ricordo di quella notte e nulla più.

<< Inuyasha, avrei bisogno di nuove erbe, potresti raccoglierle per me? >> chiese Kagome con la sua solita voce dolce, resa ancor più mielosa ogni volta che aveva bisogno di un favore.
<< Certo. >> rispose lui. Aveva bisogno di fare una passeggiata, lui era nato per muoversi. L’unica cosa che gli mancava da quando era diventato un umano completo era il viaggiare senza sosta. Le avventure…
Prese la strada più lunga che portava al bosco, si fece un bagno nel ruscello, poi riprese il sentiero verso il bosco e iniziò a raccogliere le erbe medicinali che oramai riconosceva senza alcuna difficoltà. Un fruscio lo fece stare sugli attenti.
<< Ah, sei tu, Sesshomaru. La bambina è con Kagome, stanno lavando i panni. >>
Il fratello non rispose.
Stava pensando, aveva pensato per le ultime quarantotto ore. Erano passati due giorni dall’ultima volta che l’aveva vista, due giorni passati a camminare e pensare. Aveva bisogno di sapere…
<< Ne è valsa la pena? >> chiese.
<< Cosa? >>
<< Diventare umano… per lei. >> specificò il maggiore.
<< Certamente. >> rispose Inuyasha senza alcuna esitazione.
<< Come lo sapevi? >>
<< Perché non potevo sopportare l’idea di non vederla mai più. >>
Quell’affermazione era tutto.
<< Che cosa ti sta succedendo? >> chiese l’umano. Era curioso, non avevano mai avuto una discussione del genere. In realtà non pensava nemmeno che suo fratello potesse pensare a una cosa come l’amore o la dedizione per una persona che non fosse lui. L’unica persona a cui teneva era Rin… Voleva forse diventare umano per lei?
<< Non c’è un modo per farti diventare umano. >> disse, quando si accorse che il fratello non gli avrebbe spiegato nulla << Me lo ha detto Kikyo. L’unico modo era utilizzare la sfera dei quattro spiriti, ma in realtà non avrebbe avuto effetto su un demone completo. >>
Sesshomaru si guardò i piedi per un attimo.
<< Tornerò a riprendere Rin tra qualche giorno. >> disse prima di scomparire come era arrivato.

Era la prima notte di luna piena. Nyoko si assicurò che le due bambine fossero controllate, poi lasciò la casa con un kimono nuovo quella sera prima di avviarsi tra gli alberi. Prima di recarsi nel suo luogo magico. Lo spiazzo erboso era il posto più accogliente e lei doveva aspettare un ciclo di luna per vederlo. Si sedette sulla roccia e si mise a guardare le stelle. Lo percepiva, ma sapeva che sarebbe andato da lei al momento giusto.
Sesshomaru rimase ad osservarla per alcuni attimi, una dea in forma umana. Poi si avvicinò, non appena si fu seduto accanto a lei le cinse la vita con le braccia.
Il corpo caldo di lei era la cosa che più amava da un anno a quella parte.
<< Ciao. >> sussurrò lei incastrando le loro mani.
Lui rispose dandole un bacio tra i capelli.
Lei adorava il fatto che lui fosse intimamente così dolce. Non se lo sarebbe mai aspettato, ma si stava aprendo. Era passato quasi un anno e il suo cambiamento non smetteva di sorprenderla. Non parlava molto, ma era totalmente diverso.
La sacerdotessa si spostò sulle sue gambe e lo baciò, un bacio lungo che fece battere il cuore di entrambi più veloce.
Era brutto non poterlo vedere ogni giorno, ma lei era contenta in quel modo. Lui aveva bisogno di viaggiare, di muoversi, non era fatto per la vita degli uomini, per la sedentarietà, però si vedevano per tre notti consecutive, quando la luna era piena e stavano insieme per quasi sessanta ore condividendo tutto il loro amore.
<< Mi sei mancato. >> gli bisbigliò all’orecchio, sensualmente. Rincarò la dose sfiorandogli con la punta delle dita la pelliccia. Un brivido percorse la spina dorsale del demone a cui si accese automaticamente una famelica voglia.
Nyoko sorrise, quando lo sentì quasi ringhiare per il desiderio.
Il suo non era un amore impossibile, era un amore difficile, ma vero, ricambiato, e nulla l’aveva mai fatta sentire più viva.
Sesshomaru sentì il sangue pulsare nel suo bassoventre, il battito del cuore accelerare. Il cuore che aveva riscoperto, il cuore che si era ricordato di avere quando la donna che amava lo aveva fatto nascere una seconda volta.
Si erano salvati la vita a vicenda e lui le sarebbe stato accanto fino alla fine dei suoi giorni.
  
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