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Autore: CalimeNilie    09/06/2015    1 recensioni
Sarà poi vero che Sam si è offerto di accompagnare Frodo nel suo viaggio di sua spontanea volontà? E che Frodo è il padrone misericordioso e gentile descritto dal Maestro Tolkien? Probabilmente no. Non sarà solo un equivoco la partenza del povero Sam, schiavizzato a vita da un padrone crudele e tiranno?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frodo, Sam, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aragorn si mise subito a capo della compagnia rimasta: gli pareva suo diritto, in quanto futuro re, fare sempre il capetto della situazione. Purtroppo per lui, Legolas soffriva di insonnia e aveva sempre avuto problemi a dormire – suo padre, Thranduil, avrebbe giurato sul fatto che il giovane Leggy lo costringeva ad alzarsi agli orari più improbabili della notte, senza nemmeno lasciargli il tempo di disfarsi delle poco virili forcine per capelli che usava mentre dormiva. L'elfo quindi iniziò già dal primo giorno di marcia a svegliare tutti che il sole non era neanche sorto, con grande disdoro di Gimli, che meditava di tagliargli i capelli nel sonno.
Sarà dunque lecito domandarsi dove una compagnia tanto sconclusionata si stesse recando. Sarà illuminante, in merito, riportare la seguente conversazione, avvenuta al terzo giorno di viaggio:
“Ma insomma, quanto ci mettiamo?”
“Eh... tanto.”
“No, ma scusa, che ne sai tu... chiediamo al Re!”
“La regina, semmai. Con quei capelli.”
“Guarda, elfo, odio dirtelo ma... io non criticherei i capelli di quello là, fossi in te.”
“Perché? Io non ho paura di lui.”
“... okay, lascia stare. Aragorn!”
“Che vuoi?”
“Quanto manca?”
“A che cosa?”
“Ad arrivare.”
“Dove?”
“A dove dobbiamo arrivare.”
“E dove dobbiamo arrivare?”
Si capirà che i tre erano totalmente allo sbaraglio. Non avevano la minima idea della loro destinazione, per cui si misero d'accordo per andare a Fangorn, che era lo zoo recentemente aperto vicino a Rohan.
“Eh, ho sentito dire che poco tempo fa sono scappati degli animali da là. Non li hanno più trovati, guarda.”
“Ma dai? E i guardiani che dicono?”
“Nulla. Sono morti, poveretti.”
“Ah, sventurati... Mamma mi diceva sempre: non andare mai a Fangorn, dovesse crollare il mondo.”
“Siamo sicuri che sia una buona idea andare a Fangorn?”
“Mah...”
A quel punto, come se gli altri due non fossero già abbastanza spaventati di loro, si aggiunse Aragorn: “Io conoscevo una storia... storia tenebrosa... di alberi che prendono vita e atti di cannibalismo.”
“Cannibalismo?!” esclamarono insieme Legolas e Gimli.
“Eh, che ci potete fare. Anche gli alberi si vogliono fare una fumatina, qualche volta. E cosa c'è di migliore da fumare, se non la propria vicina di casa brontolona?”
Il che indusse nano ed elfo a credere che Fangorn fosse popolata da piante carnivore.
Non ebbero più tempo per discuterne, perché in quel momento un gruppo di cavalieri arrivò cavalcando nella loro direzione. I tre si nascosero, per poi uscire subito dopo allo scoperto, urlando come dei matti.
“Cavalieri di Rohan, quali notizie dal Mark?”
E così, in un attimo, furono circondati.
“Chi siete, cosa volete, da dove venite? Cosa portate con voi?”
“Allora, noi siamo...”
“UN FIORINO!”
“Prego? No, dicevo, io sono Grampasso e loro...”
“Chi siete, cosa volete, da dove venite?”
“Io...”
“UN FIORINO!”
“C'è un errore, aspetti...”
“Chi siete, cosa volete, da dove venite...?”
Sorse una lite, con Gimli che minacciava di morte l'uomo che aveva parlato. Per fortuna Aragorn si mise in mezzo e risolse la questione con la diplomazia, mentre Legolas e Gimli rubavano indisturbati un paio di cavalli.
“Ma poi, che diavolo è un fiorino?” chiese il nano quando furono lontani.
“Sapete” commentò malinconicamente quella sera Aragorn, guardando in direzione dei cavalli, che erano stati legati poco lontano. “Non credevo che sarei mai arrivato a dirlo, ma il piccoletto mi manca... ippos, ippou.”

La mattina dopo furono svegliati da un urlo straziato e pieno di pathos, per usare un termine che Frodo apprezzerebbe molto.
“Lo sapevo che non mi sarei dovuto addormentare! E tanto meno mi sarei dovuto fidare di uno sporco nano traditore!”
Come forse si sarà potuto immaginare, Gimli aveva tagliato i capelli a Legolas. Aragorn osservò tutta la tragedia consumarsi, con l'aria di chi oramai le ha viste tutte, pensando: “O Gimli ekopse triches to Legolasi... povero caro.”
E non sapeva nemmeno lui a chi era rivolto il “povero caro”.
In quel momento una compagnia di cavalieri rientrava a Rohan per annunciare al loro re che – tragedia umiliante e vergognosa – avevano perso due cavalli.
“Ma sì, fa niente: erano quelli che perdevano sempre alle corse. E tu che ti ostinavi sempre a puntare sul numero 7, eh Theoden? Theoden bello, ehi, stai bene? Mi sembri un po' pallido...”

 

 

Buongiorno a tutti! [si nascondono dietro un muro per evitare le mazze chiodate] Siamo in ritardo spaventoso, ma in questi ultimi tempi la scuola e altri impegni vari ci hanno tenute impegnate davvero tanto. Comunque, ora siamo qui e probabilmente riprenderemo ad aggiornare con regolarità, visto l'arrivo delle vacanze (yeppiii!).
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia fatto sorridere, come al solito.
Grazie a chi continua ancora, nonostante i nostri ritardi, a seguirci ;)
Chiara e Nina

   
 
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