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Autore: Aven90    10/06/2015    1 recensioni
Ricordate Christian Jackson e le sue vicissitudini nel cercare il serial killer delle Pillole? perfetto, questa storia è ambientata tre anni dopo e lo vede ancora una volta al centro della scena! Quando ormai tutto sembrava finito, ecco che si ricomincia a danzare sul filo di un nuovo assassino seriale.
Genere: Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“E quando vieni?” chiese Kate, un’archeologa di origini inglesi, al suo nuovo fidanzato. Aveva quell’abitudine di cambiarli spesso.

E il fidanzato rispose “Sto trovando un po’ di traffico tesoro, lo sai che qua all’incrocio ognuno fa ‘nzoccu bùale” (= ciò che desidera)

E in effetti Christopher, soprattutto di sabato, era solito aspettare in coda nella famigerata Via Alessandro Volta, l’inventore della pila e lo scopritore del metano.

Comunque, la via Volta era composta da due semafori: uno serviva per bloccare le persone all’incrocio con la via Edison, una traversina dai lampioni fulminati, e il secondo semaforo serviva invece per gestire il traffico con la tangenziale. La tangenziale ad ogni modo non la prendeva mai nessuno e a Musgans eri considerato un perdente.

Però a Christopher serviva prenderla per andare a casa sua, dove conviveva con Kate, che nel frattempo stava preparando la cena, pensando a come e quando avrebbe fatto a Cristopher tutto quello che serviva.

Era lì, nella cucina bianca, a preparare qualcosa in padella che non mi interessa altrimenti mi viene fame, e canticchiava una canzone stonata. Era stonata la canzone, mica lei!

Ma non sapeva, o meglio lo sapeva, ma non le importava, che la cucina dava a un enorme terrazzo con la finestra aperta. E dalla finestra aperta vi si poteva vedere una palazzina di fronte, dove un’ombra stava preparando un fucile di precisione.

Non sappiamo come sia potuto entrare con tutta quella ferraglia ed evitare le domande scassa balle dei condòmini, e al momento la cosa non ha importanza. Tutto ciò che serve sapere è che il serial killer stava proprio puntando su Kate. La stessa Kate che stava cucinando e che ripensava spesso all’avventura avuta tre anni prima in Messico. (Heart Of the Rainbow per maggiori informazioni)

Uno, due, tre colpi risuonarono proprio mentre il campanile della cattedrale rintoccava sei volte, segno delle sei pomeridiane. Dopo aver fatto quello, il serial killer a forma di ombra (che NON è lo stesso di detective Conan, ma un parente) creò una fune e si lasciò calare nella suddetta cucina, ormai sporca di sangue e fiammeggiante.

Il tutto solo per scrivere 24/7 sul pavimento. Quel gioco al killer eccitava, ed era curioso di vedere dove sarebbero potuti arrivare quei maledetti incapaci di Whiskers e l’Ispettore Anthony senza essere disturbati dal Capo Inetto, Lampard. Ciò che gli dispiacque fu precisamente il fatto di non poter vedere la faccia atterrita di Christopher non appena vide la donna che amava col cranio spappolato.

///

“Questo gioco al massacro deve finire. In tre giorni, tre omicidi, tutti riconducibili a ciò che la polizia chiama il killer dei numeri. Come spero tutti sappiate, infatti il colpevole lascia sempre e solo, oltre a vistose macchie di sangue e in questo caso il nero bruciato, il simbolo ventiquattro barrato sette. Chissà cosa significa! Andiamo a chiederlo al Commissario Thomas Whiskers, il quale è noto per essere stato indagato di abuso d’ufficio, per poi far finire quel caso in una bolla di sapone.”

“Ci stiamo applicando al caso… ho già un super pool di agenti che lavorano ventiquattro ore al giorno. Tutti i giorni! Cose che non si sono mai viste a Musgans, e il colpevole ben presto finirà nelle mani della giustizia”

Queste le parole del capo della polizia, ma fonti interne al commissariato riferiscono che Whiskers e l’Ispettore Sanderson hanno tresche con le agenti donne. Quando finirà questa dittatura da uomo orco? Qui è tutto, a voi la…”

Christian spense il televisore. Era vero: Whiskers e Anthony palpeggiavano spesso e volentieri i sederi ben delineati dalle gonne attillate, ma dire addirittura che non sapevano che pesci pigliare gli era sembrato un’esagerazione. Inoltre, avevano un nuovo indizio sul colpevole: era un ottimo tiratore e possedeva un fucile di precisione.

Il fatto era che erano state vendute centoquaranticinque Magnum 44, ma l’assassino adesso viene e dichiara di possedere un fucile di precisione, e ne erano stati venduti appena tre.

Uno di quei tre era sicuramente del colpevole, ma ciò non era bastato a placare l'ira del Questore Lampard, venuto in sede addirittura col figlio, il ventiquattrenne… boh. Chi se lo ricordava.

“Allora! Che sono queste cose?”

Christian vide per la prima volta il volto di Lampard, e si stupì che fosse privo di tagli e di cicatrici. Poi ricordò che lo aveva visto solo nella foto che Whiskers usava per giocare a freccette.

Il naso aquilino c’era, così come anche i capelli a punta e ingrigiti ai lati. Un lungo cappotto nero lo copriva dal freddo ottobrino. E il… “figlio”, era uguale. Solo il cappotto era diverso, il figlio lo aveva grigio.
“Questore Lampard” disse Whiskers, mettendo davanti una scatola di biscotti. “Le assicuro che…”

“ ’Sta minchia, Whiskers! Le tolgo il caso!”

Il figlio ridacchiò, mentre in tutta la sala scese un gelo raccapricciante.

“Ma no, ma no, le spiego” disse Whiskers, sudando freddo e nascondendo molti fogli che usava lui per disegnare al posto dei rapporti sul caso “il fatto è che abbiamo nuove…”

“E il colpevole, ce l’avete? No… non l’avrete mai, mai, mai… soprattutto perché sparirà fra quattro giorni” sibilò il… figlio.

“Bravo… figlio” aveva detto il Questore, nominandolo ma Christian nel suo flashback aveva rimosso del tutto il nome. “Sarà l’Ispettore Sanderson ad occuparsi di questo caso, lei si ritenga esonerato” e detto quello, se ne andò di nuovo ad affrontare il solito acquazzone dei momenti critici.

Whiskers guardò Anthony. Anthony guardò Whiskers. Entrambi sollevarono le sopracciglia, come se si stessero comunicando qualcosa di incomprensibile, e in effetti solo Brad e Hilary furono rapiti da quella comunicazione, anzi c’era da dire che Hilary già li stava “shippando”, che era un termine che Christian non aveva mai sentito. Ma io sì, quindi lo scrivo.

Ad ogni modo, adesso che il caso era stato affidato a Anthony, l’Ispettore si sentì passato di grado.

“Ispettore superiore sostituto commissario Anthony Sanderson” aveva detto tutto d’un fiato, fumando un sigaro cubano che aveva comprato a… Cuba. Era stato a Cuba.

Non ALLA Cuba, proprio a Cuba, quello stato con capitale L’Avana.

Ad ogni modo, stava proprio fumando in servizio e in un locale pubblico e davanti a sé, seduto sulla scrivania di Whiskers, aveva Christian, Lucinda, Mary, Brad e Hilary.

Thomas invece era chiuso in se stesso e giocava a zero per (sarebbe il gioco del tris) da solo.

“Dunque! Dopo che mi sono presentato, passiamo a passare in rassegna tutti gli elementi del caso. Ci sono molte famiglie distrutte, molti compagni di vita disperati, e tutti chiedono giustizia. La prima vittima è stata colpita con una mazza da baseball, la seconda vittima è stata uccisa con sei colpi di 44 Magnum e la terza è stata sventrata col fucile di precisione. Stando ai risultati della scientifica, il fucile di precisione è un Barrett M82, probabilmente usato col treppiede. Chi di voi sa cosa sia un treppiede?”

Nessuno rispose.

“Molto male. Whiskers lo sa?”

“È un alieno che ha tre piedi” rispose seccato, molto seccato.

“Eh, ma così fai passare il prio” (= piacere) disse Anthony. “Comunque, la risposta è esatta. Dobbiamo considerare che sono state vendute nell’ultimo anno tre Barrett M82 a dei civili, quindi, a meno che non sia un poliziotto, abbiamo tre indagati. Dobbiamo capire innanzitutto chi ha sia la licenza per possedere il fucile, sia il fucile. Se non ce l’ha… peggio per lui. Dobbiamo interrogare tutti i condòmini del palazzo in cui è stato sparato il colpo mortale che ha ucciso la morta, Kate… qualcosa”

“Monopalla, vacci tu” disse poi Anthony dopo una pausa, rivolto ovviamente a Christian.

Christian portò seco Lucinda e andarono a interrogare tutti i condòmini del palazzo a sette piani, sperando che qualcuno il giorno prima avesse visto qualcosa. Inoltre, era impossibile non notare che la funivia con la quale si presumeva il killer fosse penetrato nella cucina di Kate era ancora attaccata.

 “Ok, Lucinda, allora. Tu visiterai i signori degli appartamenti di destra, io di quelli a sinis…”

“No, amore”

“Cosa, no?”

“Voglio stare con te tutto il tempo”

“Certo. Però se ci dividessimo i compiti finiremmo prima e poi andremmo a casa prima e ti sfonderei prima”

“Ooooh, quando mi dici che mi sfondi mi eccita!”

Con un vago senso di stranezza nel ricordare di quando indagava con Robert e quindi della totale assenza di quei dialoghi, cominciarono dal pianterreno.

La prima era una vecchia anziana che aveva vissuto la sua vita traslocando spesso.

“Sì, sono sei mesi che sto qui e non si era mai sentito niente del genere” disse a un incredulo Christian, nauseato dal forte odore di gatto. “Voiddire, una si fa a pennichella in pace e sente sti bùatta? (= codesti botti?) Ma unni sìemu? O cainnevale?” (= ma in quale loco ci troviamo? In una situazione carnevalesca?)

“Sì, ma lei ha visto qualcosa?” chiese Christian, ridestatosi dopo un’ora e mezza di chiacchiere inutili sulla storia della vita di Marlene De Vitis, novantatre anni ed “la guerra” sulle spalle.

“No, un ci sìanti? Stava ruimmiennu” (= No, non ascolti dunque? Stavo riposando)

“Oh. Ok. La ringrazio”

Secondo piano.

“Sì, in effetti ho sentito qualcuno che stava salendo le scale, ma siccome io ho preso l’ascensore non mi sono accorto di cosa potesse avere in mano”

“Potrebbero sembrare dei treppiedi, visti da lontano?”

“No, perché siccome ho preso l’ascensore non ho visto nulla di nulla”

“Sì, in effetti mi sembra plausibile. Bene, la ringrazio”

Terzo piano.

“Beh, io ho preso le scale perché odio gli ascensori occupati… ricordo che sbattei contro un tizio vestito di un cappotto grigio”

“Interessante quanto il suo attaccapanni, mister. Tutti uguali, voi testimoni! Perdete tempo in indizi inutili! IL VOLTO vogliamo sapere… camurrìa!” (= che fastidio)

“Eh, il volto unnu sacciu… (= non lo so) non me lo ricordo”

Christian sospirò. In ogni caso, aveva un indizio in più, ossia il cappotto grigio. Pregando che Lucinda stesse avendo maggiore fortuna, si congedò da quel tipo strano e salì ancora di un piano, utilizzando le scale. Sia mai che l’assassino avesse dimenticato qualcosa? Anche una monetina da cinque centesimi sarebbe andata bene, a quel punto!

Quarto piano.

La casa che toccava a lui nel quarto piano puzzava di fritto, ma quello perché il signore che viveva da solo (Christian non si chiese perché tutti i condomini vivessero da soli) aveva il vezzo di farsi come merenda un bel panino con le panelle e le crocché. (= le panelle sono sfoglie di pasta di ceci molto sottili, usate dunque anche come aggettivo qualificativo. Le crocché invece, checché ne dica Word, esistono e sono cibi simili a un cilindro, fatte invece con le patate)

“Uuuuh, ma che pititto (= fame)” commentò Christian. “Sa per caso se ha visto qualcosa di interessante in questi giorni, nel suo palazzo?”

Il mister fece spallucce e continuò a masticare davanti a un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e proprio durante quello che dovrebbe essere un interrogatorio che potenzialmente avrebbe potuto aggravare la fedina del soggetto stesso.

Dopo diversi minuti di quella pantomima, Christian realizzò che in fin dei conti quell’uomo, se non stava dicendo niente, forse era perché non aveva proprio niente da dire, pertanto sospirò e senza neanche salutare si diresse da solo verso l’uscita.

“Non c’è più rispetto per le forze dell’ordine… però poi sono i primi a lamentarsi se gli rubano la bicicletta” si disse.

Quinto piano.

I piani, come detto, erano sette, e il sospetto che neanche Lucinda stesse trovando nulla di interessante si intensificò non poco, anzi molto.

Il quinto piano non era dei più accessibili, visto che già al di fuori della porta si sentivano urla e rumori metallici.

“SEI UNO STRONZO!” “Tu sei stronza!”, e via così. Insomma, due che litigavano. Christian ebbe il buon senso di non bussare, anche se in effetti avrebbe dovuto, e salì al sesto piano.

Sesto piano. Lì avrebbero dovuto vedere qualcosa.

“Sì, in effetti sì” rispose il bambino che in effetti sapeva qualcosa, tipo le tabelline. I suoi genitori invece avevano risposto che non avevano visto nulla.

“DAVVERO COSA?” urlò Christian scrollando le spalle del povero picciriddu.

“Ho visto uno che lanciava un filo per attaccarsi al nostro palazzo, ma non ho detto niente perché mi sembrava che era un tecnico”

Christian seppe che quell’informazione era fondamentale. Allora al settimo piano, la casa della vittima, avrebbero dovuto vedere qualcosa, i vicini della vittima.

Ma Lucinda tornò a mani vuote dalla sua indagine.

“Mi dispiace… nessuno sa niente, a parte un tizio che si aggirava furtivo con un treppiede vestito col cappotto grigio”

“Anche io ho un cappotto grigio” rispose Christian, anche se in quel momento era marrone scuro, il suo cappotto, quindi si riferiva ovviamente al tizio che si aggirava furtivo.

“Quindi… abbiamo detto che ha comprato una mazza da baseball, è un buon tiratore e ha pure un cappotto grigio, oltre ovviamente al fucile di precisione” ricapitolò dunque l’Ispettore Anthony, che adesso aveva lui le mani sul caso, e le mani anche su Mary. Le mani ovunque, insomma. “E dopo aver saputo tutte queste cose, ancora non siamo riusciti a prenderlo? Ma che minchia siamo?”

“Io direi di pedinare chi possiede i fucili di precisione” buttò lì Brad.

Tutti lo guardarono come se un alieno pazzo fosse penetrato dal soffitto.

   
 
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