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Autore: Alex e Finger    14/06/2015    0 recensioni
— Non mi sono mai sentito così poco Mentore come vicino a lui. —
— Diceva che sei così disposto ad imparare. Diceva che gli ricordavi Ishak, in qualcosa, anche se siete profondamente diversi. —
Lo sguardo di Ezio scivolò verso il tumulo e si velò per un attimo, mentre percepiva gli occhi di lei fissi sul suo viso.
— Perché mi cercavi? —
Ràhel si prese un attimo prima di rispondere, come se stesse raccogliendo le forze.
— Perché lo amavo. E perché sento che in questo breve tempo, anche tu lo hai amato. Vorrei parlarti di lui. —
Genere: Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Sofia Sartor, Yusuf Tazim
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Note finali

 

Sapevo da tempo che quando sarei arrivata alla fine di questa avventura mi sarebbe mancata.

Dal primo messaggio, qui su efp, che ha siglato l’inizio di questa collaborazione, sono passati più di tre anni, era il 7 dicembre 2011 e ancora penso a quando la mia coautrice sosteneva che avremmo potuto cavarcela in pochi mesi!!

Scrivere questa storia mi ha dato una grande soddisfazione, un piacere e un entusiasmo che da tempo non provavo e mi ha fatto ricordare quando da ragazzina scrivevo con una mia amica, ci scambiavamo un malconcio quaderno nei giardinetti sotto casa e nel segreto delle rispettive camerette, componevamo un capitolo a testa. Oggi, dopo parecchi anni, non posso far altro che ammettere che il ruolo della scrittrice solitaria non mi si addice per niente. Per una come me, che ha la tendenza a disperdersi e lasciar sgonfiare le idee, la condivisione e il confronto con qualcuno che condivide la mia stessa passione, sono uno sprone importante, basilare. Attendere i nuovi contributi, inviare i propri, aspettare i commenti, correggere, aggiustare, ricomporre (quest’ultimo aspetto ci ha dato non poco filo da torcere, visto che abbiamo scritto in modo quasi del tutto anarchico, supportate solo da una scarna linea temporale in continua evoluzione, della quale peraltro non abbiamo mai seguito la cronologia) è stato esaltante e faticoso.

Un lavoro così lungo non può che lasciare un segno.

La rete è uno strano luogo, dispersivo, pieno di insidie e superficialità, ma anche democratico, colorato e vario, colmo di occasioni in cui confrontarsi con se stessi e con gli altri, in cui può succedere di costruire rapporti di valore. Alex e Finger non sono rimaste solo righe di chat sullo schermo di un pc, email scambiate e attese, lunghi sms, ma si sono abbracciate fisicamente, hanno condiviso trionfi e fallimenti,  si sono confessate momenti difficili sedute una di fronte all’altra su un bel divano comodo, corso per le strade di Lucca in mezzo alla folla… insomma, sono diventate amiche. E mi sento di dare a questa abusata parola il significato reale e all’antica che sa di poter tener testa ai chilometri e agli anni (molti) che ci separano. A Irene/Finger/cartacciabianca va il mio primo ringraziamento. Era sua la prima recensione su efp alla mia one-shot “Questo sono io” e da allora, molta acqua è passata sotto i ponti.

Alcune precisazioni sono d’obbligo. Una parte molto importante e impegnativa nel comporre una storia come questa è stata senz’altro la ricerca. Ci siamo addentrate non senza fatica nella storia ottomana, nella struttura del sultanato, nella prima guerra turco-veneziana (quella che l’Occidente ha così platealmente perduto e di cui forse proprio per questo è così difficile trovare notizie dettagliate), nei meandri delle successioni in Valacchia e nella wiki di Assassin’s Creed. Ai puristi della cultura videoludica non saranno di certo sfuggiti alcuni strattoni da noi dati alla trama, come l’anno in cui Yusuf assurge al rango di Gran Maestro o la persona del suo successore. Noi vogliamo pensare a queste incongruenze come a necessarie licenze poetiche e speriamo che i suddetti puristi possano fare altrettanto. I due ostacoli più ardui da superare sono stati l’Alleanza di Ishak con il Sultanato, un vero paradosso di cui si sa dell’esistenza senza conoscerne alcun dettaglio e il collegamento tra Dönek e Shakulu. Speriamo di aver reso entrambi i fatti sufficientemente plausibili.

Infine, un grazie va a tutti i lettori, da quelli timidi e muti a quelli che hanno speso parole.

 

Alex

 

 

 

“There are no happy endings.
Endings are the saddest part,
So just give me a happy middle
And a very happy start.”

 

Non sono mai stata brava a fare bei discorsi e speravo di potermela cavare citando questi versi di Sheldon Alan Silverstein perché ultimamente non riesco neppure ad esprimermi decentemente, ma stavolta credo proprio di doverci almeno provare.

Non mi era mai successo di portare avanti così a lungo un progetto a quattro mani. Questa convivenza per nulla forzata mi ha cresciuta moltissimo, stilisticamente, certo, ma anche umanamente! Il sostegno reciproco nei momenti poco ispirati, le vittorie e le sconfitte in battaglia, il dolore per la morte di un personaggio e la gioia per la nascita di un altro, la bellezza di un tramonto, l'emozione di una parola messa al posto giusto… Condividere tutto questo con qualcuno è stato bellissimo. Senza contare l'emozione di trovarsi una di fronte all'altra, in carne e ossa, un'estate, così, quasi per gioco. Due pazze fanno un pazzo al quadrato, e diffidate di chi dice il contrario.

Credo di parlare per entrambe: avere finalmente una visione d'insieme di quello che abbiamo creato praticamente dal nulla ci rende non poco orgogliose. Dopotutto ci sono tre tipi di fan fiction: quelle inventate al 100%, quelle al 50% e quelle al 10%. Rispettare la storia del videogioco, la vera storia e la storia nella nostra testa è stato tre volte difficile. Avremmo potuto ricalcare gli eventi del gioco e capovolgerli dal punto di vista di Yusuf; oppure avremmo potuto ignorare bellamente luoghi e momenti cruciali del gioco o della storia reale per regalarvi un quadretto allegro. Avremmo potuto, ma non lo abbiamo fatto. Un po' per mancanza d'esperienza, diciamolo, perché non ho idea di come avremmo potuto scrivere più di 50 capitoli se non riempiendo la narrazione di personaggi complessi, alleanze e sotterfugi, ambienti ricchi ed eventi… particolari. Tutto questo grande sfoggio di modestia è per dire che se non ci fossimo fatte un esek così, probabilmente non ci saremmo divertite tanto. L'autolesionismo dev'essere nella nostra natura.

La fine di questa fan fiction e del meticoloso lavoro che c'è dietro di essa rappresenta un grosso cambiamento. Per quanto mi riguarda, la consapevolezza che da oggi la cartella de La neve e la sabbia resterà sigillata mi trasmette qualcosa di immensamente triste e perciò immensamente sublime: sul serio, mi viene voglia di piangere. In realtà, c'è da confessarlo, la vera e propria parola "fine" era già stata scritta da un po' e in queste ultime settimane (tranne per qualche capitolo demolito e ricostruito completamente… o demolito… o costruito e demolito di nuovo… o costruito e basta) il nostro lavoro è stato per la maggior parte lavoro di revisione. Eppure, è solamente adesso che la nave prende davvero il largo, e dalla banchina di Galata Amir, Ràhel, Serdar, Latif e ovviamente Yusuf insieme a tanti altri salutano verso di noi…

Sembrava facile.

Scrivere la biografia di un uomo che sapevamo già dove, come e perché sarebbe morto.

Sembrava facile perché sembrava anche il tributo più giusto che gli si potesse fare.

Sembrava, appunto.

In realtà la parte più bella è stata proprio questa: andare indietro nel tempo e accorgersi di aver fatto di quella di Yusuf una vita felice, nonostante la tragedia con cui si sarebbe conclusa. Ràhel non l'avevamo pensata così, all'inizio, anzi, non l'avevamo pensata affatto, come neanche Amir. Tutti i personaggi originali incastonati in questa storia sono emersi da soli come pietre preziose passate al setaccio, e anche Yusuf, il nostro Yusuf, è venuto su allo stesso modo. Spontaneo e sorridente, come ci piace ricordarlo.

Il mio unico rimpianto è di non essere riuscita a incanalare come avrei voluto l'ispirazione ballerina di questi ultimi tempi, per regalare alla fan fiction qualche dignitosa nuova illustrazione. La più recente risale a quasi due anni fa, pensate, mentre la maggior parte dei disegni pubblicati su DeviantArt hanno visto la luce in concomitanza ai primi mesi di vita della storia in un ormai lontano 2012.

Non me la sento di aggiungere altro. Tutto ciò che andava detto non l'ho elencato qui perché l'ha già detto Michela e non sarebbe costruttivo per nessuno sentirmi fare il pappagallo, ma credo che un grazie a chiunque ci abbia seguite fin qui, anche solo per curiosità, sia d'obbligo.

 

Grazie di cuore! :)

 

Finger

  
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