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Autore: Banana_chan    17/06/2015    0 recensioni
Xolana è una ragazzina di 17 anni che frequenta la quarta superiore, dal carattere forte e chiuso,
perseguitata dal fantasma di un terribile passato che tornerà a tormentarla. Come ogni altra ragazza della sua età ha problemi d'amore e in famiglia, che aumenteranno col passare del tempo, ma grazie all'amore della madre, agli amici e in particolare le sue due migliori amiche, Shila e Reiya, riuscirà a superare le dure prove che il destino le farà incontrare e forse anche a trovare l'amore.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era una giornata d’inverno come le altre. Fuori era ancora buio nonostante fossero le 6:40 del mattino. In quella stanza buia, dove l’unica cosa che risplendeva era la luce della fiamma della stufa, la giovane studentessa diciassettenne Xolana era pronta per affrontare un’altra giornata di scuola. Xolana era una ragazza dai capelli medio-lunghi lisci sopra, ma che si concludevano con dei boccoli di color biondo miele, e grandi occhi color nocciola. Era un tipetto che sapeva il fatto suo, non aveva paura di dire o fare ciò che credeva fosse giusto, non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno, e dava rispetto a chiunque che glie ne avesse dato. Scese con poca voglia dal suo letto, abbandonando le calde e soffici coperte che fino a qualche minuto fa la stavano avvolgendo dolcemente, ma nonostante questo andò al bagno dove iniziò a prepararsi. Cercò di sistemare quei capelli ribelli con phono e spazzola, ma non era molto brava come la madre, e il tempo, stranamente, era volato, senza accorgersene, in maniera impressionante. Messi gli stivali, il cappotto e zaino in spalla uscì dalla porta principale per avviarsi alla fermata del pullman che l’avrebbe gentilmente “scortata” a scuola. Preso posto a sedere, occupò il sediolino accanto a lei per Lasita, una ragazza più piccola di lei di ben 2 anni. Lasita aveva lunghi e lisci capelli, che Xolana invidiava tanto, castano chiaro, dei quali si divertiva a cambiare il colore delle punte in colori diversi, occhi azzurri e un caratterino deciso quanto quello di Xolana. Entrambe andavano abbastanza d’accordo, forse dato dal fatto che venivano dalla stessa Regione, oppure perché entrambe erano delle frane a scuola, ma nonostante questo si confidavano quasi tutto. Infatti Lasita sapeva benissimo che due fermate dopo la sua, sarebbe salito l’unico ragazzo che riusciva a provocare il contorcimento di stomaco di Xolana. E infatti, arrivati alla sua fermata, lui era lì, bello come sempre, con quell'adorabile cappellino dove penzolavano delle treccine con i pon-pon finali, con i quali Xolana avrebbe tanto voluto giocarci e solleticare il naso perfetto di quell'altrettanto perfetto ragazzo. Frequentava il quinto anno della sua stessa scuola, e il suo nome era Axel Black:
“bello e intelligente”, si ripeteva sempre. Quella era l’unica parte della mattinata che Xolana preferiva: arrivare alla fermata del pullman di Axel, perché sapeva benissimo ciò cosa sarebbe significato. E infatti, come le mattine precedenti, ogni qual volta Axel saliva sul mezzo, era voltato sempre verso di lei, puntando quei penetranti occhi grigi sulla giovane, che a quella vista non riusciva a non arrossire di colpo. Anche lei ricambiava “l’occhiata”, ma a differenza di lui dopo nemmeno quattro secondi abbassava subito lo sguardo. Era l’unico ragazzo, anzi, l’unica persona che la metteva in soggezione, la intimidiva, la faceva sentire, per la prima volta, piccola e impotente.
 “Lasita… ho qualcosa in faccia? Sono spettinata?”, chiedeva puntualmente all’ormai esasperata, ma divertita compagna di viaggio:
“No Xolana, stai bene tranquilla!”, era la solita risposta della giovane, ma Xolana non riusciva a smettere di toccarsi ogni volta i capelli, o di osservarsi allo specchio nel caso in cui il suo trucco fosse colato, o fosse sporca di qualcosa. Ma puntualmente risultava “perfetta”, niente era fuori posto, trucco integro, capelli, all’incirca, lisci e fluenti, denti bianchi immacolati, naso pulito… ma allora, perché Axel la guardava sempre? Perché ogni volta che avevano l’occasione di vedersi lui le puntava quei bellissimi e imperscrutabili occhi grigi addosso? Tutte quelle domande rendevano Xolana curiosa, ma allo stesso tempo preoccupata di ciò che lui avrebbe potuto pensare di lei.
“Uffa, vorrei tanto sapere cosa pensa ogni volta che mi guarda”,
“Cosa ne pensi di… chiederglielo direttamente?”, ripeteva ogni volta Lasita, sia per incoraggiarla e sia per far smettere quel “tormentone”.
“MA SEI PAZZA? DOVREI POI CAMBIARE REGIONE, PAESE, STATO… ANZI, PIANETA!!!”, al contrario, questa era la solita risposta di Xolana. Non riusciva a capire com’era possibile che solo lui le metteva così tanta “paura”, ma paura di parlare, di dire quello che pensava senza tanti scrupoli, eppure con persone più grandi e più autorevoli non aveva problemi ad aprire quella bocca e avvelenarli tutti con la sua lingua biforcuta, ma con Axel era completamente diverso. Un’altra cosa che tanto amava della mattina era andare a prendere il suo Tè preferito al bar vicino alla scuola, ma non era il tè l’unico motivo, lei sapeva benissimo che anche Axel andava li per prendere la sua cioccolata calda con la sua brioche alla crema. Simo, giovane ragazzo di 23 anni, alto, capelli marroni e occhi del medesimo colore, era il  barista della caffetteria nonché amico di Xolana, sapeva che alla giovane piaceva Axel, e quindi per cercare di “aiutarla” metteva le loro ordinazioni vicine, in modo tale che Xolana potesse stare vicina ad Axel. Questo le provocava piacere e fastidio allo stesso tempo, perché combinava sempre qualche guaio, causato dalla grande vicinanza con il ragazzo, facendole fare cose stupide e imbarazzanti. Ma anche in quelle circostanze il ragazzo la fissava intensamente, senza proferire parola, ma solo un lieve sorrisino accompagnato da un sopracciglio sollevato, cosa che faceva venire i brividi lungo la schiena di lei. Finito di bere il suo tè, si avviava a scuola, dove come ogni mattina, l’aspettava la classica noia.
“Uffa…. Ma quando suona la campanella? Non ce la faccio più”
 “Ehy Xolana, vai a prendere i panini?
“Cosa? Perché io?”
“Dai, per favore”
“Uff, e va bene”
, come al solito Marika si scocciava di andare a prendere i panini, quindi toccava a Xolana, non che la cosa le dispiacesse, però era intenta a giocare al telefono. Scese le scale e arrivata al piano terra, s’incammina verso l’uomo che tutti chiamavano Il Paninaro. Xolana scambiava sempre delle chiacchiere con lui, era simpatico e anche molto gentile.
“Bene, solo questi?”
“Già. Grazie”
, ma proprio in quell’istante sente da dietro una voce a lei familiare. Il cuore le arrivò dritto in gola, e iniziava a sentire un terribile caldo addosso. Proprio come un robot si girò lentamente a scatti e si ritrovò Axel Black proprio dietro che la stava guardando. In quel momento arrivò Marika e quello che fece rese Xolana ancora più nervosa.
“Ciao Axel, come va? Dammi un bacino”Che cosa? Marika conosce Axel? E gli ha pure chiesto di dargli un bacino? E lui…lui lo  ha fatto??, pensò la ragazza restando a bocca aperta. Improvvisamente si sentì cadere il mondo addosso, sentì l’eruzione di un vulcano, la forza devastante di un maremoto, l’esplosione di plutone, e tanti altri fenomeni sovrannaturali provocati dal suo stupore, cosa che durò non più di tre minuti perché Marika riportò la sua attenzione su di sé:
“Ma allora Xolana, quanto ci vuole? Andiamo dai”, troppo intontita e incantata per rispondere a tono, fu sorpresa da un’altra voce, sempre familiare, ma inaspettata:
“Marika calma eh. Lasciala stare.” Xolana non poté credere alle sue orecchie, Axel aveva preso le sue difese!? Le sue guance si tinsero di un rosso intenso, accompagnato da del fumo, immaginario, che usciva dalle sue orecchie. Rimase con la bocca aperta senza far uscire alcuna parola, anzi, divenne paonazza, cosa che lui notò chinando la testa lievemente di lato, per poi avvicinarsi al paninaro e fare le sue ordinazioni. La giovane, ripresasi, ringraziò l’uomo e andò via, girandosi lievemente e notando che il ragazzo, dopo aver preso la busta con i panini, si girò a fissarla. 









Angolo Autrice: 
Salve a tutti, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Allora, dunque...che dire? Beh, partiamo con le presentazioni no? Quindi: Ciao a tutti, io sono Jlenia, ho 17 anni e frequento la quarta superiore. Sono un tipetto che sa il fatto suo, e non mi lascio mettere i piedi in testa da nessuno. Mmm... scommetto che avete appena avuto un dejavù giusto? Ebbene si, Xolana sono io, infatti, questa altro non è che la mia utobigrafia. 

Ho deciso di pubblicarla sotto consiglio delle mie carissime amiche che incontreremo più avanti. Non mancheranno i colpi di scena e lo "shock" diciamo così, ci saranno momenti difficili, tristi, ma anche felici e divertenti. Ogni cosa che verrà narrata è tutta originale, nulla di tutto ciò (apparte i nomi) è stato inventato. Pubblicherò la mia vita, com'è stata, com'è e come sarà. Occhei, meglio che la smetta altrimenti non la finisco più. Non fatevi scrupoli a criticare e a darmi i vostri pareri/giudizi, mi stanno più che bene. Grazie di aver letto la mia storia, spero di rivedervi, alla prossima. ^^


 
   
 
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