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Autore: Banana_chan    23/06/2015    0 recensioni
Xolana è una ragazzina di 17 anni che frequenta la quarta superiore, dal carattere forte e chiuso,
perseguitata dal fantasma di un terribile passato che tornerà a tormentarla. Come ogni altra ragazza della sua età ha problemi d'amore e in famiglia, che aumenteranno col passare del tempo, ma grazie all'amore della madre, agli amici e in particolare le sue due migliori amiche, Shila e Reiya, riuscirà a superare le dure prove che il destino le farà incontrare e forse anche a trovare l'amore.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La maggior parte dell’intervallo lo passava in classe, a giocare al telefono, leggendo, o messaggiando con le sue due migliori amiche: Reiya e Shila. Reiya era una bella ragazza molto minuta, con capelli color castagna, occhi verdi e portava un paio di occhiali. Frequentava lo stesso anno di Xolana, ma in una scuola diversa. Entrambe andavano molto d’accordo, si divertivano a parlare, prendersi in giro, scherzare, d’altronde erano “ugualmente diverse”. Shila, invece , era una dolce ragazza, sempre col sorriso sulle labbra, cosa che la rendeva ancora più bella e raggiante di quanto non fosse, dai capelli color oro e occhi blu intenso. Viveva lontano dalle altre due ragazze, ma nonostante quello andavano molto d’accordo. Anche lei frequentava il quarto anno di un’altra scuola, e come con Reiya, aveva molte cose in comune con Xolana. Entrambe sapevano di Axel, e cercavano tutte e due di dare una mano all’amica disperata, chi in modo comprensivo e dolce, chi in modo leggermente brusco e provocatorio.
“Avanti, non preoccuparti. Tu prova a parlargli. Un ciao non ha mai ucciso nessuno”, diceva dolcemente Shila;
“Che palle, ma che ci vuole, parlaci. Mostra un po’ i coglioni su!”, suggeriva in maniera tutt’altro che dolce Reiya, cosa che faceva venir i nervi a fior di pelle a Xolana.
“E se non mi rispondesse? Se poi mi prendesse in giro?”, nonostante i consigli delle amiche, Xolana non sapeva che pesci prendere, era terrorizzata da ciò che sarebbe potuto accadere dopo il suo fantomatico “ciao”, eppure, con altri ragazzi che non conosceva era arrivata addirittura a spaccargli i setto nasale, ma allora perché dire quelle semplici cinque lettere sembrava l’impresa più difficile del mondo? Finita anche quella noiosa giornata di scuola, Xolana andava a prendere il pullman che l’avrebbe riportata a casa, e come ciliegina sulla torta anche il bell’Axel prendeva lo stesso pullman. Prima di scendere, però, Axel si voltò verso Xolana guardandola per poi fargli un cenno con la testa; in quel momento la mente di Xolana andò a finire chissà dove, lasciando spazio all’analfabetismo e all’imbarazzo più totale.
“Cosa? Come? Ma…ma…” e senza perdere altro tempo cacciò fuori lo specchietto guardando se avesse avuto qualcosa fuori posto, ma come al solito non c’era nulla che non andasse bene. Scesa alla sua fermata, Xolana si avviò verso casa sua dove l’attendeva la madre. Infatti Xolana viveva solo con la madre, ma sfortunatamente la donna soffriva di depressione e sbalzi d’umore. Non ricordava l’ultima volta che era uscita con lei per andarsi a prendere un gelato o anche a fare due passi, forse era piccola, magari era ancora nel passeggino quando era successo, ciò di cui era veramente sicura era che lei aveva perso entrambi i genitori. Sapeva che come ogni giorno la madre avrebbe dato di matto per chissà quale motivo, ma lei doveva resistere all’impulso di risponderle male. Soffriva, ma mai quanto lei. Non erano tanto le parole che la facevano star male, ma il fatto non poter avere un buon rapporto con la madre e sapeva che la colpa era anche la sua, anzi, specialmente la sua. Infatti Xolana, a causa di gravi episodi del suo passato divenne molto taciturna, fredda e indifferente su certe cose. Quando capitava che la madre voleva parlare con lei della scuola, delle amiche, se ci fosse qualche ragazzo, Xolana rispondeva a monosillabi in modo scocciato e freddo, se voleva abbracciarla, lei si allontanava e questo causava la rabbia della madre nonché uno dei tanti litigi. La maggior parte delle giornate le passava sul suo letto con le cuffie nelle orecchie a leggere qualche libro, in particolare romanzi, dove avrebbe tanto voluto esserne protagonista. Riusciva a immedesimarsi in quel personaggio, a farlo suo, e qualche volta ne prendeva la personalità fingendo di vivere quelle avventure che avrebbe tanto voluto avere. Non a caso era risaputo che Xolana aveva una grande immaginazione, e un’infinita fantasia. Riusciva a plasmare la realtà come meglio preferiva in modo tale da potersi rifugiare e scappare da quella terribile realtà in cui viveva. Sfortunatamente non durava mai per un lungo lasso di tempo perché doveva mettersi su quegli altri libri che lei odiava più della peste…i libri di scuola. Quel giorno, però, era talmente assorta nei sui pensieri che non riuscì a studiare nel miglior modo possibile. Nella sua mente si manifestavano degli occhi grigi, delle labbra carnose che facevano da contorno a dei denti bianchi e splendenti, eh sì, Axel era sempre con lei in qualche modo, e doveva sempre crearle scompiglio. Fosse un’entità aliena?, non sapeva spiegarsi del perché di quelle sensazioni, e del perché proprio lui. Fino a quel momento non aveva mai pensato a cotte, innamoramenti, relazioni o cose varie, ma da quando Axel entrò a far parte nella sua vita sapeva che tutte quelle cose avevano un nesso. Stufa di (non) studiare decise di andare a farsi una corsetta; indossò i pantaloni, una felpa e le sue immancabili cuffie. Decise di andare per i sentieri in mezzo ai boschi. Amava la natura, sia per la grande tranquillità che c’era, e sia per il fatto che la isolava da tutto e tutti. Non le piaceva stare molto in mezzo alle persone, preferiva stare per fatti suoi, oramai era sempre stata sola e ci aveva fatto l’abitudine. Anche avere Shila e Reiya inizialmente fu difficile per lei, non era abituata ad avere delle amiche, quindi tendeva ad essere sempre un po’ distaccata. A causa del problema della madre, Xolana dovette prendersi cura di lei, ma per sua scelta. Non riusciva a lasciarla a casa da sola, quindi preferiva rimanere con lei a farle compagnia e questo le causò l’isolamento con i suoi coetanei. D’altra parte non le importava, le persone di quel posto erano false, egoiste, bugiarde, tutte “qualità” che a lei non piacevano e preferiva tenerli a distanza. D’un tratto venne “risvegliata” dalla pioggia che iniziò a cadere senza sosta
“Cazzo! Ma proprio ora?”, infuriò al cielo che in risposta fece aumentare l’acqua. Iniziò a correre coprendosi il capo con il cappuccio e le mani, e grazie alla sua incredibile abilità scivolò per terra sbattendo violentemente le ginocchia
“Porca troia!! Ma ce l’hai con me per caso?”, chiese al cielo, il quale ribatté con un potente tuono, tanto da farla squittire di paura. Cercò di rialzarsi, ma cadde nuovamente a terra. Oltre ad essersi sbucciata le ginocchia si era storta la caviglia Di bene in meglio, pensò non nascondendo una faccia altamente scocciata.
“Ehy, stai bene?”  disse una voce dietro di lei,
“Una meraviglia grazie, non potrei star meglio di così” rispose lei sarcasticamente non nascondendo una nota di fastidio per quella domanda stupida.
“Vuoi una mano?” disse gentilmente avvicinandosi a lei,
“Mmm…no grazie. Ce la fac-“, in quell’istante le parole gli morirono in gola quando vide l’ultima persona che si sarebbe mai aspettata di vedere. Iniziò a tremare, no di freddo, ma di paura, la sua mante si annebbiò, e d’un tratto divenne tutto nero.
“Cosa ci fai tu qui?”
   
 
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