Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Ortensia_    19/06/2015    0 recensioni
[Una raccolta di one shot dedicata alle principali squadre di Kuroko no Basket e che ha come scopo quello di far sorridere~]
– Seirin; Dungeons and Dragons;
– Kaijou; Il cane della discordia;
– Shuutoku; La paura fa novanta;
– Touou; Cose di donna;
– Yousen; Vietato dare caramelle agli animali;
– Rakuzan; La bellezza & la Bestia;
[Partecipa al contest "Progetto: Ripopola Fandom – Seconda edizione" indetto da __Bad Apple__]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autore: Neu Preussen
Titolo: A False Replace that Pretends to Be Original
Personaggi: nella raccolta sono presenti Kuroko Tetsuya; Kagami Taiga; Kiyoshi Teppei; Hyuuga Junpei; Izuki Shun; Aida Riko; Kise Ryouta; Kasamatsu Yukio; Moriyama Yoshitaka; Hayakawa Mitsuhiro; Kobori Kouji; Midorima Shintarou; Takao Kazunari; Miyaji Kiyoshi; Outsubo Taisuke; Kimura Shinsuke; Aomine Daiki; Momoi Satsuki; Imayoshi Shouichi; Wakamatsu Kousuke; Sakurai Ryou; Murasakibara Atsushi; Himuro Tatsuya; Okamura Kenichi; Fukui Kensuke; Liu Wei; Akashi Seijuurou; Mayuzumi Chihiro; Mibuchi Reo; Nebuya Eikichi; Hayama Kotarou e, per una minuscola particina, Hanamiya Makoto.
Nella one shot che segue sono presenti Akashi Seijuurou; Mayuzumi Chihiro; Mibuchi Reo; Nebuya Eikichi e Hayama Kotarou.
Pair: nella raccolta sono presenti minuscoli accenni KagaKuro, ImaMomo, ImaHana, AoMomo e MayuAka.
In questa one shot sono inseriti alcuni accenni MayuAkA.
Bonus utilizzati: Mayuzumi Chihiro; Hanamiya Makoto e... non so se l'ImaMomo si possa considerare un Crack!Pair ;3;
Tipologia: rari e minuscoli accenni yaoi ed het
Generi: commedia
Avvertimenti: raccolta di one shot
Note: //
Nda: Non voglio anticipare nulla, quindi leggete e poi tornate all'nda!
Fino ad ora non avevo mai scritto di Hayama, Mibuchi e Nebuya, ma non mi hanno spaventata come i membri dello Yousen, anzi, in verità mi sono divertita parecchio!
Innanzitutto vorrei scusarmi qualora vi fosse qualche irregolarità. Mi spiego meglio: non so quasi nulla sui centri estetici e su come funziona la ceretta (visto che ricorro a modi più “spartani” ed economici), quindi mi sono fatta spiegare alcune cose da un'amica e mi sono documentata su alcuni trattamenti, ma ovviamente non posso considerarmi un'esperta ed è molto probabile che abbia sbagliato qualcosa!
L'idea è nata perché nel Kuro Fes! è stato dichiarato che Nebuya ha un debole per le ragazze sadiche, e non che Chiyo lo sia, ma agli occhi di Eikichi appare così a causa del dolore che gli provoca la ceretta: ecco spiegato il perché della sua reazione insolita!
Nelle parti in cui mi sono concentrata su Akashi e Mayuzumi, i dialoghi di Hayama, Mibuchi e Nebuya sono stati scritti in corsivo per dare l'idea dell'“ovattato”; “Pure Heart” e “Treble Clef” (che rispettivamente significano: “Cuore puro” e “Chiave di violino” sono titoli puramente inventati); nelle righe consacrate a Mayuzumi si parla spesso di “capitoli”, questo perché ho voluto in qualche modo richiamare il suo essere scrittore in “Gli occhi del Diavolo”, la AU che ho realizzato per la prima edizione di questo contest.
Ebbene, la raccolta si conclude qui! Ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno seguita in questa piccola – e delirante – avventura! >u<




La bellezza & la Bestia





Mayuzumi non capiva il motivo del perché, dopo aver passato due anni a guardarlo dall'alto in basso, quei tre avessero deciso di coinvolgerlo in una vicenda che, a dover essere sinceri, gli stava anche più stretta di quanto aveva immaginato.
Mibuchi aveva confabulato con Hayama e Akashi, poi si era avvicinato a lui e aveva cominciato a parlare della cerimonia di fine anno che si sarebbe tenuta di lì ad una settimana, – non che Mayuzumi fosse riuscito a comprendere ogni parola del suo sproloquio, talmente era assorto nei propri pensieri, ma aveva intuito che forse, dopo tanto tempo passato ad escluderlo e a reputarlo inferiore a tutti loro, avevano deciso, a pochi giorni dall'addio, di essere gentili con lui, probabilmente per il mero e vigliacco desiderio di mettersi la coscienza a posto –.
Mibuchi aveva avuto la brillante – solo Hayama aveva avuto il coraggio di definirla così – idea di farsi belli per la cerimonia di fine anno, e quindi, escludendo le resistenze di Nebuya, che aveva domandato loro se al posto di recarsi in un centro estetico non sarebbe stato meglio passare una serata alla steakhouse vicino a casa sua, erano riusciti a fissare l'ora e il luogo dell'appuntamento.
Mayuzumi aveva pensato che se fra loro c'era qualcuno che doveva farsi bello, quello era proprio lui, perché dopotutto era giunto alla sua ultima settimana al Rakuzan, quindi avrebbe dovuto dire – finalmente – addio ai suoi kouhai e, certamente, non avrebbe rimesso mai più piede in quella scuola, di conseguenza era molto probabile che non si sarebbero mai più incontrati, tuttavia era stato il primo che, una volta arrivati al centro estetico, si era sistemato su una delle sedie poste in sala d'attesa e di lì non si era più mosso, come se il busto fosse divenuto un tutt'uno con lo schienale rigido e freddo.
Aveva detto di sì perché aveva colto nello sguardo di Akashi uno sconcerto ed uno scetticismo piuttosto eloquenti, il che gli aveva fatto pensare che non doveva essere il solo a non comprendere l'esigenza di passare un intero pomeriggio chiusi in un centro estetico a farsi ricoprire la faccia di creme o chissà cos'altro.
E poi aveva detto di sì perché gli era sembrata una buona occasione per passare un po' di tempo con il nuovo Akashi, quello conosciuto subito dopo la finale della Winter Cup e con cui si sentiva decisamente più a suo agio e meno arrabbiato, ma si trattava di una ragione così ovvia e naturale che in verità, almeno inizialmente, non aveva preso neppure in considerazione l'idea che accettare quella proposta gli avrebbe permesso di trascorrere qualche ora in più con il ragazzo per cui nutriva un simile interesse.
Il nuovo Akashi, dal canto suo, sembrava apprezzare molto la compagnia silenziosa di Mayuzumi e, in particolare, era infinitamente attratto dall'idea che il suo senpai non gli fosse devoto come tutti gli altri e che quindi non gli ricordasse, ogni volta che si presentava l'occasione, che fino a poco tempo prima era stato sopraffatto dalla sete di vittoria.
Con grande sorpresa di Mayuzumi, che però se ne guardò bene dal mostrare il proprio sgomento e continuò a osservare con aria disinteressata la light novel che teneva spalancata sotto il naso, Akashi prese posto accanto a lui, rivolgendo immediatamente la propria attenzione agli altri tre.
«Ma come, Sei-chan? Non vieni con noi?»
La voce di Mibuchi fu per Mayuzumi uno stridio fastidioso, tanto che per un istante contrasse le labbra in una smorfia: era ridicolo che gli avessero chiesto di unirsi a loro, soprattutto perché lo stavano ignorando un'altra volta e nessuno sembrava dispiaciuto che lui, proprio come Akashi, avesse deciso di restarsene in sala d'attesa.
«Vi raggiungerò più tardi, se non vi dispiace.» Akashi rispose educatamente, increspando le labbra in un minuscolo sorriso cortese che Mibuchi accolse con un rapido cenno di assenso.
«Beh, allora...» Nebuya spalancò la bocca ed emise un flato roco «muoviamoci.»
«Ti pare il caso?» Reo, dal canto suo, si voltò e lo fulminò con lo sguardo «ti ricordo che siamo in un centro estetico.»
«Sì, sì.» Nebuya aggrottò leggermente la fronte e gli sventolò la mano davanti al viso, quasi a volergli intimare di stare zitto, ma ciò che ottenne in cambio fu una seconda occhiataccia da parte del vice capitano del Rakuzan.
«Allora?! Che cosa facciamo, Reo-nee?» la disputa, però, fu improvvisamente interrotta dalla voce vagamente acuta di Hayama, che, rumoreggiando, si insinuò fra i due con le labbra increspate in un grande sorriso.
Reo, che ostentava ancora un'espressione sdegnosa nei confronti di Eikichi, non degnò Kotarou neppure di uno sguardo e, avanzando qualche passo verso la porta scorrevole di vetro zigrinato che si trovava alla destra del bancone di legno chiaro, dove una giovane ragazza sorridente passava gran parte del tempo al telefono per fissare gli appuntamenti o spiegare ai nuovi clienti i trattamenti proposti dal centro, chiese loro di seguirlo con la voce vagamente arrochita per il nervoso che scaturiva in lui ogniqualvolta il centro del Rakuzan dava sfoggio della propria personalità rude.


La madre di Reo era una cliente abituale di quel centro estetico da prima che lui nascesse, quindi il vice capitano del Rakuzan si era approcciato all'ambiente già tre o quattro anni prima, quando la signora Mibuchi aveva deciso di trascinarlo con sé per avere qualcuno che le tenesse compagnia durante i trattamenti più lunghi, di conseguenza conosceva quel luogo come le sue tasche e aveva molta confidenza con i ragazzi e le ragazze che vi lavoravano. In effetti fu proprio Mibuchi a dare le direttive alle due ragazze di turno, – se non ricordava male si chiamavano Nariko e Shizuka – , che misero immediatamente a disposizione dei tre la stanza per il bagno di vapore.
«Reo-nee! Dopo facciamo i massaggi?!» al contrario di Nebuya, che non sembrava affatto a suo agio in quell'ambiente e continuava a guardarsi intorno senza fiatare, Hayama non era minimamente preoccupato e, anzi, saltellò accanto a Mibuchi finché non giunsero nella stanzetta adiacente alla sauna.
«A te serve un trattamento viso.» Reo negò con un rapido cenno del capo e Kotarou increspò le labbra in una piccola smorfia, affranto da quella notizia «credo che quello per pelli sensibili andrà bene per entrambi.»
«Entrambi?» Nebuya, impegnato a sfilarsi i pantaloni, inarcò un sopracciglio e rivolse un'occhiata interrogativa a Mibuchi, che sfiatò sommessamente e gli indicò le gambe nude con un rapido cenno della mano.
«Tu hai bisogno di una ceretta, dico davvero.»
«Cosa?» Eikichi osservò le proprie gambe, per poi rivolgergli un'occhiata repentina «ma le partite ufficiali sono finite e‒»
«Non puoi andare in giro con quelle gambe da scimmione.»
Hayama scoppiò a ridere e, tra un singhiozzo e l'altro, riuscì a pronunciarsi a favore di Mibuchi.
«Parliamoci chiaro...» Nebuya riprese, avvicinandosi un poco alla guardia tiratrice del Rakuzan «le ragazze che si occupano della ceretta come sono?»
«Sono tutte molto carine.» Mibuchi protese le labbra ed emise uno sbuffo sommesso.
Nebuya si massaggiò il mento e restò in silenzio per qualche istante, per poi chiudere gli occhi ed inspirare profondamente.
«E va bene, allora vada per la ceretta.»


Hayama aveva insistito per restare nella sauna per almeno altri dieci minuti – ignorando completamente le rimostranze, le raccomandazioni e le frasi ipotetiche sortite dalla bocca di Mibuchi in proposito –, e ciò aveva sconquassato la tabella di marcia del vice capitano del Rakuzan, che quindi si era deciso per un trattamento viso idratante, a detta sua necessario anche per Nebuya.
Dopo venti minuti di trattamento, una ragazza del personale aveva condotto Mibuchi e Nebuya in una stanzetta dall'aria sterile, adiacente all'ingresso, e li aveva pregati di attendere la propria collega.
Eikichi aveva grandi aspettative nei confronti della collega che presto li avrebbe raggiunti, perciò, non appena la maniglia scattò e si abbassò, si mise sull'attenti, rigido, con gli occhi ben aperti e le labbra schiuse, contratte in un sorriso quasi impercettibile.
Hayama, con i capelli ancora arruffati per l'umidità scaturita dal vapore, un asciugamano bianco legato in vita e due fette di cetriolo sospese poco più sopra degli occhi, trattenute dalle dita delle mani, varcò la soglia e li salutò a gran voce, deludendo, di fatto, le aspettative di Nebuya, che sbuffò nervosamente e rivolse una mesta occhiata alle pantofole bianche e ingombranti che gli avevano messo ai piedi.
«Kotarou, si può sapere cosa ci fai mezzo nudo? Dovresti metterti l'accappatoio.» Reo borbottò, ma in cuor suo fu abbastanza sollevato di vedere che la pelle dell'altro non era arrossata e che, quindi, non aveva risentito dell'esposizione prolungata al vapore, tuttavia, non appena diede un'occhiata all'orologio da parete, tornò a rivolgersi a lui con tono sprezzante.
«E poi che ci fai qui? Il trattamento viso non è certo così breve!»
«Sono scappato.» Hayama rispose seriamente, facendo ondeggiare le sottili fette di cetriolo davanti ai propri occhi.
«Come sarebbe a dire ch‒»
«Mi annoiavo!» rosicchiò una delle fette di cetriolo, ma le sue labbra si contrassero in un'immediata smorfia di disgusto «tieni, Reo-nee! A me fanno schifo!»
Mibuchi si ritrovò con una fetta di cetriolo sul palmo della mano, quindi sbuffò esasperato e la gettò immediatamente nel cestino, appena pochi istanti prima dell'ingresso di una delle ragazze che conosceva meglio e che corrispondeva al nome di Chiyo.
La ragazza si profuse in un inchino silenzioso, indirizzò un saluto educato a Reo e rivolse almeno un paio di occhiate repentine a Kotarou, probabilmente chiedendosi perché vi fosse un ragazzo coperto solo da un asciugamano in quella stanza e, soprattutto, perché la stesse fissando in quel modo, con quel sorrisetto spavaldo stampato in volto.
«I signori hanno richiesto una ceretta alle gambe, vero?»
Nebuya, che sembrava essere rimasto particolarmente colpito dalla figura minuta e dalla voce serafica di Chiyo, alzò la mano e fece un passo avanti.
«Io! Devo farla io!»
Hayama, dal canto suo, balzò sul lettino opposto a quello dove Chiyo avrebbe presumibilmente fatto accomodare il centro del Rakuzan, mentre Mibuchi si limitò a farvi aderire la schiena per utilizzarlo come sostegno.
Per tutta la durata dell'operazione, Mibuchi e Hayama restarono in silenzio – in particolare quest'ultimo, contemplò la maestria che la ragazza dimostrò nello spalmare la cera tiepida lungo le gambe dell'altro e nell'applicarvi le strisce che sarebbero servite per mettere in atto la ceretta –.
Nonostante Chiyo si fosse prodigata per informare Nebuya che di lì a pochi secondi avrebbe cominciato a strappare le strisce, quando procedette con la prima il ragazzo emise un urlo così sguaiato che Mibuchi si portò le mani alle orecchie e Hayama, anche se solo per un istante, smise di sfoggiare il proprio sorrisetto sornione.
Quelli che erano singulti di dolore, però, sembrarono tramutarsi in qualcosa di molto diverso, come sommessi gemiti di goduria, tanto che Chiyo ebbe un istante di esitazione e procedette solamente quando fu proprio Nebuya a chiederle di continuare.
Al secondo strappo, divenne tutto molto più evidente.
«Ah! Sì! C-così mi piace, sì!»
Chiyo si irrigidì, Hayama si sporse in avanti e le sue labbra furono scosse da un fremito; Mibuchi aggrottò la fronte in un cruccio e si sentì scuotere da un brivido di freddo.
«Strappa con più forza!» Nebuya, dal canto suo, sembrava averci preso gusto e se ne stava disteso sul lettino, sbraitava con le labbra increspate in un piccolo sorriso e spesso le schiudeva e si lasciava scappare sospiri tremanti e vagamente accaldati.


«Così! S-sì! Ahh!»
La voce di Nebuya, nonostante suonasse ovattata a causa – ma in quel caso era meglio dire grazie – alla parete che separava l'ingresso dalle stanze dedicate ai vari trattamenti, giunse un'altra volta alle loro orecchie.
Mayuzumi si sentì avvolgere dall'ennesimo brivido e si ritrovò, seppur con grande fatica, a deglutire un paio di volte, per cercare di reprimere quello che gli parve proprio un conato di vomito.
Akashi, che come lui se n'era rimasto in silenzio per tutto il tempo e aveva colmato quella bizzarra intimità con il costante fruscio delle pagine del libro che stava leggendo, si alzò all'improvviso.
«Mayuzumi-san, ho voglia di un tè.»
Chihiro abbassò la light novel e sollevò il proprio sguardo verso il più piccolo, lo fissò in silenzio, piacevolmente sorpreso dal fatto che si fosse appena alzato e avesse pronunciato una frase simile per cercare di sfuggire all'eco della goduria di Eikichi, quindi increspò le labbra in un sorriso quasi impercettibile e, chiuso con un tonfo sordo il romanzo illustrato che stringeva fra le mani, lo raggiunse.
«Andiamo.» quindi si limitò ad acconsentire a voce bassa: dopotutto un tè caldo non era una cattiva idea, visto che Nebuya gli aveva fatto gelare il sangue.


Forse il nuovo Akashi gli sarebbe mancato per davvero, una volta concluso il capitolo che vedeva protagonista la squadra composta da tre generali senza corona, capitanata da un imperatore e all'interno della quale si poteva scorgere anche quello che era stato fatto passare per nuovo modello di uomo fantasma. Mayuzumi era quasi certo che l'aver conosciuto il nuovo Akashi solo per quel periodo di tempo estremamente limitato avrebbe lasciato in lui un rimpianto così grande da renderlo molto presto più scontroso e diffidente di quanto non fosse mai stato, ma in cuor suo sapeva quanto poco rappresentasse per il capitano della squadra, per cui non si sarebbe stupito se per caso non fosse mai più riuscito a rileggere anche solo una riga del lungo capitolo scritto al Rakuzan.
«Ah, Mayuzumi-san‒»
La voce imperturbabile e vagamente tagliente di Akashi lo riportò alla realtà, quindi Mayuzumi, seppur restando in silenzio, gli rivolse la propria attenzione.
«Ho quasi finito di leggere Pure Heart, cercherò di restituirtela in settimana.»
Mayuzumi non disse nulla e si limitò ad annuire con un rapido cenno del capo: avrebbe ricordato con piacere il fatto che lui e Akashi, seppur per poco tempo, avevano cominciato a leggere l'uno le light novel e l'uno i romanzi dell'altro, a trattarli come se fossero stati loro e a restituirli in tempi brevi e condizioni ottimali al legittimo proprietario, ovviamente scambiando opinioni sulle storie contenute in quelle pagine.
«Però ho la netta sensazione che il finale non sarà soddisfacente come quello di Treble Clef
«No, infatti.»
«La protagonista mi sembra un po'...»
«Sciatta
Akashi restò in silenzio per qualche istante, per poi increspare la labbra in un piccolo sorriso.
«Esatto.»
Mayuzumi, dal canto suo, decise di rivolgere la propria attenzione all'insegna di un locale che si trovava ad appena una quindicina di metri dal centro estetico e che, almeno esternamente, sembrava essere molto tranquillo e accogliente.
«Ci fermiamo qui?»
«Sì.»
Akashi lo seguì e riprese a parlare solamente dopo che si furono sistemati al tavolo.
«Mayuzumi-san?»
«Che c'è?»
«Avrei piacere di prestarti i miei romanzi anche dopo la cerimonia di fine anno.»
Chihiro sentì il respiro addensarsi e solidificarsi in gola, gli si incastonò nella bocca come un macigno di pietra e, per almeno qualche istante, gli impedì di parlare.
«E io... io dovrò prestarti le mie light novel?» non riuscì a dire altro, ma Akashi non sembrò considerare quella domanda rude, né reputare il suo tono di voce troppo aggressivo.
«Solo se ti va, ovviamente.»
Mayuzumi restò di nuovo in silenzio, quindi protese il capo all'indietro per un istante e schiuse le labbra, sospirando in segno di resa: continuare a prestargli le proprie light novel e a prendere in prestito i suoi romanzi significava soltanto una cosa, ovvero che sarebbero stati costretti a tenersi in contatto anche dopo la fine della sua carriera al Rakuzan.


A Chiyo non doveva mai essere capitato niente del genere, non che Mibuchi, negli scorsi anni, avesse mai sentito parlare di un uomo che reagisse alla ceretta come se stesse facendo sesso.
Anche una persona vivace ed euforica come Hayama, a dirla tutta, aveva abbandonato il riso ed assunto un'espressione angosciata, infine aveva stuzzicato Mibuchi con un paio di gomitate, come a supplicarlo di intervenire.
«Chiyo-san?» dopo aver riflettuto per qualche istante, Reo decise di intromettersi per davvero, rivolgendo un sorriso affabile alla ragazza che, visibilmente imbarazzata, aveva esitato così tanto da permettere alla cera di raffreddarsi e rapprendersi.
«Posso pensarci io, se vuoi.» dopotutto Mibuchi conosceva bene il procedimento e, proprio al centro estetico, gli avevano fatto notare molto spesso il fatto che possedesse mani delicate ed un tocco incredibilmente leggero, quindi era sicuro che nonostante fosse un giocatore di basket alto un metro e ottantotto centimetri non avrebbe avuto alcun problema a rimpiazzare una ragazza carina e minuta come Chiyo.
«Mibuchi-san...» la ragazza esitò, rivolgendo una rapida occhiata alla cera rappresa e alla gamba destra di Nebuya, ancora ricoperta di peli ispidi e ondosi: accettare che un cliente si occupasse di un altro al posto suo non sarebbe stato affatto dignitoso, ma dopotutto sapeva che non sarebbe riuscita a svolgere il proprio lavoro in modo impeccabile se quel ragazzo avesse continuato ad esternare il proprio piacere ad ogni strappo.
«Se lei fosse davvero disposto a prendere il mio posto, le sarei infinitamente grata.» Chiyo parlò tutto d'un fiato, inchinandosi in segno di gratitudine.
«Lascia fare a me, Chiyo-san.» Reo, dal canto suo, ampliò un poco il sorriso.
«Ma come? Dove va?» Nebuya, ancora steso sul lettino, protestò, quindi Chiyo accelerò il passo e lasciò immediatamente la stanzetta.
«Sei davvero imbarazzante.» Reo gli schiaffeggiò la gamba glabra e Nebuya, ancora succube del bruciore della ceretta, sobbalzò appena.
«Ti posso aiutare, Reo-nee?»
«Scalda la cera, la temperatura non deve essere troppo alta...» Mibuchi rispose distrattamente, perché Nebuya protestò di nuovo e gli parlò sopra, ma Hayama afferrò ugualmente la lattina – che, essendosi raffreddata, Chiyo aveva sorretto per qualche minuto con la mano e poi adagiato ai piedi del lettino – e dopo averla sistemata all'interno del fornello scaldacera premette un paio di tasti più e più volte, finché l'aggeggio non si accese.
«Io voglio la ragazza, non voi due!»
«La sensazione sarà identica a quella di prima.»
Nebuya grugnì sommessamente, vittima di un cattivo presagio: sarebbe davvero stata identica? Dopotutto a lui piacevano le donne sadiche, non gli uomini.
«Reo-nee! Credo sia pronta!» Hayama esordì pochi istanti dopo e spense lo scaldacera, quindi Mibuchi immerse la spatola azzurra al suo interno; Nebuya, ormai convinto che la sensazione sarebbe stata esattamente la stessa di prima, prese una grande boccata d'aria e chiuse gli occhi, ma li spalancò non appena percepì la cera rovente a contatto con la pelle.
«Toglila! Toglila!» Eikichi strepitò, con la voce alterata dal dolore «tirala via! Brucia!»


«Ma a quanti gradi hai messo il fornello?!»
«Io vi ammazzo!»
«Io volevo soltanto aiutarti, Reo-nee!»
«Vi ammazzo! Tutti e due!»
Mayuzumi e Akashi si arrestarono sulla porta del centro estetico e restarono in ascolto degli urli di Nebuya – ben diversi dai precedenti – e del dialogo concitato di Hayama e Mibuchi, per poi rivolgere un'occhiata stranita alla ragazza dietro il bancone, che rivolse loro un sorriso nervoso.
«Mayuzumi-san...»
«Prendiamo un altro tè?»
Akashi stava per chiedergli se non fosse stato meglio andare a controllare, ma non appena si voltò verso di lui, con gli strilli sguaiati di Nebuya che ancora gli tuonavano nelle orecchie, sorrise e acconsentì alla sua proposta con un rapido cenno del capo.
   
 
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