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Autore: Strange_Guy99    28/06/2015    2 recensioni
C'è Hunter, un cacciatore di mostri orgoglioso di sé e di ciò che fa, le cui certezze verranno demolite dopo un fatale incontro.
C'è Soraya, una strega chiusa in sé stessa che non teme niente e nessuno mentre, in realtà, vuole solamente essere amata.
E poi gli immancabili angeli caduti, portatori di sventura, che cambieranno per sempre la vita dei nostri carissimi amici.
Genere: Avventura, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Jinxx, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Non fermarti.
Questo pensiero rimbomba nella mia testa da minuti che, ormai, sembrano diventati ore.
Piedi, non cedete proprio ora. Non abbandonatemi.
Continua a correre e non fermarti.
Ne va della tua vita.
Ogni tanto mi chiedo chi me l'abbia fatto fare, perché mi ostino a fare questa "professione" che potrebbe farmi andare incontro alla morte da un giorno all'altro.
Stringo la mia falce tra le dita mentre un insieme di ruggiti acuti e di rapidi passi pesanti si diffonde nell'aria, ricordandomi che lo faccio per il bene dell'umanità.
La gente ha bisogno di quelli come me; anche se nessuno si accorgerà mai di ciò che faccio.
Sono un eroe che agisce nell'ombra.
Affondo la mano libera nella mia saccoccia, rovistando frettolosamente tra i vari oggetti di ogni forma e dimensione al suo interno.
Ho bisogno di quella cazzo di runa.
Un rantolo dannatamente vicino mi fa trasalire e l'adrenalina inizia a salire.
Dopo un attimo di panico totale ecco che un oggetto duro e dalla forma irregolare urta la mia mano.
Non esito minimamente ad agguantare e tirare fuori quella schifosa runa.
Soraya ha ragione, dovrei essere più ordinato.
Giro il piccolo sasso tra le mie dita, concedendomi un attimo per contemplare la piccola pietra e il suo arcano segno inciso sopra.
Come farei senza quella streghetta?
Mi volto e vedo le sagome di quei dannati mostri a circa un centinaio di metri da me.
È il momento di agire.
Non sono in molti quelli che hanno affrontato un branco di nove ghoul e ne sono usciti vivi.
Le mie gambe si arrestano e mi volto verso gli orribili mostri che si stanno avvicinando con una rapidità sorprendente.
I miei sono gesti meccanici che ormai si sono impressi nella mia mente.
Lancio verso la loro direzione la runa che inizia a sprigionare una tenue luce azzurra non appena tocca terra ed a quel punto concentro le mie forze verso il minuscolo sasso dalla forza letale.
Caccio un sospiro teso.
«SPRIGIONATI.»grido io.
La runa risponde al mio ordine e quella che prima era una tenue luce adesso divampa in una potente esplosione che squarcia un enorme zolla di terra.
È il momento di ricominciare a correre.
Adesso punterò tutto sul l'effetto sorpresa.
Riesco a sentire qualche rantolo e, ad occhio e croce, almeno due ghoul sono caduti nella mia piccola trappola.
Perfetto. 
Ne mancano sette.
Mi allontano dal sentiero principale del bosco, finendo in una strada non battuta.
Diminuisco la velocità della mia corsa, concedendomi un attimo di respiro mentre scruto attentamente ogni albero, cercandone uno dai rami bassi, cosicché io possa arrampicarmi.
Ecco che la terra comincia nuovamente ad essere scossa dai passi pesanti di quegli obbrobri ed io devo darmi una mossa.
Balzo verso un ramo non troppo elevato e salgo sopra di esso, sopraelevandomi da terra.
Lancio un'occhiata agli altri numerosi rami al di sopra di me.
Cristo, odio l'arrampicata. È l'unica cosa in cui non riesco ad eccellere.
Caccio con violenza quel pensiero in uno degli angoli più remoti del mio cervello.
Non ha importanza che cosa mi piaccia o cosa non mi piaccia, devo farlo a prescindere.
Per il bene di tutti.
Agguanto il ramo al di sopra di me, iniziando così una goffa arrampicata.
Un ramo, poi un altro e un altro.
Fortuna che sono tutti così robusti.
Arrivato ad un altezza abbastanza elevata cesso la scalata e mi stabilizzo su ramo, in attesa dell'arrivo dei ghoul.
Mi guardo attorno, pianificando una strategia d'attacco.
A terra non c'è niente che possa aiutarmi, nessuno ha mai ucciso quelle creature con una manciata di foglie o rametti e non sarei mai in grado di usare quell'enorme ramo caduto.
Scruto attentamente le cime degli alberi alla ricerca disperata di un aiuto mentre le sagome scure dei ghoul strisciano silenziosamente sotto di me, fiutando avidamente l'aria.
Sono cechi ma hanno un olfatto che compensa la loro vista.
Un suono acuto simile ad un verso di uccello attira la mia attenzione e finalmente noto che sopra un albero non molto distante da me uno stormo di corvi mi osserva con fare incuriosito.
Loro possono essermi utili.
«Obbeditemi.»sussurro, scagliando un incantesimo di sottomissione verso di loro.
I loro occhietti adesso sono tutti puntati su di me e loro aspettano solamente i miei ordini; non importa che cosa chiederò, loro dovranno obbedirmi.
Guardo in basso e noto che sei ghoul si sono piazzati sotto di me, aspettando solamente che io scenda ad affrontarli.
A quanto pare sono uno in meno di quanto avevo pianificato.
Non puoi più rimandare Hunter, è il tuo momento.
Abbandono il ramo, gettandomi dritto tra i corpi nodosi e gli artigli aguzzi dei ghoul.
La puzza di cadavere che aleggia qui è insopportabile, devono essersi nutriti da poco.
«Vi squarterò.»ringhio io con fare minaccioso.«Abomini.»
Le creature ruggiscono all'unisono, scagliandosi verso di me con fare violento.
Dio, odio i ghoul.
Quadrupedi disgustosi che infestano il mondo divorando i cadaveri.
Non hanno un'utilità, sono solo parassiti.
Sferro un fendente verso una creatura che si avvicina con fin troppa velocità, ferendola leggermente alla testa.
«ATTACCATE QUESTE BESTIE.»grido ai corvi appollaiati e questi si scagliano rapidamente verso i mostri.
Li attaccano con forza spingendo i becchi e gli artigli in profondità e in poco tempo il sangue nero come l'inchiostro delle creature si sparge a terra.
Ma non basta di certo un branco di corvi per fermarli; devo darmi da fare anche io, i volatili sono solo una distrazione.
Impugno la falce a due mani ed inizio a camminare in mezzo ai ghoul tartassati, sferrando colpi decisi, squarciando i loro corpi e decapitando le loro teste.
Io sono la morte.
Devo fare ciò che è giusto.
Cadaveri di corvi si uniscono al sangue denso ma rimangono solamente due mostri.
Trafiggo la faccia di uno dei ghoul, ficcandogli la punta della falce dritta nel cranio.
Si può chiamare cranio? 
Non lo so, ma non è una cosa importante.
Mi volto verso l'ultimo mostro, pronto ad affrontare quello che dovrebbe essere un combattimento facile.
Purtroppo l'unica cosa che rimane sono un mucchietto di piume fluttuanti.
Il ghoul è sparito. 
Volatilizzato.
Come ho fatto ad essere così stupido?! Ho perso di vista una creatura ferita e più grande di due metri!
Mantieni la calma. Hai affrontato situazioni ben peggiori.
Sai benissimo che cosa fare: riduci al minimo i rumori e cerca di modificare il tuo odore.
Il bastardo vuole attaccarmi quando meno me lo aspetto.
Avvicino lentamente una mano alla saccoccia, sperando vivamente di avere qualche erba o qualche pozione che possa confondere il mio odore.
Troppo tardi.
Un ruggito furente si diffonde nell'aria e l'ultima cosa che vedo è una creatura deforme e sanguinolenta che balza su di me, arrivata da chissà quale meandro del bosco.
NON PERDERE I SENSI.
È il comandamento principale dei cacciatori di mostri.
Lotto con violenza contro la sensazione di svenimento mentre gli artigli di questo bestione si conficcano nelle mie spalle ed io cado rovinosamente a terra.
Il doloroso impatto a terra fa sgusciare la mia arma dalla mano ed io non ho la più pallida idea di cosa fare.
Calma. Non perdere il controllo.
Una fitta di dolore trafigge la mia spalla e sono più che convinto di aver iniziato a sanguinare copiosamente.
Devo togliermi questo coso di dosso al più presto.
Respirò profondamente, provando ad analizzare distaccatamente la situazione.
Dunque, la mia arma è troppo distante e cercare di divincolarsi riuscirebbe solamente a farmi sbranare immediatamente.
Non posso prendere niente dalla mia saccoccia e non è detto che ci sia qualcosa di utile.
Il ghoul ruggisce con rabbia, facendomi rabbrividire ed avvicina lentamente il suo muso sanguinante a me.
Digrigna le zanne in quello che sembra un sorriso soddisfatto.
Sta veramente prendendosi gioco di me? O è l'imminente dissanguamento a fare brutti scherzi?
Lancio uno sguardo di sfida alla creatura, mentre un barlume si accende nella mia testa.
Raccolgo le mie ultime energie in un disperato tentativo.
Ti farò il culo, abominio.
«Brucia!»comando io.
Il ghoul si sposta leggermente indietro, evidentemente spaventato dalla mia tempera.
In un primo momento sembra non succedere niente e per un attimo temo seriamente che sia giunta la mia ora.
Ma poi...
Sulla faccia del ghoul si accende una scintilla ed in poco tempo il suo intero corpo si illumina grazie al fuoco.
Balza indietro, non capendo che cosa stia succedendo.
Corre disperatamente mentre divampa un vero e proprio incendio su di lui.
Si getta a terra, divincolandosi e cacciando versi disumani e poco dopo smette di lottare, rimanendo immobilizzato a terra.
Le fiamme si diradano, rivelando una massa carbonizzata.
Non ho tempo per osservare il mio capolavoro.
Sgancio la parte superiore della mia armatura di cuoio.
Cazzo.
La ferita sulla mia spalla è a dir poco spaventosa.
Ho bisogno di una pozione di cura.
Affondo nuovamente la mano nella mia saccoccia, lasciando cadere qualche oggetto di poco conto a terra e dopo secondi che sembrano ore riesco a tirare fuori una piccolo fiala dal liquido verde.
Brucerà. 
Farà male. E non poco.
Stacco il tappo in sughero con i denti, rovesciando senza ripensamenti la strana sostanza sulla mia ferita
Pessima idea.
Caccio un urlo di dolore mentre mi inginocchio a terra, letteralmente piegato dal dolore.
Fa male! Fa troppo male!
Avverto il sangue coagularsi con una velocità innaturale per un essere umano, ed è una cosa orrenda.
Il bruciore diminuisce gradualmente fino a sparire, lasciandomi inginocchiato a terra, ansimante.
Dio, che soddisfazione essere un cacciatore di mostri.
In un certo senso è tutto il dolore che provo che mi da la certezza di essere ancora vivo.
 
  
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