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Autore: Pinker    30/06/2015    3 recensioni
Dopo 10 anni dall'ultima missione di Blaze a Mobius, la gatta lilla ritorna per svelare un caso già iniziato dall'amica Amy, la quale a un certo punto scompare misteriosamente.
Anche Shadow e Rouge saranno coinvolti in questa avventura dal finale incerto.
Tra bugie e passato, sorprese più o meno piacevoli e lotte tra ragione e istinto, nascerà una storia d'amore...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Rouge the Bat, Shadow the Hedgehog
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Rouge tornò al treno tutta soddisfatta; aveva un sorriso contento che nessuno sapeva spiegarsi.

La verità era che finalmente era riuscita a vedere Blaze, anche se da lontano.

Non voleva che la gatta la vedesse, ma allo stesso tempo voleva spiarla da vicino.

L'occasione arrivò durante quei venti minuti di bagno.

Anche la pipistrella era stata mandata a lavarsi, e lì la vide.

Nell'acqua Rouge chiacchierava con le altre, per non destare sospetti, e allo stesso tempo sorvegliava la giovane gatta.

Era proprio come l'aveva descritta Shadow: bella ed elegante.

Era senza dubbio una persona riservata, come Rouge se la ricordava, e con un alone di mistero.

L'ex spia della G.U.N. non mancò a guardarla anche con sospetto; diffidava di una persona così calma e calcolatrice, sapendo che al momento giusto sarebbe esplosa come una mina.

Non credeva davvero che i suoi poteri se ne fossero andati via così, soprattutto se erano naturali come quelli della gatta.

Shadow non sapeva che pensare, sembrava quasi crederle, e nonostante Rouge si stupisse dell'ingenuità dell'amico, lei non diceva niente.

Se ne stava zitta e lo fissava mentre lui argomentava e parlava...

Sinceramente, non pensava che Blaze fosse una spia... ma perché era lì?

Rouge non pensava che avesse una motivo... Rouge sapeva che aveva un motivo:

Amy Rose catturata e poi poco dopo Blaze nello stesso commercio di schiavi? Era ovvio che era tutto collegato. Quella guardiana non si sarebbe schiodata dal suo prezioso mondo se non si fosse trattato di qualcosa di grave.

In quanto a Amy... eh, che ci voleva fare?

Sospirò pesantemente al pensiero della riccia rosa.

Quella ragazza si cacciava nei guai sin dalla tenera età, e ha continuato fino a quel momento.

Aveva saputo di lei da Shadow, il quale le aveva raccontato del fascicolo che aveva visto.

Investigatrice? Sì, era un lavoro che le stava bene, dopo tutto. Rouge ignorava quanto fosse maturata nel corso degli anni, non aveva mai avuto occasione di vederla o di parlarci assieme ancora.

Se la ricordava come un'iperattiva riccia dodicenne rosa confetto che continuava a parlare, gridare, sognare ad occhi aperti un fidanzamento tra lei e Sonic che non esisteva, e blaterando sciocchezze con il suo sgradevole, acuto e quasi infantile tono di voce. Doveva essere molto cambiata se era diventata capo della polizia investigativa.

Che altro poteva dire di lei? La ricordava una bambina: occhi verdi, grandi e tondi che si guardavano in giro curiosi, un ciuffo sparato sulla fronte e una pratico caschetto da maschiaccio;

aveva un cerchietto rosso sulla testa che non serviva a niente e indossava un largo vestito rosso coi bordi bianchi, non molto lungo, ma abbastanza da coprire le mutande bianche della nonna.

Non voleva ammetterlo, ma era preoccupata per lei: anche se fosse rimasta un'annoiante creatura, non si meritava quella fine. Certo, avrebbe dovuto sapere che non sarebbe stato facile.

Il peggio era che la sua posizione e il suo stato fisico e mentale erano più misteriosi del triangolo delle bermuda: nessuno sapeva dove fosse, come stesse, se era viva o morta.

Era come se a un certo punto fosse scomparsa nel nulla, dato che tutti sapevano solo che era salita sul treno e stop.

Oh, tesoro. Pensava triste, mentre camminava e scuoteva la testa sconsolata Perché non sei rimasta a raccogliere fiori...?



Blaze guardò Shadow che saliva sul vagone con facilità, per poi voltarsi verso di lei e porgerle entrambi i palmi, invitandola silenziosamente a prendergli le mani, per aiutarla a salire.

Nonostante Blaze non fosse tipa da accettare aiuto – soprattutto quando non ne aveva assolutamente bisogno – la gatta lo guardò e, reclutante, accettò le mani.

Il riccio strinse forte attorno alla presa della gatta, come se volesse assicurarsi di non lasciarla, e la tirò su senza troppa fatica.

Blaze mormorò un 'grazie', ma per il resto c'era troppo silenzio. Il tutto non sembrava nemmeno così naturale.

Una volta tirata a bordo, Shadow non riuscì a non guardare gli occhi della giovane gatta; dorati, che bruciano come il più fiero inferno. Erano quasi ipnotici.

Distolse lo sguardo, sapendo che non poteva perdere altro tempo in quel modo, e che doveva portare le chiappe a lavoro.

Ad un tratto Blaze si ricordò... doveva chiederlo...

“Devi tornare nel tuo vagone, se ti chiedono qualcosa di' che eri con me.” disse, già voltato di spalle, e iniziando ad andarsene via.

“Aspetta!” lo chiamò Blaze, inseguendolo. Lo raggiunse e gli mise una mano sulla spalla in modo che si fermasse.

“Che c'è?” chiese lui, voltandosi a guardarla.

All'inizio la micia lilla avrebbe voluto girarci un po' attorno, ma non vedendo come fare e trovando l'approccio diretto più al caso loro, dato che nessuno dei due aveva tempo da perdere, disse:

“Cosa sai della protezione, qua dentro?” chiese seria, guardandolo dritto in faccia.

Shadow non rispose subito, sembrava stupito che lei sapesse di quel particolare.

Le sue iridi le scrutarono il viso, cercando qualcosa da dirle... o le parole giuste per dirle qualcosa.

“Mph!” grugnì alla fine “Se te lo stai chiedendo: , ti ho messa sotto la mia protezione.” ammise, prima di riprendere a camminare, via da lei. Sentiva un leggero imbarazzo a dirglielo così in faccia alla gatta, proprio alla diretta interessata.

Ma dopotutto, lei aveva il diritto di saperlo.

Blaze gli fu subito dietro.

“Perché l'hai fatto?” gli chiese leggermente stupita “Lo sai che me la so cavare da sola!”

“Certamente.” rispose lui con un pizzico di sarcasmo.

“...ma preferisco esserne sicuro. E comunque, di che ti lamenti? Avrai un problema in meno.” riprese, tornando serio e sincero.

Blaze sospirò pesantemente.

“Non ti capisco. Si può sapere perché cerchi sempre di proteggermi? Non ne ho bisogno-”

Oh, forse hai ragione!” tagliò corto lui, iniziando a perdere la pazienza e alzando troppo la voce.

“Forse non ne avrai bisogno, ma sai che ti dico? Tu non la vuoi perché ti fa sentire debole. Non funziona così, cazzo! Tu accetterai quello che decido e farai quello che ti dico e QUESTO E' QUANTO!” urlò.

Blaze non disse niente: rimase immobile a guardare il suo amico che pian piano sbolliva la rabbia, senza battere ciglio.

Shadow realizzò lentamente ciò che aveva appena fatto, e si rese conto che era stato troppo duro.

Avrebbe voluto dire qualsiasi cosa pur di scusarsi, ma semplicemente non gli uscì niente dalla bocca.

A un certo puntò sentì uno strano rumore, come una... risata. Alzò lo sguardo e vide, con stupore, che Blaze stava ridacchiando sottovoce, poi quella risata divenne sempre più forte, quasi maniacale.

Shadow la guardò allibito. Semplicemente non capiva.

“Oh, Shadow” disse lei ridacchiando cattiva “Nessuno ha mai osato impormi quello che dovevo fare, e mai accetterò ordini da nessuno, nemmeno da te.” gli spiegò, tornando calma poco a poco.

Lui continuava a guardarla scioccato.

“E' per questo che ridevi?”

“Facciamo così” disse Blaze, ignorando la domanda del riccio nero “Io sarò disposta ad accettare la tua protezione e a rispettare quello che fai e che farai, ma non provare nemmeno ad approfittartene!” e detto questo, gli diede le spalle e uscì a testa alta dalla stanza, con passo sicuro.

Shadow osservò mentre se ne andava, guardandole la coda che oscillava da lato a lato.

La sua reazione l'aveva lasciato di sasso, e nonostante sembrava che Blaze non se la fosse presa, Shadow pensava comunque di essere stato troppo duro.

“Blaze...” la chiamò, sperando che si fermasse e si girasse verso di lui, per guadarlo.

Invece lei uscì senza degnarlo di uno sguardo.

Ora lui era solo. Forse l'aveva ferita. Forse aveva colpito sotto quel grande scudo che Blaze aveva eretto per proteggersi. Forse aveva ferito quello che c'era sotto la sua maschera, la stessa copertura che aveva creato e che serviva per non mostrare le sue emozioni, per sembrare forte.

Debole. Termine che faceva sicuramente un brutto effetto su una tipa fiera come Blaze.

Shadow poteva immaginarlo: una parole del genere diretta a lui avrebbe sicuramente fatto scattare qualcosa in lui. Rabbia. Nessuno poteva definirlo debole, perché lui non voleva esserlo e non voleva essere ritenuto tale.

Blaze, in questo punto di vista, era molto simile a lui, e quindi – quasi sicuramente- anche lei stava provando rabbia, che aveva coperto in quel modo quasi bizzarro.

Magari era ancora arrabbiata, e se ne era andata per non esplodere. Magari era lì in corridoio che stava fumando fuori di sé.

Poi Shadow si accorse di una cosa, che lo colpì come un fulmine: l'ha fatto per dimostrare che era forte.

Gli aveva detto quelle cose per dimostrargli che sapeva tenere la situazione sotto controllo, che sapeva farsi valere e che comunque comandava lei.

Sorrise.

Ok. Come vuoi.



Blaze ritornò nel suo vagone.

Aprì la porta per entrare e vide tutte le ragazze già dentro e sedute.

Si guardò velocemente in giro finché vide Mina, seduta anche lei che guardava in giro sorridente e paziente. Blaze si accostò a lei e poi si sedette in parte.

“Blaze, eccoti!” esclamò la mangusta “Dov'eri finita?”

“Ho avuto dei problemi.” rispose la giovane gatta sbuffando. Non le aveva detto una bugia, in parte era vero.

Oh.

“Nulla di grave.” si affrettò ad aggiungere la gatta, non dando nemmeno il tempo all'amica di iniziare a preoccuparsi.

“All'ora...questo piano?” chiese la giovane cantante, la quale iniziava ad eccitarsi al solo pensiero.

“A dire la verità” ammise la gatta, senza vergognarsi troppo “Non ho ancora un piano preciso. Non ho elementi per farlo. Per questo il tuo aiuto mi può essere prezioso.”

La ragazza annuì in silenzio.

“Capisco. Cosa vuoi sapere?”

“Prima di tutto...ci sono uscite di emergenza su questo treno?”

“Mmh...oltre a quelle normali, solo una, in fondo all'ultima stanza. Ma non ti consiglio di usarla...”

Blaze annuì grave, consapevole di quello che intendeva: sapeva che stanza era, quella delle torture.

“In secondo luogo, sei mai stata a NBMC?” riprese Blaze.

Mina rise moderatamente: “Non sapevo nemmeno che esistesse. A dire il vero, nessuna prigioniera qui l'ha mai sentita.”

Blaze aveva una faccia scocciata: “Stai dicendo che nessuno ha mai sentito parlare di una città del genere?! Come?!”

“Eh eh, già, è proprio una città fantasma.” ridacchiò Mina “Potrebbe diventare leggendaria, come El Dorado, oppure Atlantide, la fantomatica città inghiottita dalle acque. A proposito...” aggiunse pensierosa “...dovrei chiedere a Coral se esiste davvero.” concluse con un sorriso.

“Ma ci sarà sicuramente una stazione?!” esclamò la gatta lilla, più a sé stessa che alla sua amica.

Mina ci pensò su: “Sì...le guardie parlavano di una stazione... quindi suppongo che ci sia.”

Blaze iniziò a pensare a qualcosa.

“Bene” disse solo.

Per un po' pensò a cosa si poteva fare, il suo sguardo rimaneva fisso e concentrato al suolo.

Mina la osservava in silenzio, chiedendosi cosa si stava ingegnando.

Dopo interminabili minuti di silenzio, la gatta alzò lo sguardo e guardò la sua amica:

“Penso di avere un'idea, vuoi sentirla?”



“Potrebbe funzionare!” disse alla fine Mina, dopo aver ascoltato attentamente quello che la micia le aveva proposto.

“Ora non ci resta che parlarne con Coral.” aggiunse la giovane cantante.

La gatta annuì pensierosa.

C'era ancora un sacco di tempo da passare sul treno, quindi iniziò a fare domande sui suoi amici.

Mina rispose a tutto:

le raccontò che Sonic si era sposato con Sally Acorn, principessa nonché futura regina di Mobius, e gli erano appena arrivati due gemellini, Manic e Sonia, e si diceva che erano già peperini.

Per quanto si sforzasse, Blaze faceva davvero fatica a immaginare il suo amico blu come un re; lui era più un eroe, uno spirito libero, un avventuriero, e allo stesso tempo le venne in mente una cosa spaventosa...

cosa ha pensato Amy dei due sposini? Come aveva reagito?

La gatta non resistette e chiese alla sua amica come Amy l'avesse presa.

Lei, con un sospiro visibilmente triste, le rispose: “Non molto bene. Amy era ancora molto innamorata di Sonic, anche se aveva capito che non ricambiava. Ma ha sempre voluto bene a entrambi, e diceva che se erano felici così, era felice anche lei. Per questo al loro matrimonio ha fatto buona faccia a cattivo gioco. Io c'ero perché ho cantato alla loro cerimonia, e Amy se ne è andata prima che finisse.”

Blaze annuì, assorbendo tutte le parole che uscivano dalla bocca di Mina.

Certo, doveva essere assolutamente doloroso vedere l'uomo della propria vita sposare qualcun altro. La micia si sentiva male per Amy, quindi smise di chiedere riguardo Sonic.

Per carità, lui aveva una vita, una famiglia e una buona reputazione e Blaze era assolutamente felice per lui, ma come poteva fare una cosa del genere proprio a Amy?

Sospirò tristemente quando si rispose da sola; non si poteva costringere nessuno ad amare.

In questo caso, si può dire che non si poteva costringere Sonic a ricambiare. E l'argomento Sonic/Amy era finito.

Knuckles si era sposato con una certa Julie-su, dalla quale aveva una figlia già grandicella, Lara-su.

Onestamente, Blaze non conosceva bene Knuckles, ne aveva sentito parlare da Sonic e l'aveva visto solo una volta quando lei era piombata nel mondo del riccio blu in cerca dei Sol Emerald.

E quanto riguarda Tails...

“E' il mio amore” gioì Mina, ma con una nota di tristezza sapendo che lui adesso era lontano.

“Dovevamo sposarci a breve, ma poi è successo questo...” disse, abbassando lo sguardo e con le lacrime agli occhi. Poi prese coraggio, e guardò Blaze dritta negli occhi.

“Ma per fortuna,” disse sorridendo di nuovo, cercando di mandare via le lacrime “se questo piano va a buon fine, potrò tornare da lui.”

Blaterò ancora per un po' sul fatto che anche dei certi Bunnie e Antoine si erano sposati ed avevano avuto due splendidi figli, prima una bella bambina di nome Belle, poi un maschietto di nome Jacques.

Non sapendo chi siano, Blaze preferì tenere la bocca chiusa ed annuire come se avesse capito. O come se le fregasse qualcosa.

Così passarono alcune ore, raccontandosi a vicenda da dove venivano, della vita passata, dei progetti futuri, degli amici in comune...

Blaze, a un certo punto, non sapeva più che dire, ma aveva ancora tanto tempo davanti a sé.

Soprattutto, la micia si voleva distrarre dalla persistente figura del riccio nero, Shadow, che sorvegliava il vagone, soprattutto lei.

Shadow era il guastafeste nel suo piano, ma se aveva fatto i calcoli giusti sarebbe riuscita ad aggirarlo.

Per distrarsi da lui, emise un argomento a caso, che le venne guardando la sua amica.

“Che bei capelli che hai.” le disse, ammirandole la folta chioma viola.

“Grazie!” cinguettò Mina, passandosi una mano tra i capelli “Ma ti confesso che li vorrei tagliare.”

“Davvero? Perché?” chiese dubbiosa l'amica.

“Vorrei provare con un'acconciatura corta. Mi piacerebbero a caschetto...”

N.A: Salve gente! E' da un po' che non mi faccio sentire. Lo so, sono in ritardo di due settimane.

Prima che mi dite cosa cazzo sta succedendo con Sonic e gli altri, lasciate che vi spieghi:

C'è un fumetto, chiamato "Sonic 30 anni dopo" (il titolo l'ho tradotto in italiano) in cui le coppie... erano quelle. Già. Solo che in questa ff sono solo dieci gli anni.

Ora, un po' di punti:

1) Lo so che penserete: "oh cazzo, ancora riferimenti ai fumetti!" "Ma chi li legge?" "Ma sei fissata solo con i fumetti?!?" "Non sono canon." "Non c'entrano a nulla con i giochi. Ah, e Shadow e Blaze non si sono mai incontr-"

ZITTI PORCO SCHIFO! Sì, questa ff sarà soprattutto sui fumetti, in cui le coppie saranno quelle.

2) A proposito delle coppie, sappiate che anche io ho qualcosa da ridire. Se non fosse che sono canon in quel fumetto, non le avrei mai messe.

Sonally è sempre stata canon nei fumetti, e li accetto senza problemi.

Knuckles e Julie-su: anche loro sono stati una coppia canon, ma giuro che amo solo la Knuckouge (Knuckles x Rouge). Non me ne è mai fregato un cazzo di Julie-su, ma la va così stavolta. (sappiate che nelle prossime fanfic Rouge e Knuckles saranno sempre insieme.)

Tails e Mina: Non chiedete. Non so cosa abbiano pensato quando hanno messo questi due insieme. Semplicemente, no. Per carità, non dico che insieme facciano schifo, perché comunque is a better story than Shadamy.

Bunnie e Antoine: loro due fanno parte della serie di personaggi di cui me ne sbatto altamente il cazzo perché non mi sono mai impegnata a conoscerli. non mi interessano, nè come singoli nè come coppia. E' una coppia a me neutrale.

Che posso dire? Spero vi piaccia e che continuate a leggere la mia storia! :3


   
 
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