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Autore: AlexisVictorie    08/07/2015    1 recensioni
Ehilà!
Sono tornata col terzo anno dei Malandrini!
Vi avviso questa storia fa parte della serie "I Malandrini e Alexis tra allegria, tristezza e conoscenze"
Quest'anno si prospetta più difficile.
I Malandrini iniziano a studiare per diventare Animagus
Alessia e Xavier si ritrovano ad avere problemi sentimentali.
Akira e Alexis litigano a causa della gelosia.
Una nuova pietra magica aggiungerà solo problemi.
James troverà la sua famiglia ma avrà una brutta sorpresa
Erik inizierà a temere l'amore.
Lily diffiderà dei Malandrini.
Tutti questi problemi troveranno una soluzione?
Dipende da come mi gira la testa.
Un bacio
Alexis Victorie
Genere: Avventura, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Altro contesto, Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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-Volete fare un minimo di silenzio?Insomma questa era una missione segreta!- fece Alessia, lanciando un'occhiata furibonda al gemello che sussurrava qualcosa ad Alexis.

-Sirius, Remus e Gea erano furibondi- sussurrò James affranto.

-È troppo rischioso. Non possiamo metterli nei guai- lo appoggiò la gemella.

Un'occhiata di Alessia li zittì completamente.

Akira sembrava iniziare ad approvare la sua forma da fantasma.

Passava in mezzo agli alberi, non doveva scavalcare rami e cespugli, le spine non lo ferivano e iniziava a non sentire neanche il caldo e il freddo.

Xavier era sempre più preoccupato per lui.

Il rosso, insieme a Spica era quello con più difficoltà.

Avevano entrambi le ali (lui da drago e lei da farfalla) quindi si muovevano con difficoltà nell'ambiente boscoso.

Alexis sembrava preoccupata.

Ormai i capelli e le mani erano costantemente in fiamme quindi non doveva azzardarsi a toccare nulla o avrebbe dato fuoco alla Foresta Proibita.

-Tesoro non bruciare nulla per piacere- fece Akira e l'occhiataccia che ricevette lo convinse ulteriormente che essere intangibile fosse una benedizione.

Ombroso stava avendo problemi a non muoversi.

I suoi occhi verdi erano lucidi per la frustrazione.

Il granito lo stava ricoprendo e preso dalla rabbia aveva esclamato qualcosa come "Sto diventando una fottuta statua!"

Alessia aveva lasciato una scia di pezzi di pelle che continuavano a cadere mostrando gli strati più profondi rossi e irritati per l'esposizione all'aria.

L'epidermide ricresceva abbastanza velocemente ma cadeva con altrettanta rapidità.

Erik praticamente era un faro in carne e ossa.

Brillava come una stella scesa in terra al punto che non avevano neanche bisogno dell'incanto Lumos per orientarsi.

Rossana, al contrario, stava svanendo a poco a poco.

Non poteva neanche avvicinarsi ad Erik.

Si stava fondendo con l'oscurità.

A poco a poco la sua anima stava venendo risucchiata dalle ombre.

Diventava sempre più evanescente e pallida ma era ancora tangibile a differenza del fratello, Akira.

James aveva iniziato a camminare a quattro zampe.

Il suo viso era ricoperto dalla criniera ma aveva le corna da cervo e il suo viso si stava allungando proprio come il suddetto animale.

Sotto le sua mani (e in segreto anche sotto i piedi, nelle scarpe) erano comparsi dei cuscinetti come quelli che avevano tutti i felini, quelli che davano loro l'attrito al pavimento.

Solo che James non aveva la minima intenzione di mettersi a quattro zampe.

Superata la Valle di Alexis e Akira si inoltrarono più a fondo nel bosco.

Gli alberi erano più fitti e avevano un qualcosa di selvaggio che lasciava intendere non fossero proprio stati piantati da Hagrid.

Alexis si sentiva come se migliaia di occhi la seguissero e controllassero.

Cercò di convincersi che era solo una sua impressione.

Akira aveva smesso di divertirsi e fare il fantasma.

Era così triste e serio da ricordare davvero un'impronta di anima dipartita.

Sembrava quasi malinconico.

Ma malinconia di cosa?

Ombroso sembrava preoccupato.

Si agitava e pezzi di granito si sbriciolavano al suolo.

-Fermi. Lo sentite anche voi?- Spica aveva gli occhi sbarrati e il viso teso. 

-Cosa?-

-Mi sembra di essere completo. E come se avessi di nuovo la mia parte malvagia. C'è…odore di prigionia-

-E di morte.- concordò Ombroso che capiva cosa intendesse la ragazza -Lo sento anche io- 

Si scambiarono un sorriso complice ma il momento durò poco.

Dagli alberi emersero silenziose e letali statue granitiche munite di armi di ogni genere.

Erano centinaia.

La figura di Terrorius apparve come un'ologramma.

-Solo due di voi hanno le capacità necessarie ad abbattere queste statue. Ce la farete?-

Alexis scattò contro la figura evanescente, ma l'attraversò, come avrebbe attraversato Akira in quel frangente, dissolvendola completamente

Il ragazzo, intanto, sembrava incapace di combattere.

La sua nuova forma gli impediva di usare la sua stessa magia.

Alexis neanche usava la bacchetta.

Si era creata una spada infuocata e aveva infilzato come uno spiedino una delle statue.

Che continuò a muoversi come se niente fosse.

-Ma che..?-

Neanche si fossero messi d'accordo, tutte e nove le fate fecero sbucare le ali dalle scapole.

Spica e Xavier sostituirono quelle da animali con le classiche anche se dopo il rosso si ritrovò con gli artigli da drago e la bionda iniziò ad emanare un profumo dolciastro, come di fiori selvatici.

Si sollevarono in volo e Ombroso agguantò Alexis e Xavier.

-Voi due, qui, non servite a niente- fece secco.

Sussurrò qualcosa ad Akira che sbuffò e si allontanò verso di loro.

-Siamo inutili, ragazzi. Questo tipo di statue è immune al fuoco (sia normale che quello draghesco di Xavier) ed inoltre io non riesco neanche ad usare la magia.

Uno schizzo di veleno passò loro in mezzo e colpì una statua.

Corrose a malapena la roccia.

-E a quanto pare anche Alessia non se la cava bene.- commentò Xavier.

-È così strano sentirsi inutili. Ho sempre dato il massimo e adesso sono completamente inutile- protestò suddetta ragazza.

Rossana cercava di contrastare le statue ma la sua magia era debole e sembrava poterla attingere da Erik/Torcia Umana.

Che a sua volta cercava di assorbire l'oscurità di Rossana.

Quindi non si poteva contare neanche su di loro.

E James era ancora debole come fata.

Le statue erano una massa informe sotto i loro piedi.

Alexis schivò una spada rocciosa e mise su un'aria offesa.

-Non ora prima donna- la fermò sul tempo Akira.

-Sono troppi.- ringhiò Ombroso -Spica colpisci quelli quando ti darò il via-e indicò un gruppo non troppo ben distinto di statue.

Poi si lanciò in picchiata proprio verso suddetto gruppo.

-Ora!- gridò.

Alexis cercò di bloccare la sorella -Lo ucciderai fermati!-

Il grido terrorizzato di Rossana si sparse per la radura mentre Ombroso e il raggio di Spica si dirigevano a massima velocità contro i soldati di pietra.

Il raggio parve arrivare prima e disintegrò abbastanza nemici da creare un buco nella compattezza degli avversari.

Ombroso con un grido sbatte con quanta più forza gli era possibile il suo corpo a terra.

Non appena mani e piedi incontrarono il suolo, la terra tremò e tra i soldati avversari si fecero largo nuovi cavalieri.

Emanavano un'aura pura e buona e trasmettevano la pace e l'armonia che così spesso veniva negata a chi la meritava.

-Era tutto un suo piano. Un vostro piano.- 

Rossana fissò oltraggiata Spica che seguiva affascinata i movimenti di Audace in mezzo ai nemici di pietra.- comprese al volo Ombroso.

-In realtà ho fatto solo quello che mi ha chiesto. Non avevo capito il piano.-

-Potevi ucciderlo!-

-Mi sono fidata di lui. E lui si è fidato di me. Cosa che voi non avete avuto il coraggio di fare. Sembra quasi che qui i più coraggiosi siamo noi Corvonero.-

La soddisfazione che emanavano le parole di Spica fecero imbarazzare tutti gli altri.

Ombroso gridò tra la folla.

Spica si incupì.

-Andate avanti! Proseguite! Sembra che qui gli unici che possono fare qualcosa di concreto siamo io e Audace. Andatevene. Adesso. Terrorius ha detto che solo due di noi potevano fermare questi cosi. Tocca a noi- 

Senza attendere una risposta, si tuffò tra il mare di statue e recuperò Ombroso.

Uno fianco all'altro, schiena contro schiena.

Due guerrieri.

-Ombroso, attento!- gridò Xavier disperato e il ragazzo si voltò di scatto e abbattè il guerriero che Lilyvoleva colpirlo alle spalle.

-Dovete andarvene!- gridò Spica e i suoi occhi si accesero di un fuoco acceso e pericoloso.

-Andiamo.Vi prego, andiamo!- fece Alexis strattonando la manica di Akira che aveva gli occhi fissi sul fratello.

James disintegrò una statua che stava per colpire la sorella e si voltò verso il resto del gruppo.

I suoi amici avevano paura.

Non per sé stessi.

Neanche lui temeva per la sua incolumità.

Ma non si separavano spesso.

Avevano imparato da tempo che insieme erano più forti.

Ma i suoi amici avevano paura per Ombroso e Spica.

E se c'era una cosa con cui aveva imparato a fare i conti, quella era la paura.

Radunò tutte le sue forze, le poche che aveva, come quando doveva esercitarsi nella trasformazione in Animagus.

Sentì una stretta alla bocca dello stomaco e la sua energia premere per uscire.

-Spirito del Coraggio- 

Fu un sussurro, eppure al suo fianco si materializzò un leone, simile ad un Patronus ma meno luminoso, che sorrise (sorrise?) con aria mite e ruggì con tutta la forza nascosta dietro la pelliccia e la criniera.

Un getto di aria calda invase la radura.

Per un secondo Akira tornò tangibile, Alexis perse il suo fuoco, Alessia aveva di nuovo la sua pelle, Xavier e Spica persero le caratteristiche animali, Ombroso non era ricpoerto di granito, Rossana brillò luminosa ed Erik si spense (letteralmente).

Lui, James, sentì la pelliccia ritrarsi ed esultò ma fu un attimo.

Tutto tornò subito alla “normalità”.

Rossanan fissò James e sospirò.

-Andiamo-

Si allontanarono velocemente.

Se si fossero girati indietro, avrebbero visto Ombroso venire braccato da una statua e Spica trattenuta da altre due.

Li avrebbero visti sparire, portati via dalla magia Oscura.

Ma non si voltarono.

 

 

 

 

 

-Dove sono?- fu il ringhio di Lily.

Ottenne solo un'occhiataccia.

-Lucia...-

-Potrò essere arrabbiata con Alexis e tutti gli altri, ma non tradirò la loro fiducia. Le mie labbra sono cucite.-

Key posizionò il cavallo in E6 e Sirius sbuffò.

Possibile che quel bambino lo potesse battere a Scacchi?

-Ragazzi...- iniziò Lily e Remus scosse il capo.

Erano tutti riuniti ma mancavano Dora e Martina.

C'erano anche i Nanhase, Lucia, Valentina e Key.

-Dove sono?-

-Lily...- iniziò Gea con aria esausta.

Stava disegnando lo stemma dei Corvonero e nell'angolo del foglio c'erano due occhi dorati, leggermente inquietanti.

Cosa alquanto sospettosa.

-Lily, niente! Non potete tenermi all'oscuro-

-Sì che possiamo! Tu non ti sei fidata di noi! Perchè dovremmo ascoltare te?- ringhiò Sirius.

Lily cercò di ribattere ma finì per arrossire.

-Nessuno si è accorto della loro asssenza. Pensano tutti che siano a casa per le vacanze di Pasqua. Ed io credevo che anche tu fossi dai tuoi. Il tuo interesse è immotivato.- la freddò Sirius.

-Immotivato? Sono scomparsi. I Malandrini non dovrebbero avere segreti-

-Infatti, IO so dove sono. La cosa, invece, non riguarda te.-

-Sono in pericolo?-

Sirius sospirò.

-Perché non li avete fermati?-continuò Lily imperterrita.

-Ci sono cose che non ci riguardano in prima persona. Di conseguenza se il nostro aiuto non è stato accettato, come potrebbe venire approvato, il tuo?- cercò di farla ragionare Remus.

-Ma...-

-Adesso basta! James in primis ma anche tutti gli altri, hanno sofferto abbastanza e non hanno bisogno di altro dolore da parte tua. Hai fatto una scelta. Adesso basta.Non ti far vedere più-

Gea era stata autoritaria come mai prima d'allora.

Gli occhi di Lily si scurirono.

-Non sei nessuno per dirmi cosa fare.-

-Io sono loro amica. Tu hai perso questo privilegio quando hai scelto Mocciosus.-

Lily fremette di rabbia.

Gea la fissò con i grandi occhi scuri e i capelli viola intenso.

La rossa estrasse la bacchetta, gli occhi furiosi, e gridò un incantesimo incomprensible.

Un lampo blu colpì Gea, i cui capelli presero ad agitarsi.

Sirius e Remus scattarono in piedi e gridarono in coro -Finite Incantatem!-

Quando l'incanto si bloccò i capelli della ragazza non erano più viola.

Erano blu notte.

-Ma non è possibile! Cambio capelli più frequentemente di Tonks-

Sirius fissò alterato Lily che rimpicciolì sotto lo sguardo di ghiaccio del ragazzo.

-Non toccarla mai più! Lei ha solo detto ciò che pensava-

-Io...mi dispiace. Tanto.-

Lily si vltò con gli occhi luccicanti di lacrime mal trattenute e oltrepassò di corsa la Signora Grassa

 -Sirius?- lo chiamò il giovane Key.

-Sì?-

-Scacco Matto-

 

 

 

Rossana si stringeva al fianco di Erik come se da lui dipendesse la propria vita.

Il che era vero.

Rossana stava perdendo tutta la forza vitale ed Erik era la fonte di luce più pura e vicina in quel momento.

Il ragazzo, al contrario, cercava di attingere oscurità da Rossana che disponeva di una quantità allamrante di ombre.

Insomma si sostenevano a vicenda.

Ed erano deboli.

Fottutamente deboli.

James aveva dato loro un minimo di energia ma non potevano resistere a lungo.

Non senza la loro parte oscura.

Che per Erik, poi, equivaleva al proprio potere.

Rossana si era accorta di come le ali dorate di Erik si facessero sempre più spente e trasparenti.

Stava perdendo la propria natura fatata.

Ed era un rischio che raramente una fata correva.

-Credete stiano bene?-

-Stiamo parlando di Audace e Spica, due delle persone più coraggiose che io abbia mai conosciuto- osservò Alessia -se la caveranno. Ce l'abbiamo sempre fatta.-

-Ci sta separando. Sfrutta i nostri punti deboli per separarci. Le statue di pietra...sapeva che non eravamo proprio in vantaggio contro mostri di questo tipo.- Akira si incupì.

-Vuole separarci è così ovvio- fece nervoso Xavier.

-Andiamo avanti. La resa non è nei nostri piani.- sbuffò Erik.

Un tonfo alle loro spalle li irrigidì tutti.

Alle loro spalle, ritto e immobile, c'era un robot.

Ma non come Crono che era in parte umano e in parte ricoperto dal metallo.

Era un intero blocco di ferraglia.

-Cazzo- sfuggì a Rossana.

Che ricevette un'occhiataccia da Alessia.

Il robot alzò un braccio e dalle sue mani uscirono numerosi incantesimi.

Rossana si gettò su Alexis ed entrambe schivarono un Anatema che Uccide.

Erik rispose ad uno Schiantesimo e Alessia polverizzò uno degli arti del mostro.

Akira non sapeva che fare.

Si sentiva assurdamente inutile.

James saltò sulla schiena del mostro ma quello lo sbattè per aria.

Il ragazzo rispose con un Bombarda che non lo scalfì minimamente.

Gli incantesimi volavano e molti andavano a segno eppure il robot semrava completamente indifferente quasi lo stessero carezzando.

Alexis stava cercando di colpire la testa del mostro quando accadde.

Akira si lanciò contro il mostro.

Stupido?

Puoi ben dirlo.

Il robot rispose con un Anatema che Uccide.

Rossana gridò, Xavier si gettò verso il gemello e Alessia si coprì il viso.

Alexis non staccò mai gli occhi da Akira.

E quando l'incantesimo gli passò attraversò senza colpirlo, tornò a respirare.

Incrociò gli occhi di Akira e lui le sillabò una sola parola.

-Scappate!-

Poi entrò nel robot.

Letteralmente.

Com'era riuscito ad attraversare gli alberi, attraversò anche il metallo.

Il mostro iniziò ad agitarsi.

Sembrava in preda a strane convulsioni.

-Lo sta...distruggendo. Dall'interno- osservò Xavier.

-Dobbiamo andarcene. Lo starà bombardando e quando scoppierà...non sarà bello, ecco- analizzò titubante Rossana.

-Ma se scoppia e lui è dentro...?- ipotizzò James.

-Dobbiamo fidarci di lui.- fece risoluta Alexis.

Gli occhi viola osservarono il robot in preda alle convulsioni.

Se Akira non fosse riuscito...

Cercò di non pensarci.

Visualizzò il suo ragazzo prima che entrasse nel robot.

“Scappate” aveva detto.

Ricordava chiaramente i suoi occhi acquamarina accesi e luminosi nonostante l'intangibilità.

I capelli biondi, erano brillati luminosi nel buio della foresta.

-Dobbiamo andarcene. Lui lo vorrebbe.-

Si allontanarono di corsa cercando di distanziarsi dall'esplosione.

Quando lo scoppio arrivò alle loro orecchie, un vento caldo li investì e un grido di dolore eccheggiò nelle loro orecchie.

Alexis cercò di lanciarsi indietro verso l'espolsione ma Xavier la afferrò e la trattenne per la vita.

-NO! Lasciami! Xavier, lasciami! Devo tornare indietro! AKIRA!-

Alexis si incendiò costringendo Xavier a mollare la presa e scappò in direzione dell'esplosione.

James e Alessia la bloccarono mentre le lacrime sgorgavano dal viso di Alexis.

Rossana si era rannicchiata a terra e aveva seppellito il viso nella spallla di Erik.

Xavier aveva lo sguardo perso nel vuoto e sembrava un guscio vuoto.

-Dobbiamo andare avanti. Lo dobbiamo fare per Audace, Spica e Akira- fece Alexis asciugandosi le lacrime.

Ci fu un sospiro generale, poi si rimisero in marcia.

 

 

 

 

 

 

Terrorius sorrise divertito.

La figura riversa sul terreno respirava a malapena e con difficoltà.

Una delle statue, quella che tratteneva Spica, si avvicinò con la ragazza.

-No. Chiama un tuo compagno per lui.- ordinò Eridanus, indicando il fagotto a terra.

Un'altro guerriero si avvicinò e raccolse dal suolo il ragazzo.

O perlomeno ci provò.

Il ragazzo venne tattraversato dalla pietra del soldato.

Audace, trattenuto da ben tre soldati, emise un grido di sorpresa.

I capelli biondi del ragazzo svenuto scintillarono.

Le palpebre tremarono e due pozze acquamarina si affacciarono prima che un gemito confermasse che c'era ancora vita nel ragazzo.

-Nanhase, alzati-

-Va via stronzo- riuscì a sibilare il giovane.

-Posso smuoverti tranquillamente da lì- lo riprese l'uomo.

Un'ombra scura apparve al fianco dell'uomo.

Il nuovo arrivato aveva crudeli occhi acquamarina, i capelli biondo miele e la carnagione leggermente abbronzata.

Ed era identico al ragazzo svenuto.

-Vedi che non ero pazzo?- sbuffò Audace in direzione di Spica che gli lanciò un'occhiataccia.

Akira 2.0 afferrò con indifferenza il braccio del suo corrispettivo buono.

-Ma...non dovrebbe attraversarlo?- esitò Spica.

-Io sono la parte malvagia di Akira- fece lo spirito – Non ci sono limiti fra noi due-

Ombroso scrollò i capelli e pezzi di granito caddero al suolo.

Akira (quello svenuto) venne caricato in spalla dalla sua controparte.

-Possiamo proseguire. La mia vittoria è vicina.-

-Non vincerai. Te lo impedirà- lo riprese con rabbia Spica.

-Di chi stiamo parlando, tesoro?-

-Della mamma, papà. Vittoria Montella era la Ninfa del Successo e della Vittoria. Non ti permetterà di trionfare-

-Tua madre è morta, Spica. Fattene una ragione- fu la risposta lapidaria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alexis si sentiva svuotata.

Sapeva che era egoista soffrire, lei avrebbe dovuto guidarli tutti.

E invece...si stava abbandonando al dolore.

James le stringeva una spalla cercando di sostenerla.

Si sentiva a pezzi.

Xavier camminava abbracciato ad Alessia 

Sembrava aggrapparsi a lei.

-Non credevo che sarebbe finita così. Akira ne ha passare tantissime. Ed è sempre sopravvissuto. Ricordate quando i Serpeverde cercarono di annegarlo? - sorrise triste Rossana.

-Oppure quando venne aggredito dalle api?- aggiunse Erik

-Quell'incidente col Fiore Arcobaleno? Il giorno della sua prima trasformazione.- ricordò Alexis.

-Oppure quando con la prova contro Mirzam si dimenticò di te, Alexis?- suggerì Xavier.

La bruna sospirò al ricordo.

-Un periodo orribile- concordò.

-Le ha superate tutte. È sempre stato una persona incredibile.- sussurrò James.

Si sentiva in colpa ad essere stato geloso del fidanzamento di Akira e sua sorella.

- Ricordiamolo così. Come una persona incredibile e sempre pronto a dare sé stesso per gli altri. Ricordiamolo felice e innamorato.- sorrise Rossana lanciando un'occhiata agli occhi lucidi di Alexis.

Ci fu un triste sorriso collettivo.

Un ringhio basso li scosse.

Alexis evocò un arco e delle frecce infuocate.

Attorno al braccio di Alessia si attorcigliò un serpente.

Xavier emise in risposta un ruggito basso.

Rossana ed Erik si affiancarono.

James evocò una spada.

Quando decine di scheletri apparvero nel buio, Erik gemette.

-No! Solo questa ci mancava!-

-Che intendi?- fece Xavier evocando il suo fuoco draghesco.

-Solo i poteri di luce e oscurità possono distruggere questo tipo di mostri-

-Tu e Rossana, in pratica- riassunse James.

-I poteri sul fuoco, miei ed i Alexis, non funzionano?- propose Xavier 

-Sono tipo scheletri-zombie e solo un potere uguale o contrario funziona. Non li sconfiggerete mai- ribatté sicuro Erik.

-Come lo sai?- fece Alessia.

Uno dei suoi serpenti staccò la testa ad uno zombie ma quella tornò al suo posto come se niente fosse.

Alexis bombardò di frecce svariati scheletri eppure niente funzionava.

Xavier abbatté alcuni scheletri ma quelli si rialzarono.

James colpì alcuni scheletri ma quelli avanzarono imperterriti.

Erik e Sana allacciarono le mani.

-Oscurità avanza e assorbi la morte-recitò il biondo.

-Luce avanza, cancella ogni dolore- continuò la rossa.

-Oscurità non ti fermare, liberaci dall'orrore-

-Luce non ti fermare, liberaci dal tormento-

Le mani strette dei due iniziarono ad illuminarsi.

Quelle di Erik che prima brillavano luminose, iniziarono a scurirsi.

La luce che prima invadeva Erik iniziò a trasferirsi e convogliarsi nelle mani di Rossana.

I due ragazzi brillarono, Erik inondando di negatività e morte e Rossana di positività e vita.

Tutti gli altri si coprirono gli occhi mentre gli scheletri cadevano al suolo.

Quando la luce si esaurì e poterono riaprire gli occhi, Erik e Sana erano stretti a terra, gli occhi vitrei e la pelle cadaverica.

-NO!- Alexis e Xavier si inginocchiarono e strinsero i fratelli tra le braccia.

Alexis singhiozzava sulla spalla di Erik.

-Vi prego…svegliatevi!-

Una luce bianca, calda e intensa propagò dal petto di Alexis avvolgendo tutti i presenti nella sua bolla di calore e benessere.

Quando la luce si estinse, Rossana ed Erik avevano ripreso colore e a respirare, soprattutto, sebbene fossero ancora immersi in un sonno profondo.

-Staranno bene. Dobbiamo andare avanti.- sussurrò James.

Camminarono a lungo, inoltrandosi maggiormente nella foresta.

Gli alberi avevano perso la sfumatura verde e nel buio del sottobosco erano neri come la pece.

La vita fremeva nascosta agli occhi dei ragazzi.

Il frinire dei piccoli insetti, lo stormire dei volatili e il rumore delle foglie che si sgretolavano sotto i loro piedi.

James sospirò piano.

-Alexis come hai fatto?- fece la gemella curiosa.

-Io? Io non ho fatto niente.- ribatté la bruna confusa.

-Ma come? Quella luce bianca...veniva da te- la contradisse Xavier.

-Io...volevo solo salvarli- fece Alexis turbata.

Alessia si scambiò uno sguardo preoccupato con James che scosse il capo confuso quanto lei.

Un sibilare costante e basso, strisciante e fastidioso li allertò subito.

Alessia tese l'orecchio e si irrigidì.

-Non è possibile-

-Cos'è questo rumore assurdo?- fece Xavier coprendosi le orecchie.

-Serpenti...molti serpenti. E non sono disposti a trattare.

Alexis afferrò un ramo e si procurò un ferro bollente e una lama affilata.

Fuse e sagomò il legno velocemente mentre il sibilare aumentava e i primi serpenti apparivano tra le foglie e i cespugli.

James e Xavier si erano accasciati a terra, le mani a coprire i sibili insistenti.

Alessia aveva creato un campo di forza a protezione dei sioi amici.

Essendo la Fata dei Veleni aveva anche il dominio sui serpenti e parlava il Serpentese.

Quel sibilare non le procurava il minimo fastidio.

Sebbene sentisse continuamente nela testa le voci di quei dannati rettili.

Uccidi il rosso!”

“No! Quella con il legnetto!”

“Vendetta!”

“ Morte a quella con il campo protettivo”

“Uccidete il moro!”

“Sssssangue!

Alessia sentiva la testa scoppiare di voci.

Sibilò emettendo numerosi sibili e ringhi.

“Sssstate zitti! Obbedite alla vostra padrona”

Per un secondo i sibili cessarono.

-Ecco!- fece convinta Alexis.

Tra le mani aveva un rozzo flauto improvvisato.

-Incantali, Alessia! Non ce la faccio a sentirli nelle orecchie!- 

La ragazza annuì e portò lo strumento alla bocca.

Una musica dolce ma un po' primitiva e limitata si diffuse ovunque nell'aria umida del bosco.

I sibili dei serpenti si quietarono in fretta, diventando nulli.

-Non posso smettere di suonare, voi andate!- gridò velocemente Alessia mentre i serpenti tornavano ad agitarsi per la breve interruzione.

Xavier lasciò un bacio sulla guancia della sua ragzza che gli lanciò un'occhiata di rimpianto e tristezza.

La lasciarono così.

Con il flauto tra le mani e l'aria abbattuta.

Quando Terrorius la colpì alle spalle, i ragazzi se l'erano lasciata alle spalle da tempo.

 

 

 

 

 

 

-E ne rimasero solo tre!- fece solenne James.

Xavier aveva lo sguardo basso e non si premurò neanche di rispondergli.

Alexis sbuffò.

Stava ancora pensando ad Akira.

James non riusciva a credere che fosse andato tutto a rovescio.

Tutti i suoi amici avevano  dato sé stessi per un bene superiore.

Nella sua mente c'erano ancora troppe immagini dei sacrifici che avevano compiuto per permettere al resto del gruppo di proseguire.

La tecnica improvvisata di Spica e Ombroso.

L'energie opposte di Erik e Sana che si sprigionava dai loro corpi.

Akira che entrava nel robot ed il suo grido di morte.

Alessia che suonava, gli occhi lucidi di pianto.

-Alexis. le sussurrò Xavier e la ragazza alzò lo sguardo per puntare il ragazzo.

-Non credo che Akira sia morto-

-Non dire sciocchezze! Hai sentito quel grido!-

-Akira è la persona più forte che io abbia mai conosciuto. Ha una resistenza agli attacchi non indifferente. Credimi. Lui sta bene-

-Vorrei crederti. Ma non posso vivere di false speranze. Se adesso io mi fido e le tue impressioni si rivelano sbagliate…io non ce la farò-

-Ale…-

-Fermi. Non lo sentite anche voi?- li bloccò James.

I due ragazzi si bloccarono.

Eppure loro non sentivano niente.

-Non fa più freddo del normale?-

-Io sono sempre bollente- scosse il capo Alexis.

-Io ho il fuoco dei draghi nelle vene- si giustificò Xavier.

Un ruggito lontano allarmò i tre ragazzi.

-Io ve l'avevo detto! Non dite che non l'ho fatto- fece James scuotendo la testa divertito.

Uno strano mostro gigante fatto di ghiaccio sradicò un paio di alberi e si posizionò loro di fronte.

-Mi spiegate dove cazzo li trova certi così?- strillò Alexis volando spedita verso l'alto.

Xavier si mosse di scatto correndo in maniera scardinata per confondere il gigante.

James volò a nascondersi tra le fronde degli alberi per cercare un buon punto di attacco.

-È ghiaccio eterno! Non si scioglie!- fece Xavier dopo un suo violento colpo con il fuoco dei draghi.

-Che vuol dire che è eterno? Non possiamo sconfiggerlo?-  gridò James sconvolto.

-Anche il ghiaccio più perenne può essere sciolto- fece Alexis con aria corrucciata.

-Ma…-

-Xavier! Credi che ce la possiamo fare?- gli gridò la bruna.

-Cos'è, una sfida?- rise strafottente Xavier.

I due ragazzi si strinsero le mani.

-Alexis…-

-Sì?-

-Se sopravviviamo…posso chiamarti cognata?-

-Con piacere!- rise la ragazza.

-Per Akira?- fece serio Xavier.

-E Alessia- annuì la bruna.

-James! Va via! Ti conviene. La situazione potrebbe diventare scottante-

-Ma…-

-VA VIA!- gridò esausta Alexis.

Il fuoco iniziò a scintillare e vorticare  attorno alle due fate.

I capelli di Alexis si incendiarono e le ali di Xavier si agitarono con forza.

James indietreggiò mentre ghiaccio e fuoco si incrociavano e una nube di vapore si alzava verso il cielo.

Corse inoltrandosi nella foresta.

Sentì una forte esplosione e il rumore di passi che corrono.

Poi un forte dolore alla testa o fece svenire.

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Si sono tornata.

Può sembrare strano ma beh…eccomi qui.

Ringrazio chi ancora mi segue.

Cielo ne avete di pazienza.

Ah…Gea prometto che prima o poi ti rispondo.

Mi devo solo ricordare.

Piccola curiosità: i cavalieri di pietra mi sono stati ispirati dalla stessa saga da cui ho preso Spica e Ombroso.

Il robot mi è venuto così guardando non so che programma.

Gli scheletri- zombie mi sono stati donati da Percy Jackson.

Uno dei personaggi, Nico Di Angelo, li poteva evocare in battaglia.

Infine, il mostro gigante viene dal film Disney, Frozen.

Non so se avete presente il guardiano del castello di Elsa.

Beh…quello.

Un bacio

Alexis

   
 
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