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Autore: MomoiDancho    10/07/2015    1 recensioni
< Salazar, perché mi sono fatto coinvolgere? Spero che il tuo piano funzioni, Granger, perché ho un brutto presentimento > sibilò Malfoy
< Beato te, Draco, io ho un pessimo presentimento > piagnucolò Ron.
< Shhh. Harry ha detto che dobbiamo fidarci di lui. Tranquilli, il corpo insegnanti è dalla nostra parte, nel peggiore dei casi non verremmo comunque espulsi > sussurrò Hermione.
< Ma come fa a dire una cosa simile in questo momento?!> sbottò il Rosso, mentre si appiattivano contro il muro, cercando di non farsi scoprire.
< È la Granger, Weasley. Che ti aspettavi? > ghignò sottovoce Malfoy.
Segretamente, ammirava il coraggio e l'intraprendenza della Gryffindor, ma ovviamente non le avrebbe mai dato la soddisfazione di saperlo.
*attenzione, questa parte si trova nei capitoli successivi alla creazione dell'E.S! Non disperate se non trovate la Dramione nei primi capitoli, tutto a tempo debito ;) *
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Esercito di Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Capitolo 3
Lezioni Rosa, pitoni e pensieri



Le lezioni della professoressa Trelawney, per Harry, erano tutte uguali.
All’inizio le considerava interessanti, addirittura utili, perché per certi versi non era sicuro del suo futuro; ma poi pian piano si era reso conto di essere “L’Oggetto” (come lo chiamavano in classe) preferito dalla professoressa per le profezie di morte, maledizioni e qualsiasi altro nefasto avvenimento.
«L’unico aspetto positivo di tutta questa messinscena,» borbottava Harry fra sé e sé, «E’ che per prendere un ‘Accettabile’ in Divinazione, basta che mi predica da solo la morte, in qualsiasi modo possibile» Ron lo guardò sospirando: «Se non altro, tu non hai molto tempo da perdere sopra questa mat…» per fortuna, non aveva fatto in tempo a finire la frase: la professoressa lo guardava scettica da dietro gli occhiali « Prego, finisca la frase, Weasley» .
Ron, impallidendo, sbatteva gli occhi incapace di trovare un seguito logico, così Harry corse in suo aiuto «Intendeva dire che sono fortunato a non perdere tempo questa mattina, perché secondo gli astri, se arriverò in ritardo mi succederà un terribile incidente» il giovane Gryffindor sperava di distrarre la professoressa attirando la sua attenzione sul suo terribile futuro. La Trelawney, sospirava e con grande sollievo del Rosso si avvicinava dicendogli «Weasley caro, non devi avere paura di rivelare le terribili sorti che attendono il tuo amico, il suo destino è da tempo segnato» e mentre lo diceva, fissava un punto imprecisato del soffitto, con aria mistica.
« Questa qui è tutta matta » borbottava Ron mentre la campanella suonava; il Ragazzo Sopravvissuto gli sorrideva pigramente mentre, sottovoce, sospirava
« Vedrai la Umbridge, come ti piacerà»
 
In effetti quando Slytherin e Gryffindor entrarono nell’aula di Difesa contro le Arti Oscure, rimasero un attimo spiazzati, controllando di non essere capitati per sbaglio in uno di quei salottini finti delle soap opera babbane. Tutto  l’arredamento era stato sostituito « Oh Salazar… così stucchevole da far morire un diabetico» borbottò Draco disgustato, prendendo posto su uno dei banchi decorati, cercando di trasfigurare il pizzo color glicine in un accendino. Harry non poteva che concordare con lui: tutto quel rosa era decisamente troppo per un’aula di Difesa contro le Arti Oscure e, senza pensarci due volte, iniziò anche lui a giocherellare con la bacchetta.
«Harry! Harry!» Hermione lo riportò alla realtà, dopo un’infinità di tempo; la Umbridge era già entrata e lo fissava  con uno sguardo orripilato; solo allora si rese conto di aver trasfigurato il pizzo in un piccolo pitone, che nel frattempo era strisciato verso Malfoy. Si avvicinò a Draco e nel frattempo, guardando Harry, il serpente sussurrò qualcosa di simile ad una filastrocca in serpentese:

“…ormai manca poco,
resta vivo, resta in gioco;
Se il Signore Oscuro lo tenterà
il ragazzo vacillerà?
Chi ascolterà le profezie per il domani
del Mondo Magico, sconvolgerà i piani”


Harry si avvicinò al pitone, con il cuore che batteva e sussurrò piano, nella stessa lingua
“Dove posso trovare le profezie?”
Il serpente sibilò:
“La veggente le ha viste in un lontano ieri:
le domande, trovano risposta nell’ Ufficio…” 

«ORA BASTA! Vipera evanesca! »
Prima di ogni possibile reazione del Ragazzo, la Umbridge aveva fatto sparire il pitone dall’aula.
Harry era senza parole. La Umbridge era rimasta scioccata, ma non abbastanza a lungo da permettergli di sentire tutta la filastrocca, si rendeva conto di  guardarla con odio.
Prima che potesse dire qualunque cosa, la professoressa, senza esitazioni, riprese il suo tono autoritario, con la voce squillante esclamò : «Signor Malfoy, Signor Potter. Nella mia classe non è permesso l’uso della magia, come avevo detto nel discorso di inizio anno, sono molto severa nel prendere provvedimenti disciplinari al riguardo. Per tanto, questa sera vi presenterete alle 7:30 in punto nel mio ufficio. »
« Ma… non è vero! Lei non ha mai detto una cosa simile durante il discorso! » Draco era riuscito a riprendersi dallo shock prima di Harry; «Signor Malfoy, vedo che le abitudini di suo padre sono presenti anche in lei. La prego di non seguire la sua strada, perché come ha potuto vedere, le bugie portano delle conseguenze» disse in tono mellifluo  «..e, nel caso di suo padre, ad Azkaban»
Draco rimase impietrito, a quelle parole. Il Ragazzo sopravvissuto, audacemente, aveva deciso di prendere le sue difese «Lucius Malfoy non è un bugiardo! » proferì con la voce più risoluta di quanto si aspettasse «Il suo gesto è stato coraggioso! Lei lo ha incastrato! E se non fosse stato per lui, a quest’ora i seguaci di Voldem… »
«ORA BASTA! » urlò lei, rossa in viso «Ora basta, signor Potter » riprese lei, con tono stucchevole «Ci vediamo alle 7:30, nel mio ufficio » disse rivolgendosi ad entrambi con una risatina.

Alle 7:30 in punto di quella sera, Harry e Draco si ritrovavano a bussare insieme alla porta dei Dolores Umbridge. Prima di varcare la soglia, Draco si voltò velocemente verso Harry e disse «Grazie, Potter» il Gryffindor guardò stupito lo Slytherin, mentre la professoressa li fece entrare nel suo ufficio. Si sedettero sulle sedie, trovando davanti a loro un foglio bianco e una penna, senza la boccetta dell’inchiostro. «Questa sera, durante tutta la vostra punizione, dovrete scrivere la frase “Non devo dire bugie”» disse. Intercettando gli sguardi confusi dei ragazzi, si affrettò ad aggiungere «Potete iniziare da subito, non vi servirà l’inchiostro». Guardandosi sempre perplessi, con una scrollata di spalle iniziarono. Appena finita la prima frase, i ragazzi capirono con orrore il funzionamento delle piume. Harry dopo un’ora, scese le scale con Draco, dirigendosi con un ritardo di mezz’ora e la mano sanguinante dal Professor Snape.
Il Ragazzo Sopravvissuto bussò con imbarazzo alla porta dell’aula di Pozioni, trovando il professore seduto sulla cattedra, intento a leggere un libro. Ebbe giusto il tempo di ammirare per pochi secondi il professore, quando quest’ultimo lo notò.
«Oh…Signor Potter, alla fine si è degnato di raggiungermi» il suo ghigno scomparve subito alla vista della mano insanguinata
«Potter, cos’ha fatto alla mano?» disse avvicinandosi a lui «Avanti, mi faccia vedere»
«Io.. niente, professore. Non ho fatto niente.» disse nascondendo la mano. La vicinanza con il professore lo fece arrossire. Quest’ultimo lo guardò, avvicinandosi sempre di più a lui, fino a quando Harry si ritrovò con le spalle al muro.
« Potter, mi ha già fatto attendere abbastanza» il colorito del giovane mago si fece ancora più vistoso sulle guance, la sua mente già iniziava a essere offuscata dai pensieri poco opportuni. Snape lo notò, l’ombra di un sorriso aleggiò sul suo viso, alla vista delle reazioni del ragazzo; chiarì velocemente «Devo ricordarle che è arrivato con un ritardo di mezz’ora, Potter?»
Harry sbiancò all’idea di aver frainteso così tanto le parole del professore, che lo stava fissando con la mano tesa. Pregò in cuor suo che l’uomo non capisse i suoi pensieri; appoggiò la mano ferita su quella del professore: colse uno sguardo leggermente disgustato alla vista della scritta incisa sul dorso della mano.
«Molto bene» si affrettò a dire «Questa sera, in via del tutto eccezionale, prepareremo una Pozione di Guarigione; per il momento, fasceremo la sua ferita» e così facendo, lo fece sedere su uno sgabello, mentre andava a prendere le garze. Il Ragazzo ebbe modo di osservare le dita affusolate del professore mentre fasciavano la mano, rimanendo con il fiato sospeso per tutta la durata dell’operazione. Solo quando Snape si alzò e lo invitò a preparare davanti ai suoi occhi e sotto la sua supervisione la pozione, si decise ad alzarsi.
In poco più di mezz’ora, sotto lo sguardo esterrefatto del giovane mago, la pozione finì di cuocere e fu pronta per l’uso: il Professore, mentre mandò Harry a sedersi di nuovo sullo sgabello, pensò con soddisfazione «A quanto pare anche Potter, sotto stretta osservazione, riesce a combinare qualcosa di buono» e sorrise tra sé e sé. Quando si voltò, lo trovò quasi addormentato e si ritrovò ad osservare il ragazzo attentamente per la prima volta, notando che aveva preso il fascino della madre, Lily. “Peccato che il suo carattere sia uguale a quello di James. James, quel cretino.” e mentre si avvicinò a lui sbuffò con una leggera insofferenza.
Il giovane mago, risvegliatosi leggermente intorpidito, sussultò alla vista di Snape che, delicatamente, gli stava spalmando parte della pozione sulla mano ferita: era incredibile quanto quell’uomo acido sembrasse diverso dal solito. “Dopotutto, non è così stronzo come sembra” pensò divertito e quando l’uomo ebbe finito, lo ringraziò per la Pozione.
Quando stette per varcare la soglia, l’uomo disse con noncuranza «Potter, effettivamente è vero: non sono stronzo come sembro, a volte» e continuò a mettere a posto alambicchi e provette, lasciando il moro senza parole.
Attraversando di corsa i corridoi, si ricordò della frase che disse la mattina stessa alla Trelawney “se arriverò in ritardo, mi succederà un terribile incidente”.
E così, era successo. Snape aveva letto i suoi pensieri per tutta la serata.

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Bonjour! O meglio, buon pomeriggio.
Questa volta ho scritto più del solito, sfiorando le 4 pagine su word.
Tutto merito dei giardinieri sotto casa mia: svegliandomi alle 7:30, dopo solo 5 ore di sonno, mi hanno permesso di riscoprire il piacere di cruciare e maledire le persone mentalmente, davanti ad un’enorme tazza di caffè, per far ripartire al meglio la mia giornata. Cercando di seguire i consigli, ho descritto le ultime lezioni di Harry con più lentezza di quanto avrei fatto normalmente: non so se si è capito, ma non vedo l’ora di descrivere l’ E.S con la partecipazione di un personaggio che, incredibilmente, si sta ricredendo sui Gryffindor. Ultima nota: ho scelto di introdurre la Profezia tramite una filastrocca del pitone perché mi ha sempre attirato l’idea del serpentese, ma questo non vuol dire che la profezia verrà pronunciata solo così ;)
Come sempre, grazie per le recensioni e chiedo scusa per eventuali errori di battitura.
Al prossimo capitolo! :*  10/07/15 MomoiDancho
   
 
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