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Autore: Cest97    14/07/2015    1 recensioni
In molte storie i protagonisti se ne stanno zitti, di certo non parlano se non vengono interpellati. sfortunatamente, il mio protagonista non è d'accordo con me sulle mie scelte stilistiche; e non si astiene dal farmelo notare. Doveva essere una storia di avventura, mi chiedo dove andremo a finire
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Antony è seduto sullo sgabello del bar, guarda dritto negli occhi della sua preda.
“Ancora un bar?” in ogni mia storia ci devono essere scene dentro bar, hanno stile e ti fanno sembrare più interessante “Diventerò un alcolizzato di questo passo”
Per il momento stai solo corteggiando una persona di tuo interesse.
“Ah si? Allora ok.”
I suoi occhi si perdono in quelli che sta osservando, così scuri, profondi, sembra debbano portare nel vuoto più totale.
Tra sé e sé pensa:
-Quanti bicchieri ci vorranno perché si ubriachi?-
Pensavo a qualcosa di più romantico.
“Io non sono romantico”
Cerca di collaborare “Va bene”
Fa ondeggiare il calice che tiene in mano, l’oliva al suo interno ruota nel liquido chiaro in un vortice alcolico; quasi ipnotizza il suo interlocutore con questo gesto, dicendo poi:
“Era da tempo che non vedevo una ragazza così bella, c’è da perdere la testa solo guardandoti”
Un po’ inefficace ma stiamo facendo progressi.
“Ho sedotto decine di ragazze con queste parole”
Si, e chi è che le ha create?
“…la mia vita è una bugia!” Non fare così.
“Secondo me ti stai solo dando delle arie, ho tutte le capacità necessarie per sedurre; e poi tu non sei in grado di far fare ai tuoi personaggi quello che vuoi”
Lo hai voluto tu.
Fissando la persona che tanto gli interessa, chiede con tono… accattivante?
“Non hai mai rimorchiato vero?” Fatti gli affari tuoi.
Chiede:
“Posso sapere come ti chiami, tesoro?”
“Marco”
“Fermo, basta, scorri”
Scorri? Che significa scorri?
“Hai capito male, a me piacciono le ragazze”
Scommetti?
Antony è gay.
“Hai tralasciato una cosa”
Cosa?
“Essere gay non è una scelta, nemmeno tua”

Quindi scorro? Cosa vorrebbe dire?
“Scorri con le idee, con le scene che vuoi fare, facciamo qualcos’altro”
Ok.
 
 
Antony corre nel campo di battaglia, la sabbia si alza ad ogni suo passo, sotto braccio tiene stretto un pallone in cuoio, grezzo, molto pesante dat il contenuto metallico.
Deve solo arrivare in fondo all’arena, lanciarlo, e spedirlo nella rete.
“Cosa sarebbe, pallamano?”
Diciamo, ma puoi usare sia piedi che mani, devi solo fare goal in un modo o nell’altro.
Compaiono due uomini davanti a lui, sbucano fuori da delle botole: sono gladiatori.
Alti, ricoperti di armature di differenti paesi, combattenti provenienti da chissà quale angolo del mondo.
Uno di essi tiene stretto in mano un gladio, l’altro una lancia.
“Arricchisci”
Sono armi argentate, strani bagliori di luce rimbalzano su di esse quando il sole le colpisce.
“Arricchisci”
Sono armi magiche.
“Arricchisci!!”
Una saetta fuoriesce dalla punta della lancia, disegna un arco sopra le teste dei presenti, e si schianta al suolo, ai piedi del ragazzo, bruciando la sabbia e lasciando una piccola conca piena di vetro fuso. “…così è troppo”
Un altro fulmine, il ragazzo si sposta appena in tempo per schivarlo, in un lampo di luce si salva ma il suo impermeabile viene irrimediabilmente danneggiato, ora è segnato da un foro annerito coi bordi bruciati.
Il ragazzo alza lo sguardo.
“Il mio impermeabile…”
Il ragazzo non ha tempo da perdere con un capo di abbigliamento.
“Mi hai rovinato il vestito!”
Come dicevo…
“Ti ammazzo!”
Lascia andare la palla in cuoio, con un balzo in avanti estrae la propria spada ed assesta un colpo dall’alto, colpisce in pieno l’elmo dell’uomo armato di lancia. Troppo veloce per essere schivato, il colpo frantuma il metallo e fa collassare al suolo il guerriero.
Girandosi verso l’altro nemico, il ragazzo esclama fissando l’uomo dritto negli occhi:
“Fila”
“Ok” mi aspettavo che da guerriero quale sei opponessi più resistenza “Chi me lo fa fare, hai visto come lo ha fatto fuori? Io ho un piccolo gladio fatto con scarti di metallo. Ci si vede”
Antony riafferra la sfera di cuoio e si dirige verso la porta, una corsa sfrenata verso il suo obbiettivo. Sta per lanciarlo quando dall’alto atterra un essere di dimensioni gigantesche.
“Leo!” il Leone Marino ha uno sguardo stranamente serio.
“Non posso parlare, sono concentrato”
“Ah, ok, scusa”
“Ho sempre voluto fare il portiere, ma non mi facevano giocare perché mangiavo i giocatori avversari”
“Devo preoccuparmi?”
“Ma no, io e te siamo amici”
“Potresti evitare di leccarti i baffi quando lo dici”
“Scusa, vecchie abitudini”
L’animale osserva il ragazzo, Antony alza la palla sopra la testa e la tira con tutta la forza che ha.
La palla si schianta sulla fronte dell’animale, che sembra ignorarla completamente.
Potresti provare a partecipare?
“Sono grande quanto un edificio di tre piani, finché la tira in alto non devo preoccuparmi. Inoltre sono in parte leone, quindi in parte felino: io non seguo le palle, è roba da cani”
Allora… la palla in seguito al colpo sembra squarciarsi, al suo interno rivela un insieme di fili metallici, sembra quasi…
“Un gomitolo di filo?” forse per il ragazzo è privo di senso, ma per l’animale no.
Per lui l’oggetto ha un qualche significato mistico, un segreto, un messaggio nascosto al suo interno.
“Mio”
“Leo, sta calmo…”
“MIO!”
Con un balzo l’animale cerca di afferrare l’oggetto sferico, Antony è più veloce e se ne appropria per primo. Riesce ad allontanarsi dalla bestia, i cui occhi sembrano non voler smettere di seguirlo, di colpo attenti ad ogni suo minimo movimento.
Il ragazzo si getta in una corsa disperata, l’animale si abbassa pronto ad intercettare qualunque lancio, è quasi con la pancia schiacciata a terra e si prepara a saltare se necessario; Antony individua un passaggio tra le zampe della bestia, e dietro di esso la rete.
Mentre sta correndo, lascia andare il gomitolo di filo di ferro, e senza fermarsi gli tira un calcio, lo colpisce perfettamente col collo del piede e lo fa volare rasoterra, dritto verso la sua meta.
Il suono secco della palla che incontra la rete alle spalle della bestia blocca tutto, il pubblico che fino a questo preciso istante non avevo descritto si ammutolisce.
Il ragazzo se ne resta immobile, osserva l’animale cadere a terra, quasi come se lo avesse abbattuto, sconfitto. In un silenzio tombale, si gira e se ne va lontano, ignorando ciò che è appena stato costretto a…
“Booooooom! Ho vinto!”
Questo non è sportivo
“Perdente! Ti ho battuto!”
“Cartellino rosso”
“… cosa?”
Antony è stupefatto… e anche l’autore. Che succede ragazzi?
“Cartellino rosso”
“…ma chi diavolo sei?”
“L’arbitro?”
Ma siamo in un’arena!
“Tralasciando quello, perché mi ammonisci? Ho solo fatto goal!”
“Non penso proprio”
…forse abbiamo dimenticato una cosa.
“Cioè?”
Leo è un maschio, e lo spazio che pensavo esistesse tra le sue gambe era occupato da…
“Non respiro”
Il Leone Marino non era caduto causa la consapevolezza di aver perso, di fatto aveva parato il colpo vincendo, a discapito dei propri testicoli.
Ahia.
“Non credo avrò figli” Ops, scusa “Scorri”
Scorro.
 
 
“Mi stai disegnando come una delle tue ragazze francesi?”
“Ehm?”
“Antony, come sto venendo?” mentre Antony regge la matita e il blocco da disegno, un dubbio prende spazio nella sua mente: che l’autore abbia un insano desiderio di farlo sentire in imbarazzo?
“Puoi ridirmi come ti chiami?”
“Marco”
“Ok, Marco, perché sei disteso lì?”
“Mi hai promesso un ritratto”
“Ma io non so disegnare, quindi mi spiace…”
“Oh, tranquillo, era solo un pretesto il tuo”
“Scorri”
Non ho più idee.
“SCORRI”
Mi sa che ci risentiamo fra un po’.
“AUTORE”
Che bello il mio lavoro.
   
 
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