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Autore: LaMusaCalliope    15/07/2015    1 recensioni
DAL TESTO:
"Stavolta Jo l’aveva combinata davvero grossa. Erano mesi che Ellen sopportava i suoi stupidi scherzi; era passata oltre a ogni genere di diavoleria, dalla carta igienica nello zaino ai libri completamente evidenziati (che poi, dove lo trovasse il tempo per evidenziarle i libri solo gli dei lo sapevano). Ma ciò che aveva fatto quella stessa mattina aveva superato ogni genere di limite. Potrebbe anche essere sembrato un incidente, ma Ellen sapeva che non era così, conosceva troppo bene il suo pollo."
Buona lettura!!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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~~L’allenamento della squadra di pallanuoto iniziò alle tre precise. I ragazzi erano tutti concentrati nella partita così nessuno si accorse di una ragazza che in silenzio si avvicinava agli spogliatoi. Appena entrata, cercò l’armadietto di Jo. Fu facile, era il più disordinato. Lo aprì. Dentro c’era di tutto: asciugamani, vestiti, scarpe e un paio di calzini che era meglio ignorare. Prese ciò che le interessava e sgattaiolò via. Si rimise seduta sugli spalti con l’aria più innocente che potesse assumere e si godè lo spettacolo dei ragazzi che facevano a pugni con l’acqua per prendere la palla.

Un’ora dopo l’allenamento finì e tutti i ragazzi entrarono nello spogliatoio per farsi una doccia e cambiarsi. Jo l’aveva salutata e poi era entrato anche lui.
Ellen aspettò con calma che il ragazzo si accorgesse di cosa gli mancava nell’armadietto. Nel frattempo tutti i suoi compagni di squadra se ne erano andati, lasciando la palestra vuota.
L’urlo non tardò ad arrivare. Jo era uscito dallo spogliatoio e stava gridando qualcosa riguardo vestiti scomparsi e brutte uccisioni. Il bello di tutto questo era che indossava solo le mutande. “Vendetta compiuta” pensò Ellen mentre scendeva in piscina. Non appena vide quello spettacolo ridicolo iniziò a ridere. Jo non la prese bene. – Avanti! Smettila di ridere! Piuttosto, aiutami a trovare i miei vestiti! – prese a cercare ovunque: sul pavimento, sotto quelle due panchine, si fece il giro di tutti gli spalti. Erano spariti. Non gli venne in mente di cercare in una grande borsa di stoffa rosa che Ellen teneva stretta contro il proprio petto. Dopo aver perlustrato ogni centimetro della piscina, il ragazzo ritornò nello spogliatoio. Lei si affacciò. Anche lì tutto era stato messo a soqquadro, le panche al centro della stanza e gli armadietti tutti aperti. La ragazza alzò gli occhi al cielo e tornò a bordo vasca. Frugò nella borsa e ne tirò fuori una camicia a quadri rossa, una t-shirt bianca e un paio di jeans sbiaditi. Li teneva entrambi con una mano e li faceva ciondolare sopra l’acqua. Si schiarì la voce per richiamare l’attenzione di Jo che non tardò a raggiungerla. Le espressioni si susseguivano sulla sua faccia passando dal sollievo di aver trovato i suoi vestiti alla preoccupazione di doverli andare a recuperare sul fondo della piscina; solo in quel momento si rese conto di indossare solo le mutande e il suo volto divenne rosso dall’imbarazzo. Infine comparve un sorriso che sapeva di soddisfazione. – L’allieva che supera il maestro. Complimenti, Ellen. Bello scherzo. Ora però dovresti ridarmi i miei vestiti- Ellen allentò la presa – per favore. – il suo tono era quasi una supplica. Ellen sorrise malvagia. – Jo, devi guadagnarteli i tuoi vestiti, se li vuoi veramente. – fece cadere la borsa sul pavimento e iniziò a correre per tutto il perimetro della piscina, sugli spalti e di nuovo a bordo vasca. Fino all’anno prima aveva partecipato alle gare di corsa ed era arrivata prima al campionato tra le scuole, Jo non avrebbe potuto raggiungerla. Si sbagliava. La prese per un braccio proprio vicino al bordo. Lei provò a fuggirgli, strattonando il braccio e cercando di correre, ma il pavimento era bagnato e lei scivolò. Cadde in acqua e Jo con lei. I vestiti erano decisamente bagnati ormai, Ellen aveva avuto la sua vendetta. Li lasciò andare e quelli con lentezza risalirono in superficie. Lei fece per seguirli ma qualcuno la tirò per la caviglia, facendola sprofondare. Si ritrovò tra le braccia di Jo che sorrideva in maniera buffa, date le guance gonfie per trattenere il respiro. Il suo corpo era bloccato dalle mani di Jo dietro la schiena e le impedivano di muoversi. Lei sentiva i polmoni bruciare, reclamando ossigeno. Cercò di darsi una spinta per poter risalire ma quel gesto la portò ancora più vicino a Jo che fece una cosa che lei sicuramente non si sarebbe mai aspettata. Portò una mano dietro la sua testa e fece combaciare le loro labbra. Ellen ebbe un attimo di esitazione dovuto allo stupore, poi approfondì il bacio accarezzandogli i capelli ricci che fluttuavano nell’acqua. L’aria era sempre meno e lei non riusciva a respirare. Senza staccare le loro labbra, Jo mosse le braccia e insieme tornarono in superficie. Solo allora si staccarono e presero una bella boccata d’aria. Nuotarono fino a una scaletta di ferro e uscirono dalla piscina, bagnati dalla testa ai piedi. Ellen lo guardò. La sua faccia era rossa sia per l’imbarazzo che per la rabbia. Come si era permesso quel troglodita di baciarla? Come aveva potuto tenerla là sotto per minuti, senza ossigeno, solo per baciarla? Sarebbe potuta morire!
Lui era andato a prendere un asciugamano nello spogliatoio e lei, recuperata la borsa, lo raggiunse camminando a grandi falcate. Quando lo vide indossava i pantaloni bagnati e si stava asciugando i capelli. La rabbia evaporò per un secondo quando si ricordò dei ricci sotto le sue dita e di quanto fosse stato bello accarezzarli. Si riprese e con la faccia più arrabbiata che mai e con tutta la sua forza, gli lanciò la borsa contro che lo colpì in piena faccia, per poi cadere a terra con un sordo tonfo. – Mi hai fatto male! – fu il solo commento di lui. Lei gli si avvicinò ancora di più e gli punto l’indice contro, gridando. – e tu mi hai baciata! Perché? Come ti è saltato in mente? Chi accidenti ti ha autorizzato a … - Si ritrovò il dito di lui premuto sulle labbra. Ciò la fece zittire all’istante. – Calmati, Elly. È stato un incidente, non volevo farlo, okay? Non lo so nemmeno io perché ti abbia baciato. Insomma, è successo. Caso chiuso. Tutto come prima. – tolse il dito e cercò la maglia bagnata, era ancora in acqua. La andò a recuperare e per tutto il tempo Ellen pensò alle parole di lui, ricollegandole a quello che era successo in acqua e al loro passato da martoriatore – martoriata. Forse aveva ragione lui, era stato un incidente destinato a non ripetersi. Alzò le spalle. Meglio così. Uscì anche lei dallo spogliatoio e si incamminò verso la porta della palestra. Jo la raggiunse. Stava ancora cercando di mettersi la maglietta e aveva le scarpe appese al collo. – dove stai andando? – le chiese mentre faceva passare la testa nella maglia. – torno in camera, devo studiare. Lunedì ho lettere inglese. – il ragazzo annuì e intanto si continuava ad asciugare i capelli. – ti accompagno.- proclamò infine Jo e Ellen acconsentì.
Per tutto il tragitto non parlarono granché. Lui aveva preso in pieno un pilastro quando, cercando di allacciarsi le scarpe, non era riuscito a vederlo in tempo e così ci era andato a sbattere contro. Ellen aveva riso e, per evitare altri incidenti, lo aveva costretto a fermarsi per allacciarsi le scarpe.
Arrivati davanti la porta della camera di Ellen calò l’imbarazzo. Lei stava cercando le chiavi nella borsa. Si era seduta per terra e la stava svuotando. Incredibile le cose che ci aveva messo dentro: due libri, il portafogli, penne, pezzi di carta, trucchi, un peluche, una USB, un elastico per capelli. Delle chiavi nessuna traccia. Rimise tutto nella borsa e si alzò in piedi, decisa a bussare quando un luccichio colpì la sua attenzione. Un mazzo di chiavi con il portachiavi a forma dei Doni della Morte direttamente da Harry Potter, ciondolavano davanti al suo naso. Le aveva prese Jo. – Ridammele, Jo. Voglio cambiarmi il prima possibile. – si sporse per prenderle. La stessa idea era venuta in mente a Jo. Ora si stavano baciando, proprio come sott’acqua, solo un po’ più asciutti. Il bacio non durò molto; non appena Jo si staccò le consegnò le chiavi e le sussurrò all’orecchio: - Forse non è stato un incidente, prima. – Quindi le fece l’occhiolino e la lasciò lì con un palmo di naso, senza riuscire a credere alle proprie orecchie diventate rosse.


            ANGOLO AUTRICE: Salve! Dato che domani parto e sono impegnata con le valigie, vi pubblico ora il terzo capitolo. Perdonatemi per essermidilungata troppo, ma alcune parti (tutte) necessitavano di essere inserite in questo capitolo. Al prossimo giovedì!
   
 
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