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Autore: Growl    15/07/2015    1 recensioni
\\Al momento in pausa//
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Nella stessa terra dove si sono svolti i Mystery Dungeon, ma in una regione lontana con diverse usanze, un Mudkip sta per coronare il suo sogno di diventare Capo Pokémon, una sorta di allenatore. Una volta ottenuto questo titolo, potrà girare per Kumon per cercare di battere i Sindaci delle città, e nel mentre reclutare compagni per la sua squadra. Il Fangopesce, però, si ritroverà in un'avventura che non si sarebbe mai aspettato di vivere, incontrando organizzazioni segrete, team malvagi e scoprendo di più anche sulla sua stessa vita.
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Attenzione: Spoiler per Mystery Dungeon Squadra Rossa/Squadra Blu, Esploratori del Cielo/Tempo/Oscurità, Portali sull'Infinito dato che potrebbero essere citati avvenimenti e/o si potrebbero incontrare dei personaggi di questi giochi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Sogno dell'8 gennaio, anno secondo
Ero in una radura abbastanza ampia, anche se non riuscivo a riconoscere quel posto. Vicino a me c'era un pokémon. Non gli chiesi niente, probabilmente sapevo chi fosse. E' davvero un peccato che non riesco ad essere cosciente nei sogni.
Comunque, non so nemmeno a che specie appartenesse... forse.

Notai improvvisamente una cosa, e non capii com'era possibile che non me ne fossi reso conto prima. Vedevo tutto grigio. Da quando in qua i sogni sono in bianco e nero? Non ne ho idea, ma era sicuramente una cosa strana. 

Il pokémon, che mi sembrava essere viola, mi guidava per il boschetto e mi diceva di stare calmo, che saremmo riusciti a ritrovare Vyl. Mi chiedo chi fosse questo Vyl, anche se nel sogno ne ero sicuro, visto che non feci nessuna domanda. Poi mi dice qualcosa tipo "Come stai?" ed io rispondo di stare bene. A questo il mio misterioso accompagnatore ride, ed io rido dopo di lui. La mia risata, però, è strana. E' molto grave a differenza della mia solita voce. Improvvisamente sento qualcosa muoversi tra le foglie, e il pokémon viola si muove e spia tra i cespugli. "E' lui, è lui!" esulta. "Ci sono anche gli altri?" chiedo. Lui si gratta la testa e dimenticatosene, spia di nuovo. "Purtroppo no." mi dice. Io sospiro, ma gli dico comunque di andare all'attacco. Il mio compagno, quindi, si lancia tra i cespugli e sento il rumore della battaglia. Mi avvicino per guardare, però dopo aver fatto due passi... 

Tail mi sveglia. Ero così curioso! Ma era ora di iniziare le lezioni ed ero in ritardo.

 
Non sapeva dove doveva andare. Poteva immergersi in acqua, ma preferiva non reclutare qualcuno del suo stesso tipo. Era una delle regole base dei reclutatori: bisognava cercare di avere la squadra più versatile possibile. Ovviamente c'erano anche alcuni pokémon che creavano una squadra di un solo tipo, o di tipi simili, le loro avventure venivano chiamate Solo Run. Lui preferiva avere vita più facile e attenersi a quello che i suoi libri di studio gli avevano suggerito. Decise di dirigersi verso il bosco, sicuramente lì avrebbe trovato qualcuno che avesse fatto al caso suo. 
Arrivato lì, notò subito un Pancham. Non era lo Shinx che cercava, ma era comunque intenzionato a inserirlo nella sua squadra, avrebbe avuto tempo per cercare chi voleva in futuro. 
Un'altra regola importante per il reclutamento era la lotta. La maggior parte dei Minuti voleva una prova di forza da parte del Capo. Mud in passato pensava che chiedere anche una battaglia fosse significasse chiedere troppo. Far parte di una squadra era un onore e lottare non era necessario. Eppure bisognava anche sconfiggerli per essere più sicuri che accettassero l'invito, anche se avrebbero potuto benissimo rifiutare. Era tutto nelle loro zampe. 
Mud fece un segno al Pancham per chiedergli di far parte della sua squadra. Quello lo studiò per qualche secondo, poi si girò e ritorno a nascondersi nei cespugli.
All'inizio non capì bene cos'era successo.
Poi realizzò che il pokémon non aveva nemmeno accettato la sua sfida. 
Non lo considerava all'altezza.
Come faceva a saperlo? L'aveva visto lottare? Sapeva se aveva brutti risultati nella teoria? No, di certo. E allora... perché?
Il Fangopesce si sedette a terra, demoralizzato. 
"Com'è possibile..." disse sottovoce "Non mi conosce, perché dovrebbe giudicarmi così? Doveva accettarla, doveva farlo!"
Same, il Fletchinder, volò sopra di lui a una velocità considerevole. Aveva trovato qualcuno anche lui. Mud tentò di trovare conforto pensando che ancora nessuno era riuscito a trovare un compagno.
Poi la voce di Sanlo rimbombò per il giardino. Già due alunni avevano portato a termine l'esame.
Lui no.
"Sono tra i migliori, perché il primo Minuto che ho trovato non ha nemmeno accettato la mia sfida? Non mi ha visto!"
Si fermò un attimo e ripensò alle parole che aveva detto. Il primo. 
Quindi decise di rimettersi in piedi. Non poteva credere che si fosse già buttato giù. Era solo un primo tentativo, doveva farne il più possibili per arrivare al successo, come gli diceva sempre Tail.
Era una buona amica, e senza di lei non sarebbe stato lì.
 
Un Tepig si nascondeva nei cespugli, intimorito dal tanto rumore attorno a lui. Quello era il giorno dell'esame, gli alunni stavano correndo nel giardino cercando di reclutare qualcuno. Lui doveva farsi coraggio, uscire dal suo nascondiglio e farsi notare da qualcuno. Sarebbe stato semplice e veloce. 
Però aveva paura di non soddisfare le aspettative degli altri. 
Aveva provato tre e sei mesi prima, ma nessuno lo voleva. Dicevano che era debole, inutile e che avrebbe solo occupato spazio. Un Axew lo sconfisse, lui chiese di essere reclutato, ma il pokémon gli disse "Sei caduto dopo una sola mossa, a cosa servi?" e se ne andò. Alla fine riuscì a reclutare un Numel e uscì dall'accademia con lui. Non pensava che i Capi potessero essere così cattivi. Credeva che ognuno fosse uguale.
Non era così, a quanto pare. Non era solo una prova per gli aspiranti, ma anche per lui. Vedeva ogni volta uscire nuovi Minuti, mentre lui continuava a rimanere lì. Tra l'altro i suoi due unici amici erano andati nelle squadre di altri reclutatori e non li aveva più visti. Chissà dov'erano in quel momento... forse dai Tris, forse nella squadra del Presidiatore. Potevano anche loro essersi diplomati ed essere diventati a capo di altri Minuti.
No, quello no. Servivano diversi anni di studi per conseguire quell'obiettivo. Obiettivo che non si era mai posto, non aveva mai avuto tanti sogni, tranne che trovare qualcuno davvero affezionato a lui, qualcuno che non l'avrebbe mai lasciato andare. Che credeva nelle sue potenzialità.
Peccato che queste facevano fatica ad uscire. Nessuno voleva impegnarsi per farlo diventare migliore. Per diventare più forti, bisognava essere forti già dall'inizio.
 
Il tempo passava e Mud non trovava nemmeno un pokémon. Evidentemente stava percorrendo la strada sbagliata. Il numero di promossi continuava a salire, oramai erano rimasti lì lui e altri tre suoi compagni. Non voleva che loro fossero bocciati, non voleva trionfare su tutti, semplicemente avere qualcuno nella sua squadra.
Dopo avrebbe pensato a diventare Presidiatore ed essere il migliore di tutti, ora si accontentava di poco.
Un rumore tra i cespugli attirò la sua attenzione. C'era qualcuno. 
"Ehi, c'è qualcuno lì?"
Non ci fu una risposta, ma era chiaro che un Minuto si stava nascondendo lì. Probabilmente voleva sferrare un attacco a sorpresa. Avrebbe dovuto immaginarsi che i Capi lo sapevano, come se non avessero studiato il comportamento dei pokémon da catturare. 
"Sarò io a prenderlo di sorpresa, spero di fare colpo." pensò il Fangopesce. 
Aveva davvero poco tempo, quella era la sua unica occasione.
Si fece coraggio e usò Pistolacqua sul cespuglio.
L'acqua si fece strada tra le foglie e colpì qualcosa. Ci fu un verso. C'era davvero qualcuno lì.
Il Mudkip si diresse verso il cespuglio e lo aggirò: trovò un Tepig al tappeto. Aveva usato una mossa superefficace senza saperlo!
"A quanto pare c'era qualcuno qui." commentò
"Mi hai fatto male!"
"So che potrei sembrare cattivo dicendoti che volevo sconfiggerti, ma vedi il lato positivo!"
"C'è un lato positivo in tutto questo?"
"Ovvio, vorrei reclutarti! Sono qui proprio per questo!"
Il Tepig fece una faccia quasi sconvolta, Mud pensò che, come il Pancham, stesse per rifiutare. Non pensava di avere altre chance di passare, ma forse poteva farcela se correva e trovava qualcun altro. Si girò e iniziò a correre.
"Dove vai?" chiese il Suinfuoco.
"A cercare di reclutare qualcuno. Ho un minuto scarso."
"Aspetta! Aspetta! Voglio entrare nella tua squadra!" 
Lo disse in modo velocissimo, tutte le parole gli uscirono da bocca in un solo istante. 
Mud voleva fermarsi a ringraziarlo e a gioire, ma doveva correre. 
"Presto! Se vuoi far parte del mio team devi correre verso l'edificio insieme a me!"
"Uh?" il minuto storse il muso.
"Ho detto corri! Cosa stai pensando?!"
"Sì, sì! Scusa!"
Si riprese e iniziò a correre con il Fangopesce. Era abbastanza lento, non riusciva a tenere il passo. Mud si chiedeva perché, sapeva le qualità dei Tepig e era a conoscenza che la sua velocità era maggiore dei Mudkip. Forse non voleva sembrare superiore al suo nuovo Capo.
"Se vuoi superarmi puoi farlo! So che sei più veloce, se arrivi là e dici a Sanlo che ti ho reclutato ti crederà!"
Il Tepig tentennò nel rispondere, ma riferì al tipo Acqua che preferiva rimanere al suo passo.
"Io dico che bisogna rischiare!" ripetè
"Meglio d-di no, potrebbe... squalificarti! E sarebbe brutto! Non potremmo stare insieme!"
Non accettava completamente la decisione, ma intuì che non c'era verso di fargli cambiare idea, né di farlo andare più veloce.
Oramai l'entrata del giardino era vicina, i sei compagni che erano già passati facevano segni al mister che stava urlando qualcosa. Il Mudkip non sapeva se i promossi stessero spingendo Sanlo a terminare la gara o a prolungarla. Meglio che fosse la seconda ipotesi.
Il Tepig iniziava a stancarsi e andava sempre più lento. Allora il Fangopesce lo prese per una zampa e inizio a spingerlo avanti, fino a farlo inciampare e strisciare.
"Ora sì che mi stai facendo male!"
"Se corressi sarebbe molto meno doloroso!"

Non vedeva i suoi altri tre compagni nelle vicinanze. Niente da fare per loro, avranno riprovato tre mesi dopo.
Sentiva Sanlo fare il countdown, sperava di fare in tempo, ma il Suinfuoco lo stava rallentando sempre di più.
Mancavano pochi metri.
Sempre meno.
Pochi secondi.
Poco tempo.
Uno.
Zero.

E non era arrivato dai suoi compagni.

 
   
 
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