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Autore: Daistiny    21/01/2009    0 recensioni
Eri e sarai sempre la mia casa... la mi sola isola in cui riposare...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Basch, Gabranth, Un po' tutti
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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QUANDO SI LEVA IL VENTO
Atto 1 scena “La casa dei ricordi”


Erano le 11:00 quando come al solito suonò il cellulare, “Dannata sveglia” pensò Daisy, mentre stava leggendo un libro che aveva preso in quella enorme biblioteca di quello stano mondo in cui si era rifugiata.
Già quel posto in cui si trovava non le ricordava casa più che altro le ricordava il mondo di Jak, era stato il litigio con Kavin a spingerla lì…appena aveva messo piede in quel posto il suo cattivo umore era peggiorato anzi era diventata più acida del solito.
Ella non amava quel mondo anzi lo trova così insulso e privo di vita, perfino il nome Ivalice le ricordava il nome in dialetto di una vavalicia una lumaca senza guscio, che di solito si poteva trovare  qualche sera d’estate in un posto umido e buio come qualche cantina.
Richter GabranthL’unica cosa che l’aveva colpito Daisy in quel posto erano i miti e le leggende, il modo di vestirsi e la cucina al quanto strana, dopo tutto quel posto non era da buttar via, pensò Daisy  tra se.
Ora la ragazza poteva si rilassarsi un po’, dopo di che riprese a leggere là dove si era fermata non prima di aver spento il cellulare, quei libri che stava leggendo in quella bellissima biblioteca erano interessantissimi. Li si potevano trovare manuali di magia, antichi racconti, raccolte di antiche testimonianze, documenti storici come la fondazione del regno in cui si trovava.
La ragazza non si trovava male a stare là, passava quasi tutto il suo tempo tra la biblioteca e la taverna Mare di sabbia dove si rifugiava quando la biblioteca della città doveva chiudere i battenti per l’orario.
Ore e ore sui libri ad assimilare ogni tipo d' informazione su quel posto, ma Daisy non poteva solo limitarsi a studiare quel mondo e i suoi abitanti dai soli libri, doveva scendere anche in strada per vedere cosa succedeva intorno a lei.
Però quella città Rabanastre non era fatta per lei, c’erano troppe guardi per i suoi gusti e troppi occhi che osservavano tutto ciò che accadeva. Lei amava di solito i posti affollati ma non quelli dove cerano soldati, guardie o quant'altro.
Da quando si era trasferita in quel posto, Daisy si era stabilita in un appartamento lussuoso nella città alta, al ultimo piano di uno splendido palazzo anche se la sua residenza doveva essere un’altra stando a quando le diceva Dior.
Nel palazzo dove abitava la ragazza aveva rincontrato una persona, Dior, che non rivedeva da quasi dieci anni, erano tantissimi i posti in cui l’avrebbe potuto trovare… ma mai si sarebbe immaginata di trovarlo lì a Rabanastre. Per lei rivedere Dior era qualcosa d'impensabile.
Le sue letture proseguivano indisturbate, e mentre leggeva Daisy ogni tanto pensava a Kavin che malediva continuamente, lui e tutto ciò che le era capitato… lui aveva una figlia del quale non le   aveva mai detto nulla. Che razza di uomo senza cervello si era andata a scegliere, si chiedeva tra se Daisy, più pensava a questo e più il suo cattivo umore aumentava drasticamente.
Aveva giurato a se stessa che mai e poi mai si sarebbe fatta mettere i piedi in testa costi quel che costi era disposta a tutto pur di raggiungere i suoi scopi, però dietro la sua apparente aggressività si nascondeva una fragilità, che più volte l’aveva fatta sentir male.
In quei però il suo umore era sempre giù, sembrava un’altra persona diversa da quella che era di solito… ormai sembrava da qualche tempo un’altra persona, timida e riservata. La cosa che poteva colpire di più in questa ragazza dalla rara, quanto mai leggendaria bellezza era il suo sguardo malinconico, che l’accompagnava sempre.
Il suo sguardo anche se rideva o era arrabbiato sembrava triste, ed era questa la sua particolarità che unita alla sua bellezza la rendevano uno spettacolo a gli occhi del mondo.
Daisy era così assorta dalle sue letture che non si era resa conto che si era fatto tardi, una cosa però le era piaciuta durante quelle ore di lettura, ciò che l’aveva colpita era una poesia che aveva trovato così per caso in un libro che aveva finito di leggere.
Erano più o meno le 11:00  a quel’ora le persone che si trovavano in biblioteca erano al incirca una ventina, Daisy amando la tranquillità e la solitudine decise di spostarsi in un luogo della biblioteca abbastanza isolato e soleggiato.
L’angolo che la ragazza  aveva trovato era più che perfetto per lei, in quel piccolo spazio composto solo da un tavolino rotondo con un piccolo divanetto di stoffa della stessa forma, completo di cuscini bianchi ricamati con degli arabeschi dai colori vivaci che rallegravano di molto l’ambiente circostante. Daisy poteva continuare indisturbata la sua lettura.
Daisy posò tutti e tre i grossi libri che aveva preso, era contenta che nessuno disturbasse la sua lettura, o la stesse riprendendo per l’incidente della sveglia, siccome tra alcuni minuti la biblioteca avrebbe chiuso. Continuò così a leggere indisturbata finche non le capitò  di trovare una poesia tra i tre libri che aveva preso,  lesse una poesia  e il suo contenuto che la incuriosì molto. 
La poesia era scritta su un piccolo foglietto che raccontava di una nazione, era così bella che Daisy prese con se il foglio che riportava la poesia, essa conteneva il nome di una nazione non più esistente a cui era stata dedicata.
Quel nome l’aveva in qualche modo turbata, così decise di fare qualche ricerca sul nome della nazione riportato sulla poesia. Non era la prima volta che lo sentiva.   
Avvicinatosi l’ora della chiusura Daisy raccolse tutte le sue cose, tra cui alcune pergamene e un paio di libri che aveva appena iniziato a leggere e li portò con se. Poco dopo aver registrato le pergamene e i libri che aveva deciso di prendere, presso la bibliotecaria, una signora anziana ma molto gentile, la ragazza uscì e una volta fuori si diresse verso la taverna “Mare di sabbia”.
Ella non amava molto quella taverna e il suo arredo con ciò decise comunque di prendere posto fuori, così da potesse starsene in disparte.
Quando un cameriere le si avvicinò per prendere le ordinazioni Daisy, le uniche cose che ordinò furono un panino e del tè ghiacciato, le giornate lì a Rabanastre erano troppo calde e torride, così quando si trovava in giro preferiva prender posto ombreggiato.
Se ne stava tranquillamente beata, quando si vide avvicinare un bel ragazzo, dai capelli castani a spazzola con un sorriso malizioso stampato sul volto, vestito in maniera elegante, forse fin troppo.
Il ragazzo l’aveva già diverso tempo l'aveva notata, e incuriosito dalla figura della ragazza aveva deciso di osservarla, non si sa come ma Daisy aveva catturato la sa attenzione, così quel giorno aveva deciso di avvicinarla.

-Buon giorno! Non credi che sia una bella giornata?

Chiese il ragazzo prendendosi una certa confidenza. Daisy intanto era così assorta dai suoi studi che non lo notò, l’unica cosa chele  interessava in quel periodo erano i suoi libri che stava leggendo. Tutto il resto poteva anche aspettare.
Vendendosi ignorato, il ragazzo decise d’insistere. Più  insisteva cercando in ogni modo possibile di attirare la attenzione di lei, più Daisy l’ignorava, mantenendo una certa distanza.
Dopo un’ora di tentativi andati a vuoto il ragazzo si arrese, vedendo che non c’era modo di abbordare la ragazza, una volte finite la sua ricerche Daisy pagò il conto alla taverna e se ne andò.
Ogni giorno da circa un mese a questa parte, la vita di Daisy trascorreva così.
Tra le sue ricerche, i suoi disegni e le sue escursioni in giro per il deserto, ciò che ultimamente le interessava era la storia della città di Rabanastre, a partire dal palazzo reale che per visitarlo si  ere dovuta intrufolare, fino alla fondazione del regno dalmasco.
Nella città di Rabanastre, attorno alla figura di Daisy si era venuta a creare un alone di mistero, alla taverna Mare di sabbia  l’avevano affibbiato alcuni sopranomi  "Maisa" era uno di questi a causa del suo atteggiamento fiero ed altezzoso.
Daisy non si curava minimamente delle dicerie sul suo conto o dei nomignoli che l’affibbiavano lei si sentiva al disopra di tutti, era sempre accorta e distaccata come se si dovesse astenere dalla vita di quel mondo che a suo dire era ridicolo.

Note: Il primo capitolo non finisce qui! E bello lungo io intanto ho gia scritto il quinto capitolo...
Daisy verra anche soprannominata "Numira" o "Manaar" per via della sua conoscenza con Dior, ciò accadrà più avanti.

Numira: colei che sparge luce
Manaar: Luce che guida
Maisa: che cammina con fierezza
   
 
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